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Barocco e Rococò
giufio2010
Created on May 24, 2023
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Barocco e Rococò
BAROCCO
Il termine barocco ha origine incerta ma forse deriva dal francese Baroque termine con cui nel ‘600 si indicavano le perle di forma irregolare In arte con questo termine si intende la produzione del ‘600 ed inizio ‘700 Papa Urbano VII Barberini, nel 1624, sancì la fine del classicismo con la chiusura della Controriforma ed apre il periodo del Barocco come stile della Chiesa Trionfante; infatti, attraverso l’arte realizzò un’immensa opera di propaganda religiosa mirando a trascinare eretici e dubbiosi verso il cattolicesimo facendo leva su emozioni e sentimenti. Per questo motivo il Barocco, sontuoso, ricco e teatrale, mirava a suscitare meraviglia.
CARATTERISTICHE
COMPLESSITA: rifiuto delle forme semplici FANTASIA: con soluzioni strane, imprevedibili e che destavano meraviglia DINAMISMO: uso di forme e superficiCURVE: si usò molto l’acqua LUCE: era usata per creare spazio altamente emozionale (ex. Caravaggio, Bernini e Borromini) COLORE: era pieno, ricco e vivace Ci fu un grande interesse urbanistico ed ambientale nelle opere
ARCHITETTURA BAROCCA
Mentre nel rinascimento si cercava la bellezza nella giusta proporzionalità delle parti dell’edificio, nel barocco invece si cercava di stupire e quindi vi era decorazione eccessiva e fantasiosa per dare una sensazione di ricchezza e di preziosità. Il barocco investì anche nell'urbanistica per cui, gli ambienti esterni erano visti come spazi teatrali ed i prospetti degli edifici come quinte scenografiche. Essi quindi comprendevano anche la costruzione di fontane, scalinate, monumenti, ecc… e si diede importanza all’arredo. Lo stile è il decisamente eccessivo con decori che aggiunti alla struttura avevano lo scopo di abbellire (stucchi, marmi) e fu usata la linea curva come tratto fondamentale dello stile, come si può notare nelle chiese di San Carlo alle Quattro fontane del Borromini
ARTI FIGURATIVE
Pittura e scultura erano usate per creare uno spazio illusorio e scenografico, quindi in pittura si realizzarono grandi affreschi ed in scultura grandi monumenti urbani e venne data molta importanza alle decorazioni delle volte (per ex. La Gloria di Sant’Ignazio di Andrea Pozzo a Roma) e le immagini erano viste come dal basso verso l’alto per creare un effetto illusorio per cui sparisce il soffitto creando uno spazio virtuale. La pittura del ‘600 fu influenzata da 2 correnti fondamentali: 1) la REALISTA con Caravaggio e i suoi colori drammatici 2) la CLASSICISTA con Annibale Carracci (REMBRANDT, VERMEER, VELAZQUEZ, ecc). Spesso nella loro tele ci sono 2 punti di fuga diversi, la luce laterale tende ad illuminare i personaggi principali e lo sfondo appare buio. Nella scultura i volti sono carichi di espressioni per manifestare le emozioni in modo violento e realistico.
Lorenzo Bernini
Architetto, scultore, pittore e scenografo, nacque a Napoli nel 1598 e fu apprezzato da tutti i pontefici succeduti durante la sua vita. La sua carriera da scultore comincia presto. Tra le sue prime opere importanti, tra cui alcune sculture commissionatagli dal Cardinale Scipione Borghese a tema biblico e mitologico come ad esempio Apollo e Dafne e il David. Fece innumerevoli ritratti scolpiti e pare che durante la realizzazione, dicesse ai suoi modelli di muoversi liberamente per coglierne le espressioni più naturali e spontanee.
APOLLO E DAFNE
Raffigura due figure mitologiche nel momento in cui Dafne per sfuggire da Apollo chiede al padre Peneo di trasformarla in un albero. Il bernini scolpisce l'immagine nel momento in cui tra le mani di Apollo, la donna, subisce la metamorfosi facendo germogliare rami e foglie sulle sue mani ed sui capelli e mentre i suoi piedi diventano radici. Apollo è rappresentato instabile su un piede solo, con i capelli mossi dal vento
IL DAVID
Il corpo è raffigurato nel momento in cui prende la rincorsa prima di lanciare la fionda. Si nota dalla fronte corrugata e dalle labbra serrate tra i denti, simbolo di una visione drammatica del mondo, piena di incertezza verso il futuro. Il David è immortalato in un moto a spirale con il corpo da una parte e lo sguardo rivolto dalla parte opposta (il contrapposto).
BALDACCHINO DI SAN PIETRO
il Baldacchino è molto pesante ma non si nota per via del colore bronzo brunito impiegato ed è il fulcro della Basilica anche perchè è la tomba stessa dell’apostolo. E’ un colossale ciborio alto 28,5 m (come un palazzo di 9 piani) con pianta quadrata paleocristiana e copertura superiore. Le colonne tortili (con fusto spiraliforme) sono suddivise in 3 sezioni e poggiate su dadi marmorei. La copertura superiore è costituita da 4 volute angolari unite al centro con un andamento prima concavo e poi convesso, da questa copertura scendono i drappi che pendono come fossero decorazioni tessili. Per realizzare l’opera il Bernini prelevò il bronzo dal tetto del Pantheon.
ESTASI DI SANTA TERESA
L'opera si trova nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma e la scultura è fatta in marmi policromi. La Santa ha gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta (come nella "Maddalena in estasi" del Caravaggio) ed è trattenuta delicatamente dall’angelo mentre si abbandona priva di forze sulla nuvola sulla quale giace. Il corpo della Santa scompare tra le vesti abbondanti mentre una luce divina piove dall’alto sui 2 personaggi, questo fascio di luce proviene da una finestra nascosta dietro il timpano convesso (detto lume nascosto) ed è moltiplicato dai raggi di bronzo dorato alle spalle dei personaggi. Bernini inserì i committenti ai 2 lati della cappella collocandoli dietro 2 palchetti teatrali simmetrici.
FRANCESCO BORROMINI
Architetto, nasce a Bissone nel 1599 (nel Canton Ticino nell’odierna Svizzera) morirà invece a Roma nel 1667 dove si recò per lavorare come disegnatore e scalpellino al cantiere di San Pietro. Qui nel 1631 collaborò con Bernini nel progetto del Baldacchino di San Pietro. I due architetti erano incompatibili perchè Bernini era mondano e geniale mentre Borromini artigiano, perfezionista ed anarchico. Questa rivalità tra loro durò decenni tanto che Bernini stesso, per sbarazzarsi del rivale, lo raccomandò come architetto presso "La Sapienza".
SAN CARLINO ALLE QUATTRO FONTANE
Borromini a partire dal 1634 incominciò a realizzare alcune delle sue opere più famose, come questa chiesa situata a Roma. La chiesa ha una cupola ovale cassettonata posta su un'aula con quattro esedre. La cupola è illuminata da finestre poste sopra la cornice e l’interno è in ordine gigante con colonne di ordine composito. La scenografica facciata, ultima sua realizzazione, ha un andamento concavo e convesso ripreso anche dal campanile al centro. E’ una chiesa molto piccola, per questo chiamata «San Carlino».
SANT’IVO ALLA SAPIENZA
Questa chiesa è un'altra sua opera situata sempre a Roma, si trova nel Palazzo della Sapienza e doveva essere la cappella dell’università. Qui usò modelli triangolari per creare una planimetria molto complessa con la presenza di curve concave e convesse che culminano con una lanterna a spirale. L’edificio non sembra avere una vera e propria facciata perché la stessa è una sorta di esedra che continua il motivo delle arcate del cortile. La pianta è molto complessa perché ottenuta compenetrando 2 triangoli in modo da ottenere un motivo stellare a sei punte che include al centro un esagono regolare.
SANT’IVO ALLA SAPIENZA
Le punte della stella sono trattate in modo differente: - 3 si trasformano in nicchie concave semicircolari - Le altre sono invece «tagliate>» in modo convesso.L’uso del triangolo non è casuale ma riporta alla trinità. La cupola è impostata direttamente sul profilo mistilineo delle pareti con la forma della pianta che continua ininterrotta fino alla cupola. Esternamente la cupola finisce con una lanterna elicoidale che simboleggia l’itinerario che conduce la mente umana a Dio. In cima vi è una sfera con una croce che però non tocca direttamente la struttura.
SCALA ELICOIDALE DI PALAZZO BARBERINI
Questa è un'altra sua opera in cui possiamo ammirare uno spazio dinamico e illusorio. Per la realizzazione di questo palazzo il papa incaricò Carlo Maderno che prese come suo assistente proprio Borromini. Alla morte del Maderno il pontefice decise di affidare la continuazione dei lavori a Bernini, fu così che questi 2 geni dovettero collaborare nuovamente. La scala serviva il lato sud del palazzo Spada, quella più privata, ed è complementare a quella realizzata dal Bernini. Ha base ovale per la salita più agevole ed ogni girata ha 12 colonne doriche binate. I capitelli sono adornati con piccole api (simbolo araldico della casata del papa). La luce entra dal loculo in cima e dalle finestre della facciata.
MICHELANGELO MERISI
Fu chiamato Caravaggio per il paese di origine familiare, in provincia di Milano. E’ uno dei maggiori pittori di tutti i tempi, tuttavia egli non ebbe una bottega e condusse una vita travagliata per il suo carattere rissoso. Trascorse l’infanzia a Milano e poi si spostò a Roma entrando nella bottega di Giuseppe Cesari chiamato Cavalier d’Arpino, dove si specializzò in nature morte. Realizzava sempre tele, anche per abbellire le cappelle. egli era solito ritoccare più volte e rivedere le sue opere .
CANESTRA DI FRUTTA
Questo dipinto è molto realistico e carico di simboli, che mostra un cesto in vimini con grappoli d’uva con foglie di vite, una mela, alcuni fichi ed altri frutti. Lo sfondo appare ampio e di colore neutro. Osservando l'opera si percepisce la perfezione degli oggetti nasconde un senso di bellezza sfiorita e di transitorietà delle cose terrene come si evince dalla mela bucata, dall’uva maturissima e dalle foglie di vite che si stanno accartocciando. É una natura morta di carattere religioso che simboleggia la caducità della vita. Il bordo del cesto però sporge leggermente per fargli acquistare volume.
TESTA DI MEDUSA
Realizzata nel 1597 e raffigurata con il capo grondante sangue dal collo mozzato e con occhi spalancati pieni di terrore. La tela è applicata ad uno scudo bombato di forma circolare (supporto insolito che richiama la leggenda secondo cui Perseo avrebbe sconfitto Medusa facendola specchiare su uno scudo prestatogli da Atena). In esso sono presenti tutti gli elementi tipici della sua pittura:• Il REALISMO (nel volto e nei serpenti che la circondano) • IL CHIAROSCURO che modella il viso • La CRUDEZZA della scena con gli schizzi di sangue • La TEATRALITA’ dell’evento perché Caravaggio dipinge le scene proprio nel momento in cui raggiungono il loro climax.
CENA IN EMMAUS
Altre due opere importanti sono le due "CENA IN EMMAUS": una creata nel 1601 che si trova nella National Gallery di Londra mentre l'altra realizzata nel 1606 ora situata a Milano nella Pinacoteca di Brera. Nella prima tela c'è una stanza in penombra, Cristo e due apostoli (uno forse è Pietro) seduti attorno ad un tavolo e un oste a destra. Gesù è intento a benedire il pane spezzato e si fa riconoscere Cleofa e dall'altro apostolo. È la scena del miracolo dove Cleofa è di spalle mentre Pietro apre la braccia per la sorpresa, l’oste, invece, rimane perplesso perché non comprende la portata dell’evento. Le mani di Pietro e di Cristo si protendono nello spazio e creano profondità in un ambiente privo di elementi prospettici. Il tavolo è il trionfo del Barocco: la canestra piena di frutta sporge dal bordo della tovaglia, un pollo è sistemato nel piatto al centro, la brocca è trasparente e in vetro, la luce che arriva dalla finestra inonda la scena e proietta l’ombra dell’oste sul muro. Nella seconda tela si evidenziano nette differenze e la presenza di due osti. La scena appare più scura, cupa e disadorna ma più spirituale. Non è raffigurata la tavola ma solo un pane e qualche foglia di verdura. Prevale il buio e la poca luce dà un senso di profondità e di religiosità all'episodio.
Milano, Pinacoteca di Brera
National Gallery di Londra
IL ROCOCO'
Stile pittorico nato intorno al 1720 in Francia. Il termine deriva dalla parola francese "Rocaille" che indicava le pietre e le conchiglie usate per la decorazione di fontane e di giardini. Continua con i ritmi dinamici del barocco ma si contrappone al suo plasticismo, pur rispettando il gusto aristocratico della vita di corte e dando più enfasi agli spazi interni. Non riscosse molto successo in Inghilterra, dove però venne influenzata notevolmente la produzione di argenteria, porcellana e seta.
CARATTERISTICHE
• Eleganza e sfarzosità delle forme • Uso di lievi arabeschi floreali, di ondulazioni raffinate e di riccioli giocosi • Uso dei colori pastello • Fu soprattutto usata l'arte decorativa nella ceramica e nella ebanisteria • Gli arredi erano di grande valore e decorati in madreperla, marmo, bronzo e tartaruga • Soffitti e pareti erano affrescate con paesaggi ideali e con fregi di legno e stucco • Architettura e scultura rimasero marginali • La pittura prediligeva personaggi eleganti ritratti in atmosfere felici e di festa
PITTURA PAESAGGISTICA E SCULTURA
Furono usati paesaggi per comunicare emozioni ed attimi fuggenti, di tipo mondano come balletti, banchetti, feste, battute di caccia. Una delle componenti di questa pittura rappresentava immagini gradevoli e particolari offerti dalla natura. Molte scene raffiguravano rovine antiche (colonne, statue) che affascinavano e facevano immaginare e sognare chi ammirava l’opera. I pittori principali furono francesi come Francois Boucher, mentre in Italia i maggiori esponenti furono Tiepolo e Canaletto. In scultura invece va ricordato Giacomo Serpotta che creava sculture singole e composizioni raffinate e delicate con lo stucco. Il Rococò non ebbe lunga durata ed intorno al 1760 iniziò la sua fine che porto poi al Neoclassicismo.
GIAMBATTISTA TIEPOLO
Nacque a Venezia nel 1696 da un mercante che lo lasciò orfano ad 1 anno e in grandi difficoltà economiche. Già a 14 anni entrò in bottega dove gli venne insegnata la scenografia barocca e rococò. Fu pittore e incisore e con la sua pittura sviluppò uno stile illusorio e decorativo, per celebrare con allegorie e personaggi mitologici i suoi committenti. Lavorò a Venezia, poi Udine, in diverse città italiane ed estere. Morì a Madrid nel 1770. Le sue caratteristiche sono: - Le scene spontanee sono in realtà il frutto di correzioni e sperimentazioni- Dipinti popolati da angeli e dei - Ricchezza nei dettagli - Luce chiara e forme leggere - Dipinge spazi su spazi infiniti e dinamici
INCONTRO TRA ANTONIO E CLEOPATRA
Fa parte di un ciclo di affreschi. Al centro compaiono Antonio e Cleopatra in abiti settecenteschi molto sfarzosi mentre la corte è parzialmente coperta dalle architetture classiche. Sullo sfondo si scorgono le navi premonitrici della conclusione della storia d’amore appena iniziata. La corte di Cleopatra in realtà rappresentava quella veneziana piena di sfarzo e di ricchezza ma che era in decadenza. Tiepolo realizzò tantissime caricature che però non raffiguravano vere persone ma tipi generalizzati di personaggi.
IL VEDUTISMO
Molte furono le richieste di persone che volevano qualche raffigurazione di ciò che avevano ammirato o di chi non poteva permettersi un viaggio per osservare luoghi famosi. Il vedutismo nacque a Venezia nel ‘600 raffigurando paesaggi e luoghi dove erano presenti ruderi e antichità. Per realizzare queste opere con precisione, in quel tempo veniva usata la camera oscura, utile per preparare i bozzetti delle opere, con cui si ottenevano immagini rovesciate su più. Il più famoso pittore vedutista fu il Canaletto.Le 2 caratteristiche di questo movimento artistico sono: - La precisione fotografica delle immagini - La rappresentazione di ampi scorci urbani
GIOVANNI ANTONIO CANAL
Artista veneziano, che immortalò la meraviglia della sua città e dei suoi abitanti. Sono famosissime le sue vedute anche se lavorò per 9 anni in Inghilterra. Una sua caratteristica fu quella di collocare il punto di vista in posizione rialzata rispetto all’occhio o in luoghi poco accessibili alle persone.
IL CANAL GRANDE ALLA SALUTE
PIAZZA SAN MARCO VERSO LA BASILICA
- Il Canale viene raffigurato all’altezza della Chiesa della Salute. - il paesaggio pieno di gondole e di imbarcazioni. - sullo sfondo si notano i devoti che salgono la scalinata della chiesa.
- Si notano su lati i palazzi della procura - Sullo sfondo dietro al campanile si scorge il Palazzo Ducale mentre è ben visibile la Basilica di San Marco - Nella piazza vi sono figure umane come una donna affacciata da una finestra a destra.
FILIPPO JUVARRA
Nacque nel 1678 a Messina da una famiglia di orafi, si formò in Sicilia dove e nel 1703 si recò a Roma dove lavorò come scenografo per feste e cerimonie, fino ad ottenere la sua prima vera commissione importante. La sua consacrazione avvenne dopo l’incontro con Vittorio II di Savoia che seguì prima a Messina e poi a Torino dove divenne primo architetto di corte e dove si occupò dell’ampliamento urbanistico della città verso occidente e dove realizzò diverse nuovi edifici tra equilibrio classico ed innovazione barocca, come: - La Basilica di Superga - Il Palazzo di caccia di Stupinigi - Palazzo Madama ed il suo salone Nel 1735 il re di spagna Filippo V di Borbone lo chiama a Madrid affinché progetti il nuovo Palazzo Reale che, a causa della morte improvvisa dell'artista, viene poi costruito dal torinese Giovanni Battista Sacchetti.
BASILICA DI SUPERGA
Nel 1717 inizia la costruzione. Si tratta di un edificio monumentale posto alla sommità di una collina al margine orientale della città a quasi settecento metri di altitudine. Nella cripta si custodiscono le tombe monumentali di molti re e duchi di casa savoia. E’ Chiesa a pianta centrale sormontata da una cupola di gusto preceduta da un alto e maestoso pronao a pianta quadrata, ripreso volutamente da quello romano del pantheon, delimitato da otto colonne a fusto liscio con capitelli corinzi. La parte posteriore della chiesa si dilata in un profondo presbiterio organizzato attorno a un vasto cortile rettangolare. Inoltre vi sono due massicci campanili gemelli i barocchi di derivazione borrominiana.
PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI
Nel 1729 Vittorio Amedeo II chiama Juvarra a costruirgli, in località stupinigi, una palazzina di caccia. Il grande corpo centrale è di forma ellittica dal quale si dipartono quattro bracci minori disposti a croce di sant'Andrea sono ricavati gli appartamenti reali e quelli per gli ospiti. La costruzione racchiude un vasto cortile ottagonale. Nel 1731 poté essere inaugurato anche se non ancora del tutto compiuto. Un vastissimo giardino si articola in un gioco geometrico di aiuole e viali, secondo la moda francese. Le facciate esterne sono snodate come un una sorta di gigantesco ferro di cavallo L'interno costituisce un tipico esempio di Rococò italiano. Il salone centrale a pianta ellittica. Dallo sfarzoso locale, destinato di ricevimenti e alle feste da ballo, si accede, attraverso anticamere, alle stanze da letto reali, e direttamente alla sala degli scudieri e alla cappella ogni elemento decorativo è realizzato impiegando materiali preziosi: lacche, porcellana, stucchi dorati, gli specchi e le radiche.
PALAZZO MADAMA ED IL SUO SCALONE
Iniziato nel 1718 e concluso nel 1721 commissionato all'architetto da Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, chiamata anche Madama Reale. La pianta è semplice e rettangolare, direttamente collegata con il retrostante castello medievale. La facciata è interamente realizzata con marmi. Il primo piano è scandito da un sistema di gigantesche paraste (pilastri contenuti in una parete e parzialmente sporgenti dal filo di essa) scanalate con ricchi capitelli. A coronamento dell'edificio corre un imponente cornicione aggettante, retto da mensole a voluta. La balaustra marmorea è ornata di statue e grandi vasi decorati a pestoni. Lo scalone interno si sviluppa attraverso due larghe rampe contrapposte ed è coperto da un'unica volta a botte ornata visibile anche dall'esterno
LUIGI VANVITELLI
Figlio di un vedutista olandese, egli nasce a Napoli nel 1700 e muore a Caserta nel 1773. Il successo non lo raggiunge tanto come pittore ma come architetto dopo essersi formato a Roma, dove entra in contatto con Juvarra (potrebbe esserne stato allievo). Viene nominato alla prestigiosa carica di primo architetto della Fabbrica di san Pietro. Intorno al 1740 sempre a Roma, comincia a delinearsi la figura dell'ingegnere, tuttavia non riesce ad avere subito successo tanto che il suo progetto per la realizzazione della fontana di Trevi fu scartato. Questo però lo fece conoscere dal Papa che gli commissionò importanti lavori ad Ancona.
REGGIA DI CASERTA
Nel 1751, Vanvitelli è chiamato a Napoli da re Carlo di Borbone (sovrano illuminato). Vanvitelli non si occupò solo del progetto architettonico del palazzo, ma anche della realizzazione dell'immenso parco e della risistemazione urbanistica dell'intera città circostante. La reggia vuole essere anche il simbolo del rinnovato Stato borbonico: potente e grandioso, secondo la tradizione, ma al tempo stesso anche moderno, razionale ed efficiente. La prima pietra della costruzione viene posta nel 1752, ma Vanvitelli non vive abbastanza per vederne la conclusione avvenuta intorno al 1780 (a opera del figlio maggiore Carlo).
La pianta è un massiccio parallelepipedo rettangolare di 247 x 184 metri e lo spazio interno è diviso da due bracci ortogonali che intersecano corpi principali dando origine a quattro immensi cortili rettangolari di oltre 3800 metri quadrati ciascuno. Le facciate interne sono con paramento bugnate in travertino al piano terra mentre in mattoni ai piani superiori. Perno centrale e punto di snodo è il grande atrio ottagonale. Al piano terreno vi è una complessa intersezione di volte a botte mentre il grandioso scalone d'onore è considerato il più grande e sfarzoso d'Italia. Sul retro della reggia si estende anche un immenso parco il cui modello è evidentemente ispirato al Giardino di versailles. In corrispondenza della facciata posteriore si diparte un lunghissimo viale interrotto da fontane, vasche e cascate artificiali, dove ogni pianta è in realtà collocata secondo ben precisi progetti.
CASINA VANVITELLIANA
Nata come casina di caccia e pesca dei Borbone, la costruzione si trova nel Lago Fusaro e deve il suo nome a Vanvitelli, il quale iniziò i lavori alla metà del Settecento, ma vennero completati alla sua morte dal figlio Carlo. Purtroppo fu saccheggiata 2 volte, occupata durante la II Guerra Mondiale e danneggiata da diversi terremoti ma, finalmente, è stata restaurata. In seguito, nel corso della sua storia, la Casina Vanvitelliana ha avuto tantissimi ospiti illustri: Mozart, lo Zar di Russia e Francesco II Imperatore d’Austria. Essa ha una pianta dodecagonale, si sviluppa su due livelli terrazzati. Al piano inferiore si trova la Sala Circolare, all’epoca utilizzata per incontri conviviali e serate di gala.
Attraverso una rampa si giunge al piano Nobile, al quale poteva accedere solo la famiglia reale. Una grande sala, detta delle Meraviglie, accoglie il visitatore, dove un tempo tra un finestrone e l’altro vi erano posizionate, in una sorta di continuità visiva tra il paesaggio esterno del lago e quello interno. Al piano Nobile vi erano, inoltre, uno studio privato e una cameretta di servizio. E’ decorata con stucchi e decorazioni marine come conchiglie e granchi. Ha 2 atri (anteriore e posteriore) a forma circolare, ciascuno dei quali è coperto a volta ed ha 3 vetrate Vanvitelli aveva previsto l’accesso solo tramite barca ma nel 900 venne realizzata una passerella lignea lunga 51,4m.
LA FONTANA DI TREVI
Bernini elabora un primo progetto della magnifica fontana, che però non viene terminato. Nel 1732 papa Clemente XII commissionò a Nicola Salvi (Roma, 1697-1751) un nuovo progetto: iniziò così la costruzione della fontana più spettacolare del mondo. È formata da un grande arco di trionfo appoggiato alla facciata di un palazzo. La piazza e una prima fontana erano state già realizzate da Bernini usando l’acqua dell’Acquedotto vergine di epoca antica. La scenografia è dominata da una scogliera rocciosa che occupa tutta la parte inferiore del palazzo, al cui centro troviamo una grande nicchia delimitata da colonne che la fa risaltare come fosse sotto un arco di trionfo e sotto cui si erge la grande statua di Oceano
Ai lati troviamo altre due nicchie, più piccole, occupate dalle statue della Salubrità (alla sinistra di Oceano) e dell'Abbondanza (alla destra di Oceano). Sempre ai lati dell'arco principale, sopra le due nicchie, sono collocati due pannelli a bassorilievo, raffiguranti Agrippa nell'atto di approvare la costruzione dell'acquedotto dell'Aqua Virgo e la «Vergine» che mostra ai soldati il luogo dove si trovano le sorgenti d'acqua. Ai piedi del dio Oceano c'è una scogliera con cavalli marini che simboleggiano il diverso temperamento degli umori del mare; infatti: - uno dei cavalli è dolce e tranquillo - l’altro è agitato ed in movimento tanto che anche un tritone fa fatica a contenerlo. La fontana fu terminata da Giuseppe Pannini.
FINE
grazie per l’attenzione