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HISTORY PRESENTATION III
chiarasanti
Created on May 16, 2023
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Transcript
libro I
de rerum natura
start
Santi Chiara 3AL
Il De rerum natura, cioè "la natura delle cose", è l'unica opera di Lucrezio che ci è arrivata, ed è un poema didascalico d'argomento filosofico diviso in sei libri da 7415 esametrici dattilici, con il quale egli si proponeva di divulgare tra i Romani la filosofia epicurea.
Il De rerum natura è articolato in tre diadi, cioè gruppi di due libri, in cui il poeta spiega rispettivamente: -i principi della fisica epicurea (I-II libro); -la natura dell’organismo umano e il rapporto tra anima e conoscenza (III-IV libro); -l’origine del mondo e dei fenomeni naturali (V-VI libro).
Il libro I
Il primo libro si apre con un lungo proemio che contiene l'inno a Venere, l'elogio di Epicuro, la condanna della religione e l'esortazione a liberarsi dalla paura della morte.Sallustio, riprendendo la filosofia di Epicuro, afferma che il timore che la religione incute negli umani si deve alla loro ignoranza, infatti se essi conoscessero quale sia l'origine e la natura dell'anima troverebbero la forza per opporsi alla religione. Alla base di tutte le leggi della natura che l'uomo deve conoscere sta il principio secondo cui nessuna cosa si genera dal nulla per volere divino e bisogna fare ricorso alla ragione per comprendere il divenire delle cose.
Egli afferma che la materia è costituita da particelle semplici indivisibili, infiniti in numero, limitati nelle forme e dalle innumerevoli combinazioni: gli atomi. Nel Libro I viene, enuncia il concetto essenziale della sua dottrina. La materia è unica, formata da atomi minimi e impalpabili; il vento, il caldo, il freddo, gli odori, i suoni sono particelle invisibili che non si riducono mai al nulla, ma si trasformano incessantemente, mescolandosi con il vuoto in cui si muovono e che è presente in tutte le cose, come appare dall’acqua stillante dalla roccia. L’universo è infinito attraversato incessantemente dagli atomi in un perenne incontrarsi urtarsi aggregarsi.
L'inno a venere
Il proemio
Il proemio del grande poema didascalico di Lucrezio, il De rerum natura, è fondamentale per introdurre i temi fondamentali alla base dell’operazione letteraria, filosofica e culturale che il poeta si prefigge con la propria opera.
La seconda richiesta è poi quella che la dea, simbolo di pace, si rivolga al dio della guerra Marte per assicurare a Roma un periodo di pace in una situazione drammatica come quella delle guerre civili. Non manca la dedica e la captatio benevolentiae del protettore patrizio, Gaio Memmio, che diventa il destinatario ideale del progetto di Lucrezio: presentare e diffondere l’epicureismo tra le "élites" culturali di Roma, invitandole alla scoperta di una filosofia estranea al mos maiorum ma che per Lucrezio doveva costruire l’asse portante delle conoscenze scientifiche e degli insegnamenti etici del nuovo ceto dirigente.
L'inno a Venere
L’apertura del testo è così dedicata all’invocazione a Venere (“Aeneadum genetrix”), dea dell’amore e principio vitale della continuità dell’esistenza, cui Lucrezio chiede innanzitutto appoggio affinché circonfonda di grazia e bellezza poetica il proprio arduo impegno di divulgazione e spiegazione della filosofia di Epicuro (341-270 a.C.) nel mondo romano.
Lettura in metrica dell'inno alla venere
cosa ci trasmette lucrezio...
Lo stile
Lo stile di questo proemio è particolarmente sublime, come richiede l’importanza del momento e la solennità dell’argomento: troviamo allora genitivi singolari e plurali con desinenze arcaiche (in -ai e in -um), forme particolari e poco usate di sostantivi e verbi, l’uso di allitterazioni e di serie di aggettivi in successione, la costruzione di immagini tanto elaborate quanto memorabili, l’attenzione nella scelta delle congiunzioni subordinanti per scandire le proprie argomentazioni scientifico-filosofiche.
Attraverso questo stile elevato e retoricamente elaborato, Lucrezio vuole trasmettere al proprio lettore il senso di novità straordinaria della parola e degli insegnamenti di Epicuro (presentati ad esempio nel proemio del secondo libro), e invitarlo in un difficile viaggio (estetico e gnoseologico al tempo stesso) mai intrapreso prima da alcun esser umano.
Cruciverba su Lucrezio:
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