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L'odio in rete
annarummafederica
Created on March 17, 2023
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Transcript
"Le parole sono pietre, sono pallottole. Bisogna saper pesare il peso delle parole e fermare il vento dell’odio" (Andrea Camilleri)
HATE SPEECH
Annarumma Federica Flavia
Che cos'è l'hate speech
La Mappa dell'intolleranza
Espressione inglese composta dai sostantivi hate (‘odio’) e speech (‘discorso’). L’hate speech è il linguaggio d’odio, la violenza verbale, ovvero le espressioni e le frasi che servono a colpire, in presenza o tramite mezzi di comunicazione, individui o intere fasce di popolazione.
Esce la settima edizione della Mappa voluta da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, che fotografa l’odio via social.
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L'impatto potenziale dell'hate speech
Perché combattere il linguaggio d'odio?
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Hate speech o l'inguaggio d'odio
01
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Perchè combattere il discorso d'odio online?
Che cos'è l'hate speech?
"Il peso delle parole"
05
06
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Classificazione dell'hate speech
L'impatto potenziale dell'hate speech
I bersagli
09
08
I diritti umani
La Mappa dell'intolleranza
Che cos'è l'hate speech?
Espressione inglese composta dai sostantivi hate (‘odio’) e speech (‘discorso’): l’hate speech è il linguaggio d’odio, la violenza verbale, ovvero le espressioni e le frasi che servono a colpire, in presenza o tramite mezzi di comunicazione, individui o intere fasce di popolazione (stranieri e immigrati, donne, persone di colore, omosessuali, credenti di altre religioni, disabili, anziani, ecc.).
Altrettanto difficile è inoltre individuare il confine tra hate speech e libertà d’espressione, principio fondante della democrazia moderna: non basta una condanna sul piano giuridico e politico, seppure sia molto importante l’impegno delle istituzioni per contrastare tale forma di odio.
Combattere l’hate speech non è facile. Il discorso d’odio viene spesso banalizzato e reso normale, soprattutto online. Rapidità di reazione, impulsività e anonimato rendono particolarmente aggressivo (e qualche volta virale) il contenuto delle offese, dirette spesso verso i più fragili.
"Il peso delle parole"
"Le parole possono essere potenti strumenti di oppressione, pesanti come pietre. Chi parla, soprattutto se da posizioni di autorità o in contesti istituzionali, ha una pesante responsabilità: ciò che diciamo cambia i limiti di ciò che può essere detto, sposta un po' più in là i confini di ciò che viene considerato normale, assodato, legittimo. E cambiare i limiti di ciò che può essere detto cambia allo stesso tempo i limiti di ciò che può essere fatto:
ci abituiamo a una mancanza di attenzione e vigilanza sulle parole, che rende più accettabile la mancanza di vigilanza sulle azioni. Il silenzio, l'indifferenza o la superficialità con cui spesso accogliamo gli usi offensivi di altri corrono il rischio di trasformarsi in consenso, approvazione, legittimazione – e muta noi in complici e conniventi."
C. Bianchi – Il lato oscuro del linguaggio. Hate speech)
Perchè combattere il linguaggio d'odio online?
- IL DISCORSO DELL’ODIO PROCURA SOFFERENZE
- GLI ATTEGGIAMENTI ALIMENTANO GLI ATTI
- L’ODIO ONLINE NON È SOLO ESPRESSO A PAROLE
- L’ODIO PRENDE DI MIRA SIA GLI INDIVIDUI SIA I GRUPPI
Milano, dopo la vaccinazione contro il Covid-19 insulti social contro Liliana Segre
- INTERNET È DIFFICILMENTE CONTROLLABILE
- IL DISCORSO DELL’ODIO ONLINE HA RADICI PROFONDE
- INTERNET NON È UNA REALTÀ SEPARATA DAL MONDO
Classificazione dell'hate speech
LE ESPRESSIONI DI INCITAMENTO ALL’ODIO, IN ORDINE CRESCENTE DI GRAVITÀ
L’INTENZIONE DELL’AUTORE DEGLI INSULTI
IL CONTESTO
IL CONTENUTO E IL TONO
Il contesto di una particolare espressione di odio è legato talvolta a circostanze storiche e culturali specifiche. Può includere altri fattori, come il mezzo utilizzato e il gruppo preso di mira, le tensioni o i pregiudizi esistenti, l’autorità del suo autore, ecc.
La gente si esprime, in particolare sul web, senza realmente valutare la portata di quello che dice. Ci può capitare di offendere gli altri senza volerlo, e poi di rammaricarcene, e perfino di ritirare quanto abbiamo detto.
Certe espressioni di odio sono più estreme, utilizzano termini più insultanti e possono perfino istigare altri ad agire. All’altra estremità della scala, troviamo insulti più moderati o generalizzazioni eccessive, che presentano certi gruppi o individui sotto una cattiva (e perfino sotto falsa) luce.
Qualsiasi risposta fornita per combattere il discorso dell’odio deve riconoscere che l’odio si manifesta con un ampio spettro di azioni: sebbene tutte le espressioni che istigano all’odio meritino in una certa misura di essere classificate come malvagie, ne esistono tuttavia alcune che possono essere peggiori di altre; possono, ad esempio, essere più offensive, raggiungere e insultare un numero maggiore di persone, suscitare reazioni e passioni più forti, essere potenzialmente più dannose, ecc. Qualsiasi tentativo di contrastare il discorso dell’odio deve prendere in considerazione questi aspetti, poiché queste differenze di gravità determineranno la risposta che si deve fornire al fine di contrastarlo.
L'impatto potenziale dell'hate speech
Quali sono le ripercussioni sulla vittima?
L’impatto reale o potenziale esercitato sugli individui, sui gruppi o sull’insieme della società è una delle principali considerazioni da tenere presenti nella valutazione di un’espressione di odio, e nell’esame della risposta da fornire. Spesso infatti le ripercussioni negative subite dall’individuo o dal gruppo si rivelano più importanti della valutazione dell’episodio da parte di osservatori esterni.
Se non viene contrastato, il discorso dell’odio favorisce l’aggravarsi delle violazioni dei diritti umani: gli stereotipi negativi si diffondono nella società, certi gruppi diventano sempre più emarginati e isolati, si acuiscono i conflitti e le divisioni, e si aggravano gli abusi o le minacce. Nei casi più gravi, le “espressioni di odio” conducono ad aggressioni fisiche. Il discorso dell’odio può dunque istigare ai crimini dettati dall’odio e ledere i diritti relativi alla sicurezza e all’incolumità delle persone.
I bersagli dell'hate speech
Alcuni gruppi, o individui, possono essere più vulnerabili di altri alle critiche. Può dipendere dal modo in cui sono globalmente considerati nella società, o da come sono rappresentati nei media, oppure dalla loro situazione personale, che non permette loro di difendersi efficacemente. Un insulto contro un musulmano, ad esempio, ha maggiori probabilità di recare danno in un paese dove la grande maggioranza non è musulmana, mentre i cristiani possono sentirsi più minacciati quando sono loro la minoranza.
I gruppi presi più sovente di mira dal discorso dell’odio sono principalmente gli stranieri e gli immigrati, le donne, le persone di colore, gli omosessuali, i credenti di altre religioni o i disabili, ma chiunque può essere vittima di espressioni di odio, anche se non appartiene a una delle categorie elencate.
Insulti rivolti ad un gruppo di migranti dispersi in mare.
La Mappa dell'intolleranza
Uno dei tamti elementi emersi riguarda il podio delle categorie prese di mira: le donne, le persone con disabilità, le persone omosessuali. Riguardo proprio alle persone omosessuali vale la pena rilevare che l’odio nei loro confronti si era progressivamente attenuato negli anni, fino a rappresentare una percentuale minima sul totale. Appare dunque evidente che una delle connotazioni dell’odio online rilevate dalla Mappa è una forte concentrazione sui diritti della persona, sia essa donna, gay o disabile.
Esce la settima edizione della Mappa dell’Intolleranza, il progetto ideato da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, Sapienza – Università di Roma e IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano. Al suo settimo anno di rilevazione, la mappatura consente l’estrazione e la geolocalizzazione dei tweet che contengono parole considerate sensibili e mira a identificare le zone dove l’intolleranza è maggiormente diffusa – secondo 6 gruppi: donne, persone omosessuali, migranti, persone con disabilità, ebrei e musulmani – cercando di rilevare il sentimento che anima le communities online, ritenute significative per la garanzia di anonimato che spesso offrono e per l’interattività che garantiscono
Nel 2022 la rilevazione, che ha riguardato il periodo gennaio-ottobre, ha attraversato un periodo di forti turbolenze, segnate dalla guerra in Ucraina, dalla crisi energetica, dalle elezioni politiche, con un cambio di governo, e dall’inflazione: così anche quest’anno ansie, paure, difficoltà si sono affastellate nel vissuto quotidiano delle persone, contribuendo a creare un tessuto endemico di tensione e polarizzazione dei conflitti. Un dato su tutti fotografa al meglio la realtà che oggi rappresenta l’odio online e il ruolo di cinghia di trasmissione che i social svolgono tra i mass media tradizionali, la politica e alcune sacche di forte malcontento, che trovano sfogo ed espressione proprio nelle praterie dei social. La forte polarizzazione rappresentata dall’aumento evidente e notevolissimo delle percentuali dei tweet negativi a fronte del totale dei tweet rilevati. Il che indica una maggiore radicalizzazione dei discorsi d’odio.
I diritti umani
A livello internazionale, europeo e nazionale
Il linguaggio d'odio interessa i diritti umani sotto numerosi aspetti. Dal punto di vista giuridico, certi episodi di hate speech, ma anche certi tentativi di limitarlo o vietarlo, rientrano nell’ambito dei diritti umani. Per quanto riguarda gli atteggiamenti o i valori, quasi tutti i discorsi di incitamento all’odio derivano da atteggiamenti razzisti o discriminatori, che fanno parte delle preoccupazioni inerenti al mancato rispetto dei diritti umani.
Quali sono i diritti umani?I DIRITTI UMANI A LIVELLO INTERNAZIONALE Le Nazioni Unite (ONU) hanno elaborato numerosi trattati per la difesa dei diritti umani, che definiscono gli obblighi spettanti ai governi per garantire il rispetto degli individui. I trattati più importanti sono: • La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite • Il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici • Il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali A LIVELLO EUROPEO Il quadro europeo di tutela dei diritti umani è stato creato ed è monitorato dal Consiglio d’Europa, e, in misura minore, dall’Unione europea. I due trattati fondamentali applicati a livello europeo sono: • La Convenzione europea dei diritti dell’uomo • La Carta sociale europea A LIVELLO NAZIONALE Numerosi paesi si sono anch’essi dotati di norme per la protezione dei diritti umani, che hanno incorporato nel loro ordinamento nazionale. In tal caso, le violazioni potenziali dei diritti umani sono esaminate dai tribunali nazionali.
L'ODIO SUI SOCIAL
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