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Federico Barbarossa ed i comuni italiani
Domenica Lavalle
Created on May 22, 2023
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L’età dei Comuni: l’esperienza italiana
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA
LE ISTITUZIONI E LA CULTURA DEI COMUNI
A partire dalla seconda metà dell’XI secolo i centri urbani maggiormente dinamici dal punto di vista economico e sociale iniziano a dotarsi di sistemi di autogoverno, rivendicando la propria autonomia dalle istituzioni universali e dai signori locali.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / LE ISTITUZIONI E LA CULTURA DEI COMUNI
Le zone in cui si sviluppa il fenomeno dei Comuni sono:
- l’Italia centrale e settentrionale;
- la Francia meridionale;
- le Fiandre;
- la Germania renana;
- le coste del mar Baltico.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / LE ISTITUZIONI E LA CULTURA DEI COMUNI
In Italia i cittadini si raccolgono inizialmente intorno all’autorità dei vescovi, designati come guide politiche, per poi nominare dei magistrati laici chiamati consoli e affiancati da assemblee.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / LE ISTITUZIONI E LA CULTURA DEI COMUNI
Espandendosi nel contado circostante, i Comuni diventano di fatto dei piccoli stati autonomi e caratterizzati da un fiero senso di identità.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / LE ISTITUZIONI E LA CULTURA DEI COMUNI
La società comunale è diversificata e agitata da conflitti interni, all’origine dell’introduzione di un podestà forestiero come arbitro delle lotte tra fazioni e corporazioni.
L’associazionismo urbano del Basso Medioevo
arti o corporazioni di carattere professionale
società delle armi di carattere militare
società di popolo di carattere sociale (in contrapposizione ai nobili)
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / LE ISTITUZIONI E LA CULTURA DEI COMUNI
Il passaggio dal comune consolare al comune podestarile e poi, dalla metà del XIII secolo, al comune popolare che in alcuni casi attua provvedimenti anti-magnatizi, rappresenta bene la continua espansione della conflittualità urbana.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / LE ISTITUZIONI E LA CULTURA DEI COMUNI
Accanto alla cultura ecclesiastica, tramandata nei monasteri con rinnovata vivacità, in epoca comunale si sviluppa una nuova cultura laica e urbana, la cui visione del mondo concreta e profana dà nuovo slancio allo studio della storia, del diritto, della medicina, nonché all’elaborazione del sapere tecnico-matematico e all’ampliamento dei temi di dignità letteraria.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / LE ISTITUZIONI E LA CULTURA DEI COMUNI
Le scuole dei monasteri e delle cattedrali diventano presto inadatte ai nuovi interessi laici, così alcuni studiosi e docenti si organizzano autonomamente in corporazioni di libero insegnamento e dibattito: nascono le università.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / LE ISTITUZIONI E LA CULTURA DEI COMUNI
Le prime università vengono fondate in città dalla solida tradizione culturale come Bologna, Oxford, Parigi, Padova o Napoli, e si articolano in quattro facoltà:
- Arti liberali del trivio e del quadrivio
- Diritto
- Medicina
- Teologia
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / LE ISTITUZIONI E LA CULTURA DEI COMUNI
In concomitanza con lo sviluppo delle città universitarie aumenta anche la produzione di libri manoscritti e, accanto alla cultura dotta, acquistano forza anche la cultura popolare e la scrittura letteraria in lingua volgare.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA
IL PROGETTO IMPERIALE DI FEDERICO BARBAROSSA E DI FEDERICO II
Nel 1152 Federico I di Hohenstaufen, detto “il Barbarossa”, ottiene il trono di Germania: per la casata sveva è un’importante vittoria sulle casate rivali, dopo anni di violente lotte.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / IL PROGETTO IMPERIALE DI FEDERICO BARBAROSSA E DI FEDERICO II
Il progetto di predominio imperiale del Barbarossa coinvolge presto l’Italia: Federico intraprende varie spedizioni nella penisola, scontrandosi con alcuni Comuni e con il Papato.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / IL PROGETTO IMPERIALE DI FEDERICO BARBAROSSA E DI FEDERICO II
La Dieta di Roncaglia, convocata da Federico Barbarossa nel 1158, è un tentativo di rivendicare i diritti imperiali. Ne consegue una forte reazione della Chiesa, che si pone a capo di un’alleanza anti-imperiale, e di molti Comuni, organizzati in due coalizioni:
- Lega veronese
- Lega lombarda.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / IL PROGETTO IMPERIALE DI FEDERICO BARBAROSSA E DI FEDERICO II
Nel 1176 la Lega lombarda sconfigge le truppe di Federico nella battaglia di Legnano.
La successiva Pace di Costanza (1183) riconosce ai Comuni il diritto di autogovernarsi.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / IL PROGETTO IMPERIALE DI FEDERICO BARBAROSSA E DI FEDERICO II
Il nipote del Barbarossa, erede sia dell’impero germanico sia del Regno normanno di Sicilia, sale al trono all’inizio del XIII secolo con il nome di Federico II e riprende il
progetto di un impero universale, entrando in uno scontro diretto con lo Stato della Chiesa.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / IL PROGETTO IMPERIALE DI FEDERICO BARBAROSSA E DI FEDERICO II
In Italia meridionale Federico II crea una corte culturalmente vivace
e un governo centralizzato, con strumenti di amministrazione moderni e innovativi come le Costituzioni di Melfi del 1231, una raccolta di leggi valide in tutto il vasto regno.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / IL PROGETTO IMPERIALE DI FEDERICO BARBAROSSA E DI FEDERICO II
In Italia centro-settentrionale Federico II, come già suo nonno, deve affrontare le pretese dell’altra istituzione che si proclama universale, il Papato, e le rivendicazioni autonomistiche dei Comuni.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / IL PROGETTO IMPERIALE DI FEDERICO BARBAROSSA E DI FEDERICO II
All’interno dei Comuni, schieramenti opposti (a favore dell’imperatore o del papa) danno vita a fazioni politiche in lotta feroce tra loro, come per esempio i guelfi e i ghibellini.
guelfi sostenitori del papa
ghibellini sostenitori dell’imperatore
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / IL PROGETTO IMPERIALE DI FEDERICO BARBAROSSA E DI FEDERICO II
Dopo lunghi anni di guerra, a cui partecipa anche un fronte di feudatari tedeschi, Federico II viene sconfitto a Fossalta nel 1249.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA
IL PROGETTO TEOCRATICO DI INNOCENZO III
La parabola del progetto universalistico del Papato è parallela e complementare a quella dell’Impero. Papa Innocenzo III (1198-1216) fa della Chiesa una teocrazia, governando il suo territorio come un monarca.
L’ETÀ DEI COMUNI: L’ESPERIENZA ITALIANA / IL PROGETTO TEOCRATICO DI INNOCENZO III
Attraverso la persecuzione dei movimenti eretici e il rafforzamento dell’Inquisizione, Innocenzo III intraprende una politica di repressione del dissenso e, contemporaneamente, di rilancio del consenso sfruttando la crescente popolarità degli ordini mendicanti.
- crociata contro gli albigesi
- condanna dei valdesi
- ordine domenicano
- ordine francescano
L’età di Innocenzo III e di Federico II
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II
UN PAPA ENERGICO: INNOCENZO III
Alla morte di Federico il Barbarossa, papa Innocenzo III cerca di riaffermare il primato del pontefice:
- combatte gli infedeli, ebrei e musulmani
- indirizza le scelte dei sovrani europei e rafforza il suo dominio in Italia centrale.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / UN PAPA ENERGICO: INNOCENZO III
Alla morte di Enrico VI, Innocenzo III favorisce l’ascesa di Ottone di Brunswick, in cambio di alcune promesse.Ottone però, una volta eletto si rifiuta di cedere alcuni territori alla Chiesa, e il papa per tutta risposta lo scomunica.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / UN PAPA ENERGICO: INNOCENZO III
La scomunica provoca un conflitto internazionale: Ottone IV perde lo scontro con il re di Francia Filippo II Augusto.
A questo punto Innocenzo III appoggia un altro candidato: Federico II di Svevia.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II
L’IMPERO DI FEDERICO II
Morto Innocenzo III nel 1216, Federico II riunisce la corona imperiale a quella del regno di Sicilia.
Egli stabilisce la sua corte a Palermo per dedicarsi al suo progetto: uno Stato stabile e forte nell’Italia meridionale.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / L’IMPERO DI FEDERICO II
Federico II accentra il potere nelle sue mani:
- vieta ai vassalli di esercitare la giustizia;
- confisca molte terre e castelli ai feudatari;
- impone pesanti vincoli economici alle città.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / L’IMPERO DI FEDERICO II
Per rafforzare lo Stato era necessario creare un efficiente apparato amministrativo e burocratico.
Le Costituzioni di Melfi Nel 1231, a Melfi, giuristi e funzionari definiscono i poteri del sovrano e limitano per iscritto le autonomie cittadine. Le Costituzioni sono un sistema di leggi “moderno” per l’epoca: garantiscono ai sudditi di essere giudicati con imparzialità; si vietano la guerra privata e i duelli.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / L’IMPERO DI FEDERICO II
Nel 1127 papa Gregorio IX scomunica Federico II, reo di non aver mantenuto la sua promessa: lanciare una crociata.
Federico corre ai ripari, organizzando in fretta una sesta crociata (1228).
La spedizione è un trionfo: restituisce Gerusalemme ai cristiani e ottiene la sottomissione feudale di Cipro.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / L’IMPERO DI FEDERICO II
Tuttavia l’accordo tra Federico II e il sultano d’Egitto non piace al papa.Il suo successo diplomatico viene visto dai crociati come la prova della complicità di Federico II con i musulmani.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / L’IMPERO DI FEDERICO II
Nel 1236 Federico II tenta di ricondurre i Comuni del nord Italia sotto la sua autorità, ma fallisce. Alle vittorie iniziali di Federico segue una serie di sconfitte, finché l’imperatore muore nel 1250.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II
LA DIVISIONE DEL REGNO DI SICILIA
Alla morte di Federico II, il figlio Manfredi viene nominato reggente del regno di Sicilia.
Manfredi stipula alleanze in tutto il Mediterraneo e riesce a combinare il matrimonio tra la figlia e l’erede al trono d’Aaragona.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / LA DIVISIONE DEL REGNO DI SICILIA
Papa Urbano IV, allarmato dalle vittorie ghibelline, chiama in soccorso Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia.
Nel 1266 i ghibellini vengono sconfitti nella battaglia di Benevento e Manfredi muore. Carlo d’Angiò diventa re di Sicilia.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / LA DIVISIONE DEL REGNO DI SICILIA
Carlo d’Angiò trasferisce la capitale del regno a Napoli e smantella il sistema amministrativo di Federico II. Il 30 marzo 1282, però, i palermitani scacciano gli Angioini. Con la pace di Caltabellotta (1302) il regno di Sicilia passa a Federico III d’Aragona.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II
I CONTRASTI INTERNI ALLA CHIESA: LE ERESIE
Tra il XII e il XIII secolo molti cristiani esigono un ritorno alla povertà della Chiesa:
- alcuni gruppi diffondono dottrine in contrasto con i dogmi della Chiesa e vengono dichiarati eretici;
- Altri tentano di riformare la Chiesa dall’interno.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / I CONTRASTI INTERNI ALLA CHIESA: LE ERESIE
Nel XII secolo Pietro Valdo, un commerciante che predica la povertà, viene condannato per eresia dal papa.Tuttavia il movimento valdese si espande anche nel Sud della Francia, in Svizzera e in alcune parti del Piemonte.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / I CONTRASTI INTERNI ALLA CHIESA: LE ERESIE
Il papa teme ancora di più le idee di un altro gruppo: i càtari.
L’eresia càtara Diffuso in Francia Meridionale, intorno ad Albi, il movimento dei càtari divide il mondo in bene e male: cibo, denaro, corpo e istituzioni sono per loro il male. Per i càtari l’unico modo per liberarsi dal peccato e dal male è l’estinzione del genere umano.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / I CONTRASTI INTERNI ALLA CHIESA: LE ERESIE
Papa Innocenzo III nel 1208 bandisce una crociata contro i càtari. I grandi feudatari da tutta la Francia arrivano ad Albi e massacrano gli abitanti, conquistando anche i ricchi feudi del Sud.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / I CONTRASTI INTERNI ALLA CHIESA: LE ERESIE
Nel Concilio Laterano IV del 1215, papa Innocenzo III affida al Tribunale dell’Inquisizione la lotta contro gli eretici.
Il Concilio stabilisce che gli eretici debbano essere puniti anche dai governanti, così da divenire a tutti gli effetti fuorilegge.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II
LA “RIBELLIONE” DI SAN FRANCESCO E SAN DOMENICO
I tentativi di riformare la Chiesa dall’interno non mettono in discussione la fedeltà al papato.
Nascono due movimenti: domenicani e francescani, il cui desiderio è vivere nelle città e predicare fra la gente.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / LA “RIBELLIONE” DI SAN FRANCESCO E SAN DOMENICO
Domenicani e Francescani rinunciano a qualsiasi proprietà e sono mendicanti. I nuovi religiosi scelgono di chiamarsi “frati” (cioè “fratelli”) in segno di fratellanza con tutta l’umanità.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / LA “RIBELLIONE” DI SAN FRANCESCO E SAN DOMENICO
L’ordine dei domenicani viene fondato da Domenico di Guzman. La sua regola stabilisce che i seguaci abbiano una buona preparazione culturale e teologica.
È a i domenicani che viene affidata all’inizio la gestione del Tribunale dell’Inquisizione.
L’ETÀ DI INNOCENZO III E DI FEDERICO II / LA “RIBELLIONE” DI SAN FRANCESCO E SAN DOMENICO
L’ordine francescano viene fondato da Francesco d’Assisi. I frati francescani vivono “poveri tra poveri” e non possiedono niente.
La pretesa di assoluta povertà di Francesco non piace inizialmente alla Chiesa, e solo nel 1223 ottiene l’approvazione ufficiale di papa Onorio III.