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INTRODUZIONE

La mafia è un'organizzazione criminale sviluppata in Italia con radici in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia e in seguito diffuso in gran parte del mondo. La parola mafia è di origine incerta, forse araba (MU'AFAH). Pare che già nell'800 ce ne fosse una traccia perchè il termine "mafiusu" era comparso in un dramma teatrale in scena a Palermo.

MAFIA NELLA SOCIETÀ

Le organizzazioni di stampo mafioso non si limitano a commettere reati, ma creano un sistema, un vero mondo parallelo e alternativo alla società legale, in cui interi territori finiscono sotto il loro controllo, condizionando direttamente o indirettamente la vita della comunità. Nelle zone controllate dalla mafia, infatti, sono i clan della malavita a decidere chi lavora, chi può costruire un palazzo, chi può avviare un’impresa, chi viene protetto o chi, viceversa, va punito. La mafia, insomma, si sostituisce allo Stato, e quindi finisce per essere appoggiata non solo dai suoi membri o dai soci in affari, ma anche da gente comune che, trovandosi in difficoltà, vede nella malavita un modo per guadagnarsi da vivere.

LA MAFIA

Presentazione di: Di Pietro Lucia Fazio Matteo Micali Bruno

LE ORIGINI DELLA MAFIA

La mafia si affermò in Sicilia nel periodo che va dal 1860 al 1876 e fu favorita dalla povertà che nasceva nelle campagne e dalla lontananza delle istituzioni.I grandi latifondisti, che non risiedono stabilente nelle campagne, affidano ai "campieri" e ai "gavellotti" il compito di vigilare le proprietà. Dopo l'unità d'Italia i grandi proprietari terrieri, con la paura di perdere i terreni, ricorrono all'intermediazione degli amministratori i quali diventano sempre più potenti. Infatti, impongono ai contadini, sotto minaccia, il pagamento di una "tangente" (pizzo) per scongiurare la distruzione dei raccolti e l'uccisione del bestiame. Così le squadre "mafiose" giungono a controllare tutte le campagne, poi le zone urbane e, infine, le attività politiche.

DIFFUSIONE:

Con l’emigrazione meridionale negli USA all’inizio del XX ci fu la diffusione della mafia. I migranti, una volta sbarcati negli USA, si stabilivano sulle coste orientali creando numerose comunità italiane. Alcuni migranti “esportarono” mentalità e metodi criminali nel Nuovo Mondo. Negli Stati Uniti si svilupparono così potenti organizzazioni criminali con dei capimafia, come il conosciutissimo "Al Capone".

GEOLOCALIZZAZIONE DELLA MAFIA

La mafia ha un nome diverso a seconda della regione di appartenenza: in Sicilia è "Cosa Nostra"; in Campania è la "Camorra"; in Puglia è la "Sacra Corona Unita" e in Calabria è la " ‘Ndrangheta" .

Mentre a livello mondiale potremo trovare organizzazioni molto simili alle mafie italiane come la mafia degli "Yakuza" giapponese o quella dei "Cartelli" messicani. Ciò che interessa ai mafiosi è il potere economico, e cioè i soldi che riescono a ottenere grazie al traffico di armi, di uomini e di droga.

"COSA NOSTRA"

  • È nata in Sicilia ed è stata la più famosa organizzazione criminale fino agli inizi degli anni '90.
  • È stata a lungo identificata con la parola «mafia».
  • I boss si riuniscono nella Commissione interprovinciale, un organo direttivo che riunisce più vertici di "Cosa nostra" legati ad uno stesso territorio.

La famiglia è governata da un rappresentante o capo con nomina elettiva, il capofamiglia. Il rappresentante è poi assistito da un vicecapo, nominato da lui stesso, e da uno o più consiglieri, eletti dai soldati. Gli uomini d'onore o soldati sono organizzati in gruppi da dieci, le decine, ciascuna delle quali è coordinata da un capodecina, scelto dal capofamiglia.

Si tratta di un'organizzazione "a piramide"

TOTO' RIINA

Salvatore Riina, detto Totò è stato un mafioso e terrorista italiano. Legato a Cosa nostra, di cui è stato il capo assoluto dal 1982 fino al suo arresto, avvenuto il 15 gennaio 1993. E' generalmente ritenuto il più potente, pericoloso e sanguinario mafioso di sempre, venendo etichettato come il capo dei capi e con i soprannomi û curtu (il basso), per via della sua bassa statura (158 cm) e la belva, per indicare la sua brutalità sanguinaria.

Salvatore Riina nacque a Corleone in una famiglia di contadini il 16 novembre 1930. Nel settembre 1943 perse il padre Giovanni e il fratello Francesco (di 7 anni): i tre, insieme al fratello Gaetano, stavano cercando di estrarre la polvere da sparo da una bomba inesplosa, rinvenuta tra le terre che curavano, per rivenderla insieme al metallo. Gaetano rimase ferito, mentre Totò rimase illeso. In questi anni conobbe il mafioso Luciano Liggio, con il quale intraprese il furto di covoni di grano e bestiame e che lo affiliò nella locale cosca mafiosa, di cui faceva parte anche lo zio paterno di Riina, Giacomo.Una volta introdotto nel giro mafioso cominciò ad accrescere il proprio potere e a circondarsi di collaboratori sempre più importanti e di "soldati" sempre più fedeli come Giovanni Brusca che dopo attimi di ripensamento fu la persona che causò l'assassinio di Giovanni Falcone nella "Strage di Capaci".

"immagine dell'arresto di Totò Riina"

Fu mandante di diversi attentati ad altri gruppi criminali ed allo stesso stato (tramite attacchi gravi a magistrati e politici). Uno degli attentati più gravi fu la precedente citata "Strage di Capaci".

La strage di Capaci

La strage di Capaci fu un attentato di stampo terroristico-mafioso compiuto da Cosa Nostra il 23 maggio 1992 nei pressi di Capaci con una carica composta da tritolo, RDX e nitrato d'ammonio con potenza pari a 500 kg di tritolo, per uccidere il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Gli attentatori fecero esplodere un tratto dell'autostrada A29, alle ore 17:57, mentre vi transitava sopra il corteo della scorta con a bordo il giudice, la moglie e gli agenti di Polizia, sistemati in tre Fiat Croma blindate. Oltre al giudice, morirono altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. In totale vi furono 23 feriti.

Una volta stabilito di utilizzare dell'esplosivo, a Brusca (il "soldato" ingaggiato da Totò Riina per compiere l'attentato) vennero suggerite due opzioni: inserire dell'esplosivo in alcuni cassonetti della spazzatura posti vicino all'abitazione di Falcone o in un sottopassaggio pedonale che attraversava l'autostrada A29. Entrambe le proposte furono scartate, in quanto per la prima si rischiava di avere troppe vittime "innocenti", mentre per la seconda Pietro Rampulla, esperto in esplosivi, suggerì di trovare un luogo stretto dove posizionare le cariche, in modo da ottenere una maggiore deflagrazione. Dopo alcune ricerche, venne trovato un cunicolo di scolo dell'acqua piovana, che attraversava l'autostrada da un lato all'altro. Nell'aprile del '92 Brusca effettuò una prova dell'esplosivo in Contrada Rebuttone, nei pressi di Altofonte: dopo aver scavato nel terreno, collocò un cunicolo delle stesse dimensioni di quello presente sotto l'autostrada e riempì la buca con del cemento; all'interno del cunicolo inserì dell'esplosivo, e poi vi collocò un detonatore elettrico. Vennero utilizzate la stessa trasmittente e la stessa ricevente che furono poi impiegate nell'attentato a Capaci, procurate da Pietro Rampulla: si trattava di un radiocomando per aeromodellismo. L'esplosione che venne generata, nonostante la carica fosse in quantità di gran lunga inferiore a quella utilizzata nell'attentato, fu abbastanza potente. Infine dopo alcuni test tutto era pronto affinchè si compisse lo sciagurato gesto.

PRIMA STRAGE DELLA MAFIA

Il primo maggio 1947, a Portella della Ginestra, vicino a un paese in provincia di Palermo, avvenne la prima strage di mafia ed è universalmente riconosciuta come la prima strage politico-mafiosa dell'Italia unita. Durante la festa dei lavoratori, in attesa degli oratori ufficiali, Giacomo Schirò decise di intrattenere la folla.

Durante la festa dei lavoratori, in attesa degli oratori ufficiali, Giacomo Schirò, segretario della locale sezione socialista, decise di intrattenere la folla. Dopo pochi minuti dall'inizio del suo discorso, la banda criminale di Salvatore Giuliano sparò contro la folla di contadini riuniti per celebrare la festa dei lavoratori, provocando undici morti 27 feriti, tra cui donne, bambini e contadini.

Nel 1948 Salvatore Giuliano scrisse una lettera all'Unità, in cui affermava lo scopo politico della strage e dopo quella lettera, molti degli esponenti della banda furono catturati, finché il 5 luglio 1950 Giuliano venne ritrovato morto nel cortile della casa di un avvocato di Castelvetrano.

Al processo per il massacro di Portella della Ginestra tenutosi a Viterbo, Pisciotta si autoaccusò dell'omicidio di Giuliano e accusò anche i deputati.

Il 9 febbraio 1954 Pisciotta fu avvelenato nel carcere dell'Ucciardone con un caffè alla stricnina.

"CAMORRA"

La Camorra è nata in Campania e ha creato veri e propri “sistemi” criminali che sfruttano la povertà delle persone nelle periferie della città più importanti.

  • A differenze di “Cosa Nostra” la struttura organizzativa della Camorra è divisa in singoli gruppi chiamati clan si compongono e si scompongono con grande facilità, a volte pacificamente e altre volte con scontri sanguinosi. Ogni "capo" o "boss" è il leader di un clan.
  • La Camorra è l'unica organizzazione di carattere mafioso che ha avuto caratteristiche di massa.
  • Essa è l'unico fenomeno di carattere mafioso che ha origini urbane.
  • Le principali attività della camorra sono il traffico di droga, il racket, la contraffazione e il riciclaggio di denaro.

SACRA CORONA UNITA

È nata in Puglia ed è prevalentemente attiva nel Salento.Si ritiene che la Sacra corona unita sia stata fondata da Giuseppe Rigoli che chiese il permesso al capobastione Umberto Bellocco di formare una 'Ndrangheta pugliese. Per la sua specificità emerge e si distacca dalle altre mafie italiane. Il termine fa riferimento al "battesimo" a cui è sottoposto ogni nuovo membro (Sacra), al fatto che gli affiliati sono come i grani di un rosario (Corona), con un alto grado di coesione interna (Unita). I riti di affiliazione prevedono l'impiego di liturgie e giuramenti. Ha raggiunto il suo apice tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta del XX secolo. Con l’intervento dello Stato e a un gran numero di arresti, è stata indebolita e marginalizzata.

La struttura ideata da Rogoli era di tipo piramidale, formata da otto livelli gerarchici suddivisi in tre fasce

Gli otto gradi hanno un valore soprattutto simbolico: spesso il potere detenuto dal singolo affiliato non corrisponde in realtà alla sua posizione nella gerarchia formale. Questi, in ordine crescente, sono: Picciotteria,Camorrista, Sgarrista, Santista, Evangelista, Trequartista, Medaglioni della Società Maggiore Medaglioni con Catena della Società Maggiore.

COME SI ENTRA NELLA MAFIA

rituale di iniziazione

La persona che vuole entrare a far parte della famiglia viene condotta in una stanza alla presenza di tutti i componenti della Famiglia locale in riunione. Uno dei momenti chiave, da cui la cerimonia prende il nome, è la puntura (la "punciuta") dell'indice della mano, che "l'iniziato" utilizza per sparare, con una spina di arancio amaro o, a seconda del clan mafioso, con un'apposita spilla d'oro.

Il sangue fuoriuscito viene usato per imbrattare un'immaginetta sacra a cui in seguito viene dato fuoco mentre il nuovo affiliato la tiene tra le mani e pronuncia un giuramento solenne: "Giuro di essere fedele a cosa nostra. Possa la mia carne bruciare come questo santino se non manterrò fede al giuramento"

Successivamente, vengono ricordati al nuovo affiliato gli obblighi che dovranno essere rigorosamente rispettati:

Non si toccano donne e bambini, non si guardano le altre mogli, non si frequentano taverne e circoli, bisogna essere sempre disponibili e puntuali, si rispetta la moglie, non può entrare a far parte della mafia chi ha parenti nelle forze dell'ordine o chi non tiene ai valori morali.

'NDRANGHETA

La 'ndrangheta,nota anche come picciotteria, è un'organizzazione criminale italiana di connotazione mafiosa originaria della Calabria. Si è organizzata in 'ndrine (o cosche o famiglie), che sono radicate in un comune o in un quartiere cittadino. ‘ndrina ha al suo centro una famiglia di sangue, attorno alla quale si estende una vasta rete di parentele naturali e artificiali. La dimensione numerica della cosca è una variabile fondamentale per determinare il potere del suo capo. Oggi l'organizzazione criminale più ricca e più potente, soprattutto grazie al traffico di droga. Tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta, la 'Ndrangheta si è arricchita grazie a numerosi sequestri di persona.

Come la mafia si sostiene economicamente

Come tutti ben sappiamo in Italia così come nel resto del mondo è illegale lo spaccio e la detenzione di sostanze stupefacenti, eppure oltre il 5,5 % della popolazione mondiale (circa 271 milioni di persone in una fascia d’età compresa tra i 15 e i 64 anni) ha ammesso secondo un rapporto delle Nazioni Unite di aver fatto almeno una volta uso di queste sostanze. Questo avviene per via delle varie criminalità organizzate sparse in tutto il globo che approfittano di questo florido mercato illegale per autofinanziarsi.

L’organizzazione criminale che gestisce la maggior parte del traffico di stupefacenti in Italia è sicuramente la mafia della “’ndrangheta” con un fatturato annuo pari a 55 miliardi di euro e ramificazioni in varie parti del mondo (è l'unica mafia presente in tutti e 5 i continenti), è considerata la mafia più ricca e potente d'Italia ed una delle più ricche e potenti del pianeta. Essa non si occupa solo dello smercio delle sostanze ed attività criminali più piccole, ma anche dell’ introduzione di queste nel paese.

I principali ricavi della mafia provengono dallo spaccio di droga, dal traffico d’armi, dalla gestione degli appalti e, in certe zone, dallo smaltimento illecito di rifiuti tossici, un giro d’affari milionario con cui molte famiglie mafiose si sono arricchite risparmiando sui costi e rilasciando nell’ambiente tonnellate di rifiuti nocivi e altamente inquinanti.

Dove si rifornisce la mafia italiana

Uomini

Armi

Stupefacenti

Utili per accrescere le schiere dei soldati mafiosi

utili per l'accrescimento dell' arsenale mafioso

molto utili per il sostentamento economico

Le armi sono uno degli elementi più richiesti dalle associazioni mafiose. Procurarsi un'arma per le organizzazioni mafiose è relativamente semplice. Il principale punto di rifornimento per le armi è sicuramente l'Africa con materiale bellico proveniente dalla Nigeria, Somalia o Libia. Punti importanti di rifornimento sono anche l'Albania avente a che fare con le organizzazioni di stampo mafioso est-europeo oppure la Svizzera.

Le sostanze stupefacenti trattate dalla mafia sono molto varie e vanno dalle droghe più leggere come la marijuana a quelle più pesanti come l'eroina. La maggior parte delle droghe sintetiche venduta dalle mafie italiane proviene dall'Asia o dall'Est Europa mentre le altre droghe sono principalmente prelevate dal Sud America. Esse vengono introdotte in Europa dalla Spagna e dalla Russia per poi entrare in Italia principalmente dall'Albania tramite porti italiani non sorvegliati.

Ad un'organizzazione grande e potente come la mafia servono molti uomini che fungeranno da "soldati" per svariati compiti (dallo spaccio ai ricatti). Questi spesso sono ragazzi anche minorenni in cerca di lavoro o cresciuti in un contesto sociale difficile. La mafia sceglie i suoi uomini anche tra molte persone pregiudicate e bisognose di lavoro.

NARCOTRAFFICO

La fantasia criminale del narcotraffico non ha confini. Il trasporto della droga, i Paesi coinvolti, le persone che le trasportano, il modus operandi delle organizzazioni è un sistema che supera qualsiasi barriera e che impegna gli Stati e le loro Forze di Polizia a battaglie quotidiane per reprimere il traffico e arrestare i narcotrafficanti

Analizziamo i dati ufficiali contenuti nella Relazione annuale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA)

Secondo quanto evidenziato dal dossier, la maggior parte della droga che viene sequestrata nel nostro Paese ha come destinazione finale i consumatori di un mercato interno.Ma questo non è sempre del tutto vero. Ad analizzare i dati dei sequestri, emerge che l’Italia è considerata dai narcotrafficanti un Hub di transito da dove distribuire al droga verso altri Paesi.

COME "VIAGGIA" LA DROGA

I trafficanti usano differenti modalità per occultare il trasporto dello stupefacente.

Le inchieste coordinate dalla DCSA hanno confermato che la contaminazione di container imbarcati sulle navi è una modalità che i narcotrafficanti preferiscono per le tratte oceaniche. Il rapporto sottolinea come i maggiori sequestri si siano registrati nei porti di Genova e Livorno, rispetto a quello di Gioia Tauro (Reggio Calabria).

NARCOTRAFFICO

Tutto questo indica che l’individuazione del porto prescinde “dall’area criminale di interesse e dal territorio controllato dall’organizzazione, ma avviene sulla base delle aderenze che la stessa può garantirsi, anche all’estero, nonché delle capacità logistiche, di controllo e gestione di società di trasporto merci, non solo per via marittima”. Infatti la droga viaggia anche:

  • a bordo di aerei: il trasporto e l'occultamento di quantità di droga non superiore ai 6kg, inserite in doppi fondi di bagagli da stiva, protetti dai sistemi radiogeni e dall'olfatto delle unità cinofile.
  • attraverso il trasporto “umano”. Ovvero il viaggio viene compiuto dai cosiddetti “ovulatori” o “bodypackers” (si tratta di corrieri che trasportano nel proprio corpo involucri, precedentemente ingeriti, contenenti lo stupefacente).

A queste protezioni definite “meccaniche” se ne aggiungono altre che hanno a che fare con le procedure di viaggio di chi viene incaricato dalle organizzazioni criminali di trasportare il bagaglio.Le indagini hanno scoperto che si tratta di corrieri che vengono reclutati per la maggior parte nei Paesi dell’Est Europa, tutti molto giovani. Questo consente di distogliere l’attenzione delle Forze dell’Ordine locali. Ai trasportatori viene data una ricompensa in denaro, oltre ad una vacanza in una località turistica intermedia del viaggio di andata o ritorno dalla località di prelevamento del carico. Un modo per sviare ulteriormente l’attenzione delle Forze di Polizia.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE!