Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
ARTE ETRUSCA
Sofia
Created on March 26, 2023
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
View
Vaporwave presentation
View
Animated Sketch Presentation
View
Memories Presentation
View
Pechakucha Presentation
View
Decades Presentation
View
Color and Shapes Presentation
View
Historical Presentation
Transcript
ARTE ETRUSCA
architetture e sculture
start
FALANGA SOFIA, RANDAZZO ANTONIO, CRACOLICI GIULIA, FLORIO CLARA, TOMASELLO GRETA E CANNESTRINO SAMUELE
TOMBE DELLE LEONESSE
La tomba delle leonesse è una tomba situata nella necropoli etrusca di Tarquinia. Scoperta nel 1874, risale al 520 a. C. ed è costituita da una camera unica con soffitto a doppio spiovente, al quale vi si accede attraverso un dromos (indica il corridoio d’accesso alle tombe sotterranee) a gradini. Le leonesse che danno il nome alla tomba, raffigurate nel timpano della parete di fondo, sono in realtà delle pantere, animali sacri a Dioniso. le pitture si sono conservate, mostrando una tematica dionisiaca che viene richiamata attraverso la scelta dei dettagli, oltre che dall’intera composizione.Si può vedere, infatti, che il soffitto è decorato a scacchiera, mentre le pareti sono scandite da sei colonne rosse che danno alla tomba l’aspetto di una stanza aperta.
Al centro della parete di fondo, sopra lo stipo per il defunto, sono raffigurate due danze diverse:
a destra viene riprodotta una coppia formata da una donna e da un uomo che ballano al suono di un doppio flauto. Al centro della scena c’è un enorme cratere decorato con una corona di foglie di edera o forse di vite, pianta sacra a Dioniso. La presenza di questo oggetto e di altre stoviglie suggeriscono che si sta assistendo ad un simposio.
a sinistra un’elegante danzatrice che si muove al ritmo della cetra.
Infatti lungo le pareti laterali vengono raffigurati i partecipanti al banchetto: sono quattro uomini, distribuiti a coppie di due sulle due pareti, distesi sulle proprie klinai (lettino usato dagli etruschi per consumare i pasti e per riposo, uno ha nella mano l’uovo simbolo di rinascita. In particolare, sulla parete destra, l’uomo verso la parete di fondo impugna nella mano sinistra una kylix , una coppa da vino in ceramica.
Nella porzione inferiore delle pareti vi è un decoro ad onda che rappresenta delfini, altro animale sacro a Dioniso, e uccelli.Probabilmente tutta l’azione si svolge in una riproduzione di una casa etrusca in cui viene celebrato il defunto che non è presente graficamente, ma viene sottinteso dalla scelta del tema decorativo.
tomba dei rilievi
La tomba dei Rilievi è una tomba ipogea etrusca risalente alla fine del IV secolo a.C., scoperta nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri, nel 1847. Conserva tutti gli arredi, gli oggetti che accompagnavano i defunti appesi alle pareti ed è l'unica tomba etrusca decorata con rilievi in stucco insoliti rispetto ai consueti affreschi. La tomba è lunga 6 metri mentre il soffitto è alto 2 metri. Vi si accede attraverso un lungo domos (corridoio di accesso) che comunica con una camera sepolcrale.
La camera funeraria tutta scavata nel banco tufaceo ha un soffitto a doppio spiovente, con finta trave di colmo e travetti trasversali sottolineati da colore rosso; il soffitto appare sostenuto da una coppia di pilastri, con capitelli riccamente decorati, che non hanno una reale funzione strutturale ma unicamente ornamentale. Lungo le pareti sono ricavate numerose nicchie dove un tempo erano alloggiati urne e sarcofagi dei membri della famiglia Matuna.
Ci sono anche delle decorazioni disposte sulle pareti e sui pilastri: tutte in rilievo e colorate, riproducono a grandezza naturale gli oggetti che si potevano trovare in una casa principesca,cibo, attrezzi da cucina, armi e mobili ecc… Ad esempio sul pilastro di sinistra vediamo appesi un grande coltello da cucina, un’ascia da legno, delle corde, diversi recipienti e in basso la sagoma di un gatto che si stira.
Chimera di arezzo
Nella mitologia greca la Chimera ha testa di leone, la coda a forma di serpente e con una testa di capra nel mezzo della schiena, che terrorizzava la terra della Licia, infatti in tale regione si trova il Monte Chimera.
La scultura rappresenta un leone in posizione aggressiva a bocca aperta e con artigli estroflessi, con una testa di capra che nasce dalla schiena e un serpente al posto della coda che aggredisce mordendo uno dei corni della capra. È una statua di bronzo, di ascendenza greca, conservata presso il Museo archeologico nazionale di Firenze
Essa raffigura un mostro che sta per saltare addosso a qualcuno, probabilmente un nemico, con la bocca spalancata e la criniera irta. La testa di capra sul dorso è già reclinata e morente a causa delle ferite ricevute dallo stesso serpente. Il corpo è modellato in maniera da mostrare le costole del torace, mentre le vene solcano il ventre e le gambe
sarcofago degli sposi
Il sarcofago degli sposi è un sarcofago etrusco in terracotta che risale al VI secolo a.C., conservato nel Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma.Nonostante la denominazione, non si tratta di un sarcofago (cioè la cassa che custodiva il corpo imbalsamato del defunto), ma di un’urna cineraria, destinata ad accogliere le ceneri dei due defunti. La realizzazione del sarcofago richiese la ricerca di più pezzi, poi uniti, modellati e dipinti con l'aggiunta di dettagli.
LUPA CAPITOLINA
La statua “Lupa Capitolina” è una statua simbolica di Roma. Secondo la mitologia antica, infatti, Rea Silvia, una bellissima vestale, venne fecondata dal dio della guerra Marte. Infatti la statua rappresenta la lupa che allatta due neonati (che rappresentano Romolo e Remo). La lupa è posta in posizione di guardia e possiamo notarlo dalle zampe, dalla testa girata a sinistra e soprattutto dalle fauci semiaperte che rivelano i suoi denti aguzzi, inoltre come possiamo notare le mammelle sul ventre sono ben evidenti. La statua è in bronzo, risale al Medioevo, ed è custodita dalla sua città simbolo: Roma, precisamente ai musei capitolini (che prendono il nome dall’opera)
L'OMbra della sera
L’ombra della sera è una statuetta votiva etrusca, proveniente dall'antica Velathri, ovvero l'attuale Volterra, dove è conservata al museo Guarnacci.
Si dice che sia stato il poeta Gabriele D'Annunzio a darle il nome "Ombra della sera" perché nel guardarla gli venivano in mente le lunghe ombre del tramonto, ma in realtà il nome è di origine popolare e compare per la prima volta in un testo nel 1954, la Guida di Volterra.
Essa rappresenta una figura maschile nuda, con un'altezza di 57,5 cm, ma ciò che risalta di più è la forma allungata del corpo, tranne la testa, che mantiene le proporzioni esatte, e questo stile così moderno risulta sbalorditivo per una scultura etrusca; viene sottolineata una bellezza che raggiunge quasi il soprannaturale, grazie ai tratti naturali del volto. I bronzisti di Volterra erano già noti nell'antichità per le grandi capacità manifatturiere e tecnologiche, che permettevano loro di fondere i minerali di rame delle Colline metallifere in lega con lo stagno, ottenendo il bronzo.