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New York, 1987. La vita di Patrick Bateman, agiato consulente finanziario e spietato assassino, ruota intorno al tentativo di salvare le apparenze davanti alla fidanzata Evelyn, con cui non ha intenzione di sposarsi, davanti all’amante Courtney e davanti ai ricchi e superficiali colleghi di lavoro, per la maggior parte dei quali prova un sentimento di odio. Durante tutta la durata del film Bateman fa allusioni al suo bisogno di uccidere, alla sua sete di sangue e al suo assassinio con chiunque parli nei momenti che mettono a più dura prova il proprio autocontrollo, eppure nessuno fa caso a queste sue affermazioni, prendendole come esagerazioni ironiche. Quando il collega Paul Allen dimostra di avere un biglietto da visita migliore del suo, Bateman viene preso da un impeto d'ira e la sera stessa uccide un senzatetto e un cane. Durante la festa d'ufficio per il Natale, Bateman cerca di organizzare una cena con Allen, poiché quest’ultimo lo ha scambiato per il collega Marcus Halberstram. Dopo la cena, successivamente ad averlo fatto ubriacare e ad averlo condotto nel suo appartamento, Bateman lo uccide con un'ascia. Entrato a casa di Allen, Bateman lascia un messaggio in segreteria fingendo che il collega sia partito per un viaggio di lavoro a Londra. Nei giorni successivi, la sparizione di Allen viene indagata dal detective Donald Kimball, che interroga anche Bateman. La sera successiva, Bateman invita a casa due prostitute, nominate da lui Christie e Sabrina. La mattina seguente, mentre stanno lasciando l’appartamento, sono visibilmente ferite e ricoperte di tagli, inflitti dallo stesso Bateman. Quando il collega Luis Carruthers si presenta con un nuovo biglietto da visita, simile a quello di Allen, Bateman cerca di strangolarlo nel bagno di un ristorante. Tuttavia, Luis scambia il tentato omicidio per un tentativo di approccio sessuale e dichiara il suo amore davanti a un Bateman disgustato. Dopo aver ucciso una modella, Bateman invita la segretaria, Jean, a cena da lui con l'intento di assassinarla con una sparachiodi, ma la fa invece andar via dopo aver ricevuto un messaggio da Evelyn al telefono. Il detective Kimball invita a pranzo Bateman, dicendogli che non rientra più fra i sospettati perché un collega di lavoro ha visto Allen a Londra. Bateman, rincuorato di non essere più indagato, inizia a dubitare di se stesso. Bateman invita nuovamente a casa la prostituta Christie (promettendole di non farle del male un’altra volta per riuscire a convincerla) e la sua amica Elizabeth per avere un rapporto sessuale. Durante il rapporto uccide Elizabeth, di cui consuma parzialmente le carni, mentre Christie, che tenta di scappare per le scale del palazzo (dopo aver visto numerosi cadaveri tenuti nelle varie stanze di Bateman), viene colpita a morte con una motosega. Dopo aver rotto il fidanzamento con Evelyn, Bateman si dirige verso un bancomat e, quando vede un gatto, sullo schermo gli appare la scritta "feed me a stray cat" (dammi da mangiare un gatto randagio). Allora Bateman punta la pistola contro il gatto; una donna tenta di fermarlo, ma l'uomo la assassina, per poi darsi alla fuga. Durante l'inseguimento della polizia, Bateman uccide tutti e quattro i poliziotti. Cercando di scappare verso il suo ufficio entra nell'edificio sbagliato, dove spara ad una guardia notturna e il custode. Entrato in un ufficio che crede erroneamente essere il suo, Bateman chiama il suo avvocato, Harold Carnes, lasciandogli sulla segreteria una confessione di tutti gli omicidi e del proprio cannibalismo. Il mattino successivo, Bateman visita l'appartamento di Allen, convinto di dover pulire e disporre del cadavere del collega, ma lo scopre vuoto ed in vendita. Dopo che l'agente immobiliare capisce che Bateman non è lì per comprare la casa, gli dice che l'appartamento non è mai appartenuto a Paul Allen e lo obbliga ad andarsene. Dopo una telefonata a Jean in preda ad una crisi, quest’ultima trova nei cassetti della scrivania l’agenda di Bateman contenente disegni di omicidi e mutilazioni. Mentre si trova con l'avvocato Carnes al ristorante, Bateman gli accenna la confessione lasciatagli sul telefono la sera prima, ma Carnes scambia Bateman per un altro collega e ride del messaggio, pensando che fosse uno scherzo. Bateman cerca di spiegare chi sia e prova a confessarsi di nuovo, ma Carnes ride della situazione, dicendogli di aver cenato di recente con Allen stesso a Londra. Confuso ed esausto, Bateman torna dai colleghi, che stanno discutendo se Ronald Reagan sia un innocente vecchietto o un completo psicopatico. Conscio che nessuno lo crede un assassino o che abbia avuto delle allucinazioni su tutti gli omicidi, Bateman si rende conto che per lui non esisterà né punizione né catarsi, concludendo la sua riflessione con la frase: "Questa confessione non ha nessun significato".

Patrick Bateman è un personaggio creato dalla fantasia dello scrittore californiano Bret Easton Ellis, protagonista del romanzo American Psycho e della sua successiva trasposizione cinematografica. Il personaggio appare anche in altri romanzi di Ellis: Le regole dell'attrazione, Glamorama e Lunar Park. Bateman è un ventisettenne psicopatico che vive a New York e lavora nel distretto di Wall Street. Vive in una bella casa, ha una bella fidanzata e divide le sue giornate tra lavoro, palestra, uscite con gli amici in locali di lusso a base di discussioni frivole ed inconsistenti, droga e visite dall'estetista. Bateman nasconde dietro questa facciata da ragazzo della porta accanto la sua vera natura di assassino spietato e sanguinario che si aggira armato per i vicoli della città torturando e uccidendo senzatetto, prostitute, passanti, animali e, occasionalmente, anche colleghi.

Ellis descrive Patrick Bateman come il classico stereotipo dello yuppie: è ricco, avido, superficiale, spendaccione e dipendente dalla droga e dal sesso. I suoi amici e colleghi gli somigliano al punto che spesso li confonde per un altro e viceversa. Nel corso del romanzo Bateman riporta con una cura ossessiva di dettagli ogni caratteristica del suo abbigliamento e di quello degli altri, come pure le marche degli oggetti, degli elettrodomestici e gli eventi della sua routine quotidiana, arrivando ad invidiare chiunque lo superi in buon gusto come ad esempio nella scelta della carta, della stampa e del rilievo tipografico del suo personale biglietto da visita. Bateman è fidanzato con una donna superficiale quanto lui di nome Evelyn. In realtà i due non si amano, ma stanno insieme per il bene della loro vita sociale. Ha anche un'amante che è la fidanzata di un collega che lui odia e frequenta prostitute e donne che incontra nei night club. Predilige modelle o comunque donne con un corpo perfetto, molte delle quali finiscono per diventare sue vittime. L'unica persona per la quale prova almeno una parvenza di sentimenti è la sua segretaria, Jean. In realtà l'unica differenza tra lei e le altre vittime è che nei suoi confronti non prova alcun desiderio di farle del male, probabilmente perché è l'unica tra le persone che conosce a non essere del tutto superficiale e a preoccuparsi per lui. Ogni volta che parla di Jean, utilizza l'espressione «Jean, la mia segretaria che è innamorata di me» e parla per la prima volta di lei come qualcuno «che finirò probabilmente per sposare». Mentre in superficie sembra essere l'incarnazione dell'uomo d'affari sicuro di sé ed affascinante, in realtà Bateman, la maggior parte delle sue vittime le uccide perché talvolta lo fanno sentire inferiore e inadeguato ed è per questo motivo che trucida il collega Paul Allen. I suoi amici lo deridono definendolo "il ragazzo della porta accanto" e il suo avvocato si riferisce a lui come ad «un sanguinoso baciaculi buono buono». Dalle persone al di fuori della sua cerchia sociale viene etichettato come "yuppie di merda". Spesso esprime dei dubbi per quanto riguarda la propria salute ed ha periodici attacchi di psicosi durante i quali è preda di allucinazioni. Spesso esibisce anche fenomeni di spersonalizzazione, come testimoniato da una frase da lui pronunciata: «C'è l'idea di Patrick Bateman, una sorta di astrazione, ma non esiste un vero e proprio "me". C'è soltanto qualcosa di illusorio, al mio posto, un'entità che è anche possibile toccare con mano, sennonché io non ci sono. Puoi anche sentire la mia carne a contatto con la tua, e credere che i nostri stili di vita siano comparabili, ma io semplicemente non sono lì» o «Non dovresti essere così servizievole con lui... cioè, volevo dire, con me». Nonostante si definisca privo di qualsiasi emozione, egli in numerose situazioni manifesta sentimenti di rabbia, paura o dolore, come per esempio quando non riesce ad ottenere un buon tavolo in un ristorante. In un'occasione, nel bel mezzo dello smembramento di una vittima, irrompe in singhiozzi gridando «Voglio soltanto sentirmi amato!». Bateman cerca di mascherare queste insicurezze attraverso un'incredibile vanità e un'ossessiva cura personale con un'incrollabile attenzione ai minimi dettagli. Egli acquista abiti, oggetti e accessori delle marche più costose possibili per esercitare un certo controllo sulla sua altrimenti caotica vita. Allo stesso modo, egli categorizza le persone a seconda di quello che indossano, perché sono più facilmente "comprensibili", in termini di etichette e stereotipi. Pubblicamente si presenta come una persona sensibile, preoccupata da problemi che affliggono la società come l'AIDS, l'ambientalismo, il maschilismo, la povertà e la recessione economica. Bateman non rispecchia il tipico profilo di un serial killer dato che uccide più o meno indiscriminatamente e senza alcun tipo di preferenza sulle vittime. Non adotta un metodo particolare, anche se per lo più predilige morti precedute da torture e forti agonie, e utilizza diverse armi tra le quali coltelli, pistole, sparachiodi... Egli uccide svariate tipologie di persone tra cui uomini, donne, bambini e anche animali. I motivi che lo spingono ad uccidere gli uomini spaziano dalla rabbia o, paradossalmente, dalla mancanza di empatia che sente di ricevere dagli altri (soprattutto persone esteticamente ripugnanti, come barboni), o verso la fine del libro, semplicemente per esaurimento e disperazione, motivo che lo spinge ad eliminare un bambino nello zoo di Central Park, cosa che però non riesce a dargli piacere, perché sostiene che un bambino è una persona ancora non formata, e dunque la sua morte vale meno di quella di un adulto. Invece uccide le donne per la maggior parte per sadico piacere sessuale, spesso durante o subito dopo aver avuto un rapporto con loro. Talvolta confessa i suoi crimini ad amici, colleghi di lavoro e perfino ad estranei («Amo vivisezionare le ragazze, sapevi che sono totalmente pazzo!»), ma lo fa solo per verificare se lo stanno ascoltando, cosa che in realtà non si aspetta neppure nella maggior parte dei casi. Ovviamente, le persone alle quali si rivolge pensano che stia scherzando, ma per lo più continuano a parlare come se nulla fosse. In una delle sue più cruente serate, lascia un messaggio di segreteria telefonica al suo avvocato confessandogli dettagliatamente tutti i suoi crimini. Successivamente, quando i due si incontrano, Bateman viene deriso dal suo avvocato che lo scambia per un'altra persona e che considera la sua confessione come un divertente scherzo. L'uomo infatti sottolinea che qualcuno come Bateman non potrebbe essere un assassino e che non è possibile che possa aver ucciso Paul Allen (una delle sue vittime), dal momento che lui ha di recente pranzato proprio con Allen. Questo dubbio catapulta Bateman nel ruolo di narratore inaffidabile: tutti gli omicidi commessi, quindi, potrebbero essere anche solo sue allucinazioni e sogni, desiderati ma mai realmente compiuti da un Bateman ossessionato dal suo desiderio di essere riconosciuto, e schiacciato dalla consapevolezza che non potrà mai uscire dalla vita che conduce. Oppure la convinzione del suo avvocato di aver cenato con Paul potrebbe essere una delle ennesime sviste e scambi di persone che i personaggi del libro sembrano fare in continuazione. Essendo i membri della cerchia di Bateman tutti vestiti uguali, tutti ugualmente belli, in forma, capita loro molto di frequente nel romanzo, di scambiarsi l'uno per l'altro. La frase finale ''questa non è l'uscita'' identifica la totale impossibilità di Patrick di scampare al suo mondo e a ciò che è.

Patrick Bateman ha studiato alla Phillips Exeter Academy e si è laureato nel 1984 all'Università di Harvard. Successivamente ha frequentato la Harvard Business School e due anni dopo si è trasferito a New York. Lavora alla Pierce & Pierce, prestigiosa società di brokeraggio di Wall Street, dove ricopre il ruolo di esperto nel settore fusioni e acquisizioni. Possiede un lussuoso appartamento nell'Upper West Side nel prestigioso palazzo American Gardens Building e ha come vicino di casa l'attore Tom Cruise. Bateman proviene da una famiglia benestante; i suoi genitori hanno una casa a Long Island ed una residenza estiva a Newport. Sono divorziati e la madre, soffrendo di una malattia psicologica, risiede in un sanatorio mentre il padre (comparso per la prima volta in Le regole dell'attrazione) è cresciuto nel Connecticut e vive in una camera del Carlyle Hotel a Manhattan. Il padre è stato dato per morente nel precedente romanzo e a differenza dell'ex moglie, viene soltanto menzionato nel corso della storia. Ha un fratello minore, Sean (protagonista del romanzo Le regole dell'attrazione) che studia al Camden College e i due si detestano reciprocamente. Bateman di notte si trasforma in un letale serial killer e i suoi crimini, che comprendono stupro, tortura, omicidio, necrofilia e cannibalismo sono descritti con dovizia di particolari nel corso del romanzo

Ellis descrive Patrick Bateman come il classico stereotipo dello yuppie: è ricco, avido, superficiale, spendaccione e dipendente dalla droga e dal sesso. I suoi amici e colleghi gli somigliano al punto che spesso li confonde per un altro e viceversa. Nel corso del romanzo Bateman riporta con una cura ossessiva di dettagli ogni caratteristica del suo abbigliamento e di quello degli altri, come pure le marche degli oggetti, degli elettrodomestici e gli eventi della sua routine quotidiana, arrivando ad invidiare chiunque lo superi in buon gusto come ad esempio nella scelta della carta, della stampa e del rilievo tipografico del suo personale biglietto da visita. Bateman è fidanzato con una donna superficiale quanto lui di nome Evelyn. In realtà i due non si amano, ma stanno insieme per il bene della loro vita sociale. Ha anche un'amante che è la fidanzata di un collega che lui odia e frequenta prostitute e donne che incontra nei night club. Predilige modelle o comunque donne con un corpo perfetto, molte delle quali finiscono per diventare sue vittime. L'unica persona per la quale prova almeno una parvenza di sentimenti è la sua segretaria, Jean. In realtà l'unica differenza tra lei e le altre vittime è che nei suoi confronti non prova alcun desiderio di farle del male, probabilmente perché è l'unica tra le persone che conosce a non essere del tutto superficiale e a preoccuparsi per lui. Ogni volta che parla di Jean, utilizza l'espressione «Jean, la mia segretaria che è innamorata di me» e parla per la prima volta di lei come qualcuno «che finirò probabilmente per sposare». Mentre in superficie sembra essere l'incarnazione dell'uomo d'affari sicuro di sé ed affascinante, in realtà Bateman, la maggior parte delle sue vittime le uccide perché talvolta lo fanno sentire inferiore e inadeguato ed è per questo motivo che trucida il collega Paul Allen. I suoi amici lo deridono definendolo "il ragazzo della porta accanto" e il suo avvocato si riferisce a lui come ad «un sanguinoso baciaculi buono buono». Dalle persone al di fuori della sua cerchia sociale viene etichettato come "yuppie di merda". Spesso esprime dei dubbi per quanto riguarda la propria salute ed ha periodici attacchi di psicosi durante i quali è preda di allucinazioni. Spesso esibisce anche fenomeni di spersonalizzazione, come testimoniato da una frase da lui pronunciata: «C'è l'idea di Patrick Bateman, una sorta di astrazione, ma non esiste un vero e proprio "me". C'è soltanto qualcosa di illusorio, al mio posto, un'entità che è anche possibile toccare con mano, sennonché io non ci sono. Puoi anche sentire la mia carne a contatto con la tua, e credere che i nostri stili di vita siano comparabili, ma io semplicemente non sono lì» o «Non dovresti essere così servizievole con lui... cioè, volevo dire, con me». Nonostante si definisca privo di qualsiasi emozione, egli in numerose situazioni manifesta sentimenti di rabbia, paura o dolore, come per esempio quando non riesce ad ottenere un buon tavolo in un ristorante. In un'occasione, nel bel mezzo dello smembramento di una vittima, irrompe in singhiozzi gridando «Voglio soltanto sentirmi amato!». Bateman cerca di mascherare queste insicurezze attraverso un'incredibile vanità e un'ossessiva cura personale con un'incrollabile attenzione ai minimi dettagli. Egli acquista abiti, oggetti e accessori delle marche più costose possibili per esercitare un certo controllo sulla sua altrimenti caotica vita. Allo stesso modo, egli categorizza le persone a seconda di quello che indossano, perché sono più facilmente "comprensibili", in termini di etichette e stereotipi. Pubblicamente si presenta come una persona sensibile, preoccupata da problemi che affliggono la società come l'AIDS, l'ambientalismo, il maschilismo, la povertà e la recessione economica. Bateman non rispecchia il tipico profilo di un serial killer dato che uccide più o meno indiscriminatamente e senza alcun tipo di preferenza sulle vittime. Non adotta un metodo particolare, anche se per lo più predilige morti precedute da torture e forti agonie, e utilizza diverse armi tra le quali coltelli, pistole, sparachiodi... Egli uccide svariate tipologie di persone tra cui uomini, donne, bambini e anche animali. I motivi che lo spingono ad uccidere gli uomini spaziano dalla rabbia o, paradossalmente, dalla mancanza di empatia che sente di ricevere dagli altri (soprattutto persone esteticamente ripugnanti, come barboni), o verso la fine del libro, semplicemente per esaurimento e disperazione, motivo che lo spinge ad eliminare un bambino nello zoo di Central Park, cosa che però non riesce a dargli piacere, perché sostiene che un bambino è una persona ancora non formata, e dunque la sua morte vale meno di quella di un adulto. Invece uccide le donne per la maggior parte per sadico piacere sessuale, spesso durante o subito dopo aver avuto un rapporto con loro. Talvolta confessa i suoi crimini ad amici, colleghi di lavoro e perfino ad estranei («Amo vivisezionare le ragazze, sapevi che sono totalmente pazzo!»), ma lo fa solo per verificare se lo stanno ascoltando, cosa che in realtà non si aspetta neppure nella maggior parte dei casi. Ovviamente, le persone alle quali si rivolge pensano che stia scherzando, ma per lo più continuano a parlare come se nulla fosse. In una delle sue più cruente serate, lascia un messaggio di segreteria telefonica al suo avvocato confessandogli dettagliatamente tutti i suoi crimini. Successivamente, quando i due si incontrano, Bateman viene deriso dal suo avvocato che lo scambia per un'altra persona e che considera la sua confessione come un divertente scherzo. L'uomo infatti sottolinea che qualcuno come Bateman non potrebbe essere un assassino e che non è possibile che possa aver ucciso Paul Allen (una delle sue vittime), dal momento che lui ha di recente pranzato proprio con Allen. Questo dubbio catapulta Bateman nel ruolo di narratore inaffidabile: tutti gli omicidi commessi, quindi, potrebbero essere anche solo sue allucinazioni e sogni, desiderati ma mai realmente compiuti da un Bateman ossessionato dal suo desiderio di essere riconosciuto, e schiacciato dalla consapevolezza che non potrà mai uscire dalla vita che conduce. Oppure la convinzione del suo avvocato di aver cenato con Paul potrebbe essere una delle ennesime sviste e scambi di persone che i personaggi del libro sembrano fare in continuazione. Essendo i membri della cerchia di Bateman tutti vestiti uguali, tutti ugualmente belli, in forma, capita loro molto di frequente nel romanzo, di scambiarsi l'uno per l'altro. La frase finale ''questa non è l'uscita'' identifica la totale impossibilità di Patrick di scampare al suo mondo e a ciò che è.

American Psycho debuttò al Sundance Film Festival il 21 gennaio 2000. Il film ricevette critiche positive dal New York Times. Deve la sua celebrità specialmente ai contenuti molto forti, all'umorismo nero e alla rappresentazione dello stile di vita degli yuppies americani degli anni ottanta. Il film ha incassato 34 266 564 $ in tutto il mondo. È stato citato dalla rivista Journal of Psychoanalytic Psychology come una fedele rappresentazione cinematografica del narcisismo maligno.