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la plasticità neuronale

realizzato da; Marco Congiu

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La plasticità neuronale si manifesta a livello delle sinapsi: quando più sinapsi sono attive contemporaneamente e ripetutamente sulla stessa cellula postsinaptica possono avvenire cambiamenti che ne rafforzano la connessione o talvolta possono aggiungersi nuove sinapsi ad affiancare quelle già esistenti, viceversa quelle sinapsi con scarsa attività possono essere eliminate o dirottate ad altre funzioni.

COME?

Ciò fece pensare che il cervello potesse adattarsi in base all'esperienza, come teorizzato da William James, ma a inizio secolo l'ipotesi venne scartata per essere poi ripresa a fine anni 40 dove, la plasticità neuronale, inizia ad esse studiata e correlata all'apprendimento e alla memoria.

Il concetto di plasticità neuronale esiste da poco più di un secolo, esso è stato infatti introdotto a fine '800 a seguito di alcuni esperimenti sul cervello dei cani e dei conigli.Si notò infatti che il cervello dei conigli selvatici era più sviluppato rispetto a quello dei conigli domestici e che lo stesso valeva per i cani addestrati dalla nascita rispetto ai cani che avevano ricevuto minori stimoli.

STORIA

DEFINIZIONE

La plasticità neuronale è la capacità del sistema nervoso di rimodellarsi in risposta alla sua stessa attività in modo da adattare la propria struttura e funzionalità in base alle necessità.

La seconda fase avviene solo se lo stimolo viene ripetuto, in questo caso si attivano altri neurotrasmettitori capaci di creare nuove connesioni sinaptiche tra i neuroni determinando cosi la creazione di un ricordo e un miglioramento della rete neurale che determina un incremento della capacità dell'area stimolata.

L'apprendimento avviene in 2 fasi, la prima dove uno stimolo promuove l'azione del glutammato, un neurotrasmettitore che attiva la memoria a breve termine.

APPRENDIMENTO

Processo mediante il quale il nostro SNC si modula addattandosi a rispondere alle esperiene quotidiane, creando quindi ricordi e potenziando le sinapsi che utilizziamo più frequentemente.

La plasticità neuronale svolge un ruolo fondamentale nell'apprendimento e nella memoria tant è che le regioni più coinvolte in questo processo sono quelle legate alla formazione dei ricordi come l'ippocampo.

il Ruolo plasticità neuronale nell'apprendimento apprendimento

Un altra prova del collegamento con la plasticità neuronale è il fatto che nei bambini autistici è stata registrata un' alterazione nella concentrazione di neurotrasmettitori essenziali per la creazione di interazioni tra i neuroni tra cui glutammato, serotonina, dopamina e oppiodi.

Le cause dell'autismo non sono ancora del tutto note e, poichè questo disturbo è correlato con difficoltà nella comunicazione e nell'apprendimento, sono state sviluppate alcune teorie che associano l'autismo ad una ridotta plasticità neuronale in alcune aree dell'encefalo.Un' ipotesi nata negli anni 90 con la scoperta dei neuroni specchio, neuroni necessari nell'interpretare e imitare le altre persone e di conseguenza essenziali nell'apprendimento, ipotizza che l'autismo possa essere almeno in parte dovuto alla ridotta attività e al ridotto sviluppo dei neuroni specchio come si puo vedere dalla tendenza dei soggetti autistici a non imitare i gesti e le posture altrui durante le interazioni faccia a faccia e al fatto che i neuroni specchio non si attivano come di norma alla vista di un azione, non ricevendo quindi uno stimolo necessario allo sviluppo delle capacità dell'encefalo di apprendere e comunicare.

L'autismo è un disturbo comportamentale caratterizzato da comportamenti tipici dei pazienti schizofrenici e da difficoltà nel linguaggio, nell'apprendimento, nell'integrazione sociale e nella comunicazione.

ruolo della plasticità neuronale nell' autismo

NEI SORDI INVECE...

Nel caso di persone non udenti l'area della corteccia dedita alla percezione del suono assume funzione prevalentemente visiva.Questo fa pensare all'esistenza di delle combinazioni sinaptiche preferenziali dovute all'evoluzione.Questa però è solo una delle varie ipotesi esistenti tra le quali è importante citare quella secondo cui ingressi sensoriali diversi sono in continua competizione per il controllo dei neuroni corticali.

PERSONA NON VEDENTE PERSONA VEDENTE

AREE STIMOLATE

VS

È stato provato sperimentalmente che quando un cieco pratica la lettura Braille vengono stimolate diverse aree della corteccia visiva di entrambi gli emisferi permettendo così un incremento delle capacità sensoriali.Sottoponendo alla stessa lettura persone vedenti invece queste attività non sono state riscontrate.Ne è un ulteriore prova il fatto che alterando l'attività della cortccia visiva tramite stimolazione transcranica le persone non vedenti tenderanno a commettere molti più errori nella lettura.

Con il termine plasticità crossomodale si intende il fenomeno per cui chi nasce cieco o sordo, potrà destinare ad altre funzioni i neuroni delle aree corticali dedite alla vista o all'udito.

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LA PLASTICITA CROSSOMODALE

In caso di lesione di un nervo periferico compare nel sistema nervoso centrale una zona che non viene più stimolata.Con il passare del tempo i neuroni di questa porzione creano sinapsi con altri neuroni, iniziando a rispondere a stimolazioni della superficie corporea adiacente a quella deprivata.È a causa di questo fenomeno che si verifica la sindrome dell'arto fantasma

La plasticità neuronale svolge un ruolo importante anche in caso di lesioni al sistema nervoso centrale o periferico, stimolando, dove possibile, la rigenerazione dell'assone e la creazione di nuovi circuiti corticali qualora si creassero zone della corteccia celebrale non stimolate.

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la PLASTICITà neurale indotta da una LESIONE

La sindrome dell'arto fantasma corrisponde con la sensazione anomala della presenza di un arto a seguito della sua amputazione ed è causata dalla creazione di nuovi circuiti neurali a seguito dell'amputazione dell'arto.Infatti i neuroni delle aree della corteccia che rispondevano agli stimoli provenienti dall'arto amputato, privati i questi ultimi, vengono inseriti nelle mappe neurali relative ad altre parti del corpo iniziano a percepire gli stimoli provenienti da esse e causando sensazioni di prurito, dolore e tal volta di movimento all'arto amputato.

LA SINDROME DELL'ARTO FANTASMA

L'ischemia celebrale consiste nella riduzione dell'apporto di sangue al cervello che porta alla morte del tessuto celebrale.

La reazione del cervello ad un evento ischemico è incentrata sulla riduzione del danno e perchè ciò accada viene sfruttata la neuroplasticità.La prima reazione che avviene nel breve termine è lo smascheramento delle sinapsi latenti con lo scopo di creare nuovi ciruciti per ristabilire la connessione con l'area colpita.Successivamente avviene il recupero della penombra ischemica, ovvero di quelle aree del cervello che hanno un ridotto flusso ematico ma che sono ancora in vita e possono essere salvaguardate.Dopo alcune settimane dall'evento creano nuove connessioni sinaptiche e infine dopo qualche mese dall'evento termina la diachisi: ovvero quel fenomeno inibitorio messo in atto dal cervello per salvaguardare i neuroni, che consiste nello "spegnimento" di quelle aree dell'encefalo direttamente connesse con l'area colpita.

LA reazione ad un ischemia