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Il Preromanticismo
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Nuova sensibilità nel nord Europa
Nella seconda metà del Settecento, in Europa, si diffondono le idee dell’illuminismo e le poetiche del Neoclassicismo, e si cominciano a notare dei cambiamenti nella sensibilità e nell’immaginazione letteraria, che verranno riassunte con il nome Preromanticismo. La nuova tendenza è caratterizzata dall’inquietudine, dalla soggettività e dal sentimento, dal gusto per atmosfere notturne, per la natura tempestosa e dal pensiero della morte. Le due aree geografiche in cui viene promossa questa tendenza sono quella anglosassone e quella germanica. Dunque è nel nord Europa che si afferma il Preromanticismo. Nell’area anglosassone la sensibilità preromantica è caratterizzata da: • la poesia cimiteriale • i Canti di Ossian • la riflessione estetica del sublime Nell’area germanica, invece, il Preromanticismo si riassume nel movimento dello Sturm und Drang
Area germanica
Area anglosassone
In Germania il movimento dello Sturm und Drung, espressione che in tedesco significa “tempesta e impeto”, ha come principali esponenti Johann Gottfried Herder, Johann Wolfgang Goethe, Friedrich Maximilian Klinger e Friedrich Schiller. Gli strumer, i membri del movimento, hanno in comune l’insofferenza per i vincoli della vita sociale, tuttavia non si interessano alla vita politica e la loro protesta rimane su un piano individualistico e astratto. Gli aspetti fondamentali sono: • Aspirazione alla piena realizzazione di se . • Esaltazione della forza del sentimento . • Il suicidio come ribellione. • Centralità dell’io . • Attrazione per la natura selvaggia. • Antitesi tra individuo e società .
L’espressione “poesia cimiteriale” allude a testi con un gusto estetico per le atmosfere malinconiche e notturne, il cui tema principale è la meditazione sulla morte e sul tempo. I due principali esponenti sono gli inglesi Edward Young e Thomas Gray
Ugo Foscolo
La vita
Niccolò Foscolo nasce il 6 febbraio del 1778 a Zante, una delle Isole Ionie che appartengono alla Repubblica di Venezia.
Il padre, Andrea Foscolo, è un medico veneziano, mentre la madre, Diamantina Spathys, è di origini greche. La morte improvvisa del padre scoinvolge la giovinezza di Foscolo, che solo nel 1793 viene affidato alla madre che si trova in quel momento a Venezia. Qui Foscolo affronta le proprie difficoltà linguistiche, con l'obbiettivo di dominare l'italiano. Nel 1796 stende il suo primo articolato, intitolato "Piano di studi", cioè un elenco di letture che spaziano dai classici latini e greci agli autori della tradizione italiana. Sempre nello stesso anno Foscolo si allontana da Venezia per la sue dichiarazioni in favore di Napoleone e si trasferisce a Bologna, dove si arruola nella compagnia dei Cacciatori a cavallo.
In seguito viene arrestato e una volta libero decide di spostarsi a Firenze, città nella quale si innamorerà di Isabella Roncioni.
Foscolo si reca dunque a Milano, dove collabora al "Monitore italiano", un giornale rivoluzionario, qui conosce anche Vincenzo Monti e Giuseppe Parini.
Nell'estate del 1798 Foscolo torna a Bologna e inizia a scrivere un romanzo epistolare ispirato al suicidio di uno studente, ma la pubblicazione del volume, "Ultime lettere di Jacopo Ortis" viene interrotta bruscamente perchè viene richiamato nel suo contigente militare.
Tra il 1801 e 1803 risiede nuovamente a Milano e si occupa della traduzione del francese. La sua vita personale è segnata dalla pertdita del fratello suicida nel 1801, forse per debiti di gioco, ma anche per relazioni amorose. In questi anni Foscolo rivede e conclude le Ultime lettere di Jacopo Ortis; nel 1803 pubblica una raccolta di Poesie e nello stesso anno dà alle stampe "La Chioma di Berenice". Successivamente soggiorna nel Nord della Francia per due anni e nel tornare in Italia si ferma a Parigi, dove fa visita a Giulia Beccaria, madre di Alessandro Manzoni. Proprio nel salotto della donna avvengono alcune conversazioni con Ippolito Pindemonte sul tema delle sepolture, che offrono a Fascolo lo spunto per comporre il carme Dei sepolcri. Sempre nello stesso periodo dà alle stampe un Esperimento di traduzione dell'Iliade.
Nel 1808 Foscolo viene nomianto professore di Eloquenza italiana e latina all'univeristà di Pavia. Inoltre rivendica la forza della poesia, che è capace di far rivivere il passato, creare nuoni miti attraverso l'immaginazione e di contribuire alla costruzione della civiltà. Tra il 1812 e il 1813 Ugo risiede in una villa sulla collina di Bellosguardo vicino a Firenze. Qui si innamora di Quirina Mocenni Magiotti e negli anni successivi si dedicherà alla stesura di tre inni, "Le Grazie" che però resteranno incompiuti; pubblica anche la traduzione del viaggio sentimentale di Yorick, che però attribuisce a Didimo Chierico, il suo alter ego. Intanto, dopo il crollo di Napoleone nel 1815, gli austriaci entrano a Milano e prendono il potere. Inizialmente Foscolo è considerato un possibile alleato, ma quando gli viene richiesto un giuramento di libertà al governo austriaco, egli si sottrae e così entra in Svizzera sotto falso nome. Successivamente si stabilisce a Zurigo, ma non sentendosi al sicuro si trasferisce in Inghilterra, dove muore nel 1827.
Le idee e la poetica
il lessico è ricercato e prezioso, la sintassi elaborata, le figure retoriche sono numerose, i riferimenti alla mitologia classica sono continui e sottopone le sue opere a una cura estrema. Foscolo è un autore estremamente selettivo, che accetta soltanto poche tra le sue opere. Anche i temi sono in numero limitato e si ha l’impressione di un continuo ritorno di alcuni aspetti chiave del pensiero. Il giudizio di Foscolo sulla propria epoca è dominato dalla violenza, nel quale le virtù sono bandite e prevalgono gli uomini mediocri oppure quelli più spregiudicati e la legge è il diritto imposto dal più forte e i vincitori si trasformano rapidamente in schiavi.
Nella visione negativa della storia prevale una consolazione per l’uomo: la bellezza, intesa come grazia femminile, dolcezza di un paesaggio naturale, perfezione di un'opera artistica. Lo spettacolo della bellezza secondo Foscolo ha il potere di rasserenare l'animo e di placare le passioni infelici. Tuttavia la bellezza è esposta alla precarietà: cioè può essere aggredita dalla malattia, dalla morte e dal tempo che con la sua forza spazza via ogni cosa.
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis
Foscolo si trova a Bologna quando inizia a scrivere un romanzo epistolare, ispirato al suicidio di uno studente, avvenuto a Padova. La stampa però, viene interrotta, in quanto Foscolo si deve allontanare con la sua compagnia militare, e il lavoro viene affidato ad Angelo Sassoli, che ristampa il romanzo poco dopo a insaputa di Foscolo con il titolo “Vera storia di due amanti infelici ossia ultime lettere di Jacopo Ortis”. Foscolo ritorna sul progetto del romanzo e dopo vari controlli il romanzo viene pubblicato a Milano nell’ottobre del 1802 con il titolo “Ultime lettere di Jacopo Ortis” e ottiene un successo discreto.
Il romanzo copre un arco di tempo che va dall’ottobre del 1797 al marzo del 1799. Il cognome del protagonista è ispirato a quello dello studente suicidato a Padova, mentre il nome è un tributo a Jean-Jacques Rousseau. Il genere è quello del romanzo epistolare, costituito da una successione di lettere, la voce di Jacopo è quella dell’espressione soggettiva e passionale, mentre quella di Lorenzo si pone come testimonianza affettuosa ma razionale.
Stuttura epistolare
Autobiografismo
Il rispecchiamento tra Jacopo Ortis e il suo autore è rivelato in primo luogo dalla presenza in ogni edizione di un'incisione che ritrae il protagonista, ma che in realtà è un ritratto di Foscolo stesso. La delusione politica e gli spostamenti nelle varie città italiane riproducono fedelmente la vita reale di Foscolo. Inoltre il suicidio dello studente, avvenuto anni prima a Padova, conferisce alle ultime lettere di Jacopo Ortis il carattere di romanzo-verità.
La scelta della forma epistolare è dettata da molte ragioni. In primo luogo, Foscolo non vede modelli accettabili di romanzo nel panorama italiano e inoltre la struttura epistolare consente una grandissima libertà tematica e stilistica, e in particolare la possibilità di procedere per salti improvvisi e agguingere lettere in un secondo momento.
Da cosa deriva la delusione politica? nel 1797 Napoleone, con il trattato di Campoformio, cede Venezia all'Austria. In questo momento Foscolo rimane deluso, in quanto Venezia era una città molto importante per lui
Le passioni dominanti: la politica e l'amore
Nel libro trovano espressione due passioni disperate: quella per la patria,tradita e impossibile da riscattare, e quella per una donna già promessa a un altro uomo. Jacopo giudica con durezza il tradimento di Napoleone e anche l’immaturità civile e politica degli italiani. L’amore sembra per un momento offrire una ragione di vita a Jacopo, poi però si trasforma nella più persuasiva ragione di morte. Il suicidio viene presentato come unico rimedio di fronte alla durezza dei tempi.
Il paesaggio
Nella descrizione del paesaggio è spesso presenta una natura selvaggia e minacciosa, in cui dominano “montagne orride dirupate”, mentre in altri momenti, grazie alla forza dell’amore, la natura stessa si trasfigura.
Confronto con I dolori del giovane Werther
Sono presenti molte somiglianze tra il romanzo dell’Ortis con I dolori del giovane Werther di Goethe, romanzo tedesco uscito nel 1774. Nella Notizia bibliografia Foscolo sostiene che all’epoca non aveva ancora letto il romanzo di Goethe e rimase colpito dalle somiglianze. Passa poi a evidenziare le differenze tra i due romanzi: • il destinatario delle lettere nel romanzo tedesco è un "puro nome"; Lorenzo è un uomo che agisce e rispetta il suo infelice amico. • la donna amata da Werther è felicemente sposata; Teresa è una fanciulla che soffre per un matrimonio non voluto. • l'amore in Werther è un veleno che si insinua nell'anima; Jacopo invece nutre in sé l'amore come distrazione da una passione più violenta; • Werther si affezione ad Albert, mentre Jacopo disprezza Odoardo dal primo momento • il suicidio in Werther matura quasi in modo improvviso; invece Ortis ne sente il richiamo fin dall’inizio. Spicca inoltre l’importanza del tema politico, del tutto assente in quello tedesco.
L'incontro con Parini
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Delle Ultime lettere di Jacopo Ortis
Sotto consiglio di Lorenzo, Jacopo si è allontanato dai colli Euganei e ha iniziato a viaggiare per l'Italia. Nella prima parte della lettera, Ortis confida a Lorenzo il suo sdegno per la corruzione del governo di Milano e l'unica sua consolazione è quella di frequentare il poeta Giuseppe Parini, che Jacopo ammira. Una sera il giovane tiene una lunga discussione con Parini, riguardo le condizioni dell'Italia.
Parini lamenta la corruzione politica nella Milano dominata dai francesi il vecchio poeta dimostra anche che nelle circostanze attuali non vi è alcuna possibilità di intervenire nella vita politica; allora Jacopo pensa che sia meglio darsi la morte piuttosto che perdere la purezza delle proprie intenzioni; Parini però respinge immediatamente il suicidio e rivolge la propria fiducia in Dio.
Nel colloquio con Parini, Jacopo esprime tutta la sua passione per la patria e la sua brama di azione; dichiara con risolutezza di essere pronto alla morte, ma viene subito interrotto dal razionalismo dell'antico poeta, che gli consiglia di volgere altrove il proprio ardore.
Le odi e i sonetti
Nel 1803 Foscolo pubblica a Milano una raccolta intitolata "Poesie". L'edizione definitiva comprende due odi e dodici sonetti, e si ricollega ai modelli di Giuseppe Parini e a Vittorio Alfieri, entrambi molto ammirati da Foscolo; Si tratta di una raccolta piuttosto breve, che dimostra la tendezza di Foscolo a selezionare con estremo rigore i suoi testi. In una lettera all'amico Niccolini lo scrittore sintetizza questa idea nel motto "il peggio è scriver troppo", in polemica ad alcuni autori a lui contemporanei. L'Epigrafe della raccolta, "Sollicitae oblivia vitae" ("Oblio di una vita agitata"), riproduce un'espressione tratta dalle satire di Orazio, e suggerisce una concezione della poesia come consolazione degli affanni del vivere. Numerossisimi sono i richiami ai classici, ma anche ad autori greci; tra gli italiani spiccano i riferimenti a Parini, Alfieri e Dante,
Le odi
Le odi sono entrambe dedicate a una donna e si riferiscono a circostanze molto private: "A Luigia Pallavicini caduta dal cavallo" trae spunto da un incidente occorso a una nobildonna genovese, mentre "All'amica risanata" è rivolta ad Antonietta Fagnani Arese, all'epoca amante di Foscolo e recude da una seria malattia.
è una lirica galante, le strofe sono composte di settenari piani e il lessico è caratterizzato da numerosi aggettivi
A Luigia Pallavicini caduta da un cavallo
attribuisce un significato più profondo alla poesia come generatrice di miti. Il ritmo è più mosso e il linguaggio non ha mai soltanto lo scopo di abbellire. L'intenzione del poeta è celebrare la funzione rasserenatrice della bellezza e la forza eternatrice della poesia. Inoltre la mitologia è una creazione artistica che custodisce una verità profonda.
All'amica risanata
Alla sera
Sonetto filosofico ispirato a Lucrezio
Tra la fine del 1802 e l'inizio del 1803 Foscolo vive un periodo di delusioni politiche e personali. Così scrive al letterato Giovanni Rosini citando un verso del poeta latino Tibullo: "vi diro di me, ch'io morior curis, che vivo in casa più giorni alla settimana, che ho la barba lunghissima, che veglio notte e giorno, che traduco in prosa litteralmente Lucrezio, e che Milano, il Mondo, il Cielo, ed anche la Summa Summarum mi annoiano". Questa crisi interiore induce Foscolo a leggere, tradurre e meditare il De rerum natura di Lucrezio, che egli considera un "medico dell'anima"; il sonetto Alla sera può essere letto come l'esito della sua riflessione dopo lo studio del De rerum natura.
La sera e il suo valore simbolico
Nelle quartine domina la descrizione della sera, interlocutrice personificata invocata con un'apostrofe, chiamata in causa da verbi e pronomi alla seconda persona singolare. La sera può essere serena e piacevole ma anche lunga e fredda. Il poeta trova lo stesso il conforto nella sera, sia come natura benevola che come natura selvaggia; a livello simbolico, la sera è per Foscolo immagine della morte; inoltre il ritmo è segnato da numerosi enjambements.