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Frate Cipolla

Diana Luchian

Created on March 2, 2023

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Transcript

Frate Cipolla

Diana Stefania Luchian 3A

"Frate Cipolla" é la 10 e ultima novella del giorno 6. Viene narrata da Dioneo, le cui narrazioni sono tra le più argute e divertenti.Il tema è: l'uso della parola, ovvero della retorica, per superare e tirarsi fuori da situazioni difficili. (La retorica è una tematica abbastanza ricorrente nelle novelle del Decameron)

Frate Cipolla promette a certi contadini di mostrar loro la penna dell'agnolo Gabriello; in luogo della quale trovando carboni, quelli dice di esser di quelli che arrostirono san Lorenzo.

Trama

A Certaldo, paesino della Toscana, erano soliti fare visita ai paesani dei frati della confraternita di Sant'Antonio che, in base a chi veniva incaricato, dovevano riscuotere le loro offerte. Questa volta capita a Frate Cipolla, chiamato cosi perchè molto stimato dagli abitanti di Certaldo, località famosa per la produzione delle cipolle.Il frate quindi procede con il suo compito. Nella chiesa, quindi, inzia a benedire gli animali del bestiame, di cui Sant'Antonio è protettore. In seguito promette che il giorno dopo, quando verrà a raccogliere le offerte, mostrerà ai paesani una reliqua, ovvero, una delle piume dell'Arcangelo Gabriele che era cadutanella camera della Vergine Maria quando venne ad annunciare la nascita di Cristo.

Tra il pubblico ci sono due giovani: Giovanni del Bragoniere e Biagio Pizzini che, conoscendo il frate oerche loro amico di brigata, decidono di fargli una beffa. Vanno all'allogio del frate, che non si trovvava a casa, e trovano lì il servo di questo: Guccio Balena (detto anche Imbratta o Porco).Guccio era stato incaricato di sorvegliare la stanza del frate, ma si dimentica di fare ciò perchè troppo distratto ad andare dietro a una serva di nome Nuta. I due giovani quindi ne approfittano e, una volta entrati nella stanza del frate, scambiano la penna, che in realtà si rivela essere una semplice penna di pappagallo, con dei carboni.

Il giorno dopo, davanti ai fedeli, il frate apre la scatola per mostrare la reliquia ma si ritrova i carboni, scoprendo la beffa. Per tirarsi fuori dalla situazione, inventa una storia su un viaggio in vari luoghi, tra cui Gerusalemme dove incontra "Nonmibiasimate Sevoipiace", un patriarca, che gli ha regalato alcune reliquie della sua collezione, tra cui la piuma e i carboni sui quali venne bruciato San Lorenzo. Continua spiegando che, essendo le due reliquie in scatole uguali, il frate le ha confuse, secondo lui però, non è un caso ma volontà divina, perchè da li a poco si sarebbe celebrata una festa proprio in onore del santo. Mostra infine ai fedeli i carboni che poi benedice.Alla fine della cerimonia, i due giovani, che hanno riso durante tutto il racconto, si complimentano e restituscono la piuma al frate.

I personaggi:

Giovanni e Biagio

Guccio Balena

Frate Cipolla

E' il servo di Frate Cipolla. E' un sevo stupido, brutto di aspetto, che non sa resistere ai piaceri del corpo. Cerca però di usare, anche lui, la retorica per conquistare le donne, tra cui Nuta, ma fallisce.

Compagni di brigata del frate, non si fanno abbindolare da questo anzi gli fanno una burla, solo per divertimmento.

Viene descritto come un uomo di piccola statura e dai capelli rossi che nonostante non avendo alcuna istruzione era un maestro di oratoria.

I tre temi:

Polemica antieclesistica

L'"industria" e la parola

Il gusto carnevalesco e il doppio senso

La predica del frate si collega alla cultura carnevalesca che risalta le realtà piu basse e rovescia in modo comico i valori costituiti. A questo si aggiunge il gioco sull'ambiguità e sui doppi sensi: allusioni a realtà sessuali.Il discorso del frate è molto simile a una composizione giullaresca.

L'industria è l'abilità di superare ostacoli e uscire da delle situazioni difficili grazie all'uso dell'ingegno e alla capacità di plasmare la realta a proprio favore, in questo caso attraverso l'uso della parola.Boccaccio ammira questa virtù del personaggio.

La figura del frate truffatore per la società di Boccaccio è una realta ormai scontata che diventa oggetto di riso divertito.L'uso in chiave comica di simboli, riti e termini religionsi sono a puro scopo di divertimento letterario, per Boccaccio.

Grazie per l'attenzione