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1800

Presentazione di: Mattia Nardo

Napoleone Bonaparte e la suaeredità

L'Ottocento si apre con le imprese di Napoleone Bonaparte, il quale in poco tempo si assicura il predominio sull'Europa. La sua caduta e il ritorno in Francia del re Luigi XVIII sembrano annulare di colpo gli effetti dell'età napoleonica, ma l'opera e l'eredità di Napoleone sono ben più vaste e durature delle sue imprese militari.Sopratutto, Napoleone aveva diffuso nell'Europa conquistata i principì di libertà e di uguaglianza della Rivoluzione francese.

Il congresso di Vienna

Dopo la caduta di Napoleone, il congresso di Vienna (1815), nel rispetto dei principì dell'equilibrio e del legittimismo, ridisegna l'assetto politico e territoriale dell'Europa con lo scopo di reintrodurvi l'assolutismo. Inizia così l'età della Restaurazione. L'Italia viene divisain numerosi stati, quasi tutti posti sotto l'influenza dell'Austria. Austria, Prussia e Russia, attraverso la Santa Alleanza, si impegnano a intervenire militarmente al fine di mantenere l'ordine costituito.

I Moti rivoluzionari

I gruppi liberali all'interno dei vari Stati rispondono dapprima con l'istituzione di società segrete, come la carboniera in Italia, e con movimenti di propaganda rivoluzionari, poi con numerose insurrezioni volte ad affermare l'indipendenza nazionale. Ma l'esercito della Santa Alleanza reprime spietatamente tutti i moti del 1820-1821. Anche i moti del 1830-1831 falliscono. Il 1848 è un anno di grandi rivoluzioni in molte zone d'Europa. Tuttavia, nel 1849 in tutta l'Europa vengono restaurati i vecchi regimi conservatori.

L'unificazione d'Italia e i primi governi

L'insucesso del biennio rivoluzionario 1848-1849 non distoglie i patrioti italiani dai progetti per l'unificazione dell'Italia. Nel 1861 con la proclamazione del Regno d'Italia. Si conclude così il periodo del Risorgimento, che vede come protagonista Camillo Benso di Cavour e Giuseppe Garibaldi. Dopo l'Unità, il regno d'Italia dal 1861 al 1876 è retto dai governi della sinistra storica, che avviano una politica di riforme. Il secolo si chiude con ua grave crisi politica ed economica che determina scioperi e manifestazioni popolari, alle quali il governo risponde con una dura repressione.

L'evoluzione della lingua (prima metà)

Nella prima metà dell'ottocento l'Italaino come lingua parlata e scritta, è diffuso solo fra gli strati più colti della società e quindi prerogativa di un numero limitatissimo di persone. L'ottanta per cento della popolazione è analfabeta, non sa cioè né leggere né scrivere. Il Romanticismo, la nuova corrente culturale e letteraria di questo periodo, sostiene la necessità di una lingua scritta più spontanea e più vicina a quella parlata è Allesandro Manzoni. Infatti, nella definitiva del suo capolavoro, I promessi sposi, e usa il fiorentino parlato dalle persone colte, elimando tutte le espressioni dialettali lombarde, i francesismi e i termini della lingua letteraria.

L'evoluzione della lingua (seconda metà)

Nella seconda metà dell'Ottocento, in seguito alla proclamazione dell'unità d'Italia, la necessità di una lingua comune a tutti gli Italiani diventa una questione nazionale. I fattori che contribuiscono alla diffusione dell'italiano sono: L'obbligatorietà dell'istruzione elementare e l'adozione dell'italiano come lingua ufficiale dello Stato. La costituzione di un apparato burocratico-amministrativo statale, che rende necessaria la creazione di una lingua comune. Gli spostamenti frequentissimi di funzionari, impiegati e insegnanti che, con le loro famiglie, si trasferiscono da un punto all'altro della penisola e quindi sono sollecitati a usare l'italiano e non il propio dialetto.

L'evoluzione della lingua (fine)

Alla fine dell'Ottocento, comunque, l'unificazione linguistica non è stata ancora raggiunta. Di certo l'analfabetismo si è in parte ridotto, ma la grande maggioranza degli Italiani continua a parlare il dialetto, riservando l'uso dell'italiano alle occasioni ufficial e formali

La seconda rivoluzione industriale

Nel 1870 inizia la Seconda rivoluzione industriale, favorita da una seria prodigiosa di scoperte e invenzioni e basata su due nuove fonti di energia: l'elettricità e il petrolio. La protagonista di questa nuova epoca è la grande borghesia capitalistica. In seguito alla crisi di sovrapproduzione, gli operi pensavano che solo uniti potranno abbattere il potere della borghesia. Questa nuova consapevolezza, chiamata coscienza di classe, li spinge a cercare altre forme di organizzazione e di lotta politiche.

Fine