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WOMEN'S DAY: Silvia Ruotolo
PISACANE FRANCESCOPIO
Created on March 11, 2023
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Transcript
L'omicidio
Woman who was killed by the Camorra!
Silvia Ruotolo
Quando fu uccisa, l'11 giugno dell'anno 1997, Silvia Ruotolo aveva 39 anni. Era sulla salita Arenella, quartiere Vomero, zona collinare di Napoli, lì dove abitava col marito e i due figli , quando fu ammazzata da un commando di camorra. I killer volevano uccidere un affiliato al clan Cimmino del Vomero, Salvatore Raimondi. Fecero fuoco quaranta volte e i proiettili ferirono l'obiettivo dell'agguato e ammazzarono Silvia Ruotolo sul colpo. In quel momento la donna stava portando il figlio di 5 anni a casa e sul balcone l'altra figlia, la più grande, all'epoca aveva 10 anni, vide la scena. Il suo barbaro assassinio, avvenuto peraltro in pieno giorno e davanti ai figli, scosse la città e non solo. Quella mamma era infatti la prima donna italiana vittima innocente di camorra e divenne un simbolo che tutt'oggi anima – attraverso i suoi parenti e quelli delle purtroppo tante vittime innocenti della malavita in Campania – un importante coordinamento che si occupa di ricordare e diffondere il seme della legalità. Al Vomero, in piazza Medaglie d'Oro, una lapide ricorda il dramma di Silvia.
Nata a Napoli in una famiglia benestante del Vomero, era figlia di Michele Ruotolo e Maria Teresa della Guda. Trascorse serenamente la sua infanzia, circondata dall'affetto della sorella maggiore Michela e del fratello più piccolo Giovanni. All'età di 14 anni venne colpita da un grave lutto, la morte prematura del padre, che segnò profondamente la sua adolescenza. Finiti gli studi magistrali, nel 1982 incontrò Lorenzo Clemente, con cui si sposò nel 1984 e dal quale ebbe due figli: Alessandra e, cinque anni più tardi, Francesco.
Il processo
Uno dei killer dell'agguato, Rosario Privato, fu arrestato mentre era tranquillamente in vacanza in Calabria, pochi mesi dopo aver commesso l'omicidio. Nel 2001, il processo: la quarta sezione della Corte d'Assise di Napoli condannò alla pena all'ergastolo i responsabili dell'assassinio, riconosciuti nella persona di Privato – nel frattempo diventato collaboratore di giustizia – il boss del Vomero Giovanni Alfano, Vincenzo Cacace, Mario Cerbone, e l'autista del gruppo di fuoco Raffaele Rescigno. Alla famiglia della vittima innocente di camorra fu riconosciuto un risarcimento che costituì la base per finanziare una fondazione Silvia Ruotolo.
Silvia
"Oggi la figlia di Silvia, Alessandra Clemente, dopo una prima giovinezza passata nella testimonianza dei valori della legalità nell'associazionismo napoletano e la laurea in giurisprudenza ha scelto di portare queste istanze anche attraverso la politica: è stata assessore ai Giovani al Comune di Napoli, poi vicesindaca e oggi è consigliera comunale. "
Ruotolo
Francesco Pio Pisacane 3C