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Religione greca
Nicolò De Marchi
Created on February 11, 2023
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Transcript
nicolò de marchi
la religione dell'antica grecia
UNA CIVILTÀ UNITA DALLA CULTURA
Quando parliamo del mondo greco, non dobbiamo limitarci a considerare la penisola greca, in altri termini la Grecia antica non corrisponde all'attuale stato greco. Il mondo ellenico era diviso politicamente in poleis, città-stato indipendenti , spesso in lotta tra loro per la supremazia o per il controllo delle risorse o dei territori strategicamente importanti, ciò nonostante i greci pur parlando differenti dialetti, avevano la stessa matrice linguistica e un alfabeto condiviso.
Lo stesso sangue e la stessa lingua, i templi comuni e gli dèi, i riti sacri, costumi analoghi. ERODOTO
LE funzioni della religione
Un altro elemento che ci permette di parlare della Grecia antica come di un'unica civiltà era la religione. La religione ha almeno due funzioni: • Una funzione strumentale, secondo cui agli dèi si sacrificava qualcosa per ottenere altro in cambio. Ai greci mancava completamente il concetto di preghiera come dialogo privato con il dio. Ad eccezione dei sacerdoti, ai greci non era consentito l'ingresso nel tempio. Le richieste agli dèi erano inoltre pronunciate ad alta voce e non in modo sommesso, come oggi avviene. • Una funzione pubblica e civica, i riti e i sacrifici avvenivano pubblicamente da tutta la comunità di cittadini. Tali riti e sacrifici avevano la funzione anch'essa strumentale, di rinvigorire il rapporto tra la polis e il dio/ la dea che proteggeva la città.
Dei ed eroi greci
Monte Olimpo
Com'è noto i greci erano politeisti. In particolare, venivano venerati gli dèi olimpionici (che risiedevano, secondo la credenza, sul Monte Olimpo). Questi dèi non sono eterni, tuttavia, sono immortali e non conoscono la sofferenza. Interagiscono anche con gli uomini e non è raro che venga generato da essi e da un mortale un semidio. Di seguito alcuni dèi della religione greca:
Accanto agli dèi vi erano poi gli eroi, individui semi divini, che per i greci erano i massimi modelli da imitare. Tra essi più noti sono: Eracle, Achille e Perseo
ZEUS
01
Zeus è il padre degli dèi (anche se non tutte le divinità erano figli suoi) e signore dell'Olimpo. Era figlio del Titano Crono, il quale, per paura che i suoi figli lo spodestassero, li ingoiava interi non appena venivano partoriti. Quando nacque Zeus però, la madre Rea nascose il neonato e a Crono diede un masso avvolto nelle fasce del piccolo. Non accortosi dell'inganno, il Titano inghiottì la pietra, convinto di aver salvaguardato il suo trono. Zeus crebbe quindi nascosto in una grotta sulla Terra, allattato dalla capra Amaltea, e quando fu cresciuto, fece bere al padre una pozione che causò il rigurgito di tutti i figli ingoiati. Con l'aiuto dei fratelli liberati e dei Ciclopi, i giganti da un occhio solo, Zeus sconfisse il padre e gli altri Titani, rinchiudendoli nelle prigioni del Tartaro, il mondo infernale. Una volta instaurato il suo regno, Zeus divenne il potente Dio del Fulmine, capace di scagliare devastanti saette contro chiunque incorresse nella sua collera. Saggio e potente, il Padre degli dèi aveva tuttavia un punto debole: le donne. Non era raro infatti che si invaghisse di qualche bella mortale e vi facesse un figlio, facendo andare su tutte le furie la moglie Era.
ERA
02
La regina degli dèi dell'Olimpo e moglie di Zeus. Veniva considerata la protettrice del matrimonio e del parto, ed era la madre per eccellenza cui rivolgere le proprie preghiere per il buon proseguimento della vita coniugale. A causa dell'infedeltà del marito, Era non godeva di un buon carattere, e la sua bruciante gelosia spesso dava luogo a vendette e tormenti nei confronti delle amanti di Zeus (il caso più famoso riguarda Ercole, figlio illegittimo di Zeus, continuamente ostacolato dalla regina dell'Olimpo).
03
POSEIDONE
Poseidone era il dio del mare e il fratello più possente di Zeus. Alleato di quest'ultimo nella lotta contro i Titani, durante la spartizione dell'Universo, si accaparrò il regno dei mari e delle acque e costruì le mura di bronzo che cingevano la prigione dei Titani. Viene spesso raffigurato mentre brandisce il grande tridente con cui si pensava dominasse i venti marini e le acque di tutto il mondo. Nonostante regnasse sugli abissi, gli antichi ritenevano Poseidone essere il creatore dei cavalli, originati direttamente dalle onde del mare. Nella mitologia classica, egli è considerato acerrimo nemico di Ulisse, colpevole di aver accecato Polifemo, il ciclope figlio proprio del dio del mare.
Ade
04
Oscuro signore degli Inferi, aiutò il fratello Zeus a rovesciare il padre grazie al potere dell'invisibilità. Ade dominava l'oltretomba, luogo in cui si recavano le anime mortali dei defunti e dimoravano terribili demoni, come Cerbero, il gigantesco cane a tre teste. A differenza degli altri dèi dell'Olimpo, Ade non era solito recarsi nel mondo degli umani, benché proprio sulla Terra rapì la bella Persefone, divenendo la sua sposa.
05
Demetra
Dea della fertilità e dell'agricoltura, associata di norma a tutto ciò che aveva a che fare con la nascita e la crescita sana. Secondo i Greci era Demetra a favorire i raccolti e il fiorire degli alberi da frutto. Demetra era anche la madre di Persefone, la fanciulla rapita da Ade; nella ricerca della figlia, la dea scagliò una tremenda carestia sulla terra, costringendo Zeus così a intervenire e a comandare ad Ade di liberare la ragazza. Ade però agì d'astuzia e offrì a Persefone, che era a digiuno dal giorno del rapimento, un frutto maledetto che se mangiato, l'avrebbe costretta a rimanere negli Inferi. Di fronte al furore di Demetra per il raggiro, Ade dovette scendere a patti: poiché la fanciulla aveva mangiato solo sei semi del frutto, avrebbe passato sei mesi nell'aldilà e sei mesi sulla terra con la madre. Ecco perché, secondo gli antichi, avviene l'alternanza della bella stagione (quando Demetra è contenta di avere la figlia con sé) e della stagione fredda (quando la madre si rattrista per la figlia relegata negli Inferi).
Afrodite
06
Era la dea della bellezza e dell'amore, ritenuta responsabile di tutto ciò che di grazioso e ammirevole c'è al mondo. Proteggeva gli amanti e le azioni compiute per amore. Afrodite nacque dalla spuma delle onde del mare e di lei si innamorarono centinaia tra mortali ed esseri divini, a volte con conseguenze davvero tragiche (fu Afrodite la causa del rapimento di Elena da parte di Paride, evento che scatenò la famosa Guerra di Troia). Nonostante la sua beltà, Afrodite dovette sposarsi con il brutto Efesto in un matrimonio combinato, ma l'aspetto sgradevole del marito la spingeva spesso a intrattenere rapporti amichevoli con Ares.
07
Ares
Il dio della guerra e amante di Afrodite. Ares era il signore della violenza e degli spargimenti di sangue, incarnazione degli aspetti più brutali del comportamento umano. Veniva raffigurato in tenuta da battaglia, con lancia o spada sguainata, pronto a scagliarsi contro il nemico. Nelle leggende mitologiche, Ares fu spesso rivale della saggia Atena e tale confronto era evidente anche dal fatto che il primo veniva venerato a Sparta, la città-stato guerriera, mentre la seconda era protettrice di Atene, la città concorrente, dedita più alla filosofia che alla spada.
Atena
08
Dea della conoscenza e della saggezza rappresentava tutto ciò che veniva realizzato con l'ingegno e l'uso del pensiero, dalla filosofia fino alla tessitura (processo manuale che richiede grande abilità e pazienza). Anche Atena veniva rappresentata con l'elmo e la lancia da battaglia, poiché incarnava "l'arma" della mente (che può essere utilizzata anche in guerra o per uscire da situazioni complicate). Nei miti, Atena è colei che aiuta i giovani eroi nel raggiungimento dei loro scopi (Ercole, Giasone e Ulisse, per citare i più famosi) e che ispira gesta gloriose. Atena è figlia di Zeus, ma non fu partorita. Similmente al padre Crono, Zeus temeva di venire soppiantato da un figlio della dea Meti , capace di assumere qualsiasi forma. Con l'inganno allora, Zeus fece trasformare Meti in una goccia d'acqua e la bevve in un solo sorso. Dopo aver bevuto però, il padre degli dèi, cominciò a soffrire un tremendo mal di testa, al punto che chiese a Efesto di aprirgli il cranio con un'accetta. La truculenta azione non ebbe conseguenze, perché Zeus era immortale, ma dalla testa divisa a metà uscì Atena (la quale infatti, nata dalla testa, è divenuta dea della saggezza!).
Efesto
09
Era il fabbro degli dèi dell'Olimpo e protettore della manualità e del lavoro di fatica. Efesto è il più "umano" tra le divinità, poiché imperfetto e dalla storia travagliata. Nacque infatti per una ripicca di Era, gelosa per le molte amanti di Zeus, ma a causa dell'aspetto deforme , venne gettato giù dall'Olimpo dopo la nascita. Zoppo e grossolano, Efesto divenne maestro nell'arte di fabbricare armi e oggetti, riuscendo a creare le potenti folgori con cui Zeus sbaragliava i suoi nemici. Nonostante venisse poco considerato dai suoi fratellastri, Efesto costrinse Era a riconoscerlo come una divinità a tutti gli effetti. Il fabbro aveva infatti costruito un trono da cui era impossibile alzarsi , imprigionando così Era per sempre. Obbligato dagli altri dèi a liberare la madre, Efesto ottenne in cambio, oltre al riconoscimento, anche la mano di Afrodite. Efesto sopperì quindi alla mancanza di doti ultraterrene con il lavoro e l'ingegno, riuscendo anche a sposare la dea della bellezza, cui rimase sempre fedele nonostante i tradimenti di lei con Ares.
Apollo
10
Era il bellissimo dio delle arti e della musica, abilissimo arciere e donatore di premonizioni e visioni del futuro. Apollo nacque dal rapporto tra Zeus e Latona , la quale, per non incorrere nella rabbia di Era, venne allontanata e perseguitata da un serpente gigante di nome Pitone . Questo serpente custodiva l' Oracolo di Delfi , la divinità in grado di prevedere il futuro. Quando Latona generò Apollo e Artemide, Apollo uccise il serpente e si appropriò così dell'Oracolo (ecco quindi perché era il Dio della preveggenza). Secondo gli antichi, Apollo ispirava gli artisti e i cantori per mezzo delle Muse, le protettrici delle Arti, ed era il cocchiere del carro del Sole che ogni giorno portava la luce sul mondo terreno. I suoi prodigiosi dardi potevano curare o scatenare tremende epidemie
11
Artemide
Sorella di Apollo e dea della caccia e degli animali selvatici . Secondo i racconti, compariva nelle foreste, a volte in sembianze umane e a volte trasformata in un elegante cervo , e proteggeva coloro che vivevano nelle campagne e a contatto con la natura. Era la divinità adorata ad Efeso, in Turchia, nel tempio annoverato tra le Sette Meraviglie del Mondo Antico.
12
Dioniso
Più conosciuto con il suo nome romano di "Bacco", Dioniso era il dio del vino e dello scatenamento dei sensi. L'ubriachezza e la frenesia del corpo non più controllato dalla mente, erano gli effetti cercati dai seguaci di questo misterioso dio che rappresentava la parte più primordiale e selvaggia dell'animo umano.
La vita dopo la morte
La cultura dei morti dei greci si basava sull'idea che lo spirito del defunto andasse nell'Ade, Il Regno dell'oltretomba, governato dall'omonimo dio. Tale luogo, diversamente dal paradiso cristiano, era un ambiente buio e poco piacevole. Mancava, nel mondo greco, la concezione secondo la quale la condotta in vita porta o meno alla beatitudine. Peggiori dell'eternità nell'Ade potevano essere solo le punizioni date a coloro che si erano macchiati di particolari offese contro gli dèi.
Oracoli
Santuari
Altri luoghi di rilevanza religiosa erano gli oracoli, luoghi in cui gli dèi, in particolare Apollo, si mettevano in contatto con gli uomini mediante responsi e profezie. Il più noto è l'oracolo di Delfi. I responsi oracolari erano presi in grandissima considerazione dai greci. Sulla base di essi sia i privati cittadini che le città-stato prendevano delle decisioni. Non dobbiamo però trascurare che i responsi oracolari potessero essere influenzati dalle offerte che lasciavano al Tempio. In altri termini, spesso i responsi erano strumentalizzati per legittimare le decisioni politiche.
I santuari erano pubblici, aree sacre, di solito lontane dalla città, che potevano ospitare templi e rifugi per i pellegrini. In queste aree, alle quali si arrivava spesso attraverso processioni, era proibito versare sangue o, in generale, commettere atti impuri. Alle donne era vietato l'ingresso.
Altre forme di religiosità
La religione olimpionica non era l'unica forma di religiosità presente nella civiltà greca. Abbiamo almeno altre tre forme di culto: • Il culto di Asclepio, il dio della medicina e della guarigione. Asclepio era un semidio capace di guarire ogni male. • I culti misterici, così chiamati perché si svolgevano solo in presenza degli iniziati. Il più noto di questi è quello eleusino, così chiamato perché veniva praticato ad Eleusi, vicino ad Atene. Importante è sottolineare l'inclusività dei culti misterici, in quanto ad essi erano ammessi anche donne e schiavi che, in quanto non cittadini, erano esclusi dalle cerimonie olimpioniche. • i riti dionisiaci, in onore del dio dionisio, dio dell'ebbrezza e dell'istinto. I partecipanti a questi riti, che non frequentavano le città o i santuari, erano perlopiù in stato di trance e si dedicavano alle pratiche più sfrenate e cruente, comprese l'uccisione di animali le cui carni venivano poi mangiate crude.
lo sport e il suo valore
Una fondamentale componente della civiltà greca fu la pratica sportiva. I greci praticavano diverse attività fisiche. Le gare sportive non avevano soltanto una funzione ricreativa o di intrattenimento, anzi venivano concepite come vere e proprie pratiche sacre che accompagnavano i riti e le festività. Spesso le manifestazioni sportive avvenivano in larga scala, raccogliendo atleti provenienti da ogni parte della Grecia; questo è il caso dei giochi panellenici, di cui i più importanti erano le Olimpiadi, manifestazioni sportive dedicate a Zeus.
La religione personale
Anche se le fonti storiche rivelano molti dettagli riguardo gli eventi religiosi formali e le cerimonie, dovremmo tenere a mente che la religione greca era praticata ovunque, in ogni momento, dalle singole persone in modi molto personali. Non solo i templi ma anche i focolari nelle case private erano considerati sacri. I singoli individui potevano visitare i templi in qualunque momento volessero, ed era costume recitare una preghiera anche quando vi si passava semplicemente vicino lungo la strada. La gente lasciava offerte come incenso, fiori e cibo, sicuramente associando una preghiera speranzosa o rendendo grazie per un'azione passata. Le persone potevano anche organizzare i propri sacrifici in privato, se avevano i mezzi per farlo, e questi sono commemorati in migliaia di lapidi scolpite in rilievo ritrovate presso i luoghi sacri. Le persone cercavano anche segnali divini nella vita di ogni giorno, per interpretarli come presagi di eventi futuri.