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Che stai? - Foscolo
Aurora De Vita
Created on May 27, 2023
Analisi del sonetto "Che stai?" di Ugo Foscolo
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Transcript
Che stai? Già il secol l'orma lascia
Ugo Foscolo
Indice
Componimento
Tempo
Vita
Retorica
Date
Lettura-azione
Contenutistica
Introduzione
Ringraziamenti
Temi
Vita di Ugo Foscolo
Da Napoleone all'esilio
- Foscolo nasce a Zante, ma si trasferisce a Venezia dopo la morte del padre.
- Dopo il trattato di Campoformio si rifugia a Milano, dove conobbe Parini e Monti.
- Si trasferisce prima a Firenze e poi a Londra, dove muore esule e povero.
- I suoi resti sono conservati nella chiesa di Santa Croce a Firenze.
+info
Date importanti
1778
Foscolo nasce a Zante
1793
A Venezia si arruola nella cavalleria della repubblica cispadana
1797
Trattato di Campoformio
1802
Scrive le "Ultime lettere di Jacopo Ortis" e vari sonetti, tra cui "Che satai?"
1806
Scrive il carme "Dei Sepolcri"
1812
A Firenze inizia la stesura delle "Grazie"
1816
Si trasferisce in Inghilterra
1827
Muore a Londra
1871
Le sue spoglie vengono sepolte a Santa Croce, accanto ai grandi uomini cantati ne "I Sepolcri"
Che stai? Già il secol l'orma lascia
Il componimento
Introduzione
Foscolo riflette su sé stesso, constatando l'imminente fine del XVIII secolo e l'insignificanza dei suoi vent'anni, vissuti finora nell'errore, nella rabbia e nel tormento. Se non può compiere gesta eroiche, auspica almeno di ottenere fama tramite produzioni poetiche di grande valore, che resteranno ai posteri quando diventerà per loro un uomo del passato. Il sonetto esprime i tormenti non solo dell'autore, ma di ogni giovane ventenne che sente di non aver ancora realizzato nulla di significativo nella vita, nonostante il desiderio di farlo.
Che stai? già il secol l’orma ultima lascia; dove del tempo son le leggi rotte precipita, portando entro la notte quattro tuoi lustri, e obblio freddo li fascia. Che se vita è l’error, l’ira, e l’ambascia, troppo hai del viver tuo l’ore prodotte; or meglio vivi, e con fatiche dotte a chi diratti antico esempi lascia.
Figlio infelice, e disperato amante,e senza patria, a tutti aspro e a te stesso, giovine d’anni e rugoso in sembiante, che stai? breve è la vita, e lunga è l’arte; a chi altamente oprar non è concesso fama tentino almen libere carte.
parafrasi
Analisi retorica del testo
Seconda strofa
Prima strofa
Che se vita è l’error, l’ira, e l’ambascia, troppo hai del viver tuo l’ore prodotte; or meglio vivi, e con fatiche dotte a chi diratti antico esempi lascia.
Che stai? già il secol l’orma ultima lascia;dove del tempo son le leggi rotte precipita, portando entro la notte quattro tuoi lustri, e obblio freddo li fascia.
Figure
Figure
Analisi retorica del testo
terza e quarta strofa
Figlio infelice, e disperato amante,e senza patria, a tutti aspro e a te stesso, giovine d’anni e rugoso in sembiante, che stai? breve è la vita, e lunga è l’arte; a chi altamente oprar non è concesso fama tentino almen libere carte.
Figure
Analisi contenutistica
Il sonetto, composto nel 1802, tratta della fugacità del tempo. Con la fine del secolo, realizza di non aver compiuto nulla di significativo. Deve quindi trovare un modo per essere ricordato, di dare un "antico esempio" ai posteri. L'obiettivo del poeta è quello di essere ricordato nel futuro tramite l'arte poetica.
Sonetto
Analisi contenutistica
La poesia, quindi, è l'unico mezzo che Foscolo ha per vincere il tempo. Il poeta traccia un bilancio esistenziale, riconoscendo gli aspetti negativi di vivere in un tempo che cancella le tracce del passato, ma anche gli aspetti positivi di creare opere che conquistino la fama eterna.
Sonetto
Temi e collegamenti
Poesia come mezzo salvifico
Fugacità del tempo
Ritratto di Foscolo
Scrivere opere degne di lode diventa quindi un'azione eroica, che lo porterà ad essere ricordato dai posteri. Concetto presente anche in poeti classici come Orazio
L'autore traccia un autoritratto nella terza strofa, con tratti che emergono anche in altre sue opere, come nel sonetto "A Zacinto"
Il tempo passa, portandosi dietro tutto quanto. Concetto ripreso nel sonetto "Alla Sera", in cui è definito come "reo tempo"
Alla Sera
Orazio
A Zacinto
Rapporto letteratura-azione
Nei versi finali "a chi altamente oprar non è concesso fama tentino almen libere carte", Foscolo stabilisce un legame stretto tra letteratura e azione. Egli afferma che coloro che non hanno la possibilità di lasciare un esempio eroico ai posteri devono farlo comunque tramite altri mezzi. Il mezzo specifico a cui si riferisce è la letteratura, rappresentata dalle "libere carte".
Concezione del tempo
Nella prima quartina, Foscolo esprime una concezione temporale ambigua. Nonostante il tempo verbale sia al presente con "Che stai? Già il secol l'orma ultima lascia", si riferisce al passato, al secolo che sta finendo. Foscolo si incita a agire rapidamente per lasciare esempi gloriosi ai posteri, poiché il tempo scorre velocemente e non c'è tempo da perdere.
Rapporto letteratura-azione
Foscolo sottintende il messaggio che, non essendo riuscito a compiere gesti eroici o distinguersi per il suo valore militare o l'amore per la Patria durante la sua vita, lo ha fatto comunque attraverso la letteratura. Un esempio rilevante è rappresentato da "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", dove il protagonista si distingue per il suo eroico suicidio come gesto estremo per la propria Patria, un gesto che il poeta stesso non ha avuto il coraggio di compiere.
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Grazie
Ludovica Civardi, Aurora De Vita, Nicole Scandale