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Transcript

LA NOTTE STELLATA DI VAN GOGH

INDEX

Il Museo

Van Gogh

Sicurezza

Il Quadro

La Storia del Quadro

L'idea originale di un museo di arte moderna fu sviluppata nel 1928 da un gruppo di amiche. Il museo fù aperto nel 7 novembre del 1929.Nel novembre del 1929 si tenne la prima mostra di successo, in cui furono esposte opere di Van Gogh, Gauguin, Cézanne, e Seurat.Il Moma, ovvero il museum of modern art, contiene più di 150.000 opere è stato ristrutturato nel 2004 dal giapponese Yoshio Taniguchi grazie ad un investimento di 858 milioni di dollari il nuovo Moma New York raggiunge una superficie espositiva di 12.000 metri quadrati. Il numero dei visitatori del MoMa è salito fino a 2,5 milioni all'anno a fronte dell'1,5 che entravano nelle sue sale prima del rinnovamento.

INTRODUZIONE

IL MUSEO

L'idea originale di un museo di arte moderna fu sviluppata nel 1928 principalmente da Abby Aldrich Rockefeller e da due delle sue amiche.

LA STORIA

Il museo, dapprima ospitato in sei stanze tra gallerie e uffici al dodicesimo piano del Manhattan's Heckscher Building, all'angolo tra la 5th Avenue e la 57ª Strada, nei suoi primi dieci anni di vita si spostò in altre tre sedi provvisorie. Il ricchissimo marito di Abby era un fiero oppositore del museo (e in verità di tutta l'arte moderna) e si rifiutava di concedere finanziamenti per l'avventura, finanziamenti che dovettero essere trovati in altro modo e la mancanza dei quali si tradusse in effetti nei frequenti cambiamenti di sede. Nondimeno, alla fine egli donò il terreno su cui venne edificata l'attuale sede e fece altre donazioni di tanto in tanto, diventando comunque, suo malgrado, uno dei più grandi benefattori del museo.

LE OPERE

Considerata da molti la miglior collezione di capolavori di arte moderna del mondo, quella del MoMa comprende più di 150.000 opere, oltre a 22.000 film e 4 milioni di fermi immagine. Tra le opere più celebri vi sono:

  • Claude Monet: Il ponte giapponese
  • Pablo Picasso: donna con pere
  • Pablo Picasso: La capra

CRISI NEL MUSEO

Un uomo accoltellò due impiegati all'interno del popolare Museum of Modern Art (Moma) in pieno sabato pomeriggio. Il museo è stato evacuato per motivi di sicurezza, facendo scattare il panico fra il pubblico ignaro dell'incidente. Le indagini della polizia sono ancora in corso. Le telecamere hanno immortalato il responsabile, un uomo bianco sui 60 anni con indosso una maglietta colorata sotto una giacca nera. A far scattare la sua furia è stata la revoca dell'abbonamento: all'uomo era stata inviata la lettera di revoca venerdì, ma già sabato sui computer del museo compariva l'assenza del suo abbonamento.

Il Quadro Compromesso

Oggi, la casa della Notte Stellata è il Museum of Modern Art di New York, fiore all’occhiello della collezione permanente. In questi mesi di chiusura, il MoMA ha pubblicato dei video che documentano il disallestimento delle gallerie. La serie At The Museum coinvolge anche il dipinto in questione. Nell’ultima puntata, l’opera del pittore olandese viene rimossa dalla sua abituale postazione, tolta con estrema cura dalla parete e spostata altrove, dove probabilmente sarà sottoposta a un processo di pulitura, come gli altri capolavori del museo. Qualche giorno fa, il MoMA ha permesso ai giornalisti di visitare in anteprima il nuovo riallestimento. Tra loro, c’era Nate Freeman di Artnet, che ha documentato la sua esperienza in un articolo. Ha avuto l’incredibile opportunità di restare solo davanti alla Notte Stellata di Van Gogh. Si è avvicinato sempre di più al vetro, per ammirare meglio l’opera. Ma a pochi centimetri dal capolavoro, ciò che lo ha più colpito non è stata la brillantezza dei colori, né la corposità delle pennellate materiche. O almeno, non solo quelle. Incastrato tra la superficie dipinta e il vetro, vicino ai cipressi, Freeman ha trovato…un capello. Un lungo pelo grigio, di certo non riconducibile alla chioma fulva dell’autore dell’opera. Un pelo lungo, un po’ arricciato, sufficientemente chiaro da risultare in violento contrasto con il cipresso bruno che gli fa da sfondo. Freeman ha controllato ancora e ancora, per accertarsi che non fosse un abbaglio. Per questo ha scattato una foto:

LA STORIA DIETRO IL QUADRO

All'interno di una lettera al fratello l'artista spiega la sua concezione della notte, definendola viva e molto più colorata rispetto al giorno e proprio nella notte stellata cerca di mettere in risalto la vita angosciosa e turbolenta che lega alla notte Il soggetto è un piccolo borgo di notte con alcuni elementi naturali sullo sfondo, tra cui troneggiano il campanile della chiesa e il cipresso in primo piano.

I quadri di Van Gogh sono ricchi di significati simbolici, in questo caso il cipresso è l'aspirazione all'infinito, la pace cercata dal pittore e quindi lo specchio della sua anima, le colline azzurre trattate con linee ondulate non hanno più l'aspetto di rilievi accarezzati dal vento, ma sembrano minacciose acque dilavanti, che continuano nella rappresentazione sottostante degli ulivi. Quest'opera, differentemente da molte altre, è stata dipinta dall'artista semplicemente grazie ad un ricordo impresso nella sua mente e non utilizzando la tecnica en plein air. Si può infatti notare che questo dipinto è "meno realistico" rispetto ad altri, poiché l'immagine è stata alterata dalla mentalità dell'artista stesso.

L'ambientazione viene resa estremamente cupa dai corvi che si alzano in volo, al suggerire che la terra è vibrante, dalla strada che è estremamente contorta e che cerca di risalire ma si chiude, viene strozzata; non vi è quindi via d'uscita, infatti lo spazio, pur essendo aperto, è claustrofobico e infine dal cielo che da azzurro diventa nero, ad eliminare lo spazio. Van Gogh getta quindi il proprio male di vivere sulla tela in maniera estremamente spontanea. È il primo a riuscirci, fu infatti visto dagli espressionisti come un grande punto di partenza per una nuova pittura sia perché è in grado di passare direttamente dall'anima alla tela, ma anche perché rifiutò molti canoni. Significativo è anche il fatto che venga eliminata la spazialità, che la pittura sia materica e che questo era un luogo dove Van Gogh si recò varie volte per dipingere e dove si sparò.

Van Gogh

Buongiorno a tutti mio nome è Vincent Willem Van Gogh ed oggi andrò a raccontarvi un po' della mia vita e di come ho realizzato questo meraviglioso dipinto: la notte stellata. Intanto, vorrei partire nel parlarvi un po' di quella che è stata la mia vita. Sono nato a Zundert, in Olanda. La mia famiglia apparteneva alla media borghesia e mio padre, Theodorus era un protestante, infatti già da bambino mi fece iniziare il percorso da pastore protestante, avevo 4 anni e non sapevo neppure di cosa si parlava.

Ho pensato di dipingere questo quadro una notte di giugno mentre guardavo continuamente ciò che accadeva al di fuori della finestra. Da quest’ultima si vedeva un paesaggio, il paesaggio di Saint Remy. Sulla sinistra vediamo un cipresso e spostandoci verso il centro, dove si concentra di più la nostra attenzione si vede il villaggio dove spicca un grande campanile sopra questo piccolo nucleo abitativo si staglia un grande cielo stellato che occupa due terzi del dipinto e sembra avvolgere interamente il resto della composizione, rapendo da subito l’occhio dell’osservatore.

La Notte Stellata è stato uno dei mie quadri di maggior successo ed è stato pensato per mio fratello. Nel 1941 è stato acquistato dal MOMA di New York per 58 milioni. Il periodo in cui ho realizzato questo quadro non è stato dei migliori, anzi, devo dire che è stato buio e scoraggiante. Correva l’anno 1889, ed ero stato ricoverato alla clinica di Saint-Rémy de Provence in quanto un anno prima avevo perso i rapporti con il mio migliore amico Gauguin e di conseguenza egli mi tagliò l’orecchio, ed entrai in un periodo di pazzia e depressione. In questo fascio di tempo, che è stato molto prolifico ho realizzato circa 150 quadri tra i quali spicca la notte stellata.

L'ECONOMIA

QUANTO VALE UN VAN GOGH?

COS’È CHE FA VALERE UN QUADRO COSÌ TANTO?

Il record d'asta per un quadro di Vincent Van Gogh è di 82,5 milioni di dollari, pagati nel 1990 per il suo "Ritratto del dottor Gachet". Il dipinto "L'Allée des Alyscamps" era stato venduto in precedenza nel 2003 per 11,8 milioni di dollari.

se prendiamo due quadri della stessa dimensione, eseguiti con la stessa tecnica, ad esempio ad olio, uno di un artista famoso, l’altro di un emerito sconosciuto, non ci sono “differenze”. Stessa misura, stessa tecnica. Cosa cambia?…Nulla? In realtà qualcosa cambia infatti ci sono pittori e pittori, artisti e artisti, e la mano di uno non è la mano di un altro. A fare grande un artista non sono i critici. Tanto meno il mercato: non dimentichiamo che Van Gogh in tutta la sua vita forse vendette un solo quadro. Gli artisti che superano le barriere del tempo, che riescono a emozionare nonostante il tempo consumi tutto, comprese le mode (artistiche) passeggere, sono quelli che restano.

La vigna rossa è un olio su tela eseguito da Vincent Van Gogh ad Arles nel novembre 1888 ed è l’unico dipinto che riuscì certamente a vendere durante la sua vita. Tuttavia, è probabile che lo stesso pittore fosse riuscito a vendere almeno un'altra delle sue tele, in quanto, come affermato nella lettera al fratello n° 506, afferma di aver ricevuto 20 franchi per il ritratto di un amico di padre Tanguy, probabilmente agli inizi del 1888.

QUALI QUADRI HA VENDUTO VAN GOGH?

ARTE E SCIENZA

Un gruppo di scienziati ha rivelato, nel 2015, un particolare su cui mai nessuno s’era soffermato: la grande spirale del quadro, finora imputata all’esacerbazione di un suo malessere, rappresenterebbe un’entità cosmica ben precisa, la galassia M51. Ma come sarebbe arrivato a questo risultato il grande pittore? Gli studiosi rivelano che l’imponente ammasso stellare venne identificato per la prima volta nel 1773 dall’astronomo Charles Messier. Dopo di lui fu la volta di William Parsons, conte di Rosse, appassionato di astronomia e dotato di un telescopio potente, che verificò la complessità della galassia, direttamente collegata a un’altra “entità”, più piccola, battezzata M51B. Ne fece vari disegni che circolarono con successo e finirono in un libro che probabilmente consultò lo stesso Van Gogh. «Siamo convinti che la famosa “Notte stellata” sia frutto di questa consapevolezza da parte del pittore», dice Michael Benson, artista e fotografo statunitense, autore del libro “Cosmigraphics”. «Potrebbe avere visto i disegni a Parigi o nel manicomio in cui era ricoverato».

NON COSì TANTO UNICO

Non esiste un’unica notte stellata ma molte altre, sebbene non così famose. Queste dimostrano la passione e la curiosità di Van Gogh per il cielo notturno. Un anno prima di terminare la notte stellata, il pittore olandese creò l’opera “Notte stellata sul Rodano” e prima di questa “Terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Arles”. In entrambi i dipinti, Van Gogh ha catturato le luci del cielo notturno, queste sono state poi successivamente riutilizzate nella Notte stellata, oggi uno dei suoi dipinti più conosciuti.

LO SBAGLIO

Un’altra inesattezza all’interno del dipinto di Van Gogh riguarda l’inserimento della provincia di Saint-Remy, il piccolo villaggio che appare in fondo alla notte stellata. Gli storici affermano che era impossibile che potesse vedere tale paesaggio dal manicomio. Si pensa quindi che si sia ispirato ai paesaggi dell’Olanda, dove era nato. Alcune teorie affermano che La notte stellata in realtà racchiuda dei simbolismi legati alla morte. In effetti gli alberi nel dipinto sono dei cipressi, i quali sono spesso associati ai cimiteri e alla morte.

Keyvan

Guida turistica

Proprietario del museo

Sebastiano

Compratore

Sebastian

Davide

Restauratore

Addetto alla sicurezza

Bruno

Franco

Van Gogh