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alvise ingiostro

Created on March 17, 2023

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anno in cui la britannia diventa una provincia romana ? inizio : 43 a.C fine : 409/410 d.C (con Costantino II) cosa, la britannia, importava a roma ? lo stagno attraverso quali vie di comunicazione/commercio ? con le navi o con gli aerei

La Sicilia è l’attuale Sicilia, è la prima provincia romana e lo divenne nel 241 a.C. Per Catone il Censore, importante politico e oratore dell’antica Roma, era “il granaio della Repubblica”. La Sicilia era definita anche un enorme campo coltivabile, si poteva trovare viti, ulivi, orzo e anche frumento per il mercato esterno. Si può capire che la Sicilia per Roma era un grande punto di forza, perché da ella Roma prendeva gran parte del grano per destinarlo anche a persone meno ricche e pure le spighe avevano un costo basso. Più che altro prima quando era una provincia romana la Sicilia era un punto di congiunzione per la sua economia primaria. Ora le cose sono un po’ cambiate c’è ancora a vigere il settore primario, ne fanno parte la pesca, l’agricoltura, e non ancora sviluppata l’industria, quindi un piccolo incremento del settore secondario. Come agricoltura c’è la produzione di cereali e di frumento importante, il grano duro per fare paste, risi ed altre cose. Per il suo clima caldo si possono anche coltivare le banane. Per l’economia sicula è importante anche la coltivazione di kiwi e mango, lungo il Fiumefreddo, e non si dimentica il cioccolato di Modica. La Sicilia da anche un contributo portante del mondo dei vini (es. il Corvo di Salaparuta, il Marsala, della provincia di Trapani, il Moscato di Pantelleria, il Nero d'Avola, il Malvasia di Lipari, il Cerasuolo di Vittoria e l'Etna e lo Zibibbo). Poi sempre sul primario ci sono gli allevamenti (si trovano più nella provincia di Ragusa), come quelli di caprini, ovini ed equini e i bovini e la pesca (si può trovare più che altro a Mazara del Vallo) come quella di sardine, il tonno, le alici e gli sgombri, spigole e orate, ed infine energia. Come settore secondario ci sono industrie legate gas naturale, zolfo, sale, salgemma e anche petrolio. Ed infine terziario con il turismo.

La provincia di Acaia fu una provincia dell’Impero Romano che attualmente corrisponde alla parte nord-occidentale del Peloponneso dell’odierna Grecia. Quando i romani giunsero in questo territorio, la Acaia non diventò subito una provincia autonoma, ma fu riunita alla Macedonia formando la provincia di Macedonia et Achaia. Rimase una provincia unita fino al 27 a.C. , quando l’imperatore Augusto la rese provincia autonoma diventando una delle provincie senatus o populi e come tale affidata ad un proconsole. Negli anni tra il 15 e il 44 d.c. fu nuovamente riunita alla Macedonia e legata ad essa con un legatus Augusti, finché l’imperatore Claudio non la suddivise nuovamente restituendola al senato. Il commercio tra Acaia e Roma avveniva principalmente via mare, sia perché era più agevole ma soprattutto perché era più veloce. Il trasporto via terra era limitato a causa del territorio ostile che ostacolava il tragitto. Dal territorio di Acaia i romani importavano principalmente: tessuti, olio, utensili metallici, porpora, piombo, rame, ferro, marmo delle cave, prodotti di lusso domestici come vasellame, arredamento, cosmetici e lini. Era particolarmente importante il commercio degli schiavi greci istruiti specialmente medici e insegnanti. La Grecia attuale importa principalmente prodotti che vengono utilizzati nell’industria del paese. I prodotti principali sono petrolio greggio, petrolio raffinato, medicamenti confezionati, navi passeggeri, navi mercantili e gas di petrolio. La Grecia utilizza i prodotti importati per la trasformazione in prodotti finiti, che in parte, vengono esportati e in parte utilizzati dalla popolazione. La Grecia importa principalmente dalla Germania, oltre che da Russia, Italia, Iraq e Cina. Tra i prodotti che esporta la Grecia troviamo il petrolio raffinato, medicamenti confezionati, placcatura in alluminio, pesce fresco senza filetto, altri ortaggi trasformati, materie plastiche e prodotti siderurgiche. La Grecia esporta i suoi prodotti principalmente verso la Turchia, Italia, Germania, Bulgaria e Cipro mentre altri paesi minori sono Stati Uniti, Regno Unito, Arabia Saudita, Libano ed Egitto.

La Dacia è una delle antiche provincie dell’impero romano, dove adesso c’è l’attuale Romania. Comprendeva una regione dell’Europa centrale ed era delimitata a sud dal Danubio, a nord dai monti Carpazzi, ad ovest dal Tibisco e a est dal Nistro. Essa fu conquistata tra la fine del 106 e inizio del 107 da Traiano e finì tra il 271 e 274. Ai tempi del impero romano fu conquistata per la sua grande quantità d’oro che, dopo la sua conquista, entrò tutto nelle casse romane. L’elevata quantità d’oro e argento fece addirittura scendere il suo valore. L’economia della dacia quindi si basa sul settore primario,sull’estrazione dell’oro , argento e ferro. Attualmente la Romania ha aziende produttrici di autoveicoli, il marchio prende nome dell’antico regno (Dacia). Gli autoveicoli vengono commercializzati in Europa, Africa e Asia. Dopo la conquista della Dacia uno dei principali strumenti della romanizzazione fu la fitta rete di strade costruite per il commercio .

Le merci che erano oggetto di scambio: oggetti di ferro, di bronzo, rame e d'oro; prodotti agricoli come il grano; pelli; cuoio; ambra; pietre preziose; vetro; animali da circo. Le vie di comunicazione per il commercio erano: via mare, cosa che consentiva un trasporto più rapido; via terra, grazie al grande sviluppo della rete stradale. I tre settori: L’economia della Mauritania è caratterizzata da una struttura produttiva relativamente fragile, basata sullo sfruttamento delle risorse naturali (minerarie e ittiche), che producono il 90% delle entrate fiscali del paese. Primario - il 50 % della forza lavoro è impegnato nel settore primario (agricoltura e pesca), caratterizzato da un modesto livello di tecnologia, con rilevanti carenze nella trasformazione e conservazione delle materie prime. Secondario - Occupa il 27,3%, però resta poco sviluppato a causa di numerosi ostacoli: limitati investimenti, ristrettezza del mercato interno, scarsità di manodopera qualificata, inadeguatezza delle infrastrutture, alti costi di produzione e necessità per gli operatori stranieri di legarsi ad una controparte mauritana per avere la possibilità di entrare nelle attività nel Paese. Le esportazioni restano quindi per la quasi totalità legate ai minerali e alla pesca, rendendo l’economia del Paese fortemente dipendente dalle mutevoli condizioni dei mercati internazionali. Terziario - Le attività terziarie sono cresciute negli ultimi anni, con una forte espansione del settore commerciale che ha più che compensato la contrazione del comparto dei servizi pubblici. La componente del settore terziario del PIL ha continuato a crescere raggiungendo il 44,8%, il suo livello massimo finora raggiunto.

STORIA PROVINCE ROMANE E GLOBALIZZAZIONE LA PANNONIA Anno in cui diventa provincia La provincia della Pannonia fu costituita da Tiberio nel 10 d.C., col nome di Illirico inferiore, al termine di una lunga guerra iniziata quattro anni prima per domare la rivolta delle genti indigene malamente assoggettate. La conquista sistematica del territorio, abitato da numerose tribù di cultura celto illirica Aravisci, Arviates, Azali, Boi, Breuci, Iasi, Scordisci, ecc., era iniziata nel 35 a.C. da Ottaviano, che aveva attestato le sue legioni sulla Sava. Successivamente, dal 12 al 10 a.C., Tiberio aveva esteso l'effettivo dominio romano sino al corso della Drava, con frequenti puntate nell'area compresa tra questo fiume e il Danubio. Ebbe una grande importanza nel sistema difensivo romano nei confronti delle popolazioni barbariche. Per lunghi tratti, il Danubio coincideva con la linea di frontiera romana. I resti del forte furono scoperti su uno sperone dei monti Pilis sovrastante il Danubio nella zona della città nord Ungherese. Produzione commerciale del territorio di un tempo Dal punto di vista economico la Pannonia fu prevalentemente un paese agricolo, ma il progresso dell'agricoltura fu dovuto in gran parte ai Romani. Gli scrittori del primo secolo descrivono la regione come fredda e improduttiva, coperta da vaste foreste tuttavia il legname rimase una delle più importanti merci d'esportazione. Le iscrizioni ricordano dei procuratores di miniere e precisamente di miniere d'argento. Sappiamo anche dell'esistenza nella provincia di fabbriche d'armi. Rapporti commerciali fra Italia e Pannonia in età romana I prodotti provenienti dal mare, il vino e l’olio, giungevano presso i popoli illirici abitanti ad Ister attraverso Aquileia. Il vino era trasportato in botti accatastate su carri, mentre in cambio la popolazione di Ister forniva schiavi, bestiame e pelli. PANNONIA = attuale UNGHERIA Attualmente l’agricoltura possiede un ruolo secondario nell’economia ungherese, anche se oltre il 50% copre terreni coltivabili. Le principali colture in crescita sono quelle del frumento e del girasole. Rimane stabile la coltura del mais, ma è in calo la coltivazione di patate e vino. Resta però sempre elevata la produzione del vino Tokaj. Il peperoncino rosso è una coltura tradizionale da cui si ricava la paprica. Sono diffuse anche la barbabietola da zucchero, l’orzo e la segale. Le risorse minerarie dell’Ungheria sono scarse. La bauxite è l’unica presenza importante da cui si ricava l’alluminio e l’Ungheria ne è uno dei maggiori produttori mondiali. Le miniere di Bauxite più importanti si trovano sui monti Vértes e sulla selva Baconia. Il 60% del commercio dell’Ungheria si svolge con paesi dell’Unione Europea. Il paese principale è la Germania, seguita poi dalla Russia, dall’Austria, dall’Italia, dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia. Le esportazioni riguardano prevalentemente prodotti agricoli e industriali: macchinari, veicoli, attrezzature per i trasporti, prodotti chimici tessili e metallurgici, prodotti agricoli, zootecnici e vino. Invece le importazioni riguardano: combustibili, materie prime, macchinari specifiche industrie, forniture per l’industria dei trasporti, beni di consumo e prodotti chimici.

Bitinia divenne provincia d’Asia dal 74 a.C. al 63 a.C.; poi unita al Ponto, divenendo provincia autonoma. Durante l’alto impero fluttuò fra l’amministrazione senatoria è quella imperiale, certamente attestata all’inizio del II d.C. Il Regno del Ponto fu un regno ellenistico localizzato nell'Anatolia nord-orientale, tra i fiumi Fasis e Halys e la costa del Mar Nero. Fu fondato da Mitridate I nel 281 a.C. in reazione alla politica aggressiva del sovrano. Raggiunse l'apogeo sotto Mitridate VI il Grande. Mitridate fu però sconfitto dopo una lunga serie di conflitti dalla Repubblica romana, e nel 63 a.C. il regno fu smembrato, parte incorporato nel territorio romano come provincia di Bitinia e Ponto e parte come regno cliente dei Romani. Quest'ultimo fu annesso definitivamente nel 62 dall'imperatore Nerone. Trigleia o Triglia (in in turco Trilya) detta anche Brylleion che fu un'antica città portuale della Bitinia situata sulla costa meridionale del Propontide a nord-ovest dell'odierna Bursa). Trigleia fu famosa per il buon vino e lo scalo delle merci. ECONOMIA: settore primario: in questo settore l’agricoltura è ancora poco meccanizzata, è praticata su circa un terzo del territorio settore secondario:in questo settore le attività più diffuse sono quelle tessili e alimentari. settore terziario: questo settore domina l’economia del paese, contado per 60% del prodotto interno lordo.

L'economia romana si basava principalmente sul settore agricolo e sul settore del commercio. La Mesopotamia mancava (principalmente per via della sua natura alluvionale) di alcune materie prime fondamentali, come la pietra, il legno e il metallo. Tuttavia, alla base dell'economia della Mesopotamia potevamo trovare: l'orzo, la cui coltura era ideale per il tipo di ambiente; il vetro (soffiato) la cui origine si può attribuire ai fenici; la lana ricavata dai numerosi allevamenti di pecore e l’olio di oliva (la cui coltura arrivò fino ai territori del nord europa). In Mesopotamia si trovavano cereali e grano in grandi quantità e frutta perché cresceva in abbondanza (datteri, fichi, albicocche, mele, pere, pistacchi). Il commercio di beni tra Roma e la Mesopotamia si basava principalmente su prodotti agricoli, come grano, olio e vino, ma anche su beni di lusso come spezie, tessuti e schiavi.Il punto forte della Mesopotamia era ed è ancora oggi l’alta fertilità dei terreni data dai due famosi fiumi (il Tigri e l’Eufrate) e anche, in secondo luogo, dalla vicinanza al mare (a ovest il Mar Mediterraneo e a est il Golfo Persico). Al giorno d’oggi, tra le principali colture agricole della Mesopotamia troviamo: Cereali come orzo, frumento, segale e sorgo. Legumi come lenticchie, cipolla e aglio. Palma da datteri, ulivi, fichi e uva. L’orzo e l’olio rappresentano ancora oggi importanti merci agricole. Nelle zone settentrionali della Mesopotamia, meno fertili e irrigabili dei territori meridionali, è più praticato l'allevamento di asini, bovini, ovini, caprini, suini, polli, oche e successivamente del cavallo. La Mesopotamia divenne una regione particolarmente ricca non solo per la presenza dell'acqua, ma anche perché, la sua posizione centrale tra i mercati dell'India e i paesi del Mediterraneo, la resero importante per gli scambi commerciali. L'imperatore Traiano inoltre contribuì alla costruzione di una rete di strade che collegava le marche romane in Mesopotamia e le province dell'impero ad oriente. Quindi, la rete di strade rese più semplice lo scambio di beni tra Roma e la Mesopotamia. Tuttavia, i commercianti mesopotamici erano ancora interessati soprattutto allo scambio via mare, che era più veloce e sicuro. Ricapitolando: Ai tempi dell’Impero romano in Mesopotamia venivano prodotte e vendute le seguenti merci: Orzo Vetro Lana Olio d’oliva Spezie Tessuti In secondo luogo: Cereali Grano Frutta *(1° paragrafo quinta riga dal basso) Al giorno d’oggi non troviamo molte differenze: Cereali Legumi Orzo e olio ancora importanti Per più informazioni -> 2° paragrafo Non bisogna dimenticare che la Mesopotamia divenne importante per gli scambi commerciali grazie alla sua posizione centrale tra i mercati dell'India e i paesi del Mediterraneo.

Regione storica della Penisola Balcanica, la cui estensione ha molto variato attraverso il tempo. Oggi il nome è rimasto a indicare la porzione sud-orientale della Penisola Balcanica, ma non corrisponde ad alcuna divisione amministrativa né politica. Appartiene per la maggior parte alla repubblica turca, per il rimanente - Tracia occidentale - alla Grecia. La Tracia si affaccia al Mar Nero, al Mar di Marmara e all'Egeo, separata dalle regioni interne della Penisola Balcanica dalle catene montuose del Rodope, del Sakar Planina e dei Monti Strangia. Le coste della Tracia, basse e spesso orlate di paludi, sia verso il Mar Nero sia verso il Mar di Marmara e l'Egeo, non hanno porti importanti: quasi tutto il traffico si concentra a Costantinopoli. La Tracia, essendo aperta verso il mare, gode di un clima abbastanza temperato, che presso la costa permette lo sviluppo delle piante mediterranee. La vegetazione è rappresentata dalla macchia e dal bosco, molto ridotto però per gl'inconsulti disboscamenti, nella cintura montuosa; dalla steppa nella zona centrale, più povera di precipitazioni. Le colture dei cereali, limitate alle zone circostanti ai villaggi, si vanno estendendo nel bassopiano interno, dove in alcune aree si coltiva anche il cotone; ma le migliori zone agricole si trovano al piede delle montagne marginali, dove si stende una fascia di calcari eocenici ricca di sorgenti, di colture, di villaggi; sulle pendici del Tekir daǧ e presso la costa dell'Egeo si coltivano anche gli alberi da frutta mediterranei (fichi, mandorli, ecc.). Una grande trasformazione si va operando anche nella Tracia occidentale greca, che ha dovuto far posto a numerosi coloni in seguito allo scambio di popolazione con la Turchia dopo la guerra greco-turca: nelle colline si estendono le colture arboree, nei piani i cereali; acquista importanza sempre maggiore la coltura del tabacco (specialmente nella regione di Xánthé e di Komotinē) e non mancano frutteti e orti. Oggi il nome è rimasto a indicare la porzione sud-orientale della Penisola Balcanica, ma non corrisponde ad alcuna divisione amministrativa né politica. Appartiene per la maggior parte alla repubblica turca, per il rimanente - Tracia occidentale - alla Grecia Cosa esportavano e importavano in passato? Lo scambio di merci tra la penisola balcanica e l'Impero Romano è stato un aspetto importante della storia di questa regione. La Tracia, una provincia dell'Impero, era un’importante crocevia di commerci tra l'Europa occidentale ed orientale, con la sua posizione strategica sull'estremità sudorientale della Penisola balcanica. [1] La Tracia era un importante porto di transito per tutti i prodotti dell'Impero Romano, dal grano al vino, dal ferro alla seta. Si stima che circa la metà dei beni dell'Impero Romano sia passata attraverso la Tracia durante il periodo della sua grandezza. [2] La penisola balcanica, inoltre, divenne un importante centro di produzione di materie prime e beni di lusso, come l'oro e l'argento. La penisola offriva anche importanti risorse di legname e di minerali preziosi, come l' argento e oro. [3] Il commercio era così intenso che nel III secolo dC l'Impero romano divenne una delle principali potenze economiche della regione. La sua influenza commerciale si estese anche al Nord della penisola e su una parte delle regioni centrali (l'Italia meridionale). La sua influenza commerciale aiutò anche l'Impero ad espandersi nell'area balcanica a danno dell'Impero bizantino, e il suo commercio internazionale contribuì al benessere economico di tutto l'Impero. Cosa importano ed esportano oggi? Molto importanti per l'economia sono i commerci marini: la nazione dispone della più potente flotta mercantile europea. La Grecia importa materie prime, carburanti, derrate alimentari, prodotti chimico-farmaceutici e macchinari dai Paesi della UE (di cui fa parte dal 1981). Le esportazioni greche dirette al nostro Paese riguardano principalmente prodotti alimentari, prodotti petroliferi raffinati e prodotti metallurgici. Le principali importazioni bulgare sono provenute da Russia, Turchia, Cina ed Egitto. La crescita maggiore è stata raggiunta nuovamente dal settore delle bevande alcoliche, analcoliche e tabacco (32,3%), cibo e animali (23.1%) e carburante e oli minerali, compresi i prodotti riguardanti la loro distillazione (21.2%) Il Paese esporta principalmente carbonati, fertilizzanti azotati, concimi fosfatici e oli essenziali. Le importazioni dalla Turchia hanno riguardato in particolare: prodotti della pesca, ortofrutticoli freschi e refrigerati, frutta a guscio (spiccano le nocciole che con 240 milioni di euro rappresentano il 48% dell'import agroalimentare totale), cereali, preparazioni di ortaggi e legumi e bevande alcoliche. I prodotti più esportati dalla Turchia sono stati autoveicoli, trattori e parti di ricambio; seguono pietre preziose e semi-preziose, macchinari e apparecchiature meccaniche sono al terzo posto poi abbigliamento ed accessori per un valore di 5 miliardi di dollari.

La Cirenaica, era una provincia nell’africa settentrionale e corrisponde all’attuale Libia. Quando diventerà provincia romana verrà unita all’isola di Creta. La nascita della provincia La Cirenaica fu una provincia di Roma assieme all’isola di creta per due secoli a partire dal 74 a.C. Nel 67 a.C. venne costituita la provincia di Creta che fece parte dei domini del triumviro di Marco Antonio. Poco dopo venne concessa la libertà ai cittadini di quest’isola sotto richiesta di Ottaviano. Nel 36 a.C. Marco Antonio assegnò questa provincia alla figlia di Cleopatra. A partire dal 27 a.C. Creta e Cirene vennero unite creando una provincia senatoria. Dopo una riforma Diocleziana la Cirenaica venne nuovamente separata in Libia orientale e occidentale, anche Creta venne divisa. Nel 365 d.C. fecero di nuovo entrambe parte dell’impero romano d’oriente. Economia La Cirenaica era un territorio molto fertile e venne ripreso in mano dai romani nell’ambito del settore agricolo dopo la loro conquista. Veniva coltivalo l’orzo per produrne la farina. Importavano a Roma anche olio e peperoni rossi, zucche cetrioli e datteri. Anche carni ovine e di cammello. Queste merci venivano trasportate ovviamente su delle navi. Vie di commercio La Cirenaica si affaccia sul mar Mediterraneo, di conseguenza ci sono varie vie di comunicazione che portano fino nel mar Adriatico e Tirreno, spingendosi però anche verso lo stretto di Gibilterra per poi uscire nell’Atlantico. Oggi Abbiamo visto che la Cirenaica corrisponde all’attuale Libia. Oggi quest’ultima produce cereali, grano, orzo, olivo ma anche agrumi e alberi da frutta. Nelle zone desertiche, c’è tabacco, arachidi, patate e ricino. Si può dire quindi che le materie del settore primario sono più o meno le stesse dei tempi della Cirenaica.

La Gallia Narbonese era una provincia romana geograficamente corrispondente, alle regioni francesi, situate nella Francia meridionale. Precedentemente conosciuta come Gallia Transalpina (o Gallia meridionale), prima delle campagne di Cesare era chiamata anche Provincia Nostra o semplicemente Provincia. Questa fascia meridionale della regione interessava i Romani per vari motivi: ad esempio, in quanto passaggio per via di terra (in alternativa alle rotte marine, non praticabili in inverno) verso la Spagna, già conquistata. Il commercio di Roma con la Gallia, prima della conquista si basava prevalentemente sul vino, che veniva import fatto prevalentemente dall'Italia, venivano importati dai 120.000 ai 150.000 di ettolitri di vino ogni anno. Erano gli oppida come bibracte i luoghi di maggior consumo del prodotto. Visto il periodo e le quantità non potevano dunque essere militari e coloni romani gli importatori e consumatori di vino, dovevano quindi essere i Galli, ma solo la nobiltà non poteva consumare tali quantità di prodotto. i Galli amavano profondamente il vino, secondo Diodoro erano disposti a comprarlo a prezzi esageratamente alti e lo bevano liscio, Senza allungarlo come invece facevano greci e romani. Il bere vino non ha allungato era sintomo di barbiere per greci e romani, in quanto visto come una forma di eccesso, ed un'altra cosa che colpì alcuni scrittori antichi fu il fatto che i nobili Galli compravano il vino dai mercanti e lo distribuivano in banchetti ai quali partecipavano i loro clienti o anche tutta la popolazione della tribù. La produzione gallica però non si limitava al mercato interno, infatti durante l'età Flavia ad Ostia, il 33,68% delle anafore ritrovate proviene dalla Gallia, la produzione vincola della Gallia aumento nel corso dei secoli. La regione divenne provincia romana nel 121 a.C., col nome originario di Gallia Transalpina (ossia "Gallia al di là delle Alpi", nota anche come Gallia ulterior e Gallia comata, in contrapposizione alla Gallia cisalpina ossia "Gallia al di qua delle Alpi", nota anche come Gallia citerior e Gallia togata). Nel territorio della provincia, inoltre, scorreva il tratto terminale del fiume Rodano, importante via di commercio fluviale da tutto l'interno della Gallia fino al Mar Mediterraneo, con il porto di Massilia, l'attuale città di Marsiglia. Al termine della conquista della Gallia le merci trasportate erano, principalmente, vetro e ceramica da Ledosus (Lezoux), Vienna (Vienne) e Lugdunum (Lione) a cui si aggiungono, nel periodo imperiale, metalli quali argento, piombo, bronzi dal nord della Gallia e dalla Renania. Le produzioni della provincia stessa vennero anch'esse esportate verso Roma (soprattutto cuoio e frumento). Tra l'inizio del 7° e la fine del 5° secolo a.C. una serie di migrazioni portò gruppi di Celti provenienti dall'Europa centro-orientale a occupare il territorio approssimativamente coincidente con l'attuale Francia.

L’AQUITANIA AREA ODIERNA E ANTICA L’Aquitania corrisponde all’attuale regione della Francia sudoccidentale con capoluogo Bordeaux. Nell’antichità comprendeva l’area tra i Pirenei e la Loira escluso però l’alto bacino della Garonna. L’area attuale si trova al confine con la Spagna e l’Oceano Atlantico. L’Aquitania o detta all’epoca Gallia Aquitania è attraversata da tre fiumi: Garonna, Dordogna e Adour. Comprende 250 km di costa detta Costa d’Argento. QUANDO DIVENNE PROVINCIA? La regione divenne provincia romana nel 50 a.C. al termine della conquista della Gallia ad opera di Gaio Giulio Cesare negli anni precedenti. Durante l’età imperiale la provincia venne affidata ad un legatus Augusti pro praetore ovvero ad un governatore di provincia imperiale di origini senatorie. L’Aquitania venne in seguito divisa da Diocleziano in tre parti: L’Aquitania prima a est tra il Massiccio centrale e il Berry. L’Aquitania seconda sulla costa atlantica fra l’estuario della Gironda e la Loira. L’Aquitania terza anche detta Novempopulana, fra la Garonna e i Pirenei. COSA SIGNIFICA AQUITANIA? Il termine Aquitania potrebbe significare sia “Paese delle acque” sia “Paese degli Auscii” celti che formarono una coalizione con i romani. Cesare incaricò della conquista dell’Aquitania il suo legatus legionis Publio Licinio Crasso, che riuscì a conquistare l’area in più battaglie mentre altre tribù si sottomisero subito. L’area si romanizzò attraverso la costruzione di nuove città, strade, acquedotti con una completa fusione delle due culture. Si forma una cultura definita gallo-romana che influenzò il Sacro Romano Impero di Carlo Magno. IMPORTAZIONI ED ESPORTAZIONI La Gallia Aquitania si sviluppò durante l’Impero Romano e furono proprio i romani a piantare per la prima volta gli alberi della vite si formarono inoltre moltissime officine specializzate in ceramica sigillata. Grazie alla grande produzione si riuscì ad esportare questi prodotti in quasi tutto l’Impero, in tutta la Gallia, in Britannia, in Italia e nelle due province di Germania superiore ed inferiore. LA GALLIA AQUITANIA OGGI L’Aquitania oggi è famosa per le Grotte di Lascaux e per il Menhir di Pierrefitte nella valle della Dordogna. Per quanto riguarda i commerci invece si importano sciroppi, succhi di frutta, liquori vini e alcolici come il whisky Moon Spirit caratteristico dell’area. Oltre a questo si importano ostriche e caviale ma anche il foie gras e il pollame.

La provincia della Pannonia fu costituita da Tiberio nel 10 d.C., col nome di Illirico inferiore, al termine di una lunga guerra iniziata quattro anni prima per domare la rivolta delle genti indigene malamente assoggettate. La conquista sistematica del territorio, abitato da numerose tribù di cultura celto illirica Aravisci, Arviates, Azali, Boi, Breuci, Iasi, Scordisci, ecc., era iniziata nel 35 a.C. da Ottaviano, che aveva attestato le sue legioni sulla Sava. Successivamente, dal 12 al 10 a.C., Tiberio aveva esteso l'effettivo dominio romano sino al corso della Drava, con frequenti puntate nell'area compresa tra questo fiume e il Danubio. Ebbe una grande importanza nel sistema difensivo romano nei confronti delle popolazioni barbariche. Per lunghi tratti, il Danubio coincideva con la linea di frontiera romana. I resti del forte furono scoperti su uno sperone dei monti Pilis sovrastante il Danubio nella zona della città nord Ungherese. Produzione commerciale del territorio di un tempo Dal punto di vista economico la Pannonia fu prevalentemente un paese agricolo, ma il progresso dell'agricoltura fu dovuto in gran parte ai Romani. Gli scrittori del primo secolo descrivono la regione come fredda e improduttiva, coperta da vaste foreste tuttavia il legname rimase una delle più importanti merci d'esportazione. Le iscrizioni ricordano dei procuratores di miniere e precisamente di miniere d'argento. Sappiamo anche dell'esistenza nella provincia di fabbriche d'armi. Rapporti commerciali fra Italia e Pannonia in età romana I prodotti provenienti dal mare, il vino e l’olio, giungevano presso i popoli illirici abitanti ad Ister attraverso Aquileia. Il vino era trasportato in botti accatastate su carri, mentre in cambio la popolazione di Ister forniva schiavi, bestiame e pelli. PANNONIA = attuale UNGHERIA Attualmente l’agricoltura possiede un ruolo secondario nell’economia ungherese, anche se oltre il 50% copre terreni coltivabili. Le principali colture in crescita sono quelle del frumento e del girasole. Rimane stabile la coltura del mais, ma è in calo la coltivazione di patate e vino. Resta però sempre elevata la produzione del vino Tokaj. Il peperoncino rosso è una coltura tradizionale da cui si ricava la paprica. Sono diffuse anche la barbabietola da zucchero, l’orzo e la segale. Le risorse minerarie dell’Ungheria sono scarse. La bauxite è l’unica presenza importante da cui si ricava l’alluminio e l’Ungheria ne è uno dei maggiori produttori mondiali. Le miniere di Bauxite più importanti si trovano sui monti Vértes e sulla selva Baconia. Il 60% del commercio dell’Ungheria si svolge con paesi dell’Unione Europea. Il paese principale è la Germania, seguita poi dalla Russia, dall’Austria, dall’Italia, dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia. Le esportazioni riguardano prevalentemente prodotti agricoli e industriali: macchinari, veicoli, attrezzature per i trasporti, prodotti chimici tessili e metallurgici, prodotti agricoli, zootecnici e vino. Invece le importazioni riguardano: combustibili, materie prime, macchinari specifiche industrie, forniture per l’industria dei trasporti, beni di consumo e prodotti chimici.

La Siria era una provincia romana, corrispondente grosso modo agli attuali Siria e Libano. La capitale provinciale era Antiochia, oggi in territorio turco. La provincia venne istituita già nel 64 a.C. da Gneo Pompeo Magno e classificata come provincia imperiale. Con la riforma tetrarchica le due province della Celesiria e della Siria Fenice entrarono a far parte della diocesi di Oriente. Sotto Teodosio I la Celesiria fu ulteriormente suddivisa nelle province di Siria, Siria Salutare e Siria Eufratense , mentre la Siria Fenicia in quelle di Fenicia e Fenicia Libanese: tutte e cinque le nuove province rimasero nella diocesi di Oriente. La nuova provincia era governata da un questore propretore , il primo dei quali fu Marco Emilio Scauro. Dalla Siria si importava la tela, i tessuti, il frumento, il vino, la porpora, il vetro, il legno e il bestiame Ora la Siria importa dall’UE animali vivi e formaggi mentre esporta nell'UE prodotti ortofrutticoli lavorati, tabacco greggio e gli organi animali.

La provincia romana Tarraconensis era una delle province romane più importanti nella penisola iberica durante l'era romana. Fu istituita nel 27 a.C. dopo la conquista romana della regione. La provincia copriva gran parte dell'attuale Spagna e comprendeva le regioni della Catalogna, Aragona, La Rioja, Navarra e parte della Castiglia-La Mancia. La provincia era di fondamentale importanza per l'Impero Romano, poiché forniva una grande quantità di risorse, tra cui oro, argento, minerali e prodotti agricoli; mentre attualmente l'Italia importa dalla Spagna automobili, polimeri plastici, acciaio ed olio d'oliva. La provincia Tarraconensis aveva, anche, un'importante rete stradale che collegava le principali città della regione. La città di Tarraco (l'odierna Tarragona) era la capitale della provincia e una delle città più importanti dell'Impero Romano. Era un centro culturale e commerciale con importanti monumenti come l'anfiteatro, il circo e l'acquedotto romano. Tarraconensis includeva altre importanti città, come: Barcino (l'odierna Barcellona), Caesaraugusta (l'odierna Saragozza), Asturica Augusta (l'odierna Astorga) e Calagurris (l'odierna Calahorra). Queste città erano importanti centri amministrativi, commerciali e militari e conservano ancora oggi importanti resti romani. La provincia era controllata da un governatore romano che risiedeva a Tarraco e, sotto il governo romano, la regione prosperò economicamente e culturalmente, ma alla fine fu conquistata dai Visigoti nel V secolo d.C. e successivamente dagli Arabi nel VIII secolo d.C.

La Lusitania era una provincia romana della penisola iberica. Corrisponde all'incirca all'odierno Portogallo e parte della Spagna. Prende il nome dalla principale tribù della zona, i Lusitani. La storia della regione risale al II secolo aC nelle mani dei Romani, ma fu istituita come unità amministrativa nell'agosto del 27 aC come provincia imperiale. Nel 260 la provincia entrò a far parte del postumo impero gallico, che si staccò dall'impero romano. Dopo la morte di Postumo nel 268, la Lusitania rientrò nell'Impero Romano. All'inizio del IV secolo, la Lusitania fu nominata provincia della diocesi spagnola dal riformato Diocleziano, come ricorda il Laterculus Veronensis del 314. Dopo la caduta dell'Impero Romano fu occupata dagli Arani, dopodiché l'area entrò a far parte del regno visigoto. La provincia era ulteriormente suddivisa in 3 conventi. Questi erano Conventus Emeritensis (a est), Conventus Pacensis (a sud) e Conventus Scallabitanus (a nord). Augusto in seguito riformò l'area e assegnò a Tarraconensis un'area dal nord della Lusitania. Ha anche rimosso le legioni dalla Lusitania, il che significava che il governatore aveva solo il grado prepraetorial. Di seguito il Dinastia Flavia, soprattutto sotto Vespasiano, le riforme furono di nuovo effettuate nella penisola iberica. Diede diritti a un gran numero di comunità (Lazio Minus), trasferì la regione Vettonica da Tarraconensis alla Lusitania e ridusse il numero delle truppe. Ma con l'aumentare del numero di cives, più uomini divennero disponibili per il servizio in altre parti dell'impero. L'origine dei Lusitani non è certa, ma probabilmente erano un gruppo etnicamente autonomo che subì forti influenze celtiberiche. Sono chiari in termini di organizzazione e linguaggio sociale oltre che militare Indogermanica. I lusitani erano considerati coraggiosi e amanti della libertà, ma non riuscirono a formare un'organizzazione e un'unità politica stabile. Eppure resistettero duramente ai romani. La battaglia iniziò nel 194 a.C. e finì davvero per la prima volta Giulio Cesare. Le loro lotte ebbero il culmine sotto Viriato e Sertorio. I lusitani lo rendevano difficile per i romani a causa loro tecniche di guerriglia. La capitale provinciale della Lusitania si chiamava Augusta Emerita, che ora è Merida in Estremadura, in Spagna. La città fu fondata come colonia per i veterani dell'esercito di P. Carisius dopo aver combattuto gli Asturiani nel 26-25 aC. Emeriti è il nome di un veterano, e Augusta Emerita significa una città costruita per i veterani, in questo caso la 5a e la 10a legione di P. Carisius, sotto Augusto. Il cristianesimo entrò molto presto in città e da lì si diffuse in tutta la Lusitania. Ogni Juventus ha anche un proprio capitale. Per Emeritensis rimane Augusta Emerita, per Pacensis Pax Iulia e Scallabitanus Scallabis. Sotto Augusto esistevano circa 45 comunità, di cui 5 colonie, 1 borgo e 3 città latine. La Lusitania possedeva industrie tradizionali come l'agricoltura e la pesca, era quindi l'implementatrice del garum (salsa di pesce in stile romano). Ma gran parte della ricchezza della provincia proviene dalle miniere. Molti minerali furono di proprietà dell'impero, in particolare le preziose miniere d'oro e d'argento. Sotto Augusto tutte le miniere d'oro erano presumibilmente di proprietà dell'impero, ma le miniere d'argento, le più piccole (perché non valevano la pena gestirle) e altre erano in mani private più a lungo o addirittura interamente.

la betica fu una delle provincie romane in cui venne suddiviso il territorio della penisola iberica nel 27 a.C. a partire dalla riforma augustea fino al 22 a.C. le cause furono per le invasioni barbariche, il territorio comprendeva tutta la parte della penisola meridionale ( l’attuale Andalusia ) con capitale Corduba ( attuale Cordova ), l’economia prosperava grazie alla sua agricoltura ed alla navigabilità sul fiume Baetis e alle sue miniere di piombo e argento, esportava principalmente grano, salamoie, garum ( una salsa liquida di interiora pesce salato che veniva aggiunto come condimento ), e vino, La religione era una tra le più ricche e produttive dell'impero Questa ricchezza era data dai numerosi commercianti italici che furono richiamati in patria e che inviavano a Roma e ai suoi porti mercanti e naviganti iberici, le campagne beariche esportavano molto cereali vino e olio: la testimonianza è data dalle monete presenti nella città Betica che prendono il simbolo del grappolo d'uva e della Spiga E esperta esportavano numerose anfore trovate negli scarichi a Roma , ritornando alle miniere furono una delle abbondanti ricchezze della Betica, sono particolarmente ricordate le miniere d'oro dell'Alto corso del Baetis e del territorio di Corduba Poi troviamo quelle di argento e altre di ferro di rame di piombo e anche con la presenza di cave di marmo, Un altro aspetto fu quello della rete stradale che partiva dal territorio della Betica attraversava la Gallia meridionale, i pirenei, e coste iberiche ( Via cominciata in parte compiutà da Augusto ) Principali vie di Commercio che collegavano la Betica con Roma furono quelle via Mare. com’è adesso invece? l’economia dell'andalusia è rimasta quella principalmente si basa sempre sull'agricoltura con la produzione di olio e vino, numerosa anche la produzione di cereali e alberi da frutta, l’allevamento si basa sui pascoli di bovini e cavalli, l’andalusia rimane sempre ben fornita di minerali di piombo, ferro, rame e carbone. Invece le principali industrie sono quelle chimiche, siderurgiche e quelle per le costruzioni navali, nel settore terziario molto sviluppato è il turismo soprattutto quello balneare

L’Africa come provincia romana corrisponde alle attuali Algeria (tranne la parte desertica), costa orientale della Tunisia e costa occidentale della Libia. I romani ricavavano dall’Africa oro, avorio e vetro. Inoltre c’era l’allevamento di animali da circo, utili per l’intrattenimento del pubblico (Cesare organizzò per 175 giorni all’anno gli spettacoli) L’Africa diventò romana a partire dal 146 a. C. alla fine della terza guerra punica. Nel 46 a. C. dopo la battaglia di Tapso, Cesare riorganizzò i territori ed il regno di Numidia orientale divenne la nuova provincia Africa Nova. I territori “vecchi” che costituivano già la provincia romana d’Africa divennero Africa Vetus. Nel 27 a. C. Ottaviano unificò l’Africa Nova e l’Africa Vetus e divennero una provincia senatoria, con il nome di Africa Proconsularis (proconsolare). Nel 193 con Settimio Severo la Numidia venne separata dall’Africa Proconsolare. Diocleziano divise l’Africa proconsolare in Proconsolare Zeugitana e Valeria Bizacena e la Numidia in Numidia Cirtensis e Numidia Militiana. Nel 395 dalla Valeria Bizacena si distaccò la provincia della Tripolitania. Le comunicazioni e gli scambi avvenivano tramite via marittima, attraverso il Mediterraneo (ricostruzione porto di Cartagine) Economia oggi: Libia= si basa sul petrolio (contribuisce per il 95% al valore delle esportazioni) Algeria= si basa sul settore petrolifero e del gas (più di un terzo del PIL del Paese) Tunisia= si basa per il 60% sul settore terziario, l’8% sull’agricoltura e l’industria per il 30%

L’Africa come provincia romana corrisponde alle attuali Algeria (tranne la parte desertica), costa orientale della Tunisia e costa occidentale della Libia. I romani ricavavano dall’Africa oro, avorio e vetro. Inoltre c’era l’allevamento di animali da circo, utili per l’intrattenimento del pubblico (Cesare organizzò per 175 giorni all’anno gli spettacoli) L’Africa diventò romana a partire dal 146 a. C. alla fine della terza guerra punica. Nel 46 a. C. dopo la battaglia di Tapso, Cesare riorganizzò i territori ed il regno di Numidia orientale divenne la nuova provincia Africa Nova. I territori “vecchi” che costituivano già la provincia romana d’Africa divennero Africa Vetus. Nel 27 a. C. Ottaviano unificò l’Africa Nova e l’Africa Vetus e divennero una provincia senatoria, con il nome di Africa Proconsularis (proconsolare). Nel 193 con Settimio Severo la Numidia venne separata dall’Africa Proconsolare. Diocleziano divise l’Africa proconsolare in Proconsolare Zeugitana e Valeria Bizacena e la Numidia in Numidia Cirtensis e Numidia Militiana. Nel 395 dalla Valeria Bizacena si distaccò la provincia della Tripolitania. Le comunicazioni e gli scambi avvenivano tramite via marittima, attraverso il Mediterraneo (ricostruzione porto di Cartagine) Economia oggi: Libia= si basa sul petrolio (contribuisce per il 95% al valore delle esportazioni) Algeria= si basa sul settore petrolifero e del gas (più di un terzo del PIL del Paese) Tunisia= si basa per il 60% sul settore terziario, l’8% sull’agricoltura e l’industria per il 30%

L’Illiria era una provincia romana che corrisponde alle zone dell’attuale Croazia, Ungheria, Albania, Serbia, Slovenia e una piccola porzione di Austria. Questa provincia fu annessa alla Repubblica Romana nel 167 a.C, dopo numerose battaglie combattute dai Romani per liberare quelle aree dalla dominazione del popolo degli Illiri, insieme di popolazioni autoctone e indoeuropee. Dai territori di quella provincia i Romani esportavano soprattutto legname, che era fondamentale per una città come Roma, le cui abitazioni erano costruite prevalentemente in legno. Inoltre venivano esportati minerali preziosi, come l’oro e l’argento ma anche il ferro. Dalle zone corrispondenti all’attuale Albania, invece, venivano trasportati a Roma gli schiavi, che lavoravano soprattutto per le famiglie patrizie, l’olio e il vino ma anche formaggio e pesce, elementi che per la vita quotidiana e l’alimentazione dei romani erano fondamentali. Dal punto di vista delle vie commerciali l’Illiria era una provincia con una rete stradale e portuale molto capillare. Degli esempi di città costruite in quella provincia sono: Durazzo, città da cui iniziava la Via Egnazia, che era molto importante per quanto riguarda le esportazioni dai territori greci. Altre città da ricordare sono Lubiana, che era attraversata dall’importante “Via dell’Ambra”, rotta commerciale la quale veniva usata dai Romani per esportare pietre preziose dalle zone della Dacia che erano attraversate dal Danubio. Il porto più importante della provincia era quello di Pola, da cui partivano le navi che trasportavano le merci a Roma. L’economia croata si basa soprattutto sul settore terziario e sul turismo. Attualmente ci sono molti porti fondamentali come quelli di Dubrovnik e Spalato, da cui partono imbarcazioni che trasportano prodotti chimici, macchinari industriali e legname. L’economia ungherese è caratterizzata da una prevalenza del settore terziario e del terziario avanzato, anche se il settore primario ricopre un ruolo importante per le esportazioni, che avvengono principalmente via terra. L’economia albanese è sicuramente quella più debole. Il settore primario costituisce ancora una grande fetta del PIL, mentre il terziario è quello senza dubbio più importante anche se i servizi non sono molto sviluppati. Da questo paese vengono esportate merci alimentari, come pesce, barbabietola e ovini. Il porto con maggiori movimenti commerciali è quello di Durazzo. L’economia slovena, invece, si basa su una quasi totale assenza del settore primario che lascia la maggior parte del PIL agli altri due settori che sono ovviamente quelli che concorrono di più alle esportazioni. Quest’ultime avvengono per la quasi totalità via terra, perché la Slovenia è dotata solamente del Porto di Capodistria.

A partire dal 30 a. C. l'Egitto fu uno dei più importanti territori dell'Impero romano, quando, dopo la morte di Cleopatra, fu acquisito da Ottaviano Augusto come sua proprietà personale. Il principale interesse romano per l'Egitto era costituito dall'approvvigionamento di grano per la città di Roma. L’Egitto fu caratterizzato da importanti aree economico-commerciali come la valle del fiume Nilo per le ricche coltivazioni di cereali, alcuni punti di approdo sul Mar Rosso (come ad esempio Berenice) per il commercio con l'estremo Oriente, da cui si importavano spezie e prodotti di lusso, o con l'Etiopia con oro, avorio, elefanti e bestie feroci per i giochi circensi a Roma e nelle province e infine l'area montuosa del deserto orientale, ricco di miniere d'oro. L’Egitto di oggigiorno importa prodotti agricoli come grano e mais, combustibili, prodotti minerari e manufatti, mentre le maggiori esportazioni riguardano cotone, filo isolato, concimi azotati, greggio e gas di petrolio. Importa prevalentemente dall’Unione Europea (l’Italia è tra i principali partner), dagli Stati Uniti, dalla Cina e dal Kuwait mentre esporta nell’Unione Europea, in Arabia Saudita, in India, in Turchia e negli Stati Uniti. Uno dei principali guadagni per le casse egiziane riguarda i trasporti, cioè il prelievo che deve essere pagato all’Egitto quando una nave attraversa il Canale di Suez o quando sosta nei confini marittimi del Paese. L'economia egiziana è in forte crescita, prevalentemente agricola, nonostante il recente sviluppo delle attività industriali e turistiche. Fino a qualche tempo fa era caratterizzata da una quasi assoluta stabilità alla monocoltura del cotone che imponeva, e in parte tuttora impone, l'economia del Paese ai mutamenti dei mercati internazionali. I lavoratori sono così suddivisi: 33% addetti all'agricoltura, 22% addetti all’industria, 45% addetti al terziario. L'economia dell'Egitto è una delle più diversificate del Vicino Oriente, con settori come il turismo, l'agricoltura, l'industria e dei servizi a livelli di produzione senza uguali. Il turismo rappresenta una grande risorsa per l'economia locale perché l'Egitto dispone di uno dei patrimoni storico-culturali più importanti al mondo e possiede anche grandi risorse ambientali, come la barriera corallina del Mar Rosso. E’ considerato una media potenza, con una significativa influenza culturale, politica e militare in Nordafrica, Vicino Oriente e mondo musulmano.

Germania Magna Da quando fino a quando? -Fu stata provincia Romana dal 9 a.c fino al 9d.c -Le provincie di Germania superior e di Germania inferior, erano disposte rispettivamente lungo il corso superioriore (a sud) e inferiore (a nord) del fiume Reno Cosa importavano a Roma? -Venivano importati grano e bestiame -Veniva importata anche grande quantità di ambra -Anche ciocche di capelli biondi venivano importate per farne parrucche -Le principali strade che si usavano per il commercio e la comunicazione erano: -Strada Romana da Treviri a Colonia -Via Belgica (Boulogne-Colonia) -Lines Renano basso -Collegamenti tra Lines Renano e Via Belgica