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feromoni
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Created on March 9, 2023
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Transcript
feromoni negli animali
Laura Cassola
I feromoni sono semiochimici, ovvero sostanze volatili, utilizzati come forma di comunicazione da insetti, pesci, rettili e mammiferi. Tramite i feromoni, gli individui si possono scambiare informazioni precise a distanza, utilizzando come mezzi l’aria, l’acqua o il terreno. Queste sostanze, stimolando recettori specifici, danno informazioni precise, capaci di determinare modificazioni fisiologiche e comportamentali. La composizione chimica dei feromoni negli invertebrati è data da un ridotto numero di molecole, nei mammiferi da alcune decine di componenti; tra questi sono stati identificati composti organici semplici, alcoli, aldeidi, chetoni, amine, steroidi e terpeni.
Inizialmente, grazie agli studi condotti sugli insetti furono classificati, in base alla loro funzione e al loro effetto, due tipi di feromoni: i releaser e i primer: i “releaser” sono capaci di determinare una risposta immediata, mentre i “primer” esplicano la loro azione sullo stato ormonale del ricevente o ne influenzano il suo sviluppo, determinando quindi cambiamenti di più lunga durata, tramite attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
Oggi, i feromoni identificati nei mammiferi e classificati in relazione alle ghiandole secernenti o in base alla loro azione esplicata sono: quelli di adozione, di appagamento, di identificazione, di delimitazione del territorio, di allarme e sessuali. I feromoni cosiddetti “di adozione” si riscontrano nel liquido amniotico, nella saliva e nell’urina. I feromoni disciolti nel liquido amniotico inducono la madre del neonato a mettere in atto le cure parentali, nasce così quel “legame di attaccamento” tra madre e cucciolo. I feromoni di appagamento appartengono alla famiglia delle apaisine. L’apaisina è prodotta dalla femmina dalle ghiandole poste nella regione del solco intermammario e ha una funzione principale: aggregare, tenere uniti. È infatti proprio grazie a questo feromone che si viene a creare quel legame di attaccamento primario tra madre e cucciolo, legame che si completerà alla terza, quarta settimana di vita. I feromoni di allarme comunicano la presenza di un pericolo. Una volta rilasciati, possono mantenersi per giorni e in questo caso il soggetto vivrà in uno stato di terrore finché non provvediamo a ripulire e ad arieggiare attentamente l’ambiente in cui l'animale vive.
Ci sono però alcuni contaminanti ambientali che interferiscono con la funzione degli ormoni e dei feromoni.
Per esempio, Il DDT (che è un insetticida) è un inquinante organico persistente e altamente resistente nell'ambiente. Si tratta di un composto organico clorurato. Alcuni di questi composti hanno una dimostrata, seppur debole, attività ormonale. Ciò significa che sono così simili chimicamente agli estrogeni naturali, da indurre una risposta ormonale negli animali contaminati. Questo tipo di attività del DDT è stata studiata in laboratorio su topi e ratti, ma non vi sono ricerche epidemiologiche disponibili che provino che un'esposizione al DDT abbia lo stesso effetto anche sugli esseri umani.
Un'altro esempio sono i PCB (policlorobifenili), una classe di composti organici considerati inquinanti. Gli effetti più comunemente osservati sulla salute umana sono la cloracne e le eruzioni cutanee. Studi su lavoratori esposti hanno mostrato alterazioni nell'analisi di sangue e urine correlabili a danni a carico del fegato. Questi composti sono probabilmente anche cancerogeni per l'uomo. Il PCB entra soprattutto nei sistemi acquosi, penetra nel corpo degli animali ed essendo liposolubile, passa nei tessuti adiposi e vi si accumula. La tossicità diretta non è la più pericolosa, mentre è l'assorbimento prolungato nel tempo e quindi l'accumulo che porta alla morte. Il PCB si diffonde nel fegato, nei tessuti nervosi e in tutti gli organi e tessuti ad alta componente lipidica.
Infine, Ftalati (DEHP) e Bisfenolo A (BPA) sono composti utilizzati come plasticizzanti in numerosi prodotti di uso quotidiano, come per esempio nei contenitori per alimenti o nei giocattoli. Sono sostanze non persistenti ma molto diffuse nell’ambiente e sono rapidamente metabolizzate nell’organismo. Sono riconosciuti interferenti endocrini e obesogeni con effetti sul sistema riproduttivo, sul neurosviluppo, sul sistema immunitario e sul metabolismo lipidico e degli ormoni tiroidei principalmente attraverso l’interazione con i recettori steroidei, tiroidei e dei perossisomi.