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HISTORY PRESENTATION III
francesco
Created on May 15, 2023
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Historical Presentation
Transcript
età arcaica
start
1. architettura greca
3. KUROI E KURAI
2. statuaria dedalica
la architettura greca
LA STRUTTURA DEL TEMPIO
Il tempio, dimora degli dei. Il tempio greco, del resto, nasce e si sviluppa parallelamente alla casa e, di conseguenza, ne assume in parte la forma e le principali caratteristiche. La casa greca, infatti, anche in epoca arcaica, continua a consistere in un unico ambiente a pianta rettangolare in mattoni crudi, coperto con un tetto a capanna, cioè a due spioventi contrapposti, in legno e paglia ,I primi templi sono realizzati con gli stessi materiali deperibili delle abitazioni ed è solo nel corso del VII secolo a.C. che si registra nella loro costruzione il passaggio alla pietra, al marmo, al mattone cotto e, per la copertura, alle tegole in terracotta. Tre sono gli elementi caratteristici sempre presenti: nãos, prónao e colonne. Il nàos è destinato esclusivamente alla custodia della statua del dio a cui il tempio è dedicato, mentre tutte le celebrazioni e i sacrifici si svolgono all'aperto, sugli altari. La cella presenta una pianta rettangolare e a essa si accede, come nel megaron miceneo, attraverso un'unica porta che si apre sul lato minore, orientato preferibilmente verso est
In epoca arcaica all'interno delle sempre più ricche e potenti poleis e delle loro nuove colonie anche l'arte riceve un diverso e più vigoroso impulso. E proprio in questo periodo, infatti, che sorgono le prime costruzioni architettoniche nelle quali la proporzione delle misure e l'armonia delle forme incominciano a essere più importanti della monumentalità dell'insieme o della ricchezza dei materiali impiegati . Contemporaneamente, anche la scultura si evolve e la pittura vascolare, abbandonata definitivamente l'impostazione geometrica, inizia per la prima volta a indirizzare la propria attenzione allo studio e alla riproduzione della figura umana. Anche la costruzione dei templi risente di questo atteggiamento, tanto che si adottano proporzioni talmente armoniose e forme così semplici e razionali che la loro architettura risulta sempre perfettamente equilibrata, comprensibile e, appunto, umana.
la cella o naos
Era l'ambiente che ospitava l'immagine della divinità (una statua di solito) e simbolicamente era la casa del dio stesso; per questo era proibito entrarvi se non durante particolari festività, mentre vi accedevano regolarmente soltanto alcuni tipi di sacerdoti. Le dimensioni della cella nei templi classici sono per questo molto ridotte e la superficie dello spazio interno era decisamente secondaria rispetto alla decorazione esterna, che alla fine era la parte fruita dalla comunità che si riuniva fuori dagli edifici per le funzioni e i riti. La cella, poteva essere preceduta da un portico colonnato (pronao), dove potevano trovarsi le stanze dei tesori, le raccolte di offerte dei fedeli. Talvolta questa funzione spettava invece a una stanza posteriore, detta opistodomo. La cella era spesso coperta da cancellate, per impedire il saccheggio delle offerte. In altri casi i muri esterni potevano essere coronati da un fregio o da altre decorazioni riprese dalle trabeazioni, non necessariamente dello stesso ordine della peristasi, come nel caso del Partenone (di ordine dorico), dove il celebre fregio (ionico) con la rappresentazione della processione panatenaica si trova appunto in questa posizione.
PRONAOS
OPISTODOMO
Nei tempi greci il pronao era costituito dal prolungamento dei muri laterali della cella, terminanti con pilastri, tra i quali sorgevano due colonne, mentre in altri tipi di templi formava un atrio di ingresso colonnato, con un numero pari di colonne in facciata, sormontate da un frontone e due o più colonne sui lati. Lo spazio interno poteva essere suddiviso con l'inserimento di altre colonne, collocate in asse con quelle esterne o con i muri laterali della cella.
Nel tempio greco l'opistodomo è lo spazio posto dietro la cella. Esso poteva contenere le suppellettili utili al rito e ai sacrifici. Dato che l'opistodomo ospitava anche le ricche offerte consacrate agli dei, era chiuso con cancellate metalliche. Vi potevano accedere solo i sacerdoti. Ma solitamente e principalmente l'opistodomo era costruito solamente per creare quella perfezione, identificata nell'analoghìa. Infatti, la sua costruzione creava simmetria, in relazione al pronao. Nei templi di età arcaica l'opistodomo è più ampio del pronao e le sue ante non sono allineate con le colonne laterali della peristasi, mentre in età classica esso tende ad assumere dimensioni uguali o minori e ad allinearsi con la terza colonna del colonnato laterale. Generalmente si trova nella configurazione del vano "distilo in antis" ovvero con due colonne (distilo) tra le ante.
LA COLONNA
IONICO
DORICO
CORINZIO
ORDINE DORICO
●Le colonne dell’ordine dorico poggiano direttamente sul crepidoma in pietra, e si compongono di due elementi distinti uniti dal collarino: fusto e capitello. -Fusto: tronco della colonna percorso da circa 20 scanalature utili a creare zone d’ombra, che consistevano in solchi verticali attaccati tra loro a formare uno spigolo vivo. Esso si componeva di più pezzi, i rocchi, sovrapposti a secco e tenuti su grazie ad un perno centrale di bronzo. A circa un terzo della sua altezza presenta un rigonfiamento detto entasi al fine di non farlo apparire sottile da lontano. Esso è rastremato verso l’alto, cioè, il diametro di base è maggiore rispetto a quello del collarino. -Capitello: coronamento della colonna formato da echino ed abaco: il primo, elemento a base circolare convessa; l’altro un parallelepipedo schiacciato spesso più grande rispetto all’echino.
ordine ionico
●L’ordine ionico è quello più utilizzato nel periodo classico, caratterizzato da: -Fusto snello e slanciato, il che lo rendeva più elegante, infatti si ritiene che rappresenti la figura femminile assieme alle colonne d’ordine corinzio, al contrario di quelle dell’ordine dorico, le quali, essendo più robuste e semplici, rappresentavano l’uomo in tutta la sua forza e la sua virilità. La sua altezza e la sua forma derivano da un maggior numero di moduli e dal fatto che non poggiassero direttamente sul crepidoma al contrario delle precedenti, su una base di tre elementi: due convessi dalla modanatura architettonica a toro convessa che corrispondevano al primo e al terzo elemento, ed uno in mezzo detto scozia che era concavo: insieme formavano la base attica. Lungo il fusto vi erano 24 scanalature a spigoli mussati -Il capitello era formato da una prima fascia decorata ad ovolo e dardi(frecce), volute doppie a ricciolo, dette a corna d’ariete e un abaco più basso a spigoli modellati e spesso decorato
ordine corinzio
●L’ordine corinzio è quello meno utilizzato dai Greci, ma successivamente quello più diffuso tra i Romani. Esso è caratterizzato da: -Fusto ancor più snello e slanciato rispetto a quello dorico, grazie ad una base al di sotto della quale vi era un pinto a forma di parallelepipedo, con un ancor maggiore numero di moduli rispetto allo ionico -Capitello a forma tronco-conica capovolta e decorata con duplice corona di foglie di acanto ricurve, con volute d’angolo e volute intermedie, abaco dai lati concavi a spigoli rialzati.
Le statue dedaliche erano perfettamente proporzionate e quindi potevano assumere qualsiasi posizione.la scultura dedalica presenta però delle caratteristiche:le figure sono sempre in piedi e con le gambe unitesono state costruite per essere viste in faccia, come dimostra lo scarso spessorei dettagli anatomici sono incisiil volto è triangolare o a forma di Usono rappresentati molti capelli, raggruppati in trecce, come per le statue egizie
LA STATUARIA DEDALICA
Le più antiche statue di cui è giunta notizia nella storia sono gli XOANA, che sono sculture che venivano usate per il culto, costruite dai tronchi degli alberi. i primi esempi di scultura a tutto tondo risalgono al VII secolo a.C. Alla scultura di questo periodo viene dato il nome di dedalica perché i greci definivano a Dedalo l’invenzione della rappresentazione dell’uomo, e lo definivano talmente abile da riuscire a ricreare il movimento di un uomo. Euripide scrisse che le statue dedaliche erano in grado di “fuggire e guardare”. la cosa più importante è la completezza e la perfezione quasi totale del corpo umano, il quale sembra che viva libero nello spazio, ed in più le statue non erano collegate ad un sostegno architettonico.
I kuroi e i korai sono due tipi di sculture dell'antica Grecia che rivestono un'importanza artistica e storica significativa. I korai, invece, sono sculture femminili che raffigurano dee, ninfe o giovani donne. I korai indossavano abiti elaborati, spesso decorati con pieghe drappeggiate in modo realistico, e avevano acconciature dettagliate ornate da corone o fiori. Le korai trasmettevano un'espressione serena e distante, riflettendo grazia e dignità. Le sculture korai erano caratterizzate da una maggiore attenzione ai dettagli naturalistici, come le pieghe dei vestiti e le curve del corpo. Sia i kuroi che i korai sono testimonianze preziose dell'arte greca antica e riflettono l'idealizzazione della bellezza maschile e femminile dell'epoca. Le sculture kuroi e korai continuano ad essere apprezzate per il loro valore artistico e la loro importanza storica.
KUROI E KURAI