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APOLLO E CLIZIA
LISA ARRIGHINI
Created on May 9, 2023
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Transcript
Apollo e Clizia
Metamorfosi, libro IV, vv.234-270
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"Il girasole, sempre girato verso il suo astro prediletto, lo continua a inseguire nonostante tutto."
Clizia, Evelyn de Morgan, 1887 c.a.
Le Metamorfosi di Ovidio
- composto tra l'1 e l'8 d.C.
- poema in esametri in 15 libri
- IV libro
- appartenente al filone dell'épos mitologico
- novità a Roma
- narra i miti degli dèi e degli eroi accomunati dal tema della metamorfosi
- no precisi limiti temporali
- " carmen perpetuum " - incessante trasformazione dell'universo
La tragica storia d'amore di Apollo e Clizia, libro IV, vv. 234 -270
Invidit Clytie (neque enim moderatus in ille235 Solis amor fuerat) stimulataque paelicis ira,vulgat adulterium diffamatumque parenti indicat; ille ferox inmansuetusque precantem tendentemque manus ad lumina Solis et «ille vim tulit invitae» dicentem defodit alta240 crudus humo tumulumque super gravis addit harenae.
S'ingelosisce Clizia (il suo amore per il Sole235. era sfrenato) e in un accesso d'ira contro la rivale,divulga la tresca, rivelandola con infamia al padre. Furibondo e pieno di collera, malgrado Leucòtoelo scongiurasse e, tendendo le mani verso la luce del Sole, dicesse: "Mi ha violentato, io non volevo!", lui allora 240. la seppellì in una fossa, coprendone il tumulo di macigni.
Apollo e LeucotoeAntoine Bozoit seconda metà del Settecento
E a Clizia, benché l'amore potesse giustificarne l'angosciae l'angoscia la delazione, mai più volle avvicinarsi il signore della luce e godersi con lei piaceri d'amore. Da allora, travolta dalla follia della sua passione, la ninfa,260 incapace di arrendersi, si strugge e notte e giorno sotto il cielogiace sulla nuda terra a capo nudo coi capelli scomposti. Per nove giorni, senza toccar acqua o cibo, interrompe il digiuno solo con rugiada e lacrime; non si muove da terra: non faceva che fissare nel suo corso265 il volto del nume, seguendolo con gli occhi.Si dice che il suo corpo aderisse al suolo e che un livido pallore trasformasse parte del suo incarnato in quello esangue dell'erba; un'altra parte è rossa e un fiore simile alla viola le ricopre il volto. Malgrado una radice la trattenga, sempre si volge270 lei verso il suo Sole e pur così mutata gli serba amore.»
At Clytien, quamvis amor excusare doloremindiciumque dolor poterat, non amplius auctor lucis adit Venerisque modum sibi fecit in illa. Tabuit ex illo dementer amoribus usa260 nympharum inpatiens et sub Iove nocte diequesedit humo nuda nudis incompta capillis. Perque novem luces expers undaeque cibique rore mero lacrimisque suis ieiunia pavit nec se movit humo: tantum spectabat euntis265 ora dei vultusque suos flectebat ad illum.Membra ferunt haesisse solo, partemque coloris luridus exsangues pallor convertit in herbas; est in parte rubor, violaeque simillimus ora flos tegit. Illa suum, quamvis radice tenetur,270 vertitur ad Solem mutataque servat amorem».
la scena della metamorfosi di Clizia (vv. 266 -270)
Si racconta che le sue membra rimasero attaccate al suolo e che, per il sopravvenire di un pallore livido, parte del colore del suo corpo si convertì in quello dell’erba esangue. Le restò però una zona rossa, e un fiore molto simile alla rosa le coprì il viso. Così essa, pur trattenuta dalle radici, segue ruotando il movimento del suo Sole e anche mutata serba l’amore che aveva per lui. traduzione di Giovanna Faranda Villa
Clizia trasformata in girasoleCharles de La Fosse 1688
Membra ferunt haesisse solo, partemque coloris luridus exsangues pallor convertit in herbas; est in parte rubor, violaeque simillimus oraflos tegit. Illa suum, quamvis radice tenetur,270 vertitur ad Solem mutataque servat amorem».
la metamorfosi nell'epoca moderna...
cosa s'intendeva per " restauro " nel Seicento?
Clizia di Giulio Cartari, 1670 - 80 Museo del Prado, Madrid restauro di una scultura in marmo a tuttotondo commissionato da Caterina di Svevia parte inferiore: antica parte superiore (restauro): opera di Cartari il braccio e la mano sinistra = sollevati a proteggersi gli occhi dal fulgore dell’astro, o in atto di sottomissione all’amato dio
"Quando una relazione mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo”.
“Nessuno può amarci abbastanza da renderci felici se non amiamo davvero noi stesse, perché quando nel nostro vuoto andiamo cercando l’amore, possiamo trovare solo altro vuoto".
sito-bibliobrafia
1. introduzione al poema 2. testo originale latino 3. traduzione in lingua italiana 4. analisi opera "Clizia" di Giulio Cartari 5. Donne che amano troppo, Robin Norwood, 1985