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DIFFERENZA TRA PLATONE E ARISTOTELE

sofiarhosecarbone07

Created on March 7, 2023

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DIFFRENZE TRA PLATONE ED ARISTOTELE

Platone e Aristotele sono due filosofi greci vissuti nel periodo ellenistico (V e IV sec. a.C.), il primo maestro del secondo. Questi hanno una concezione diversa della filosofia, del suo scopo e della sua struttura.

L'ORIENTAMENTO

LA FINALITÀ

LA VERA REALTÀ

L'ANIMA

L'ESSERE

IL METODO

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L'ORIENTAMENTO

La differenza tra Platone e Aristotele si riscontra innanzitutto negli interessi e negli orientamenti: Platone è interessato alla politica, al mondo razionale e non a quello fisico e concreto; Aristotele invece è interessato alla natura, al mondo fisico e concreto.

LA FINALITÀ

Per Platone la filosofia ha una finalità sia morale che religiosa, utile per formare un governante esemplare che guidasse con rettitudine una polis; per Aristotele essa ha sostanzialmente come scopo la pura e semplice conoscenza senza nessuna applicazione pratica nella vita della città.

LA VERA REALTÀ

Dal punto di vista metafisico, per Platone la vera realtà è costituita dal mondo delle idee, mentre il mondo terreno è imperfetto e mutevole. Al contrario, per Aristotele la vera realtà è costituita dal mondo delle cose fisiche e concrete.

L'ANIMA

Secondo Platone l’anima è immortale e, quando il corpo muore, essa accede alla visione delle idee, elevandosi prima di reincarnarsi in un altro corpo, senza però ricordare ciò che ha visto nel mondo delle idee. Secondo Aristotele l’anima è la forma del corpo, quindi esiste fintanto che il corpo ha la sua forma, quando muore e assume una forma diversa l’anima non c’è più. Aristotele non si esprime chiaramente in merito alla mortalità o immortalità dell’anima, tuttavia sostiene che il pensiero per esistere non ha bisogno di un organo specifico, quindi dopo la morte è possibile un permanere di quest’anima razionale .

IL METODO

Platone utilizzava un metodo problematico, si poneva continuamente delle domande senza arrivare mai ad una risposta finale, in quanto concepisce, come il suo maestro Socrate, la filosofia come un sapere dialogico che non ha mai una risposta definitiva. Aristotele utilizzava invece un metodo più sistematico che si basava sulle definizioni dei principi e delle verità, questo perché egli riteneva che la filosofia fosse un sistema chiuso fatto di certezze e principi che non lasciano spazio ad una discussione.

LA CONCEZIONE DELL'ESSERE

Un'ulteriore grande differenza tra i due filosofi riguarda la concezione dell’essere. Questi hanno un diverso modo di concepire la struttura del sapere e della realtà. Platone concepisce la realtà in modo verticale e gerarchico, cioè vede nella realtà due mondi, uno sensibile e uno sovrasensibile. La realtà sensibile è subordinata a quella sovrasensibile in quanto soggetto al mutamento. Il sovrasensibile ha la caratteristica di essere trascendente, al suo interno esisteva un mondo di idee conoscibile solo attraverso la ragione. L’essere risiede nel mondo sovrasensibile ed è incorruttibile ed astratto. Platone non considera solo il singolo individuo, la sua visione è a carattere universale. Per Aristotele il sovrasensibile è immanente, ossia si colloca negli oggetti. Aristotele vede la realtà come una concezione unitaria ed orizzontale in quanto ritiene che esista un solo mondo che è quello concreto. Egli dona valore alle cose perché ritiene che ciò che è veramente reale, è l’unione tra la materia e le forme. Le idee per Aristotele sono estrapolate dalle cose, sono generalizzazioni, e fanno capo al singolo individuo. Tutte le cose ci sono dall’eternità e per l’eternità e non è necessario individuare un secondo mondo come quello delle idee platoniche in quanto l’ordine si trova già in questo mondo, considerato da lui il mondo reale. Per Aristotele le idee non sono separate dalla realtà ma costituiscono forme immerse nella materia che rappresentano l’essenza delle cose, è importante il singolo individuo. Esiste un solo mondo che è il mondo concreto, all’interno del quale troviamo l’essere, anche esso concreto.