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TO THE MOON PRESENTATION

Gaetana Siciliano

Created on April 22, 2022

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Transcript

Presentation

Astolfo sulla luna

Canto 34

indice

Testo e Parafrasi

Spazio, Tempo e Mezzo

La Luna

Analisi Metrica

Follie e senno di Orlando

Figure retoriche

Collegamenti

Temi

Commento

Personaggi

Analisi metrica

Ottave di endecasillabi con schema rime (alternate e baciate): ABABABCC.Il racconto è fiabesco e sottilmente ironico, ricco di termini alti, latinismi e arcaismi. Le figure retoriche sono numerose e varie.

figure retoriche

Anafora

Chiasmo

Metonimia

Metafora

Endiadi

Climax

temi

Il rovesciamento della visione del mondo

La follia umana

Desideri umani

personaggi

San Giovanni

astolfo

orlando

Orlando in questo canto è come il motore della ricerca. Astolfo, infatti, è andato sulla Luna per lui e per ritrovare il suo senno.

L’altro personaggio è San Giovanni, autore dell’Apocalisse, la cui funzione è quella di guidare Astolfo in questo posto per lui misterioso.

Il protagonista del racconto è Astolfo, cui spetta l’importante di compito di arrivare sulla luna. Non solo l'uomo è molto incuriosito da ciò che vede, ma può comprendere, grazie a questo viaggio, anche delle parti di sé: trova infatti proprio lì molte cose che lui stesso ha perduto.

Spazio tempo E mezzo

La luna

La Luna è fatta per molti aspetti come la Terra: ci sono fiumi, laghi, campagne, castelli, in tutto simili (anche se più grandi) a quelli che sono sulla Terra. Essa è però una sorta di mondo rovesciato, perché “ciò che si perde qua, là si raguna”, cioè quel che va perduto sulla terra lo si ritrova lassù. A un certo punto i due giungono in un luogo in cui è raccolta una quantità enorme di ampolle, piene di un liquido leggero, che evapora con facilità: si tratta del senno perduto dagli uomini, che tuttavia ritengono di possederne tanto. Qui si trova anche il senno di Orlando, che Astolfo può recuperare. Ne approfitta per recuperare anche il suo e lo inala dall’ampolla in cui è contenuto.

Follia e senno di orlando

Mentre è alla ricerca del guerriero saraceno Mandricardo con cui deve battersi a duello, Orlando capita casualmente nei luoghi che poco tempo prima videro l'amore felice di Angelica e Medoro, narrato precedentemente dall'autore e conclusosi con la partenza dei due sposi per il Catai: giunto in un "locus amoenus" dove vede dappertutto i segni dell'amore di Angelica e del fante saraceno, tenta dapprima di convincersi che la cosa non sia vera, finché l'incontro fortuito col pastore che aveva dato alloggio ai due amanti gli toglie ogni dubbio e lo priva del senno, facendolo precipitare in una furia cieca e distruttiva.

L'episodio ha un'importanza centrale nel poema, non solo ovviamente perché spiega le circostanze in cui Orlando diventa "furioso", ma soprattutto perché dà modo all'autore di ironizzare bonariamente sulla follia di tutti gli uomini, sempre pronti a inseguire le illusioni d'amore anche a costo di perdere la ragione (come è capitato anche ad Ariosto, per sua stessa ironica ammissione). Orlando ritroverà il senno quando Astolfo lo andrà a recuperare sulla Luna.

commento

Il passo si apre con la descrizione paesaggistica del luogo in cui si trova Astolfo: dalla Luna si vede la Terra, e in lontananza il vallone delle cose perdute: qui si radunano tutte le cose che una volta perdute non possono più essere recuperate. Ariosto elenca le tre cause all'origine dello smarrimento di qualcosa: si perde o per nostro diffetto, o per colpe di tempo o di Fortuna. Sulla luna di Ariosto c'è pochissimo spazio per i beni materiali, tanto che le cose perdute dagli uomini non sono semplici oggetti: troviamo virtù inutilizzate, ma anche azioni vane prodotte dagli individui che commettono dei peccati. In questo canto Ariosto rivela anche una marcata autoironia, riuscendo ad analizzare i mali che attanagliavano la società cinquecentesca e al tempo stesso focalizzandosi su difetti del suo mondo.

Collegamenti

Viaggio sulla luna

ippogrifo

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