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LA CONOSCENZA
GABRIELE COLISTRA
Created on May 29, 2022
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Transcript
Gabriele Colistra IV E
LA CONOSCENZA
IL PENSIERO DI LOCKE, HUME E KANT
LA CONOSCENZA SECONDO LOCKE
LE IDEE
John Locke, fondatore dell'empirismo inglese, basa la sua definizione di conoscenza sul concetto cartesiano di idea, ovvero "qualunque cosa che è l'oggetto dell'intelletto quando un uomo pensa". A differenza di Cartesio, però, egli considera come idea esclusivamente ciò che deriva dall'esperienza. Inoltre egli fa una fondamentale distinzione tra idee semplici, ricevute in modo passivo dall'esperienza, e idee complesse, prodotte attivamente dall'intelletto attraverso un'unione di più idee semplici. Tra le idee complesse egli fa un'ulterirore distinzione tra sostanze, le idee di ciò che è percepito come sussistente di per sè, modi, le idee di ciò che percepiamo come manifestazione di una sostanza, e relazioni, idee scaturite dal confronto di più idee.
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LA CONOSCENZA
Locke definisce la conoscenza come la percezione di un accordo o un disaccordo di idee. Inoltre distingue tre tipologie fondamentali di conoscenza: la conoscenza intuitiva, in cui l'accordo o il disaccordo avviene in modo immediato e tra le idee stesse; la conoscenza dimostrativa, in cui l'accordo o il disaccordo avviene attraverso idee intermedie dette "prove"; infine la conoscenza sensibile riguarda le cose al di fuori delle idee, a patto che vi sia una conformità tra le idee e le cose reali. Inoltre a ogni tipo di conoscenza Locke associa un ordine della realtà: all'esistenza dell'io associa la conoscenza intuitiva, avvalendosi del procedimento cartesiano; all'esistenza di Dio associa la conoscenza dimostrativa, rielaborando la prova causale tradizionale; all'esistenza delle cose associa infine la conosceza sensibile attuale.
LA CONOSCENZA SECONDO HUME
IL PERCORSO DELLA CONOSCENZA
Il filosofo inglese David Hume invece chiama i contenuti della mente percezioni, divise in due classi: le impressioni e le idee. Come scrive nel Trattato sulla natura umana, "le percezioni che si presentano con maggior forza e violenza, possiamo chiamarle impressioni. Per idee, invece, intendo le immagini illanguidite delle impressioni". A differenza di Locke, egli risolve totalmente la realtà nel molteplice delle idee attuali, non ammettendo nulla al di là delle percezioni. La facoltà di stabilire relazioni tra idee è definita da Hume come immaginazione, la quale si fonda su una "dolce forza": il principio di associazione, che opera sul criterio di somiglianza, il criterio di contiguità nel tempo e nello spazio, e il criterio di causalità. Inoltre Hume distingue due tipologie di proposizioni: le relazioni tra idee, costruite sul principio di non-contraddizione e alla base della matematica e le materie di fatto, fondate sull'esperienza e alla base della fisica.
IL PRINCIPIO DI CausALITà E LA CREDENZA DEL MONDO ESTERNO
Uno dei punti fondamentali della filosofia di Hume è la critica al principio di causalità, secondo cui "ad A segue necessariamente B". La sua tesi fondamentale è che la relazione tra una causa e il suo effetto non può mai essere conosciuta mediante un puro ragionamento, ma soltanto per esperienza. Inoltre egli spiega che affinchè questo principio sia constatabile, il corso della natura deve essere uniforme, un qualcosa che non è verificabile e quindi non è certo. Per questi motivi il principio di causalità non è giustificabile, nonostante vi ricorriamo spesso per comodità e abitudine. Hume estende la sua critica anche alla credenza nell'esistenza continua e esterna delle cose, secondo cui siamo abituati a credere che il mondo esterno continui a esistere al di fuori delle nostre impressioni. Egli ribadisce che l'unica realtà certa è quella delle percezioni e perciò si definsce egli stesso uno "scettico moderato"
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LA CONOSCENZA SECONDO KANT
I GIUDIZI
Immanuel Kant, nella Critica della ragion pura, la sua opera fondamentale, si prefigge il compito di analizzare criticamente i fondamenti del sapere, soffermandosi in particolare sulla validità delle scienze (matematica e fisica) e della metafisica. Egli fa ciò partendo dal pensiero di Hume, distinguendo le "relazioni tra idee" (universali e necessarie ma infeconde) dalle "materie di fatto" (particolari e non necessarie ma feconde). Kant inoltre chiama le prime giudizi analitici a priori, tipici del razionalismo, e le seconde giudizi sintetici a posteriori, caratteristici dell'empirismo. Entrambi non sono sufficienti a garantire la validità della conoscenza e, per questo, Kant indica un terzo tipo di proposizioni: i giudizi sintetici a priori, che sono allo stesso tempo universali e necessari e fecondi e costituiscono la base della scienza insieme alle impressioni sensibili
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LA "RIVOLUZIONE COPERNICANA"
Kant inoltre elabora una nuova concezione della conoscenza, intesa come sintesi di materia, la molteplicità caotica e mutevole delle impressioni sensibili, e forma, l'insieme delle modalità fisse attraverso cui la mente umana ordina tali impressioni. Queste forme a priori (lo spazio, il tempo e le categorie) sono sono degli schemi innati comuni a tutti i soggetti pensanti attraverso cui osserviamo la realtà. Questa nuova impostazione della conoscenza comporta la cosiddetta rivoluzione copernicana di Kant, il quale, come Copernico aveva ribaltato il rapporto tra Terra e Sole, ribalta i rapporti tra soggetto e oggetto, affermando che la realtà si modella sulle forme a priori attraverso cui la percepiamo. Ciò comporta anche una distinzione tra fenomeno, ovvero la realtà per come ci appare attraverso le forme a priori, e cosa in sé, cioè la realtà considerata indipendentemente dalle nostre e forme a priori e per questo detta x sconosciuta o realtà noumenica.
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