Want to create interactive content? It’s easy in Genially!

Get started free

IO SONO LA STREGA

Gabriele Monte

Created on January 26, 2023

Start designing with a free template

Discover more than 1500 professional designs like these:

Vaporwave presentation

Animated Sketch Presentation

Memories Presentation

Pechakucha Presentation

Decades Presentation

Color and Shapes Presentation

Historical Presentation

Transcript

Io sono la strega

Marina Marazza

Index

1.Giulia, LUisa, Sara

2.Giovanni, Gabriele, Simone

3. Niccolò , Oronzo, GabrieleDD

4. Gabriele A. Andrea Giuseppe

5.Elena, Chiara, Gabriele S

da pag. 1 a pag. 103

Caterina era una bimba di soli 12 anni, purtroppo sua madre morì subito dopo la nascita del fratello Ambrogio e suo padre, dopo la sua morte, fu così disperato da suicidarsi; l’unica cosa che gli era rimasta prima di morire era il lavoro, lui fabbricava inchiostri. Un suo cliente violentò Caterina che rimase incinta. La zia e il padre lo scoprirono e grazie a qualche consiglio riuscirono a far allontanare il contino Alfonso. Un giorno Rina, Ambrogio e la zia vollero andare ad un mercatino in città , e mentre Caterina si faceva leggere la mano da una donna ,il fratello cercava di rubare un soldatino, ma lei se ne accorse e corse da lui, giustificando il fatto , però l’uomo minacciò di picchiarla se non avessero ripagato i danni, ma proprio in quel momento arrivò un bell'uomo che sembrava davvero cortese; così dopo un paio di accordi decisero di sposarsi e partire, così fu. Una volta giunta a Pavia, nel palazzetto di Pinotto, scoprì il suo triste destino. Caterina capì che sarebbe dovuta diventare una prostituta insieme ad altre due donne più grandi che vivevano con Pinotto. Caterina si rese subito conto che Pinotto non era l’uomo che immaginava, era un ubriacone che spendeva i suoi soldi al gioco e sfruttava le donne che aveva in casa. Dopo essere stata sfruttata più volte, come se per lei fosse la prima volta, divenne una prostituta adulta e, nonostante tutte le precauzioni, rimase incinta.

Info

Pag 104, 196

Il mattino seguente Caterina dopo essersi svegliata passò davanti alla stanza di Mariana e Maso e Mariana la invitò ad entrare perchè le doveva parlare. Caterina aveva capito già da molto che Mariana aveva dei segreti da nascondere, un esempio potrebbe essere la notizia che le era giunta, la quale affermava che per fare prosperare il raccolto aveva donato la sua anima al diavolo. Allora le chiese se volesse entrare a far parte dei loro, e poi le propose uno scambio se si fosse prostituta avrebbe ricevuto sei soldi. Successivamente la Carlota le chiamò perchè Sesilia aveva disseminato del sale a terra a forma di croce, che al tempo era considerato un elemento che scacciava le streghe, in quanto credeva che la Mariana lo fosse, ma essa ci passò sopra senza problemi. Così Mariana spazzò il sale e raccolse del fango che aveva calpestato la Sesilia. IL mezzodì, Orazio, che non vedeva ormai da tanto venne a farle una sorpresa; e successivamente sapendo che sapeva leggere la invitò a lavorare alla stamperia della moglie, il giorno successivo la Mariana portò Caterina in cantina, che aveva già per prendere il vino e i salumi, ma non aveva visto una porta nascosta , in cui c’era un tavolo, su cui c’era una ciotola, e due sgabelli. Nella ciotola c’era il fango raccolto il giorno prima, lo mescolò a delle polveri e ne ricavò una bambolina vodoo della Sesilia.Qualche giorno dopo chiusero la locanda, e poco dopo scoprirono che Maso era posseduto. La mattina successiva si mise in viaggio, lei doveva attraversare il bosco della merlata che era occupato dai banditi. Arrivata a Trino si presentò alla stamperia di Clara e dopo alcune prove venne assunta da una conversazione tra Clara e i funzionari, aveva capito che lì Mastro Levi era molto apprezzato. In stamperia aveva cominciato con compiti semplici, e lavorava dall’alba al tramonto. UN giorno incontrò un suo amico, mastro Bernardo e strinsero una conversazione. La loro era una rivalità amichevole. POi incontrarono la moglie e i due figli che chiesero di fare attenzione di fare attenzione dato che era un Ebreo. Dopo venne assalito da alcuni cristiani, ma mastro Bernardo li fermò e li fece andare via.

Pag 197 274

Il Capitano e la padrona Orsina stavano discutendo, perché il capitano insisteva nel farla andare a Genova, ma la padrona voleva rimanere con lui. Esso le ribadiva sempre che era molto pericoloso per via della brutta malattia che in quel momento stava circolando: “la peste”. Il capitano era sul punto di cedere, ma alla fine Orsina rimase lì col capitano, e successivamente si ammalò di peste. La prese alle cure la serva del capitano, Caterina, che era incinta. Il capitano tornò il prima possibile e sentì le parole del dottore che dopo averla aiutata a respirare disse al capitano e a Caterina che da quel momento in poi si poteva solo pregare per la salvezza della padrona. Caterina del capitano andò a portare da mangiare alla padrona Orsina che si sforzava a parlare ma veniva sempre zittita, poco dopo Orsina si addormentò subito si pensò che fosse morta ma questo accadde solo il giorno dopo. Il capitano tornando da una spedizione passò per la città e delle persone gli lanciarono delle pietre urlandogli contro insulti. Perciò vennero puniti. Poco tempo dopo nacque la figlia del capitano che venne chiamata Vittoria, così il capitano andò in chiesa per registrare questa nascita e registrò come padre se sesso, ma la moglie la registrò anonimamente scrivendo sconosciuta. Un giorno mentre Caterina usciva con la Fiorona a portare Vittoria in giardino si sentì un urlò e essa disse:” l’ha gettata in acqua! Ha gettato la bambina in acqua!” il responsabile di questo gesto fu un pescatore che era fratello del vecchio condannato che lanciò pietre al capitano. Improvvisamente si vide un uomo gettarsi in acqua e trarre in salvo la bambina. Questo ragazzo era un vecchio amico di Caterina, Fredo. Per questo salvataggio venne accolto nel castello e gli si promisero gloriose ricompense ma lui le rifiutò tutte. Quella notte Caterina venne chiamata dal suo amico Fredo in un gabbiotto vicino al lago per chiederla in sposa ma lei rifiutò e si limitò solo ad avere momenti intimi con lui. Quando la fidanzata del re tornò in stanza venne sorpresa dalla Fiorona che le chiese dov’era stata e lei rispose che era andata a prendere un bicchiere d’acqua. Il giorno dopo il capitano la convocò nella sua stanza e la rimproverò perché in qualche modo era riuscito a sapere ciò che era successo il giorno prima e Caterina si insospettì. Per quanto riguarda il pescatore il capitano voleva che lo portassero da lui, ma ciò era impossibile perché esso si era suicidato a furia di craniate contro la parete. Caterina capì subito chi fosse l'artefice dello spionaggio della scorsa notte, così approfittò del passaggio del cacciatore di vipere al castello per vendicarsi.

Pag 274 370

Caterina iniziò a prendere servizio in un nuovo palazzo a Milano per conto di un altro capitano. Fu accolta da una governante, Isa, che la accompagnò nella sua stanza e le fece conoscere sua figlia di nome Netta. Durante la cena Isa disse che il capitano, quando sarebbe tornato dalla Spagna, avrebbe sposato Netta; ne erano convinte entrambe. Caterina invece consigliò di non prendere alla lettera le parole del capitano perché gli uomini erano tutti uguali. Riferì loro che anche lei era stata con un capitano, al quale aveva dato due figlie, ma quell’uomo l’aveva comunque allontanata. Dopo due settimane, il capitano Vacallo tornò. Isa e la figlia Netta lo accolsero con grande entusiasmo, ma il capitano parve un po' infastidito. Caterina venne presentata; poi andò a dare una mano a Barbisio, il sevo personale del capitano, a scaricare i bagagli. La mattina seguente il Capitano uscì dal palazzo per visionare i lavori che si stavano facendo al Duomo. Caterina considerava quest’ultimo una vera opera d’arte. Mentre le serve procedevano mettendo a posto il palazzo, arrivò una carrozza scura con alcuni uomini vestiti di nero. Cercarono Netta che venne presa e portata via; poi, altri uomini frugarono nella stanza di madre e figlia. Qui trovarono uno spago con tre nodi e pensarono che fosse qualcosa legato alla stregoneria che aveva fatto infatuare il capitano di Netta e lo portarono via insieme ad Isa. Quando il capitano tornò, vide che era stata portata via e cominciò ad urlare il suo nome; poi si addormentò. Il giorno seguente si fece accompagnare dal Barbisio a San Giovanni in Laterano per fare un esorcismo e liberarsi da Netta. I giorni seguenti Caterina e Barbisio andarono a trovare Netta e Isa in quel ricovero dove erano state rinchiuse. Caterina fece alcune domande riguardo quel posto e il servo le raccontò la storia della monaca di Monza. Quest’ultima era la figlia del conte di Leyva.

Pag 371 461

Caterina si reca presso il Palazzo Melzi in cerca di lavoro. Qui si stava festeggiando la monacazione di Giulia Melzi, la figlia del senatore Luigi. Poco dopo la protagonista della nostra storia, in sostituzione del servo di Don Luigi che, ormai molto anziano e malato stava per morire, viene assunta come domestica a pieno servizio del suo padrone. Caterina viene anche posseduta da Don Luigi e, per cercare di essere sempre amata ed accettata da lui, fa tre incantesimi (una ricetta con una aggiunta di sangue, tre cuori uniti da un filo di refe e una corona di piume ben strette). All’inizio tutto sembra procedere per il meglio, nonostante Ludovico Melzi, il secondogenito del senatore, non vedesse di buon occhio che a servire suo padre fosse una donna. Ad un certo punto, Don Luigi cambia atteggiamento verso Caterina, diventando sempre più scostante, senza più possederla ed inizia a soffrire anche di una grave forma di malinconia che lo rende sempre più debole e fragile. Nel frattempo Caterina cerca in ogni modo di aiutare a guarire Don Luigi ed è disposta anche a comprare un oggetto votivo in argento da Fede Galizia e a far recitare preghiere per la guarigione del suo padrone. Purtroppo la salute di Don Luigi non migliora e neanche il dottore di famiglia Giacomo Antonio Clerici, a consulto anche con altri medici specialisti, riesce a trovare una soluzione. In occasione della riunione del Senato, che per ragioni di salute di Don Luigi si svolge presso casa Melzi, il capitano Vacallo, che in passato aveva anch'egli sofferto di strani mali, riconosce Caterina e l’accusa di aver partecipato, in casa sua, con altre serve ad una stregoneria contro di lui, dalla quale è guarito solo a seguito di un esorcismo. A quel punto si iniziano a cercare le prove degli incantesimi e viene convocato il curato di San Giovanni, un ottimo esorcista. Fu così che vennero ritrovati e subito bruciati i tre cuori e solo dopo, a seguito della confessione di Caterina, anche la corona di piume. Caterina è destinata quindi ad essere certamente allontanata da casa Melzi.

Info