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Transcript

ARTE GRECA ELLENISTICA

INIZIA

Aurora Di Noia

INDICE

L'ELLENISMO

LA NIKE DI SAMOTRACIA

LA VENERE DI MILO

L'ELLENISMO

REALISMO, PATHOS E DINAMISMO

STORIA

È caratterizzata da una esaltazione delle figure mitiche, ma con una maggiore attenzione ai tratti più realistici, più attenti all'individualità, ai sentimenti, ai dettagli e al movimento, oltre che al dolore, mentre l'arte classica era più astratta, cercava la perfezione, evitava i difetti fisici.

LA NIKE DI SAMOTRACIA

Museo del Louvre

STORIA

STILE

TECNICA

STRUTTURA

Prua di una nave da battaglia.

Raffronto tra la Nike di Samotracia e Forme uniche della continuità nello spazio di Umberto Boccioni.(1913, bronzo dorato, 126,4 cm . New York,MOMA)

INFLUENZA CULTURALE

Quadro di Simon Glücklich, è visibile una riproduzione della Nike sullo sfondo.

Il riferimento più plateale alla Nike, tuttavia, si ha con il logo della Nike che trae origine da questa scultura. Carolyn Davidson, per realizzare il marchio Nike, si ispirò esplicitamente a una delle ali della statua per poi farne una stilizzazione: fu così che nacque il simbolo dell'azienda, lo Swoosh.

Il logo del marchio si chiama Swoosh, onomatopea che in lingua inglese indica la velocità ed il fruscio del vento. Il logo, nella mente della sua creatrice Carolyn Davidson, rappresentava proprio una stilizzazione delle ali della dea unita all'idea di velocità e di movimento.

la venere di milo

Info

Museo Del Louvre

STORIA

TECNICA

STRUTTURA

IL PANEGGIO DELLE VESTI DELLA VENERE La veste che compre la parte inferiore del corpo della Venere, simulando traparenza, lascia intravedere tutta la bellezza e sensualità femminile, esaltandole le forme. L'elaborato panneggio sulla veste evidenzia sicuramente la capacità in età ellenistica e, in particolare, di Alessandro di Antiochia, di rendere i dettagli.

VISO DELLA VENERE Il viso della venere, finemente dettagliato e proporzionato,è assolutamente impassibile. Può apparire pensierosa, serena, severa, o semplicemente riservata. L'impressione impassibile assieme alla bellezza dei tratti somatici trasmette una sensazione di grazia.

I PIEDI E IL BASAMENTO DELLA VENERE Osservando con maggiore attenzione, si può notare che le braccia non sono l’unica parte mancante, non c’è il piede sinistro; l’argento e l’oro che la adornava, tra cui un braccialetto, gli orecchini e una fascia per la testa; manca, anche, tutta la base. Su questo aspetto c’è un particolare interessante: secondo alcune voci, la base venne trovata nel campo, insieme alla statua, ma portava un’iscrizione sgradevole: “Alessandro figlio di Menide, cittadino di Antiochia sul Meandro, ha realizzato la statua”. Antiochia era una città fondata nel terzo secolo a. C. Quindi, visto il periodo, la statua è da considerarsi come un esempio di arte ellenistica e non, come i francesi all’epoca avevano già deciso, di arte classica: anzi, opera di Prassitele. L’evidenza si è imposta con il tempo, e alla fine i meriti di Alessandro di Antiochia gli sono stati resi.

IL BUSTO E LE TORSIONI DELLA VENERE La dea è in posizione stante con il busto scoperto mentre un telo copre interamente il bacino e le gambe.La figura femminile senza braccia sembra intenta nel gesto spontaneo di unire le gambe per impedire che la veste le scivoli giù dalle anche. Il suo peso è interamente sulla gamba destra, leggermente in torsione verso l’esterno Il corpo compone una misurata tensione che richiama un tipico chiasmo di derivazione policletea. Infatti, è possibile osservare che tramite una doppia torsione la Venere invita lo spettatore ad ammirarla interamente girandole attorno. E' possibile osservare, anche, una lieve rotazione del volto.

Si aprì il dibattito sulla possibilità di completarla con due nuove braccia, come si usava fare all’epoca. Ma le ipotesi erano contraddittorie. Teneva una mela in mano? Scriveva su una lapide? Si guardava allo specchio? Alla fine prevalse la decisione di lasciare la statua com’era (a parte l’aggiunta del piede sinistro, successivamente rimosso): la mancanza delle braccia, in fin dei conti, non ne diminuiva né il valore né la bellezza, anzi faceva convergere tutta l’attenzione sul raffinatissimo panneggio, sul busto levigato e su quel volto dall’espressione imperturbabile.

nell'arte...

Salvador Dali La Venere con cassetti (1936)

René Magritte Le manette di rame (1931)

Jim DineTre veneri rosse (1997)

Paul Cézanne La Venere di Milo(1882-1890)