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LA CITTA' ROMANA
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Created on March 21, 2023
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Transcript
LA CITTA ROMANA
. La città romana ha un’impostazione urbani- stica che deriva da quella greco-ellenistica. Le strade, rettilinee, sono razionalmente orga- nizzate a scacchiera (schema ippodameo) e corrono parallele ai due assi principali: il cardo con andamento nord-sud e il decumano con andamento est-ovest. All’incrocio tra le due strade maggiori si trova il foro. I due assi, spesso affiancati da file ininterrot- te di colonne, raggiungono le mura di cinta in corrispondenza delle quattro porte maggiori. Questo schema non è presente a Roma, nata dall’unione di vari insediamenti posti sui col- li, ma è ben visibile nelle città di fondazione sorte sulla struttura del castrum, l’accampa- mento romano.
LA sua formazione
LE INFRASTRUTTURE
La storia di Roma è il racconto di una incredibile ascesa politi- ca: nel giro di sette secoli un sito abitato da pastori e contadini di- venta il centro di un immenso impero. L’arte, in questo contesto, assu- me una funzione politica e so- ciale: esalta la virtus e la gran- dezza di Roma. La leggenda narra che la città sia stata fondata da Romolo nella metà del VIII sec. a.C. sul colle Palatino (anche se questo era già abitato nell’età del ferro). Altre ipotesi pongono presso il Teve- re la nascita di Roma, come tutte le altre grandi città antiche nate presso un fiume. Sections like this help you create order
La politica espansionistica romana determina la necessità di organizzare in modo razionale i collegamenti tra la capitale e le regioni conquistate. Per questo i Romani sviluppano una raffi- nata tecnica costruttiva stradale caratterizzata dalla sovrapposizione di diversi strati di mate- riali lapidei a diversa pezzatura. Crearono così una vastissima e capillare rete viaria estesa a tutto l’impero (le civiltà precedenti avevano, invece, privilegiato gli scambi via mare o fiume, che non richiedono la realizzazione di infrastrutture).
ARTE ROMANA REPUBBLICANA
Ma le vere grandi innovazioni architettoniche sono l’arco a tutto sesto (già in uso presso gli Etruschi) e le strutture da questo derivate (la volta a botte e la cupola semisferica). Grazie a queste invenzioni e all’ideazione di nuove tecniche edilizie i Romani hanno costruito infra- strutture ed edifici pubblici mai realizzati prima di allora: ponti, acquedotti, teatri, anfiteatri, basiliche, terme etc. etc. Grazie all’arco non è più necessario avvicinare i piedritti per evitare la rottura dell’architrave e si creano ambienti di ampiezze mai viste prima. Ne esce fuori un’architettura curvilinea, archi- voltata, diversa da quella greca (rettilinea perché architravata). Per la prima volta l’architettura diventa soprattutto spazio. Per questo si può dire che i Romani abbiano inventato lo spazio architettonico!
IL FUNZIONAMENTO DELL'ARCO
Il funzionamento statico dell’arco è molto differente da quello del sistema trilitico proprio dell’ar- chitettura greca. In un arco i singoli conci cuneiformi sono sollecitati solo a compressione (sfor- zo al quale resistono perfettamente) e trasmettono sui piedritti una spinta obliqua, dotata, quin- di, di una componente orizzontale. Se, dunque, le luci possono diventare molto più ampie, i piedritti tendono ad essere rovesciati dalle spinte all’imposta dell’arco. L’uso di sequenze di archi, tuttavia, fa sì che le spinte late- rali si annullino a vicenda.
ESEMPI DI ARCHI