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AMORE
Filippo Vasco
Created on April 25, 2022
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Transcript
AMORE
Angelo o Demone?
“L'amore è sofferenza, pianto, gioia, sorriso. L'amore è felicità, tristezza, tormento.”
Alda Merini
L'antichità classica: Eros, un dio invincibile
Al dio Eros (Cupido per i Romani) venivano attribuite le fattezze o di un giovane o di un bambino alato che con delle frecce avvelenate colpiva il cuore di uomini e dèi, causando un folle e irresistibile amore.Infatti, i due motivi su cui si concentra la poesia d'amore nell'antichità sono l'aspetto sensuale della passione e la sua sintomatologia.
Saffo
La più importante poetessa della lirica greca. Nasce alla fine del VII secolo a.C. sull'isola di Lesbo, nell'Asia minore. Era una donna di grande raffinatezza e cultura, ed ha un ruolo centrale in un tasio.Al centro delle sue poesie si parla di relazioni d'amore, di amicizia e scene di gelosia.
Tasio
A me pare uguale agli dèi
Saffo
"A me pare uguale agli dei chi a te vicino così dolce suono ascolta mentre tu parli e ridi amorosamente. Subito a me il cuore si agita nel petto solo che appena ti veda, e la voce si perde sulla lingua inerte. Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle, e ho buio negli occhi e il rombo del sangue alle orecchie. E tutta in sudore e tremante come erba patita scoloro: e morte non pare lontana a me rapita di mente."
Gaio Valerio Catullo
Catullo nasce a Verona nel 84 a.C. si reca presto a Roma (centro della vita culturale) egli ha una vita breve (trent’anni) ma intensa, soprattutto dal punto di vista affettivo. La vicenda centrale nell'opera di Catullo è la sua relazione con una donna, che appare nei suoi versi sotto il nome di Lesbia, realmente Clodia (matrona romana, sorella di un uomo politico, che ha comportamento libero e costumi sessuali disinvolti). compie un viaggio in Bitinia (Asia Minore), come accompagnatore di un uomo politico, dove ne approfitta per visitare la tomba del fratello nella Troade.
“Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo(ci), e le chiacchiere dei vecchi troppo severi consideriamole tutte un soldo. I giorni possono tramontare e ritornare; noi, una volta che la breve luce è tramontata, dobbiamo dormire una sola eterna notte. Dammi mille baci, poi cento, poi mille altri, poi ancora cento, poi di seguito/ininterrottamente altri mille, poi cento. Poi, quando ne avremo fatto molte migliaia, rimescoleremo quelli, per non conoscere (il totale), o perché nessun maligno possa gettar(ci) il malocchio, quando sappia quanto è grande (il numero) dei baci.”
Carme V: A Lesbia
Catullo
L'amore nel Medioevo: dall'amore cortese...
L'amor cortese era la concezione d'amore nel Medioevo. Veniva cantato nella poesia dai trovatori (poeti) provenziali nella Francia meridionale, ed era l'espressione della società feudale e della vita di corte: il poeta offre alla dama devozione, fedeltà e canti di lode in cambio del suo favore. Tuttavia, l'amore è sempre in contrasto e destinato a rimanere insoddisfatto, in quanto amore adulterino. In fatti la donna amata è sempre sposata e al poeta non è concesso altro che il solo corteggiamento.
...al Dolce Stil Novo
Tra il Duecento e il Trecento fiorisce la tendenza poetica che Dante definisce "dolce stl novo". Le principali novità dei Stilnovisti possono essre riassunte in due motivi forti: - il vero amore, riservato solo a chi ha il cuore "gentile" (nobile) - la donna angelo, la cui vista suscita l'innamoramento e instillando il bene nel cuore dell'innamorato.
Giacomo da Lentini
Jacopo, o Giacomo, nasce a Lentini, un piccolo borgo siciliano, intorno al 1210. Della sua vita si conosce molto poco, ma da documenti d’archivio, si desume che Jacopo da Lentini lavori come funzionario presso la Corte imperiale di Federico II in qualità di Notaio imperiale, da qui l’appellativo di Notaro che Dante gli attribuisce nella Divina Commedia. È ritnuto l'inventore del sonetto.
Amore è uno desio
Giacomo da Lentini
“Amor è uno desio che ven da’ coreper abondanza di gran piacimento; e li occhi in prima generan l’amore e lo core li dà nutricamento. Ben è alcuna fiata om amatore senza vedere so ’namoramento, ma quell’amor che stringe con furore da la vista de li occhi ha nascimento: ché li occhi rapresentan a lo core d’onni cosa che veden bono e rio com’è formata naturalemente; e lo cor, che di zo è concepitore, imagina, e li piace quel desio: e questo amore regna fra la gente.
Dante Alighieri
È considerato il padre della lingua italiana; la sua fama è dovuta alla paternità della Comedìa, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale. Espressione della cultura medievale, filtrata attraverso la lirica del Dolce stil novo, la Commedia è anche veicolo allegorico della salvezza umana, che si concreta nel toccare i drammi dei dannati, le pene purgatoriali e le glorie celesti, permettendo a Dante di offrire al lettore uno spaccato di morale ed etica.
Paolo e Francesca (Inferno, canto V, 73-142)
Dante Alighieri
Paolo e Francesca sono due figure di amanti entrate a far parte dell'immaginario popolare sentimentale, pur appartenendo anche alla storia e alla letteratura. A loro è dedicata buona parte del v canto della Divina Commedia. Nella Commedia, i due giovani raffigurano le principali anime condannate alla pena dell'inferno dantesco nel cerchio dei lussuriosi, costretti a vivere in due fiamme una vicino all'altra. In vita furono cognati (Francesca era infatti sposata con il fratello di Paolo) e questo amore li condusse alla morte per mano del marito di Francesca. Francesca spiega al poeta come tutto accadde: leggendo il libro che spiegava l'amore tra Lancillotto e Ginevra, i due trovarono calore nel bacio tremante che alla fine si scambiano e che caratterizza l'inizio della loro passione.
Umanesimo e Rinascimento: passione terrena
Rispetto a quella medievale, la cultura umanistico-rinascimentale rimette al centro dell'attenzione l'uomo, facendo ribaltare così anche la prospettiva sull'amore e i piaceri mondani. Ciò è evidente, nella poesia, nell'amplificazione dello spazio riservato all'aspetto fisico e sensuale dell'amore.
Ludovico Ariosto
Ludovico Ariosto è considerato nella storia della letteratura italiana ed europea uno degli autori più celebri ed influenti del Rinascimento ed è ritenuto, nel quadro della rifondazione dei generi teatrali, l'iniziatore della commedia "regolare" con Cassaria e I suppositi. Il suo Orlando furioso è tra i poemi più importanti della letteratura cavalleresca, quindi è considerato il codificatore della favola romanzesca e tra i massimi esponenti e cantori di Ferrara legati al rinascimento estense con Matteo Maria Boiardo e Torquato Tasso e un seguace dei precetti sulla fondazione di una lingua nazionale italiana dell'amico Pietro Bembo: infatti L'Orlando furioso è la prima opera di un autore non toscano nella quale viene usato il toscano come lingua letteraria nazionale. La sua ottava rima, definita "ottava d'oro", rappresenta una delle massime espressioni raggiunte dalla metrica poetica prima dell'illuminismo e rappresentò l'apice raggiunto dall'umanesimo ferrarese anche con il suo recupero del teatro classico.
Orlando Furioso
“Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l'ire e i giovenil furori d'Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. Dirò d'Orlando in un metesmo tratto cosa non detta in prosa mai né in rima: che per amor venne in furore e matto, d'uom che sì saggio era stimato prima; se da colei che tal quasi m'ha fatto, che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima, me ne sarà però tanto concesso, che mi basti a finir quanto ho promesso.”
Ludovico Ariosto
Il Barocco: il bizzarro e la meraviglia
Nel Seicento, a seguito delle recenti scoperte scientifiche e crisi sociali, fanno allontanare la gente dalle verità della Chiesa, causando una rivoluzione del pensiero, scaturendo una nuova visione del mondo. L'obiettivo della cultura del Barocco è suscitare piacere, destare stupore e meraviglia. La poesia ci iesce grazie all'uso di metafore e al concettismo (mettere in relazione immagini diverse attraverso nessi arguti e difficili. In ciò si inscrive la tendenza dei poeti ad analizare l'aspetto sensoriale dell'amore.
Giambattista Marino
Viene considerato il fondatore della poesia barocca, nonché il suo massimo esponente italiano. La sua influenza sulla letteratura italiana ed europea del Seicento fu immensa. L'opera del Marino è all'origine di una concezione poetica che andò presto affermandosi in tutti i maggiori paesi del continente, sfociando in correnti letterarie quali il preziosismo in Francia, l'eufuismo in Inghilterra e il culteranismo in Spagna. La straordinaria importanza dell'opera mariniana e l'enorme successo di cui Marino poté godere fra i suoi contemporanei sono ben illustrati dal celebre giudizio di Francesco de Sanctis: «Il re del secolo, il gran maestro della parola, fu il cavalier Marino, onorato, festeggiato, pensionato, tenuto principe de' poeti antichi e moderni, e non da plebe, ma da' più chiari uomini di quel tempo. Marino fu l'ingegno del secolo, il secolo stesso nella maggior forza e chiarezza della sua espressione».
L'Adone
Giambattista Marino
“Rosa riso d'Amor, del Ciel fattura, Rosa del sangue mio fatta vermiglia, pregio del mondo, e fregio di Natura, de la Terra e del Sol vergine figlia, d'ogni Ninfa e Pastor delizia e cura, onor de l'odorifera famiglia, tu tien d'ogni beltà le palme prime, sovra il vulgo de' fior Donna sublime”
Il Romanticismo: soffrire per amore
Dopo il secolo dell'Illuminismo, col diffondersi delle idee romantiche l'amore torna al centro dell'attenzione, diventando quasi il simbolo del Romanticismo.L'uomo romantico, diviso fra ideale e reale, trova nell'amore il principale mezzo per superare tale dissidio e raggiungere la pienezza nella sua vita. Infatti, solo nella donna amata trova la sua anima "eletta". Tuttavia non si tratta mai di una relazione facile, bensì di una conquista: l'amore romantico è contrastato, sofferto e talvolta impossibile.
Giacomo Leopardi
È ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché uno dei principali esponenti del romanticismo letterario. La profondità della sua riflessione sull'esistenza e sulla condizione umana (di ispirazione sensista e materialista) ne fa anche un filosofo di spessore. La straordinaria qualità lirica della sua poesia lo ha reso un protagonista centrale nel panorama letterario e culturale internazionale. Leopardi, intellettuale dalla vastissima cultura, inizialmente sostenitore del classicismo, ispirato alle opere dell'antichità greco-romana, approdò al Romanticismo dopo la scoperta dei poeti romantici europei. Morì nel 1837 poco prima di compiere 39 anni, durante la grande epidemia di colera di Napoli.
A Silvia
Giacomo Leopardi
“Sonavan le quiete stanze, e le vie d'intorno, al tuo perpetuo canto, allor che all'opre femminili intenta sedevi, assai contenta di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu solevi così menare il giorno.”
Il Novecento: la rivoluzione dei costumi e l'amore 'liberato'
Nel Novecento, la concezione dell'amore e delle relazioni amorose procede insieme alla rivoluzione dei costumi. Alla mutazione dell'immagine della coppia corrisponde anche una liberazione della poesia di tematica amorosa. Infatti tutte le idee precipitano gradualmente in un unico calderone nel quale poeti e poetesse attingono a dar voce ai loro sentimenti, scandagliandoli in tutti i loro possibili aspetti senza limiti
Umberto Saba
Umberto Saba ebbe un'infanzia difficile. La madre, ebrea fu abbandonata dal marito prima della sua nascita. Umberto, per rivalsa, cambiò il cognome del pare, Poli, con lo pseudonimo Saba che in ebraico significa pane. Ebbe una carriera scolastica piuttosto breve perché dovette trovarsi presto un lavoro, ma, dopo le sterminate letture dell'infanzia, lesse per conto proprio i classici italiani. Nel 1903 esordì come poeta pubblicando a sua spese il volume di versi Il mio primo libro di poesia. Dopo la partecipazione alla prima guerra mondiale rilevò a Trieste una vecchia libreria antiquaria a cui si dedicò fino agli anni della vecchiaia, trovandovi sia il sostentamento economico sia un rifugio e la possibilità di dedicarsi alla poesia. La tranquilla occupazione di libraio fu interrotta dalla persecuzione razziale e dalla seconda guerra mondiale che lo costrinsero alla clandestinità. Alla fine della guerra, dopo brevi soggiorni a Roma e Milano, rientrò a Trieste e vi trascorse gli ultimi anni di vita segnati dalla perdita della moglie e da periodiche crisi di nevrosi, ma anche da riconoscimenti per la sua grandezza poetica e sprazzi creativi da cui nascono le ultime raccolte di versi.
A mia moglie
“Tu sei come la rondineche torna in primavera. 70 Ma in autunno riparte; e tu non hai quest’arte. Tu questo hai della rondine: le movenze leggere: questo che a me, che mi sentiva ed era vecchio, annunciavi un’altra primavera.”
Umberto Saba
Grazie per l'attenzione