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Filippo Brizzi
Created on April 20, 2023
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Transcript
narni
narni
cosa visitare
Decidiamo di iniziare la nostra visita da Piazza Garibaldi, dove troverete dei bar e pizzerie se volete fermarvi l’appetito. In questa piazza si trova la Cattedrale di San Giovenale, visitabile ad orari, ed il Palazzo Vescovile. Un’arco tra di due monumenti conduce alla scoperta di Narni. Prendiamo la prima traversa a sinistra, che è anche la più caratteristica della città. Una scalinata in mattoni rossi e pietra sormontata da tre archi, è sicuramente la location più adatta per delle foto. In fondo a questa piccola salita si trova un Campanile, poi Piazza San Francesco con l’omonima Chiesa. Secondo fonti Francescane, Francesco d’Assisi passo per la città di Narni e vi operò dei miracoli guarendo un uomo paralitico ed una donna non vedente. Altri sei miracoli sembra si siano verificati nella città di Narni ad opera del santo. L’interno della chiesa è molto semplice, il soffitto in legno e le colonne con delle raffigurazioni del santo. Più avanti possiamo trovare anche il Palazzo Eroli che ospita il museo della città.
Rocca Albornoz, su una collinetta circondata dal verde dove trascorrere delle ore all’aria aperta. Di recente la Rocca è stata restaurata. Questa fortezza, dimora di papi e cardinali, venne edificata nella seconda metà del XVI secolo, ha forma quadrata con torri e un cortile interno dove probabilmente si terrà la caratteristica Corsa dell’Anello che avviene a maggio, evento nel quale la città “ritorna” indietro negli anni del Medioevo con figuranti in costume e cavalieri a cavallo che devono centrare un anello. Sbandieratori, quelli di Narni sono molto famosi nella zona.
Narni sotteranea
Il percorso guidato inizia dal complesso conventuale di S. Domenico con l’ingresso in una chiesa del XII secolo, scoperta solo nel 1979, da sei giovani speleologi, che conserva affreschi tra i più antichi della città. In questo primo ambiente è stato completato il pavimento vetrato che permette di far risaltare i recenti ritrovamenti archeologici e grazie ad una suggestiva ricostruzione virtuale, si potranno comprendere le varie fasi storiche che hanno interessato l’antica chiesa sotterranea. Attraverso un varco nella muratura si passa in un locale con una cisterna romana, probabilmente resto di una domus. In questa sala, grazie a degli effetti speciali, si potrà entrare in maniera virtuale nei cunicoli dell’acquedotto Romano della Formina. Subito dopo, percorrendo un lungo corridoio, si giunge in una grande sala, dove avevano luogo gli interrogatori del Tribunale dell’Inquisizione. Quest’ambiente è chiamato Stanza dei Tormenti nei documenti ritrovati negli Archivi Vaticani e al Trinity College di Dublino.
Il percorso inizia sotto al complesso conventuale di S. Domenico, dove le esplorazioni di un gruppo di appassionati speleologi hanno portato, poco alla volta, a grandi scoperte che hanno negli anni trasformato un ipogeo dimenticato in uno dei luoghi simbolo dell’Umbria sotterranea. Tra vecchie murature e un’antica cisterna, sono apparsi gli splendidi affreschi di una cappella medievale dimenticata – che oggi è stata dedicata all’Arcangelo Michele – e dove da poco è stata realizzata una spettacolare pavimentazione in vetro che permette di camminare al di sopra delle antiche fondazioni. Poco più avanti si trovano alcuni cunicoli e una grande sala che confina con una cella. I graffiti sulle pareti di questa angusta prigione hanno fatto comprendere che si trattava di una segreta utilizzata dal tribunale dell’Inquisizione (più esattamente del Sant’Ufficio). Un lungo, complesso e appassionato studio sull’origine delle iscrizioni ha anche permesso di identificare il più celebre dei prigionieri che qui sono stati rinchiusi.
la storia
Era una mattina di maggio quando sei ragazzi, aspiranti speleologi, decisero di sfidare se stessi scendendo con la corda dalla rupe calcarea che si affaccia sulla profonda valle del fiume Nera. Non sapevano che da lì a poco uno strano incontro avrebbe cambiato per sempre la loro vita. Un anziano ortolano, intento nel suo lavoro, si convinse a rivelare un segreto custodito per anni: sotto i ruderi di un convento domenicano aveva trovato una fessura che, secondo lui, conduceva a un fantastico tesoro.
Il gruppetto non esitò un attimo e s’infilò nello stretto pertugio. Poco dopo si aprì di fronte a loro un’ampia sala sotterranea, caratterizzata dalla presenza di un volto angelico che li osservava. Riavutisi dall’emozione scoprirono di avere varcato una vera e propria porta del tempo: erano stati catapultati direttamente in una chiesa rupestre medievale, interamente affrescata. Ma l’avventura non era ancora terminata. Dopo pochi passi giunsero in una sala con una profonda cisterna romana e, proprio mentre il gioco cominciava a farsi interessante, dovettero fermarsi di fronte a una porta murata. Avrebbero voluto sfondare la parete in mattoni ma il rumore avrebbe potuto attirare l’attenzione dei vicini. Come fare? Si dice che la notte porti consiglio. E infatti, alcune sere più tardi, durante il corteo storico della tradizionale Corsa all’Anello, armati di un grande martello, approfittando del rumore dei tamburi lungo la via, aprirono un varco sufficiente al passaggio di una persona. Non senza timore, percorsero alcuni metri di un buio corridoio, fino a giungere a una sala dove si apriva una piccola e invitante porta.
Al di là di essa i giovani esploratori ammutolirono di fronte a una miriade di graffiti che sembravano senza senso, lasciati sulle pareti di una piccola cella: uno di quei segni ricordava che in quel tenebroso sotterraneo aveva operato l’Inquisizione. Passò del tempo. I ragazzi, ormai grandi, cercarono di far luce sulla travagliata storia dei luoghi scoperti, senza successo fino al 2000 quando, dopo aver reso accessibili gli ambienti con il nome di Narni Sotterranea, cominciarono a trovare le prove che avevano invano cercato per anni. Inaspettatamente si aprirono per loro le porte del Trinity College di Dublino, degli Archivi Vaticani e di molti altri luoghi che sembravano inaccessibili. Emersero storie di sofferenza e di persecuzione ma la scoperta più interessante fu il documento che rivelava l’identità del prigioniero autore dei graffiti enigmatici, di radice alchemico massonica, rinchiuso nel 1759: Giuseppe Andrea Lombardini.