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Keith Haring

Raffaele Cimino

Created on January 29, 2022

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Transcript

Keith Haring

prof. Raffaele Cimino

Keith Haring

(4 maggio 1958 16 febbraio 1990, New York)

Keith Haring, uno dei capi della corrente neo-pop, è stato tra gli artisti più rappresentativi della sua generazione. Nasce il 4 maggio 1958 a Kutztown, in Pennsylvania. Rivela il suo talento artistico già molto giovane e, dopo aver regolarmente frequentato le scuole superiori, entra alla Ivy School of Professional Art di Pittsburgh. Nel 1976, sull'onda della nuova contestazione giovanile e della cultura hippie, gira gli Stati Uniti in autostop, facendo tappa nelle varie città del paese allo scopo di osservare più da vicino i lavori degli artisti della scena americana, quelli così spesso visti solo sulle pagine patinate delle riviste specializzate. Nel 1978 entra alla School of Visual Arts di New York, diventando noto nei primi anni '80 con i murales realizzati nelle metropolitane e, più tardi, con i lavori esposti qua e là, fra Club di vario genere e "vernissage" più o meno improvvisati. Le novità proposte dall'artista americano, ad ogni modo, sono esplosive e non mancano di attirare l'attenzione degli intenditori più smaliziati. Keith Haring, sulla falsariga del suo modello inconscio e ormai "alto" Andy Warhol, trasmette e inventa un nuovo linguaggio urbano, costituito da sagome quasi infantili o primitive, caratterizzate da un continuo segno nero che si rifà palesemente al fumetto. Bizzoso e trasgressivo, per l'artista ciò significa libertà di gestione personale che nel suo caso si traduce in una vita sempre più sregolata, soprattutto dal punto di vista sessuale. Nel 1988 gli viene diagnosticato l'Aids. Con un colpo a sorpresa annuncia lui stesso la sua triste condizione in un'intervista a "Rolling Stone", incrementando così la sua già grande popolarità. Stando a quanto l'artista stesso dichiarò in alcune successive interviste, la rivelazione di essere affetto dall'Aids non fu affatto una sorpresa, nella consapevolezza di aver varcato molti limiti e di aver sfruttato appieno quel clima di libertà e di promiscuità che poteva offrire la New York dell'epoca.

Sul piano del valore artistico, l'opera di Haring non ha mai conosciuto flessioni, alimentando anzi vasto giro di affari, in piena adesione con lo spirito moderno, che significa per molti versi spirito disincantato e per questo "commerciale"; affari che si avvalgono dello stile peculiare di Haring e che ne sposano l'intima connessione con la comunicazione contemporanea, ormai per l'appunto inseparabile dalla comunicazione commerciale. Gli introiti derivati dal filone aurifero Haring sono basati non solo sulla mera produzione "artistica" del genio americano ma si poggiano anche su gadget, magliette e quant'altro (in alcune foto si vede lo stesso Haring indossare in maniera divertita alcune magliette con riproduzioni di suoi graffiti). Il successo internazionale delle sue opere ha comunque contribuito alla proliferazione delle forme d'arte negli spazi pubblici, diffondendo una più vasta sensibilità artistica. Immediate, semplici e dirette, le sue composizioni attirano facilmente l'attenzione di chi guarda e si possono leggere a più livelli, che possono andare da un piano più superficiale e divertito, alla scoperta di un umorismo graffiante e allucinato. Keith Haring è morto il 16 febbraio 1990, all'età di 32 anni.Prima della sua morte fonda la Keith Haring Foundation, che si propone tuttoggi di continuare la sua opera di supporto alle organizzazioni a favore dei bambini e della lotta all'AIDS.

La prima operatra droga e Black Sabbath. È del 1974 la prima opera conosciuta di Keith Haring, ed è un pezzo di carta alto 40 cm e largo 60 dove con un pennarello disegna quella che in quel momento è la sua iconografia di riferimento: fumetti e cartoni, ma anche droga e alcol, con i quali avrebbe fatto i conti per tutta la vita. A fare da contorno in questo piccolo affresco che già tanto dice sul percorso che avrebbe intrapreso, i nomi delle band che ascolta incessantemente: Beatles, Aerosmith, Black Sabbath e Humble Pie.

Gli incontri migliori si fanno in bagno La prima volta che incontra Jean-Michel Basquiat, al quale sarebbe stato molto legato fino alla morte di questo, è nel bagno della School of Visual Art di New York: è proprio in quell’istituto che Haring vede dappertutto la scritta SAMO, acronimo di un writer che frequenta la scuola, ma che non riesce a identificare. Fino a quando becca un ragazzo che in un bagno sta scrivendo sui muri uno di quei TAG con quella sigla che agli occhi dell’autore è il suono di ALL Same Old Shit (Sempre la stessa merda). Quell’artista, con il quale nasce una grande amicizia, è proprio Jean-Michel Basquiat

L’omaggio a Lennon In pochi sanno che una delle sue opere più famose, che rappresenta uno dei suoi inconfondibili omini, questa volta una figura rossa su sfondo giallo, circondata da croci e con un buco nella pancia, è in realtà un omaggio a John Lennon. Lo ha realizzato nel 1982, a due anni dall’omicidio di Lennon ed è un’opera con la quale Haring ha voluto rappresentare proprio il corpo dell’ex Beatles trafitto dagli spari.

Il Muro di Berlino Persino il Muro di Berlino diventa una tela per Keith Haring, Su un titanico sfondo giallo, Keith Haring dipinge una fila infinita di persone che si tengono per mano. Queste figure furono realizzate con il rosso e il nero così che il murale, una volta finito, avesse proprio i colori della bandiera tedesca. Non è stato l’unico murale di Haring ad andare perso: ne ha realizzati moltissimi, ma oggi le opere pubbliche rimaste in piedi sono solamente 34.

Heart

Gli omini di Keith Haring sono uno dei suoi principali simboli artistici. Questi personaggi che ballano, saltano, si abbracciano, si amano e, semplicemente, vivono, altro non sono che ognuno di noi. Rappresentato la vita e la voglia di viverla a 360° in un mondo fatto di colori e felicità che pare quasi surreale e, proprio per questo, ci aiuta a evadere dalla realtà. Tra le opere più belle e famose di Haring c’è Heart che raffigura due omini che sorreggono un enorme cuore rosso pulsante. Questa è un’opera simbolo della sua arte: è infatti impossibile capire qualcosa di più dei due personaggi sesso, etnia o qualsivoglia differenza. Anche in questo caso dunque gli omini sono un simbolo di un battaglia che coinvolge l’artista in prima persona, dichiaratamente omosessuale.In fondo non è difficile notare in queste figure la sua visione dell’amore, che non vede differenze di sesso, razza e ogni tipo di barriera che danzano sulle note dell’amore, quell’amore raffigurato alle loro spalle da un grande cuore rosso pulsante. Haring non nascondeva la sua omosessualità, anzi ne andava fiero: nel 1976 a San Francisco frequentava abitualmente Castro Street (celeberrima strada facente parte del quartiere Castro della città, rinomato per essere il cuore della comunità gay californiana) tanto da prendere parte a diverse manifestazioni pro diritti gay ed anti-omofobia, e ancora c’è da riflettere sulla massima soprascritta in cui non rimpiangeva affatto la sua promiscua attività sessuale.

K. Haring, Heart, 1988, acrilico

Tuttomondo

Keith Haring incontrò a New York un giovane studente pisano, Piergiorgio Castellani, che lo invitò a trascorrere un periodo di soggiorno nella città toscana. Qui l'artista ebbe l'idea di realizzare un murale: l'unico spazio disponibile era una grande parete esterna, posta sul lato nord del convento della chiesa di Sant'Antonio Abate, semidistrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Grazie all'accordo raggiunto tra l'artista, il comune e il parroco del convento, si procedette con la realizzazione dell'opera. L'artista dipinse il grande murale nel giugno del 1989, in soli quattro giorni. Dopo aver imbiancato l'intera parete e aver disegnato in nero i contorni delle figure, Haring completò il murale colorandolo con l'aiuto di alcuni studenti e alcuni artigiani dell'azienda di vernici Caparol Center di Vicopisano, che aveva donato la vernice necessaria alla realizzazione dell'opera.

Il dipinto ritrae 30 figure dinamiche e di grande vitalità, concatenate e incastrate tra loro a simboleggiare la pace e l'armonia del mondo.

Tuttomondo ,1989 Murale,10×18 m, Chiesa di Sant'Antonio Abate, Pisa

Al centro del murale si trova la "croce pisana", rappresentata con quattro figure umane unite all'altezza della vita. Più in alto, un uomo sorregge sulle spalle un delfino, a sinistra compaiono un cane, una scimmia e un volatile: il legame dell'uomo con la natura è indispensabile per l'armonia del mondo. In alto a destra un paio di forbici, a simboleggiare il bene, rappresentate come l'unione di due figure umane, tagliano in due un serpente, a simboleggiare il male. Una donna con in braccio un bambino e un uomo con un televisore al posto della testa rappresentano il contrasto tra la naturalità della vita e la tecnologia che ne stravolge i ritmi. In alto a sinistra una persona gialla, come una matriosca, a simboleggiare che anche una persona con chili di peso in eccesso, nei diritti e nei doveri dal suo interno, è uguale a tutti gli altri. Due gemelli siamesi al centro, uniti nel tronco, e altri due a destra uniti all'altezza delle spalle, sono probabilmente una condanna ai disastri nucleari. In basso, al livello della strada, è stata raffigurata una figura gialla che cammina: rappresenta il pubblico, un passante o un turista, che dedica un momento di riflessione all'opera, prima di proseguire in direzione della Torre di Pisa.