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Spesso il male di vivere ho incontrato

Jessica Gjinaj

Created on May 9, 2023

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Transcript

Spesso ho incontrato il male di vivere

Autore Eugenio MontaleRaccolta: Ossi di seppia (1925)

Testo: Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l’incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.Parafrasi: Spesso ildolore della vita ho icontrato: era il faticoso fluire di une fiume, che gorgoglia, era una foglia bruciata e accartocciata, era un cavallo stremato dalle fatiche. Non ho potuto trovare altra salvezza se non nell'inndifferenza divina: era la statua immobile del pomeriggio, e la nuvola, e il falco che vola in alto e libero.Metrica: la poesia è rormata da due quartine. I primi sette versi sono endecasillabi, mentre l'ultimo è un settenario. la rima è incroiatadue quartine sono simmetriche, perchè in entre,be vi è un enjambemnt tra il terzo e il quarto verso. Contenuto: Il poeta dice che spesso ha incontrato le sofferenza della vita. Per esprimere il concetto di sofferenza usa il correllativo oggettivo: gli oggetti sono il fiume strozzato che gorgoglia, una foglia bruciata ed accartocciata, un cavallo molto affaticato. I dolori della vita si accumulano, ma la poesia puo solo raccaontarli, ma non porvi rimedio. I termini esprimono perfettamente il disgio, grazie all'allitterazione della r e dell' s. L'unica soluzione secondo Montale è l'indifferenza, che scrive con la lettera maiuscola e le attribuisce l'aggettivo divina. I correlativi oggettivi sono una statua nel pomeriggio (oggetto inanimato, insensibile), una nuvola (impalpabile) ed un falco che vola in alto e libero. Figure retoriche: oltre all'allitterazione e agli enjambemmnt ci sono alcuni iperbati.