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Matteo Latorre

Created on March 15, 2023

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scultura dorica

La scultura dorica si sviluppa tra il VII e il VI secolo a. C. nel peloponesso . tra gli elementi più caratterizzanti della scultura dorica sono: -la predilezione per la figura umana maschile,nuda -la creazione di forme semplici e squadrate -l'adozione di propozioni massicce le figure non obbediscono ad alcuna legge di somiglianza con la realtà naturale , ma, al contrario, alla volontà di esprimere una severità e una calma quasi soprannaturale. Gli artisti greci carcano di dare l'idea di corrispondenza simmetrica fra le varie parti del corpo. è possibile infatti individuare delle ideali rette attorno alle quali certe parti del corpo sono messe in evidenza. Uno dei più significativi esempi sono una coppia di kouroi risalente al 610-590 a.C. rinvenuta a delfi che fin dall'età arcaica rappresentò per i greci il più importante santuario dedicato ad Apollo secondo la scritta che c'è sul lato l'autore è polimède. i kouroi sono identificativi come i fratelli kleobi e bitone. i due giovani arrivati al tempio di argo si sostituirono ai buoi e trascinarono il pesante carro di cidippe. e la sacerdotessa prego hela che li fece sprofondare in un sonno piacevole ed eterno. Le statue che nelle proporzioni tozze rivelano tutta la massiccia espressività della scultura dorica, raffigurarono i due fratelli nella posizione stante e comune a molte statue greche è il sorriso arcaico. in kleobi e bitone le ginocchia e l'addome non sono realistici infatti mediamente vengono resi una serie di incisioni geometriche, e le statue sono state scolpite per essere viste frontalmente.

scultura attica

lla corrente attica si sviluppa fra la prima e la seconda metà del VI secoloa.C. sopratutto ad atene. In quella attica si tenta di armonizzare tra loro le varie membra, per conseguire un maggior equilibrio di volumi e una razionale unitarietà. Uno dei più famosi è il Moschophoros ( dal greco moschos vitello e phoros portatore) risalente circa al 570-560 a.C. Il moschophoros è un louros che porta un vitello sulle spalle tenendolo per le zampe. Le braccia dell'uomo e le zampe dell'animale si incrociano generando una specie di X che conferisce un senso di simmetria. Il moschophoros non è comletamente nudo ma indossa la chlaina un mantello che si portava sopra il chitone, di consistenza quasi immateriale , risaltava la muscolatura. pur accennando dei segni ribadiscono la perfetta immobilità. Nonostante la statua sia realizzata in marmo un materiale assai pregiato essa presenta evidenti tracce di policromia. Le statue originariamente erano dipinte e avevano funzione di oggetti da offrire agli dei o steli funerarie.Il cosidetto cavaliere Rampin venne rinvenuto nella colmata persiana dell'acropoli di atene.Lascultura risale alla metà delVI secolo a.C. e la testa si conserva al louvre. è probabile che la statua equestre la più antica della grecia facesse parte di un gruppo scultoreo commemorativo comprendente due cavalieri vincitori. Tuttavia il chiaroscuro dei capelli e della barba, la lieve incavatura alle estremita della bocca ,la avvicinano alla scultura ionica. Una corona di foglie di quercia cinge la testa, ornamento che lascia ritenere che egli possa essere il vincitore di un concorso panellenico, forse dei giochi istimici o di quelli nemei

la scultura ionica

la scultura ionica attinge alla tradizione orientale ed è pertanto caratterizzata da : -una maggiore raffinatezza del modellato molto più attento nei particolari anatomici -un uso di proporzioni più dolci e slanciate -una ampia libertà compositiva rispetto agli schemi tradizionali di riferimento Le figure risultano essere meno rigide e spigolose . Il kouros di Milo (550-540 a.C.) deve il suo nome all'isola cicladica dove è stato rinvenuto. La statua si è conservata pressochè integra, anche se il marmo ha sofferto una corrosione superficiale. Il kouros, completamente nudo, ha la consueta posa stante della tradizione dorica e se si confrnta con kleobi e bitone ci sono alcune differenze : la testa è gracile rispetto a quella dei kouroi dorici mostrano un modellato morbido e meno squadrato .tali accorgimenti fanno apparire più snella e aggraziata. anche il kouros di milo è stato scolpito immaginando una visone frontale . tra le tante korai sopravissute c'e Hera di samo che datano attorno al 570-560 a.C. forse faceva parte di un gruppo statuario, come ricorda un'iscrizione nei bordi è stata donata da un tale Cheramyes. la limpida forma geometrica di questa kore rimanda agli xoana preellenici. la statua è sostanzialmente cilindrica e in posizione stante. c'era un velo leggero che li copriva la testa. il braccio sinistro di cui resta solo la traccia doveva essere rappresentto nell'atto di sorreggere un dono. La verticale regolarità delle sottilisime pieghettature del chitone conferisce alla figura uno slancio mitigato, dalla diagonalità del panneggio del soprastante himation. tale gioco di linee e pieghe risultava in origine enfatizzato da una vivace policromia. nel suo complesso l'hera di samo richiama la morbida modulazione di luci e ombre nelle scanalature a spigolo arrotondato delle colonne ioniche