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giorgia menicacci
Created on March 5, 2023
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Transcript
Esiste un limite all'amore?
Giorgia Menicacci, Michele Iennaco
Il libro "Dammi mille baci"
- spiega come veniva vissuto l’amore nel mondo romano
- vivevano una vita regolata da usi e costumi differenti dai nostri
Gaio Valerio Catullo
- Nasce nell’84 a.C. e muore nel 54
- Sceglie l’otium anziché il negotium
- Scrive poesie in base al suo vissuto
- Importa modelli dalla poesia greca
- Molta varietà tematica nelle sue opere
- La raccolta delle sue poesie è il «liber catulliano»
L'amore tra Catullo e Lesbia
Catullo dedica alla sua amata Lesbia un elogio dell'amore felice che si manifesta attraverso i baci.
La loro storia d'amore:
- concorrono gli ideali dell'amor cortese e la sensualità predatoria e arrogante;
- rapporto di amore e odio;
- amore proibito, Lesbia era una matrona sposata;
- il vero nome era Clodia, o boopis;
Dammi mille baci
"Vita e amore a noi due Lesbia mia e ogni acida censura di vecchi gettiamo via. Il sole che muore rinascerà ma questa nostra luce fuggitiva una volta abbattuta, dormiremo una totale notte senza fine. Dammi baci cento baci mille baci e ancora baci cento baci mille baci."
Un amore avvelenato
Lesbia, però, lo abbandona e lo tradisce numerose volte, sempre per poi tornare da lui. Catullo puntualmente la perdona, tuttavia, ormai il suo amore risulta avvelenato e considera Lesbia poco più che una prostituta, come ci racconta in questi versi.
“Odio e amo. Come sia non so dire, ma tu mi vedi qui crocifisso al mio odio ed amore.”
L'omosessualità
Giuvenzio era un maschio romano, infatti, la virilità non si manifestava solo nel rapporto con le donne, ma ogni qualvolta, in un rapporto sessuale, l’uomo assumeva un ruolo attivo, anche nei rapporti con altri uomini.
- L’uomo in questi rapporti doveva avere un ruolo attivo, così dimostrava la sua virilità
- La pratica dell’omosessualità era consentita solo con schiavi e attori
- L’uomo poteva amare qualcuno del suo sesso solo come amante, mai come amato
La storia d'amore con Giuvenzio
Per comprendere meglio il significato non solo di questa storia d’amore, ma anche delle ideologie e dei comportamenti dei romani dell’epoca bisogna confrontarla con quella del suo amore per Giuvenzio.
- Storia d’amore tra Catullo e Giuvenzio
- Amore di tipo omosessuale
- Giuvenzio era un giovane ragazzo affidato dai genitori al poeta, che se ne era innamorato
- Testimonianza della varietà dell’amore a Roma
Il miele dei tuoi occhi bacerei
“Infinite volte e non sarei mai di baciarti Giuvenzio sazio anche se più che secche spighe spessi fossero i baci che io mietessi”
- L’amore tra i due, perché omosessuale, veniva visto dai romani come riprovevole. Per trovare un “amato” quindi, gli uomini romani si rivolgevano agli schiavi di loro proprietà o agli attori;
- Giùvenzio era un ragazzo libero. Nei secoli, infatti, i costumi, anche sessuali dei romani, erano cambiati (87-85 a.C.);
- Per questo motivo Catullo potè scrivere del suo amore per Giuvenzio così apertamente.
“Tu giocavi dolcissimo Giuvenzio e io un bacio più dolce di ogni miele ma con grave mio rischio ti rubai. Per più di un’ora stetti poi in croce a rifarmi ai tuoi occhi puro cercando con pianti inutili di raddolcire il tuo crudele cuore toccato appena dal bacio mio… Mai più, mai più ti ruberò un bacio”.
L'etica del vanto
L’altra faccia della sessualità romana è l’etica del vanto, il gloriarsi della propria virilità anche negli aspetti più materiali.
- Il primo esempio sono i “Carmina priapea”, un gruppo di poesie raccolte alla fine del I secolo dC, dedicate al Dio Priapo, la personificazione del fallo;
- le persone comuni, oltre a questioni di rilevanza pubblica e espressione di sentimenti, affidavano ai muri l’autocelebrazione delle loro imprese amatorie;
- "ma è stato turpe scrivere di queste cose"
- l'idea che il sesso è pratica del vincitore
Defaillance
Il fallimento, infatti, non era tollerato, indipendentemente se il rapporto era con un uomo o con una donna e tutta questa ostentazione era un atto scaramantico, un modo per nascondere la paura dell’impotenza.
- Uno dei pochi ad aver avuto il coraggio di confessare è Ovidio, cerca giustificazione nell’incantesimo di una maga tessale
- Marziale, invece, incolpa il partner, Edilo, che con la sua fretta lo porta alla defaillance.
"Quando mi dici: ho fretta fa' quel che devi - Edilo, addio, è finita, la mia Venere ricasca subito illanguidita. Finirò prima. Hai fretta, Edilo? Dimmi: adagio, Biagio."
La sessualità degli Dei
Quando, invece, era un dio ad innamorarsi la loro sessualità era ancora di più predatoria di quella dei mortali.
- Il caso più celebre è quello di Marte e Rea Silvia
- Il re Servio Tullio, invece, nacque da una forza della natura, suo padre era il dio del fallo, Priapo
- membri maschili che spuntano da focolari per fecondare giovani fanciulle
I matrimoni a Roma
- Due forme principali: confarreatio e coemptio
- Esistevano matrimoni combinati e vere relazioni d’amore
- Gli uomini si sposavano attorno ai 30 anni mentre le donne non appena potevano avere figli
- Per le donne c’era un rito da eseguire nella giornata del matrimonio
«il ratto delle sabine»
- Ci spiega la storia di come sono arrivate a Roma le prime donne
- Notiamo meglio alcuni aspetti del carattere degli uomini romani
- La storia consiste in un rapimento delle donne sabine durante un periodo di festa a Roma
- Le sabine diventano le prime mogli dei cittadini romani
Il bacio
I romani per indicare tipi di baci usavano queste tre parole: osculum, savium, basium
- osculum appare nei contesti familiari
- savium in quelli erotici
- basium viene utilizzato da Catullo con i 1000 baci chiesti a Lesbia che hanno anch'essi valore erotico.