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I Corsari: presentazione di storia

alice mirpourian

Created on January 2, 2022

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Transcript

I Corsari: presentazione di storia

2° gruppo

Indice principale

1. Chi sono i Corsari

6. I corsari

7. Bucanieri, filibustieri e pirati di oggi

2. I primi corsari

3. Cosa accadeva a un corsaro catturato

8. Pirati e corsari più famosi

9. Salvatore bono: Malta e Venezia tra corsari e schiavi

4. Che fine hanno fatto le patenti corsare

5. Quando scomparvero i pirati

10. Grazie

Chi sono i Corsari

Asia Ferroni

Chi sono i corsari?

Un corsaro era un privato cittadino che, munito dal governo di uno Stato di un'apposita autorizzazione formale, detta "lettera di corsa", in cambio della cessione allo stesso di parte dei guadagni conseguiti, era autorizzato ad assalire e rapinare le navi mercantili delle nazioni nemiche. Per quanto, specie nella cultura di massa, i termini "corsaro" e "pirata" siano spesso accumunati, il corsaro era in realtà un pirata mercenario e, a differenza del secondo, non era considerato un fuorilegge.

I primi corsari

Luca Frison

I primi corsari

Esempi di corsari si trovano anche nel mondo antico, anche se questi non avevano una vera e propria patente. Di fatto si parlava di pirati che servivano a tutelare gli interessi di chi gli conferiva l'investitura. Spesso però capitava che questi corsari finissero con il diventare veri e propri pirati, ovvero briganti di un reale controllo. I veri corsari nascono nel 1500 e operano principalmentenel Mare dei Caraibi. Si tratta di imbarcazioni francesi o inglesi i cui capitani ricercavani una patente corsara che li autorizzava ad attaccare le navi spagnole e provenienti o dirette verso il Sudamerica.

Cosa accadeva a un corsaro catturato

Giuseppe Timpanaro

Cosa accedeva a un corsaro catturato

Un corsaro dotato di regolare patente era considerato come un prigioniero. Questo affermava un processo e scongiurava atti di giustizia. I pirati potevano essere giustiziati con impiccagione senza un regolare processo.

I corsari, se catturati, erano considerati come prigionieri di guerra, seguendo le norme previste dal diritto bellico marittimo. Le scorrerie dei Corsari erano sempre mascherate da pretesti politici o religiosi. Tuttavia anche se essi venivano dichiarati colpevoli di pirateria la pena prevista era molto più severa: la morte per impiccagione.

Che fine hanno fatto le patenti corsare

Giuseppe Timpanaro

Che fine hanno fatto le patenti corsare

Le patenti corsare furono rimosse nel 1713 grazie alla pace di Utrecht. Un motivo era la difficoltà del controllo delle attività svolte dai corsari. Spesso svolgevano azioni di pirateria attaccando anche il commercio del paese. Inoltre cominciavano a esserci patenti non vere, create da amministratori falsi. Dopo questa decisione delle patenti, molti corsari, continuarono questa attività, creando vascelli pirata.Una lettera di corsa, detta anche Marca o patente di corsa, era un documento emesso da un governo di uno Stato Nazionale che autorizzava il titolare ad attaccare e a catturare vascelli di uno Stato in guerra con l’emissario del documento. Veniva di norma utilizzata per autorizzare i privati cittadini a navigare in mare attaccando i nemici. Le patenti corsare, inoltre, in teoria proteggevano i corsari dalle accuse di pirateria, ma in pratica non accadeva sempre.

Una lettera di co

Quando scomparvero i pirati

Andrea Bensi

Quando scomparvero i pirati

Scomparvero nel 1800 solo con le navi a vapore. Infatti le navi a vapore erano molto più veloci delle navi corsare a vela ch non riuscivano a scamparla. Ancora oggi, in alcune località esistono pirati che attaccano le navi mercantili e chiedono riscatti. La storia dei pirati e corsari è legata alla storia della navigazione, esplorazione e della colonizzazione.

I corsari

Alice Mirpourian

I corsari

La pirateria era, una forma di guerra particolare e capitava che già nell'antichità i pirati servissero gli Stati impegnatti nei conflitti. La guerra marittima era condotta non con flotte ufficiali e con navi che avevano pennoni che sventolavano bandiere regolari. Ci sono tracce di navigli privati, dal 12-13°secolo, autorizzati formalmente con lettere di “corsa” o di “marca” da Stati in guerra. I pirati erano interessati a partecipare alle guerre di questi Stati per saccheggiare e distruggere le navi nemiche. Nel tardo Medioevo i corsari si spingono anche al di fuori del Mediterraneo e nell'età moderna i corsari partecipano alla guerra tra Francia e Inghilterra. Il culmine dell'attività corsara ci fu nel Cinquecento, durante il regno della regina inglese Elisabetta I. Corsari famosi come Francis Drake, Walter Raleigh e John Hawkins combatterono contro gli spagnoli per conto della regina con cui avrebbero poi spartito il bottino. I corsari combatterono nell' Oceano Atlantico e soprattutto nel Mar delle Antille; lì riuscivano a controllare meglio le flotte nemiche. I corsari, dunque, non erano solo semplici ladri, ma anche soldati.

Bucanieri, filibustieri e pirati di oggi

Alice Mirpourian

Bucanieri, filibustieri e pirati di oggi

I corsari, nelle isole caraibiche, avevano diversi nomi. Venivano chiamati bucanieri dal “boucan”, uno strumento indigeno usato per affumicare la carne. Inizialmente i bucanieri erano europei che praticavano l'agricoltura e la caccia di buoi selvatici e nel 1630 combatterono contro gli spagnoli al fianco degli inglesi. All'inizio, a capo dei bucanieri, vi era Henry Morgan, alla fine del Seicento, si spinsero anche nell' Oceano Pacifico. Grazie ai bucanieri nacque il colonialismo; si instaurarono, infatti, colonie inglesi, francesi e olandesi nelle Indie Occidentali. I bucanieri provenivano soprattutto da Inghilterra, Paesi Bassi e Francia Settentrionale; combatterono per gli inglesi, ebbero un forte impatto sulle rotte commerciali e vinsero numerose battaglie verificatesi nei Caraibi. Essi non depredavano solo in mare aperto, ma anche lungo le coste; quella dei bucanieri rappresenta la prima fase dello sviluppo della pirateria caraibica. Essi erano chiamati anche filibustieri, dal termine spagnolo “filibustero”, che significa “avventuriero, predone”. Originariamente, i filibustieri erano distinti dai bucanieri, poiché i primi erano i pirati dell'entro terra, mentre i secondi erano i pirati del Mar dei Caraibi. Successivamente i due nomi ebbero lo stesso significato. I corsari scomparvero nel Settecento, ma non scomparve la pirateria, che venne combattuta durante il XIX secolo dagli Inglesi in Estremo Oriente, Malesia, Cina, Borneo, dove ancora oggi causa numerosi danni. I corsari erano molto temuti, tutti avevano paura di loro, ma la loro immagine è andata via via trasformandosi negli anni, poiché le loro avventure hanno ispirato molte leggende. In queste leggende i corsari sono diventati protagonisti popolari, affabili, a volte divertenti e simpatici di storie raccontate anche nei film.

Pirati e corsari più famosi

Gabriele Longhitano

Pirati e corsari più famosi

Dal corsaro Francis Drake, al terribile pirata Barbanera, passando per il coraggioso Calico Jack, Sir Henry Morgan, il pirata più famoso di tutti i tempi e le straordinarie donne pirata Anne Bonny e Mary Read. Ecco gli avventurieri del mare che hanno segnato la storia.

Sir Francis Drake: un leggendario corsaro

È stato uno dei più grandi corsari della storia e anche un abile condottiero, comandante, uomo politico, commerciante e, soprattutto, un grandissimo esploratore.

Nascita e primi anni

La circumnavigazione del globo

Nacque probabilmente a Bristol, in Inghilterra, tra il 1680 e il 1690. Barbanera lasc

Edward Teach il Barbanera: il più sanguinario pirata mai esistito

Nacque probabilmente a Bristol, in Inghilterra, tra il 1680 e il 1690. Barbanera lasciò l'Inghilterra per recarsi nei Caraibi. Molto intelligente e astuto, era stato ben educato in gioventù e sapeva leggere e scrivere. Durante la guerra di Successione Spagnola ebbe un ruolo da marinaio e si trasferì poi nell’isola di New Providence, dove entrò a far parte della ciurma di Benjamin Hornigold nel quale imparò a diventare un pirata e lo mise al comando di una delle sue imbarcazioni. Insieme divennero il terrore dei Caraibi. Nella sua vita ha conquistato circa 140 imbarcazioni, e ha sempre avuto un buon rapporto con i suoi uomini, attirando sulla sua nave una ciurma di duecentocinquanta pirati. Il 17 novembre 1717 catturò una nave negriera francese, La Concorde, che ribattezzò, in onore della regina Anna, Queen Anne’s Revenge. Diventò la nave più importante della sua flotta per il fatto che possedeva la potenza di fuoco di 40 cannoni. La nave si trova oggi in fondo al mare, al largo delle coste della Nord Carolina. La sua bandiera, sulla Queen Anne’s Revenge, raffigurava un cuore che gocciolava sangue ed uno scheletro che reggeva una clessidra ed una lancia. La Marina inglese catturò Barbanera nel 1718, che fu ucciso in un famoso duello, e prima di morire, ricevette 25 ferite, di cui 5 da arma da fuoco. La sua testa venne mozzata ed esposta sul bompresso della nave nemica.

Aspetto fisico del Barbanera

Calico Jack Rackman (1682-1720) Anne Bonny (1697-1782) Mary Read (1685-1721)

Rackham, nacque nel 1682 a Bristol in Inghilterra. È conosciuto con il nome Calico Jack per il colorato tessuto calicò degli abiti che portava. Iniziò la sua carriera nella pirateria come capoguardia sulla nave da guerra inglese Nettuno e nel 1718, la ciurma nominò Rackham come nuovo capitano. Il Capitano Rackham navigò per molti mesi per il Mar dei Caraibi, attaccando piccole navi e saccheggiò una nave con un ricco carico all'interno della baia di Port Royal. Molto noto inoltre anche per aver avuto nella sua ciurma due delle donne pirata più famose del suo tempo: Anne Bonny e Mary Read. Nel 1719 Calico Jack si ritirò sull'isola di New Providence dove si innamorò di ANNE BONNY, moglie di un marinaio di nome James Bonny. Insieme scapparono sulla nave capitanata da Calico Jack. Anne si fece notare per l’abilità nel maneggiare la pistola e lo stocco durante gli arrembaggi e condivideva a pieno la vita degli uomini dell’equipaggio. Era addetta al trasporto degli esplosivi. Jack temeva che gli uomini dell'equipaggio si sarebbero rifiutati di navigare con una donna a bordo, poiché si diceva che portasse sfortuna. Pare che da quel giorno Anne assunse il nome di "Adam Bonny", iniziando a vestirsi da uomo, diventando ben presto uno dei membri più rispettati dell'equipaggio. Rackham e Bonny passarono un anno ad attaccare piccole navi intorno alle Indie e presero un marinaio che più tardi si rivelò essere una donna di nome MARY READ. Read e Bonny dimostrarono tutto il loro coraggio in battaglia, dove indossavano abiti maschili, erano le prime ad abbordare e le ultime a lasciare il ponte. Divennero subito grandi amiche, tra loro c’era un rapporto di fiducia: combattevano sempre schiena contro schiena, in modo da potersi guardare le spalle a vicenda. Una vita simile ed una fine simile, sì perché catturate con Calico Jack che è stato impiccato insieme a tutta la ciurma, stavano per essere condotte al patibolo quando dichiararono il proprio stato di gravidanza. Difficile stabilire che fine abbiano fatto. Mary morì per febbre l’anno seguente alla cattura. Anne venne riscattata dal padre e passò ad una nuova vita lontano dai mari. Colico Jack inventò la bandiera pirata per eccellenza con il teschio e le due sciabole incrociate di sotto.

Sir Henry Morgan (1635-1688)

Fra tanti pirati Il nome più famoso rimane quello di Sir Henry Morgan, nato nel Galles, venne rapito giovanissimo e venduto come "manovale di contratto" (Schiavo) a una piantagione delle Barbados. Morgan ha sempre negato questa parte della sua vita. Fu un corsaro, un pirata e un politico britannico. Nel 1659 si liberò dal suo vincolo e si diede alla pirateria, compiendo il primo saccheggio nella Repubblica Dominicana e più avanti contro gli Spagnoli. Cinque anni dopo ricevette la Lettera di Corsa (Un foglio che l'autorizzava a saccheggiare navi ostili al suo popolo, una "legalizzazione di pirateria" insomma). Fino al 1666 la sua nave lo aiutò a portare a termine grandi imprese. Il governatore della Giamaica, gli affidò delle missioni contro gli spagnoli grazie alla lettera di corsa, principalmente contro Cuba, Panama e Colombia. Ebbe il comando della flotta militare della Giamaica, ma nel 1671, venne arrestato e condotto a Londra. Lord Richard Vaughan, lo incaricò di incoraggiare la pirateria. Qui si verificò il rovescio della medaglia: Henry si arricchì e divenne potente dal 1679 in poi trasformandosi in una specie di cacciatore di pirati e catturando molti dei suoi ex compagni. Questo gli garantì anche una carriera politica, come governatore della Giamaica. Egli fu, quindi, un pirata "legale", in contrapposizione a Calico Jack Rackham, perché autorizzato a saccheggiare dalla corona. Egli seppe sfruttare il momento opportuno per ritirarsi dalla pirateria, ma al prezzo del tradimento dei suoi compagni: atto che meritava la morte, secondo il codice dei pirati. Morì nel 1688 e venne sepolto nel cimitero di Palisadoes con funerali grandiosi, ma pochi anni dopo la morte di Morgan, il cimitero fu sommerso da un violento uragano ed ancora oggi si trova sul fondo del mare. Quasi come se gli spiriti dei suoi ex compagni volessero vendicarsi per il suo tradimento.

Salvatore Bono: Malta e Venezia tra corsari e schiavi

Sergio Santacatterina

Salvatore bono: Malta e Venezia tra Corsari e schiavi Nella nostra memoria specialmente delle persone che abitano vicino al mediterraneo, i corsari furono i mussulmani, gli europei sono state le vittime. Le principali città corsare furono: 1) Le città-stato di Algeri Tunisi e Tripoli 2) Altre città mussulmane E la loro attività si opposero a quelle cristiane: 1) Cavalieri di malta 2) Cavalieri di SANTO Stefano (Pisa e Livorno). Il loro ruolo non è molto noto; loro operavano per vari stati. Ogni stato legittimava i propri corsari. Le imprese corsare venivano finanziate da Genova e da Livorno I corsari non vengono spesso citati, o meglio, vengono spesso chiamati pirati sia dalle persone comuni che dagli storici perché le navi assaltate consideravano i corsari come dei pirati, nonostante nel mediterraneo i pirati erano rarissimi. La storiografia naturalmente ha a lungo rispecc

Salvatore Bono: Malta e Venezia tra corsari e schiavi

Nella nostra memoria specialmente delle persone che abitano vicino al mediterraneo, i corsari furono i mussulmani, gli europei sono state le vittime. Le principali città corsare furono: 1) Le città-stato di Algeri Tunisi e Tripoli 2) Altre città mulsulmane E la loro attività si opposero a quelle cristiane: 1) Cavalieri di malta 2) Cavalieri di SANTO Stefano (Pisa e Livorno). Il loro ruolo non è molto noto; loro operavano per vari stati. Ogni stato legittimava i propri corsari. Le imprese corsare venivano finanziate da Genova e da Livorno I corsari non vengono spesso citati, o meglio, vengono spesso chiamati pirati sia dalle persone comuni che dagli storici perché le navi assaltate consideravano i corsari come dei pirati, nonostante nel mediterraneo i pirati erano rarissimi. La storiografia naturalmente ha a lungo rispecchiato quella visione riduttiva, almeno sino alla metà del secolo scorso. Sino all’opera famosa di Fernand Braudel (La Méditerranée et le monde méditerranéen à l’époque de Philippe II, Paris 1949), le "storie del Mediterraneo" – peraltro poche sino ad allora e ancora oggi – offrivano ben poco spazio alla guerra corsara. In ogni caso anche quando si parlava di pirati e di corsari, per gli studiosi e dunque per il pubblico d’Europa, essi erano ‘gli altri’, i musulmani, gli infedeli, turco-ottomani e barbareschi del Maghreb. Anche quando la visione d’insieme, oltreché il livello di rigore scientifico e di levatura storiografica, non era più quella della Histoire d’Alger et de la piraterie des turcs en Méditerranée di Charles de Rotalier (Paris 1841). Ma i corsari e i pirati rimangono in primo luogo di molte altre opere tra cui: A. Tenenti, Venezia e i corsari 1580-1615 (Bari 1961) S. Bono, I corsari barbareschi (Torino 1964) In cui si trovano anche dei fenomeni corsari europei e di una schiavitù musulmana cioè che i musulmani erano schiavizzati in terra cristiana che era speculare a quella degli europei in territori islamici della quale si conoscevano da sempre le vittime illustri, come Miguel de Cervantes, schiavo ad Algeri fra il 1575 e il 1580, e come Vincenzo de’ Paoli (Vincent de Paul), il santo della carità, che fra il 1607 e l’anno dopo fu a Tunisi, donde fuggì in modo assolutamente eccezionale (tanto che si dubita dell’intera vicenda). Ma oltre questi casi ci furono circa 3-4 milioni di persone tra cristiani e musulmani. Nella guerra corsara Venezia e Malta occuparono due posizioni molto diverse.

Malta

Malta fu molto connessa alla guerra corsara non solo per azioni di difesa ma anche per le azioni di veri corsari come Leone Strozzi. Le più grandi imprese furono quella di Zuara anche se con fallimento, poi a capo misurata dove catturarono gran numero di schiavi, a Monsalada, sul canale di Caramania, nella penisola anatolica, a Castelnuovo di Morea, in Grecia, nel saccheggio di Hammamet, dove i cavalieri sbarcati il 31 agosto 1602 da cinque galere, diedero l’assalto e vinsero le difese della città, saccheggiando genti e cose, e riuscendo a sfuggire alle truppe inviate d’urgenza dal pascià di Tunisi, e tante altre. In tutte queste operazioni lavorarono dei privati anche se i cavalieri avrebbero potuto lavorare come privati ma a loro sarebbe andato solo un quarto del bottino. Fra i privati ci furono due grandi nomi: Alof de Wignacourt e il cavalier di Romegas Mathurin d’Aux-Lescout. In un periodo i corsari costrinsero delle navi ad ormeggiare a Malta dove loro vendevano le merci a prezzi imposti soprattutto a navi siciliane. Per questo fu istituito il tribunale degli armamenti che dava la possibilità di diventare corsari a un numero limitato di persone; La durata della patente era di uno o più anni e il corsaro doveva operare solo contro i mussulmani oppure contro stati cristiani nemici. Per regolare l’attività corsara poi venne istituito il consolato del Mare, che ben presto assunse una funzione parallela a quella del tribunale degli Armamenti: quest’ultimo continuò ad avere competenza nei riguardi dei corsari che issavano la bandiera dell’ordine, mentre il consolato del Mare concedeva speciali licenze per le navi corsare poste sotto la diretta protezione del gran maestro, di cui issavano la bandiera. Per questi corsari il consolato fungeva anche da tribunale, contro le cui sentenze non si poteva fare appello a Roma, come invece era consentito nel caso del tribunale che giudicava i corsari autorizzati dall’ordine. I corsari del gran maestro all’inizio operavano solo in mari arabi ma in seguito si crearono problemi perché i corsari attaccavano i Greci perché trasportavano merci turche. I casi possibili erano molteplici e spesso creavano complicazioni. Perfino i papi dovettero occuparsene: così Benedetto XIII nel 1729 e Clemente XII nel 1738 stabilirono «contro le ingiuste pretenzioni de’ Greci» che era lecito far bottino di merci greche su legni turchi da guerra o corsari; non era lecito se le merci erano imbarcate su navi mercantili turche, non molto numerose invero, ma l’appartenenza ai greci doveva essere attestata da autorità consolari. Quando l’attacco era ingiusto, i greci ricorrevano ai tribunali maltesi, ma nel caso di corsari del gran maestro non avevano la possibilità di appello a Roma e restavano perciò abbandonati all’arbitrio dei maltesi. Un’altra procedura in vigore a Malta ai danni dei greci – proibita dalle leggi ma di fatto riattivata negli anni Venti del secolo XVIII – era quella di concedere a corsari con basi nell’arcipelago maltese patenti di corsa in nome di altri sovrani europei, il re di Spagna o il granduca di Toscana, attraverso agenti diplomatici che essi avevano nell’isola. Le proteste furono accolte dalla Francia, che veniva indirettamente danneggiata da malta, e da altri paesi. Il papa, perciò, abolì l’utilizzo della bandiera del gran maestro e vietò ai corsari di prendere bandiere diverse da quella del proprio stato. Concludiamo il discorso sull’attività corsara dei cavalieri, ricordando quanto ha ben dimostrato Michel Fontenay, dopo aver fatto con ogni possibile accuratezza i conti delle spese e dei ricavi da essa derivanti: il bilancio non era affatto positivo, la guerra corsara costava per di più un tributo umano, di vite dei cavalieri e di addetti alle navi. L’esercizio della corsa – considerata come difesa della cristianità dalla minaccia degli infedeli – non procurava dunque risorse finanziarie, anzi ne consumava, ma serviva a giustificare agli occhi del mondo cristiano l’attribuzione all’ordine delle ricchissime rendite (corresponsioni) provenienti dalle ‘commende’, ciascuna costituita da un insieme di beni immobili, amministrati da un cavaliere ‘commendatore’ (la riunione di più commende costituiva un priorato) Concludiamo il discorso sull’attività corsara dei cavalieri, ricordando quanto ha ben dimostrato Michel Fontenay, dopo aver fatto con ogni possibile accuratezza i conti delle spese e dei ricavi da essa derivanti: il bilancio non era affatto positivo, la guerra corsara costava per di più un tributo umano, di vite dei cavalieri e di addetti alle navi. L’esercizio della corsa – considerata come difesa della cristianità dalla minaccia degli infedeli – non procurava dunque risorse finanziarie, anzi ne consumava, ma serviva a giustificare agli occhi del mondo cristiano l’attribuzione all’ordine delle ricchissime rendite (corresponsioni) provenienti dalle ‘commende’, ciascuna costituita da un insieme di beni immobili, amministrati da un cavaliere ‘commendatore’ (la riunione di più commende costituiva un priorato).

Venezia

A Venezia interessava mantenere la pace con gli altri stati soprattutto con l’impero ottomano ma più volte furono attaccati dai corsari, perciò, iniziò con una modesta attività corsara solo in casi strettamente necessari spesso con i turchi. Ma i corsari di malta e i cavalieri di Santo Stefano attaccarono sempre più spesso le navi veneziane, perciò, si creò una rivalità tra Malta e Venezia. Venezia iniziò ad attaccare i turchi che dichiararono guerra a Venezia che poi attaccò tre volte la Tunisia sotto il comandante Emo volendo un accordo di pace ma i tunisini lo accettarono solo dopo la scomparsa di Emo. La storia di questi due stati finì quando Napoleone Bonaparte li conquistò.

Grazie per la visione!