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IMMANUEL KANT
caterina.morelli
Created on May 28, 2023
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Transcript
IMMANUEL KANT
Critica della ragion pratica
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Index
BIOGRAFIA
IPENSIERO FILOSOFICO
CRITICA DELLA RAGION PRATICA
IL PROBELEMA DELLA MORALE
PRINCIPI PRATICI
LE 3 FORMULAZIONI DELL'IMPERATIVO CATEGORICO
IL NOUMENO
I POSTULATI
BIOGRAFIA
Immanuel Kant nasce nel 1724 da una famiglia di origine scozzese a Königsberg, nella Prussia orientale.A sedici anni entra nell'università di Königsberg per studiare filosofia, matematica e teologia per poi abbandonarla diventando un libero docente nel 1755. Nel 1770 Kant presenta la sua Dissertazione sulla forma e i principi del mondo sensibile e intelligente in latino e costituisce un momento fondamentale nello sviluppo del pensiero di Kant in quanto segna la cesura tra il periodo pre-critico e quello critico, cioè tra il periodo precedente all'elaborazione della sua filosofia e quello in cui Kant si occupa della "critica alla ragione". Nel 1796, all'età di settantatré anni, Kant lasciò l'insegnamento e continuò a lavorare a un'opera di cui restano soltanto appunti, il celebre Opus postumum. Ammalatosi gravemente morì il 12 febbraio del 1804.
IL PENSIERO FILOSOFICO
Kant si interessò principalmente sul problema metafisico ovvero su che valore assegnare sull'indagine di Dio,anima e mondo. Kant si oppone sia al razionalismo sia all'empirismo. Infatti elabora una nuova filosofia: il criticismo intesa non come dottrina ma attività. Essa contrapponendosi all'atteggiamento dogmatico, si propone di valutare le condizioni di possibilità, la validità e i limiti della conoscenza umana.
01
CRITICA DELLA RAGION PRATICA
IL PROBLEMA DELLA MORALE
La Critica della Ragion Pratica di Kant è una delle opere più importanti della filosofia morale moderna.L’oggetto delle sue riflessioni non è più la conoscenza ma il comportamento dell’uomo: la ragione che è una guida sia per l’attività conoscitiva (ragione teoretica) sia per l’attività pratica (ragione pratica). Kant vuole criticare il comportamento dell’uomo quando risulta troppo condizionato dall’istinto e della sensibilità e non segue, invece, la morale. Cosa intenda Kant quando parla di morale? Secondo il filosofo, in ogni uomo esiste una legge morale a priori (cioè che non dipende dall’esperienza ma deriva direttamente dalla ragione dell’uomo). Una morale che sia, dunque:
- Universale, valida per tutti;
- Necessaria, sempre valida, in ogni momento della storia e in ogni luogo;
- Incondizionata, che sia sciolta dai condizionamenti dell’istinto e della sensibilità;
- Formale, prescrive solo la forma del dovere;
- Autonomo, espressione dell'autodeterminazione dell'uomo, che si assoeggetta al solo comando della ragione.
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PRINCIPI PRATICI
sono le regole generali della vita, cioè criteri che aspirano ogni azione. possono essere di 2 tipi:
MASSIME
IMPERATIVI
possono essere
IMPERATIVO CATEGORICO
IMPERATIVI IPOTETICI
All'interno degli imperativi ipotetici, Kant distingue poi le regole dell'abilità e i consigli della prudenza:
i consigli della prudenza
le regole dell'abilità
LE TRE FORMULAZIONI DELL'IMPERATIVO CATEGORICO
L'imperativo categorico è l'obbligazione assoluta che la ragione ci fa di agire "razionalmente" e significa tre cose: agire universalmente, considerare ogni uomo come essere razionale, considerare la ragione come fonte della legge. Kant esprime queste tre esigenze nelle tre formule dell'imperativo categorico:
TERZA FORMULAZIONE
SECONDA FORMULAZIONE
PRIMA FORMULAZIONE
Il concetto di "noumeno" è la base della teoria della conoscenza di Kant. Si distingue dal "fenomeno", che è ciò che appare, mentre il noumeno è ciò che è pensato, ma non può essere conosciuto al di là dell'esperienza sensibile. L'essenza delle cose, sia nella natura che nella ragione, è sconosciuta a chi ne è esterno, e anche le idee di "anima", "mondo" e "dio" non possono essere dimostrate oltre la metafisica. Il concetto di "noumeno" rappresenta la differenza tra ciò che l'uomo crede o sa di una cosa e ciò che essa è veramente. L'impenetrabilità del "noumeno" rende impossibile stabilire la verità una volta per tutte.
IL NOUMENO
I POSTULATI DELLA RAGION PRATICA
L’osservanza del dovere morale ci rende virtuosi e questa condizione, definita da Kant bene supremo, non ci conduce alla felicità, nonostante ne risultiamo degni. Come potremmo essere felici se, osservando l’imperativo morale, mortifichiamo tutte le nostre aspirazioni egoistiche? Per salvare la morale e eliminare l’assurdità di un essere degno di felicità ma infelice, Kant postula (cioè accoglie pur non potendo dimostrare) l’esistenza di un aldilà che ci permetta di raggiungere il “sommo bene” (virtù congiunta alla felicità).
SECONDO POSTULATO
IMMORTALIA' DELL'ANIMA
PRIMO POSTULATO
TERZO POSTULATO
LIBERTA'
ESISTENZA DI DIO
PROFESSORESSA: ALESSANDRA ANTONUCCI
ALUNNO: CATERINA MORELLICLASSE: 4^B A.S.: 2022/2023
Thanks!