Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
BASIC PRESENTATION
Vera Francato
Created on May 28, 2023
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
View
Visual Presentation
View
Terrazzo Presentation
View
Colorful Presentation
View
Modular Structure Presentation
View
Chromatic Presentation
View
City Presentation
View
News Presentation
Transcript
MOSAICI
PITTURA
romana
I MOSAICI ROMANI
"Opus Musivum" dal latino MOSAICO, il termine probabilmente faceva riferimento alle Muse, cioè "opera delle Muse" oppure "rivestimento applicato alle grotte dedicate alle Muse ". Il mosaico romano nacque come una composizione artistica e figurativa ottenuta mediante frammenti di materiali diversi, dette tessere, per formare immagini o disegni decorativi.
MATERIALI DEI MOSAICI
Esse erano costituite da materiali diversi:
- basalto,
- travertino,
- marmi di diverso colore,
- diaspri vari,
- pasta vitrea
- conchiglie
I MOSAICI ROMANI
Si usava principalmente per i pavimenti, ma in seguito venne usato pure sulle pareti, a volte di grandezza ridotta, incasellati in una pittura parietale più estesa, i motivi dominanti saranno quelli geometrici, ad arabeschi, o a vegetazione stilizzata.si incava con "musaeum" o "musivum" mosaici presenti in grotte e "opus musaeum" o "opus musivum" indica il tipo di decorazione murale. Tuttavia i primi mosaici a Roma compaiono verso il III sec.a.c. per impermeabilizzare e abbellire il pavimento di terme mercati fori e templi ma sopratutto le abitazioni private.
I MOSAICI ROMANI
LA TECNICA
Per la costruzione di un mosaico bisognava seguire accuratamente varie fasi:
- si disegnava la scena su cartone,
- dunque si riportavano sul cartone le indicazioni e le richieste del committente avutane l'approvazione,
- si copiava sostituendo linee e colori con pezzettini di vetro colorato, marmo o calcare.
- lo statumen (conglomerato di ciottoli di grosse dimensioni),
- il rudus (strato alto 25 cm, composto di tre parti di schegge di pietra e uno di calce),
- il nucleus (strato di cemento di 12 cm, composto di tre parti di cocciopesto e una di calce).
I MOSAICI ROMANI
LA TECNICA
Le tessere, infine, levigate, si inserivano in un sottile strato di intonaco. Era un lavoro di estrema precisione; per avere un'idea del lavoro oggi un operaio impiega 6 giorni lavorativi per comporre un metro quadro di mosaico.
I MOSAICI ROMANI
ETÀ REPUBBLICANA
Le prime testimonianze di mosaico a tessere a Roma risalgono alla fine del III sec. a.c..Con la conquista di Grecia ed Egitto, si raffina l'estetica e la tecnica delle composizioni. Il mosaico parietale vero e proprio però nacque verso il I sec. a.c., nei ninfei, costruzioni scavate nella roccia, interrate o artificiali, con una sorgente o una fontana, oppure nelle esedre, grandi nicchie semicircolari o poligonali con fontane, spesso rivestite anche di conchiglie. Divennero di moda gli xenia, "i doni ospitali", piccoli quadri con frutta, verdura, pollame, cacciagione, che si usavano offrire gli ospiti. Naturalmente diffondendosi alla classe meno abbiente il mosaico si impoverì schematizzatosi in disegni ripetuti e tessere più grossolane.
I MOSAICI ROMANI
ETÀ REPUBBLICANA
Dopo la conquista della Grecia,il mosaico romano ebbe poi un suo stile, e pure una sua mitologia, diffondendosi in tutto l'impero e porto a una vera e propria innovazione. La novità fu in quella stilizzazione elegante nonché nella diffusione dei mille geni, amorini o putti che dir si voglia che contornavano ogni attività lavorativa, dando una freschezza e un'allegria che era propria dell'epoca, soprattutto in epoca imperiale, dove Roma era diventata il paese delle opportunità, chiunque poteva trovare o inventarsi un lavoro.
I MOSAICI ROMANI
ETÀ IMPERIALE
Il mosaico si estende pure anche nelle case comuni, come possiamo osservare a Pompei, pavimenti che erano decorazioni soprattutto al perimetro, con fregi di ispirazione "geometrica" e lo stile utilizzato era detto neoattico, permane fino al I secolo d.c., per il semplificarsi delle forme decorative e per il predominio del bianco e nero viene anche definito "stile severo". I due diversi stili durante quest’età inizieranno a svilupparsi contrapponendosi alla policromia che perstisteva nell’età precedente. Lo stile neoattico attraversa una seconda fase, dove le figure geometriche si intrecciano a temi decorativi vegetali, vimini, meandri ecc.
I MOSAICI ROMANI
ETÀ IMPERIALE
La decorazione si estende a tutto il pavimento, dalla cornice al centro, e si arricchisce di cerchi intersecati, medaglioni, losanghe, quadrati e così via. Il mosaico bianco e nero è un gusto esclusivamente italico, con usi non pittorici ma pavimentali e deriva dal cocciopesto prima e dall'opus signinum (è tecnica decorativa nella quale gli scarti di marmo sono sistemati in un letto di pozzolana mista a calce e mattoni tritati cocciopesto ). Durante tutto il periodo di età imperiale si contrappone l’opus signinum e musivum. La ripetitività regolare di alcuni motivi oltre che la "smerlatura" o "sfrangiatura" dei contorni attinge probabilmente all'arte tessile.
I MOSAICI ROMANI
ETÀ IMPERIALE
Venne impiegato largamente nelle terme, negli ambienti pubblici e nelle abitazioni meno lussuose, combinando semplicità ed economicità con una grande creatività. In periodo Adrianeo il mosaico comincia ad essere diffuso in maniera estesa sulle grandi volte. Improponibile appare la teoria del "mosaico riflesso", per la quale i pavimenti riflettevano sempre i decori impiegati nelle volte. Come si vedrà in seguito le tecniche e le tematiche adottate nei due casi sono nettamente diverse.
I MOSAICI ROMANI
L'INIZIO DELLA DECADENZA
Il III sec. d.c. ripropone lo "stile severo". Gli arabeschi e i motivi floreali degenerano e scompaiono; si diffondono temi a reticolato, rosette cruciformi ecc. Nella II metà del sec. il disegno diventa rozzo e schematico. Nel periodo imperiale avanzato il mosaico conobbe le sue espressioni più fulgide come dimostratoci dai ritrovamenti archeologici sia in occidente che in oriente, con temi legati alla mitologia classica o a scene di caccia, o di vita quotidiana. Tra i primi e più splendidi esempi, vi sono quelli trovati a Pompei, come i mosaici della Casa del Fauno risalgono al Il secolo a.c. e raffigurano temi assai differenti (la battaglia di Alessandro, Dioniso fanciullo a cavallo di una tigre, paesaggi nilotici, un gatto che divora un uccello, pesci ecc.).
I MOSAICI ROMANI
Il mosaico in opus tessellatum formava una cornice di motivi geometrici circondanti il quadro propriamente detto (emblema) eseguito in opus vermiculatum. Le tessere, talvolta di dimensioni piccolissime, riprendono la pittura, o decorazioni che richiamano l'architettura come scene mitologiche predominano templi e case, motivi marini nelle terme, animali nei mercati, atleti nelle palestre, scene dionisiache nelle mense, cani nei vestiboli, soggetti erotici nelle camere nuziali. Oltre a quelle in marmo si uniscono quelle in pietra diverso colore e sfumature alle paste vitree, queste ultime le più care, per cui usate solo per cornici.
I MOSAICI ROMANI
IL LAVORO DELL'AUTORE
Le tecniche si moltiplicarono, e dunque si specializzando le mansioni che talvolta coesistevano nello stesso autore:
- pictor imaginarius: stabilisce ed esegue il disegno e i materiali
- pictor parietarius: riporta il disegno sulla parete
- musivarius: realizza il mosaico sulla parete
- tessellarius: lavorava i mosaici pavimentali.
I MOSAICI ROMANI
DIVERSI TIPI DI MOSAICI
- opus signinum: per pavimenti a calce e cocciopesto, con tessere distanziate a disegni geometrici, spesso usati nei mercati e negozi.
- opus segmentatum: per pavimenti, in cocciopesto e calce con lapilli e sassolini per disegni semplici spesso usati nei ninfei.
- opus tessellatum: cubetti grandi, fino 2 cm di lato; per bordure, fondi, disegni geometrici.
I MOSAICI ROMANI
DIVERSI TIPI DI MOSAICI
- opus vermiculatum: tessere più piccole e di varie forme per sfumature di colore, per i contorni delle figure. a forma appunto di vermicelli, più sofisticato e indicato per comporre veri e propri quadri.
- opus sectile: piccole lastre di pietre di colori diversi per composizioni geometriche.
- opus alexandrinum: tessere di marmo coloratoi, bianchi e neri su fondo rosso, o porfido rosso e serpentino verde.
- opus musivum: mosaico parietale in pasta vitrea.
I MOSAICI ROMANI
PARMA ROMANA Parma è una città abitata ininterrottamente nei secoli, in cui il centro storico è cresciuto su se stesso e i resti degli insediamenti più antichi giacciono ad alcuni metri di profondità, sepolti e spesso intaccati da quelli delle epoche successive, rendendo per tale motivo (e per la presenza degli edifici attuali) difficile un'indagine archeologica più accurata. Gli elementi per ricostruire l'evoluzione del tessuto urbano antico, sono purtroppo frammentari e discontinui.
PITTURA ROMANA
I Romani svilupparono l’arte pittorica inizialmente solo per decorare i templi prendendo molto sia dagli Etruschi che dai Greci. Successivamente iniziarono a venir decorate anche le abitazioni ciò portò ad un progressivo mutamento di stile e materiale. Soprattutto nelle case degli aristocratici, venivano realizzati dipinti con una grande ricchezza di decorazioni e colore.
PITTURA ROMANA
La pittura nacque per decorare le pareti (pittura parietale), per rendere più eleganti gli ambienti chiusi sia edifici pubblici che abitazioni, gli unici esclusi dalla decorazione erano i magazzini e le cucine. Di solito le pareti erano completamente decorate poiché non si usava collocare pezzi di arredo alle pareti
PITTURA ROMANA
temi e soggetti
I temi e i soggetti più ricorrenti sono quelli tratti dalla mitologia, giardini e vedute urbane, nature morte.
PITTURA ROMANA
Oggi possiamo classificare la pittura romana in 4 stili grazie ai resti archeologici rinvenuti a Pompei ed Ercolano.
Queste opere coprono un arco di tempo relativamente breve (circa 200 anni), ma rispecchiano a pieno quello che era il gusto artistico di roma antica. Per le epoche precedenti si hanno solo opere scritte.
PITTURA ROMANA
i quattro stili
- Primo stile: “stile ad incrostazione" o “stile strutturale” (150 a.C.-80 a.C.)
- Secondo stile: “stile dell’architettura in prospettiva” o “stile architettonico” (1 a.C. - 1 d.C.)
- Terzo stile: “stile della parete reale” o “stile ornamentale”(20 a.C-50 d.C)
- Quarto stile: “stile dell’illusione architettonica” (dal 50 stile d.C.)
PITTURA ROMANA
i quattro stili
Pittura esclusivamente decorativa, non ci sono soggetti ma la riproduzione di materiali pregiati come il marmo (come era di moda nell’arte greca)
PITTURA ROMANA
i quattro stili
Vengono create delle vedute ad affresco con paesaggi inquadrati da portici o finestre, tutto realizzato con una tecnica prospettica
PITTURA ROMANA
i quattro stili
La composizione viene semplificata dividendo le pareti in maniera gerarchica; pervale un unico colore di fondo (spesso il rosso), la cui uniformità viene spezzata da riquadri inseriti al centro con figure, finte nicchie, piccoli paesaggi
PITTURA ROMANA
i quattro stili
Si torna alla pittura di scenari in prospettiva ma adesso vengono aggiunte le figure umane, mentre gli elementi architettonici non sono dipinti ma realizzati in rilievo con lo stucco
PITTURA ROMANA
tecniche della pittura romana
- ad affresco: usando colori minerali macinati e diluiti in acqua e stesi su intonaco di calce fresca;
- a tempera: i colori sono diluiti con solventi come il tuorlo e la cera;
- ad encausto: i colori sono mescolati alla cera, successivamente il dipinto veniva scaldato per fissare i colori e donare lucentezza all’opera.