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Dalle tavolette di argilla agli e-book...

Ad inventare il primo sistema di scrittura documentato furono i Sumeri, l'antico popolo che viveva nella Mesopotamia meridionale.

NASCITA DEL LIBRO

I segni venivano impressi con un utensile appuntito su una tavoletta di argilla che veniva poi fatta asciugare. Le incisioni erano brevi e sistemate in forma piramidale.

Il papiro

I primi rotoli di papiro datano 2400 a.C. e sono originari dell’Egitto. Il papiro viene ricavato dal midollo della pianta che cresce lungo le sponde del Nilo. Il midollo, estratto dal gambo, veniva tagliato a strisce, pressato, incollato e asciugato. Come risultato ottenevano un foglio su cui si poteva scrivere con un calamo affilato, ricavato dal gambo di una canna. I singoli fogli venivano poi incollati in rotoli che raggiungevano anche 16 metri di lunghezza. I papiri venivano arrotolati e conservati dentro tubi di legno. I rotoli erano avvolti su bastoni di legno ingombranti e dovevano essere srotolati aiutandosi con entrambe le mani. Altro inconveniente: il papiro è un materiale fragile soggetto all’usura e all’umidità.

La pergamena

Intorno al II secolo a.C. spunta un nuovo supporto per la scrittura: la pergamena, una membrana ricavata dalla pelle di animale calcinata, pulita e stirata. Si otteneva così una superficie sottile, molto levigata, resistente ed elastica. Il nome pergamena deriva dalla città di Pergamo, luogo in cui si trovava una delle più grandi biblioteche al mondo, rivale solo alla Biblioteca di Alessandria. Nel periodo in cui il papiro iniziò a scarseggiare e le pergamene divennero una perfetta alternativa.

Le tavolette di cera

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Nell’antica Roma e in Grecia iniziano a circolare delle tavolette di cera molto più pratiche dei precedenti supporti per la scrittura. Si tratta di piccoli blocchi di legno che venivano ricoperti con strati e strati di cera e incisi con la punta di uno stilo (di legno, di metallo, di osso o di avorio). Le tavolette potevano essere raschiate e riutilizzate. Di innovativo avevano la forma: le tavolette erano unite insieme a una estremità attraverso fili di corda o di ferro.

Ruolo degli alessandrini

I grammatici alessandrini furono filologi greci studiosi dei testi, che assunsero notevole importanza nell'Alessandria d'Egitto del III e II secolo a.C., quando la città divenne il centro della cultura ellenistica. Nell'epoca ellenista il termine "grammatico" faceva riferimento agli studiosi addetti al ripristino, alla lettura e all'interpretazione dei testi classici . I rammatici alessandrini si occupavano, dunque, di una revisione critica delle opere della letteratura greca classica, ponendo l'atteznione soprattutto su Omero .

I più importanti grammatici alessandrini furono: Zenodoto di Efeso ( editore di Omero), Callimaco (catalogò la Biblioteca), Aristofane di Bisanzio (inventore dei segni diacritici) e Aristarco di Samotracia (curatore della più importante edizione critica dei poemi di Omero).

L'era dei libri digitali

Nei primi anni Settanta del Novecento, il Progetto Gutenberg dà alla luce i primi e-book. Per diversi anni però i libri digitali sono prodotti con un solo obiettivo: quello di archiviare alcune opere, per lo più libri di dominio pubblico. Solo nel ventunesimo secolo il formato digitale inizia a essere considerato anche per la pubblicazione. Nel 2000 esce il primo libro in formato e-book: il romanzo “Riding the Bullet” di Stephen King. Qualche anno dopo, nel 2007, Amazon fa uscire il Kindle, il primo lettore e-book, anche questo preso d’assalto dai lettori. Oggi siamo in piena era e-book. Questo, però, non significa che i libri in “carta e inchiostro” si stiano estinguendo. I libri stampati convivono con i loro “nipotini digitali”, e continuano ad affascinarci con il loro insostituibile odore di carta stampata.