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Il 1600 unità 1 parte 2

Giulia Mura

Created on January 8, 2022

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Transcript

Il '600

Nascita del sistema mondo

start

Unità 1: un'economia su scala mondiale

index

1. La crisi economica globale

5. Inghilterra e Francia

2. La decadenza della Spagna

6. La tratta degli schiavi

3. Il dominio spagnolo in Italia

7. La Nuova Inghilterra

4. La potenza dell'Olanda

Il tempo degli eventi

1618: Guerra dei Trent'anni

1641: guerra civile in Inghilterra

1648: pace di Westfalia

1689: L'Inghilterra pubblica la "Dichiarazione dei diritti"

1661: Luigi XIV sale al trono di Francia

1688: Gloriosa rivoluzione inglese

un'economia su scala mondiale

Unità 1 parte 2 Volume 2

1600 1700

1610 1620 1630 1640 1650 1660 1670 1680 1690

1602: nasce in Olanda la Compagnia delle Indie Orientali

1630: epidemia di peste in Italia

1647: Rivolta a Napoli

1674: Rivolta a Messina

1628: rivolta del pane a Milano

1648: pace di Vestfalia

LA CRISI ECONOMICA COLPISCE MOLTI STATI EUROPEI

Nel Quattrocento e nel Cinquecento ci fu una forte crescita della popolazione. La richiesta di cibo aumentò e si sfruttarono sempre di più i terreni agricoli. Ma le tecniche di coltivazione non si erano rinnovate e anno dopo anno i terreni divennero meno produttivi, cioè dagli stessi terreni si ricavavano meno prodotti agricoli.A questo si aggiunse un forte abbassamento delle temperature che ridusse ancora di più la produzione agricola. Però il problema più grande furono le continue guerre. I terreni e i raccolti venivano distrutti dal passaggio degli eserciti e i contadini erano costretti a lasciare il lavoro per andare a combattere

Les Mendiants (Sébastien Bourdon 1640- Louvre)

carestie ed epidemie

La diminuzione dell’attività e della produzione agricola causò anche molte carestie. Nelle città e nelle campagne le persone soffrivano la fame, mangiavano poco e male e quindi si ammalavano più facilmente. Per questo le epidemie di peste che in quegli anni colpirono tutta l’Europa fecero molti morti. In molti Paesi, tra i quali l’Italia, ci fu una forte diminuzione della popolazione

La peste del 1630 fu un'epidemia di peste bubbonica diffusasi in Italia nel periodo tra il 1629 e il 1633 che colpì diverse zone del Settentrione, il Granducato di Toscana, la Repubblica di Lucca e la Svizzera, con la massima diffusione nell'anno 1630.

"La madre di Cecilia" cap. XXXIV Promessi Sposi racconta il famoso episodio della peste che colpì Milano.

iL CROLLO DELL’ECONOMIA

Nelle campagne tornarono i vecchi usi feudali: aumentarono le giornate di lavoro gratuito che i contadini dovevano fare sulle terre del signore e di conseguenza avevano meno tempo per lavorare le loro terre. Questo provocò numerose rivolte contadine. La crisi poi si estese anche agli altri settori dell’economia: l’artigianato e la produzione manifatturiera. La crisi economica fu generale, ma furono più colpiti i Paesi che avevano un’economia basata soprattutto sull’agricoltura e i Paesi che si affacciavano sul Mediterraneo, perché la scoperta dell’America aveva fatto spostare il traffico commerciale sull’Atlantico

Navi scaricano merci in un porto della Lega Anseatica.La Lega Anseatica era un’alleanza tra le città portuali che si affacciavano sul Mare del Nord e sul Mar Baltico

2.la decadenza della spagna

LA RICCHEZZA SPRECATALa crisi economica fu particolarmente grave in Spagna. Le grandi ricchezze arrivate nel ’500 dalle colonie erano servite per finanziare le guerre e far vivere nel lusso i nobili, non erano state usate per migliorare l’agricoltura o per avviare le prime manifatture che in quegli anni erano nate in molti altri Paesi d’Europa.Inoltre nel ’600 vi fu una forte riduzione dell’arrivo dell’oro e dell’argento, perché molte miniere si erano esaurite e anche perché i corsari inglesi e francesi aggredivano e derubavano le navi spagnole.La Spagna si ritrovò perciò senza risorse e indebitata con le banche straniere. Fu così che in pochi anni il Paese più potente d’Europa perse la sua forza e importanza e iniziò la sua decadenza.

Gli Spagnoli soccorrono Genova assediata dai Francesi (dipinto di Antonio de Pereda, 1634)

I nobili vivono una vita di sfarzo e sprechi.La cacciata degli ebrei e dei moriscos (i discendenti degli arabi) aveva allontanato dalla Spagna i sudditi più attivi nel commercio e anche per questo nel Paese erano quasi del tutto assenti i mercanti, gli imprenditori e i banchieri. Mancava quindi la borghesia, ossia quel gruppo di persone che vivono dedicandosi alle loro attività economiche, che fanno l’economia del paese. Inoltre la nobiltà spagnola continuò a vivere nel lusso totalmente indifferente alle difficoltà in cui viveva il resto della popolazione.

Ingresso del viceré a Napoli circondato dai nobili spagnoli

3.IL DOMINIO SPAGNOLO IN ITALIA

LA CRISI DELLA PRODUZIONE TESSILE ITALIANALa crisi economica in Italia fu molto pesante. Al Nord entrò in crisi la produzione di tessuti perché i tessuti inglesi e olandesi erano migliori e più economici. Al Sud si ebbe un ritorno al feudalesimo, cioè i signori locali imposero ai contadini sempre più obblighi lavorativi e sempre più tasse. Inoltre la borghesia spesso preferì usare le proprie ricchezze per acquistare terre e titoli nobiliari invece che per ingrandire e migliorare le proprie attività commerciali.

Rappresentazione di una filanda (industria dove si filavano i tessuti)

3.IL DOMINIO SPAGNOLO IN ITALIA

IL DOMINIO SPAGNOLO AGGRAVA LA CRISI ECONOMICA IN ITALIA. Dal Trattato di pace di Cateau-Cambrésis del 1559 la Spagna controllava direttamentemolte parti del territorio italiano: il Ducato di Milano, il Regno di Napoli, di Sicilia e di Sardegna. Il dominio spagnolo aggravò la crisi economica perché, per recuperare le ricchezze che non arrivavano più dalle colonie, la Spagna impose ai territori italiani tasse sempre più pesanti. A questo si aggiunse il fatto che lo “stile” della nobiltà spagnola si affermò come modello anche in Italia, per cui lusso e sprechi indebolirono ancora di più l’economia. La dominazione spagnola inoltre limitò la libertà di pensiero e la libertà religiosa.

3.IL DOMINIO SPAGNOLO IN ITALIA

LE RIVOLTE POPOLARI. Il popolo era quello che soffriva di più per la crisi economica. Le tasse facevano aumentare i prezzi e colpirono anche i beni di prima necessità come il pane. Per questo scoppiarono numerose rivolte popolari che le autorità spagnole repressero duramente. La più famosa fu la rivolta che scoppiò a Napoli nel 1647 con a capo il pescivendolo Tommaso Aniello, detto Masaniello.

3.IL DOMINIO SPAGNOLO IN ITALIA

GLI ALTRI STATI ITALIANI INDIPENDENTI Non tutti gli Stati italiani erano sotto la diretta dominazione spagnola. Ma la Repubblica di Genova, la Repubblica di Venezia,il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa subivano comunque un controllo indiretto della Spagna. Solo il Ducato di Savoia era una realtà indipendente.

Il Ducato di Savoia Il Ducato di Savoia diventò uno Stato ben organizzato con una burocrazia efficiente e un esercito.Si svilupparono l’agricoltura e le attività manifatturiere. La capitale venne spostata a Torino, facendo uscire il Ducato dallo stretto controllo della Francia. Il Ducato dunque prese le caratteristiche che avevanole monarchie nazionali del resto d’Europa, anche se le sue piccole dimensioni non gli facevano assumere la stessa importanza. La Repubblica di Genova La Repubblica di Genova, anche se manteneva il nome di “repubblica”, era controllata da un piccolo gruppo di famiglie nobili. La Repubblica era molto legata alla Spagna per motivi economici, perché il porto di Genova era il passaggio obbligato per mettere in comunicazione la Spagna con il Ducato di Milano

La Repubblica di Venezia La Repubblica di Venezia (chiamata anche “la Serenissima”) era governata da un ristretto numero di nobili. Era sempre stata neutrale nelle tante guerre scoppiate in Europa e questa scelta le aveva permesso di rimanere uno degli Stati più forti dell’Italia anche dopo lo spostamento delle rotte commerciali verso i porti del Nord Europa e dell’Atlantico. Lo Stato della Chiesa Lo Stato della Chiesa aveva un’economia agricola, molto arretrata e poco produttiva.La sua economia debole e il forte aumento delle tasse, dovuto al fatto che la Chiesa non riceveva più le decime dai Paesi protestanti, aggravò la povertà e portò a forme di ribellione popolare come il brigantaggio.

4.L’OLANDA È LA MAGGIORE POTENZA COMMERCIALE DEL MONDO

Dopo essersi resa indipendente dalla Spagna, l’Olanda era diventata una repubblica governata da mercanti che la trasformarono in una grande potenza commerciale e per questo il Paese non fu colpito dalla crisi economica del Seicento.I mercanti olandesi sostituirono i portoghesi nei traffici con l’Oriente e con il tempo iniziarono anche a vendere i prodotti provenienti dall’America. Il commercio olandese non riguardava più solo le merci pregiate, che erano per pochi, ma anche merci di minor valore che avevano un largo consumo, come ad esempio lo zucchero.Fu così che all’inizio del ’600 l’Olanda divenne un Paese ricco e la maggiore potenza commerciale del mondo. Lo “sposalizio del mare” era una cerimonia in cui il Doge lanciava un anello nella laguna, gesto che rappresentava il legame tra Venezia e il mare.

AMSTERDAM È IL PRINCIPALE PORTO EUROPEO

La città di Amsterdam divenne in breve tempo il porto più importante d’Europa e questo portava ricchezza per tutto il Paese.I mercanti olandesi non si occupavano solo dei loro commerci ma trasportavano anche mercidi mercanti stranieri, oppure affittavano loro le navi. Per questo venivano definiti i “carrettieri del mare”. Dai Turchi appresero l’uso dei mulini a vento, grazie ai quali riuscirono a prosciugare e rendere coltivabili anche i terreni che prima erano sommersi dall’acqua. I mulini a vento divennero presto uno dei simboli del Paese.Le capacità commerciali dei mercanti e l’uso dei nuovi macchinari furono il motivo per cui in Olanda non ci furono le carestie che colpirono l’Europa mediterranea

Borsa di Amsterdam nel ’600La Borsa era il luogo dove si incontravano banchieri, mercanti e agenti di cambio per trattare le operazioni (acquisto o vendita) delle merci

NASCE LA COMPAGNIA DELLE INDIE.

I mercanti olandesi divennero presto molto ricchi e potenti.Nel 1602 fondarono la Compagnia delle Indie Orientali,una società in cui più persone (commercianti o cittadini) mettevano i soldi necessari per organizzare le spedizionicommerciali. I guadagni e le perdite di questi commerci venivano poi divisi in proporzione alle quote di denaro versate da ognuno. In questo modo i rischi erano molti di meno.E soprattutto venivano investiti nel commercio molti più soldi, non solo quelli dei commercianti.La Compagnia impose la sua supremazia sui traffici commerciali nell’Oceano Pacifico e in quello Indiano, dove solo gli appartenenti alla Compagnia potevano commerciare.Borsa di Amsterdam nel ’600La Borsa era il luogo dove si incontravano banchieri, mercanti e agenti di cambio per trattare le operazioni (acquisto o vendita) delle merci. In poco tempo l’Olanda divenne un vero impero commerciale. Nel 1617 venne fondata anche la Compagnia delle Indie Occidentali, che si dedicò al commercio delle merci provenienti dal continente americano: cacao, caffè, zucchero, tabacco e poi pellicce, cotone, metalli preziosi.

Le rotte commerciali olandesi nel ’600 arrivano in tutto il mondo

Navi della Compagnia delle Indie Occidentali a New York

L’OLANDA, IL PAESE DELLA LIBERTÀ POLITICA E DELLA TOLLERANZA RELIGIOSA

L’Olanda era governata da mercanti e imprenditori molto attivi nel loro lavoro che venivano a contatto e avevano rapporti continui con le più diverse realtà culturali.Lo stesso sviluppo del commercio imponeva un atteggiamento più aperto e tollerante, anche perché i pregiudizi sarebbero stati un danno per l’attività economica. Per questo in Olanda ci fu una libertà che non esisteva negli altri Paesi europei.Questa libertà fu un elemento che favorì lo sviluppo economico di questo Paese, dove il benessere ebbe una maggiore diffusione che altrove e in parte arrivò anche alle classi popolari. Inoltre la tolleranza religiosa attirò Ebrei e Calvinisti perseguitati nei loro Paesi d’origine. Era un’immigrazione “colta” che contribuì allo sviluppo non solo economico ma anche culturale del Paese.Nell’Olanda del ’600 fiorirono infatti l’arte, la filosofia, la medicina e anche la scienza e la tecnica. Ad esempio qui vennero create le lenti per i telescopi che, pochi anni dopo, Galileo Galilei utilizzò per le sue grandi scoperte scientifiche. In Olanda è la borghesia a commissionare agli artisti opere d’arte. La pittura abbandona i temi storici e religiosi per descrivere situazioni quotidiane che raccontano la vita borghese.

Ritratto delle nozze di Isaac Massa e Beatrice van der Laen di Frans Hals (1580-1666)

5.INGHILTERRA E FRANCIA REAGISCONO ALLA CRISI.

La Francia e l’Inghilterra reagirono in maniera diversa alla crisi economica del ’600.In Inghilterra si rafforzò la borghesia commerciale mentre in Francia fu lo Stato protagonista dello sviluppo economico. IN INGHILTERRA SI AFFERMANO I MERCANTI-IMPRENDITORI Come in Olanda anche in Inghilterra c’era una ricca borghesia commerciale, disponibile ad investire in nuove attività il denaro che guadagnava. Questo permise uno sviluppo economico che in poco tempo fece diventare l’Inghilterra uno degli Stati più ricchi e importanti d’Europa.Si diffuse la figura del mercante-imprenditore, che non si limitava a commerciare, ma produceva i beni che vendeva. Nei mesi invernali (quando il lavoro nei campi era poco) i mercanti facevano produrre i tessuti ai contadini, che accettavano di essere pagati pochissimo. In questo modo i tessuti inglesi costavano meno e quindi potevano essere venduti a un prezzo più basso.

Traffico di merci lungo il Tamigi

LA FRANCIA “PROTEGGE” L’ECONOMIA NAZIONALE

In Francia fu soprattutto lo Stato ad agire per risolvere i problemi causati dalla crisi. Lo Stato francese fece grandi bonifiche e rese coltivabili terreni paludosi; favorì i prestiti bancari per i proprietari terrieri che investivano in innovazioni tecnologiche; favorì l’apertura di manifatture .Inoltre la Francia mise forti tasse sulle merci straniere che entravano nel Paese, e così favoriva la vendita delle merci nazionali e proteggeva la produzione francese. Tale politica, chiamata colbertismo (dal nome del ministro delle finanze Colbert che la promosse), venne adottata anche in altri paesi (soprattutto in In-ghilterra e Olanda), col nome di mercantilismo; oggi viene chiamato anche “protezionismo”, in quanto ha lo scopo di proteggere la produzione naziona-le dalla concorrenza straniera: si tratta di una politica economica tipica dei paesi in cui l’industrializzazione è agli inizi o si trova in periodi di crisi.

Ritratto di Jean-Baptiste Colbert di Philippe de Champaigne, 1655

L’ECONOMIA EUROPEA È LEGATA ALLE COLONIE

La crescita dell’attività commerciale era strettamente legata alle colonie. Dalle colonie i Paesi europei prendevano le materie prime , utilizzando manodopera locale che potevano pagare poco. Gli Inglesi fondarono nell’America settentrionale la loro prima colonia che chiamarono Virginia. In seguito ne fondarono altre, sempre nell’America del Nord e nelle Antille, dove organizzarono piantagioni (estese coltivazioni) di tabacco, canna da zucchero, caffè e cotone.Qua ndo la manodopera locale non fu più sufficiente, il problema venne risolto sfruttando una manodopera che costava pochissimo: gli schiavi africani.

Compravendita di schiavi

6.IL COMMERCIO TRIANGOLARE E LA TRATTA DEGLI SCHIAVI

LO SCAMBIO DI UOMINI E MERCI Per rifornire le colonie di manodopera, in questo periodo ebbe inizio il cosiddetto “commercio triangolare”. Dai porti del Nord Europa partivano navi cariche di armie prodotti di poco valoreverso l’Africa, ceduti nei porti africani in cambio di una merce fatta di persone: gli schiavi. A questo punto le navi cariche di schiavi partivano verso le colonie americane, dove gli schiavi venivano venduti ai padroni delle piantagioni. Dall’America le navi ripartivano per l’Europa cariche dei prodotti delle colonie. Questo “commercio triangolare” era molto redditizio per i mercanti e per i proprietari delle piantagioni americane.

Il commercio triangolare

7 - IN AMERICA DEL NORD NASCE LA “NUOVA INGHILTERRA”

I PADRI PELLEGRINI SBARCANO IN AMERICA Più a Nord delle prime colonie inglesi, si formarono nuovi insediamenti che organizzarono la loro vita sociale ed economica in maniera del tutto diversa.Nel 1620 approdò in Nord America una nave chiamata Mayflower. A bordo c’era una comunità di Puritani (calvinisti) che fuggiva dalle lotte religiose europee.Essi fondarono una nuova colonia (la “Nuova Inghilterra”), organizzata in aziende agricole, gestite dalle singole famiglie.Una comunità che si sarebbe dovuta autogovernareseguendo le severe regole del calvinismo. Nel novembre del 1621, primo anniversario dell’arrivo, i nuovi coloni chiamati anche Padri pellegrini prepararono una festa per ringraziare il Signore di averli assistiti in un’impresa così difficile. Era il Thanksgiving Day, cioè la Festa del Ringraziamento, che è ancora oggi una delle feste più importanti per i nord americani e in cui si preparano cibi cucinati con prodotti locali: il tacchino, il mais, la zucca..

I padri pellegrini e la Mayflower

LE NUOVE COLONIE ACCOLGONO I PERSEGUITATI RELIGIOSI Ben presto le comunità crebbero, anche grazie ai continui arrivi di perseguitati religiosi (il figlio del re Giacomo I, Carlo I, intendeva infatti imporre conla forza l’Anglicanesimo anche in Scozia e Irlanda, rispettivamente Calvini-sta e Cattolica) e di persone che desideravano fuggire dalle continue guerreche proprio in quell’epoca dilaniavano l’Europa; vennero fondate così ulteriori e popolose colonie. Inizialmente anche i rapporti con gli Indiani sono pacifici I primi incontri fra bianchi e nativi dell’America del Nord furono improntati a rapporti pacifici e utili scambi: gli Europei fornirono ai Pellirosse utensili metallici (coltelli, ami, pentole) e questi ultimi insegnarono ai nuovi arrivati come cacciare gli animali da pelliccia, pescare le aringhe e seminare il gran-turco. Ma presto i bianchi iniziarono a vendere agli Indiani armi e liquori e ricorsero sempre più spesso alla guerra per estendere i propri possedimenti...

Il Giorno del Ringraziamento dipinto da Jean Leon Gerome Ferris (August 8, 1863 – March 18, 1930)

Grazie per l'attenzione