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John Keats- Ode su un'urna greca
decarloroberta04
Created on October 6, 2021
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Transcript
Ode su un'urna greca
John Keats
PAG. 245
Biografia
-Londra, 1795 -proviene da una famiglia non colta -entra nel circolo letterario di James Leigh Hunt -fa parte della seconda generazione romantica inglese -arte e poesia -esotismo classicheggiante -precursore dell'estetismo -si ammala di tubercolosi -Roma, 1821
John Keats ritratto da William Hilton
Analisi
-è un paradosso della poesia romantica -non contiene nessuno dei tipici temi romantici -ricerca della permanenza e dell'immortalità -ruolo dell'arte e dell'immaginazione umana
-canto dedicato alla bellezza di un manufatto senza tempo -decorazione caratterizzata da motivi classici -nell'urna c'è la descrizione di due scene -negative capability
Struttura e stile
METRO: ode pindarica irregolare -5 strofe di 10 versi decasillabi -rima alternata ABAB e una combinazione di altre tre rime CDE CDE -l'ode si sudivide in tre parti: l'introduzione, il corpo centrale e la conclusione
LINGUAGGIO: raffinato ed ipnotico -ricco di aracismi -lingua legata alla sfera dei sensi -assonanze, alliterazioni, domande retoriche rivolte a se stesso o ai personaggi.
1^ strofa
Temi
Tu dalla quiete ancora inviolata sposa, alunna del silenzio e del tempo tardivo, narratrice silvestre che un racconto fiorito puoi così più che la nostra rima dolcemente dire, quale leggenda adorna d'aeree fronde si posa intorno alla tua forma? Di deità, di mortali o pur d'entrambi, in Tempe o nelle valli d'Arcadia? Quali uomini son questi o quali dei, quali ritrose vergini, qual folle inseguimento, qual paura, quali zampogne e timpani, quale selvaggia estasi?
-intangibilità dell'arte -domande del poeta -ecstasy -->simbolo dello slancio immaginativo del poeta -locus amoenus CARATTERISTICHE DELL'URNA: la silenziosità e la dutata nel tempo.
2^strofa
Dolci le udite melodie: più dolci le non udite. Dunque voi seguite, tenere cornamuse, il vostro canto, non al facile senso, ma, più cari, silenziosi concenti date all'intimo cuore. Giovine bello, alla fresca ombra mai può il tuo canto languire, nè a quei rami venir meno la fronda. Audace amante e vittorioso, mai mai tu potrai baciare, pur prossimo alla meta, e tuttavia non darti affanno: ella non può sfiorire e, pur mai pago, quella per sempre tu amerai, bella per sempre.
Temi
-scena dei due amanti -staticità e immbolità sono simbolo di perfezione -negative capability -l'immaginazione supera le sensazioni concrete
3^strofa
O fortunate piante cui non tocca perder le belle foglie, nè, meste, dire addio alla primavera, te felice, cantore non mai stanco di sempre ritrovare canti per sempre nuovi; ma, più felice Amore! più felice, felice Amore! fervido e sempre da godere, e giovane e anelante sempre, tu che di tanto eccedi ogni vivente passione umana, che in cuore un solitario dolore lascia, e sdegno:amara febbre.
Temi
-la natura -le figure fissate nell'arte non subiranno le trasformazioni prodotte dal tempo
4^ strofa
Chi son questi venienti al sacrificio? E, misterioso sacerdote, al quale verde altare conduci questa, che mugghia ai cieli, mite giovenca di ghirlande adorna i bei fianchi di seta? Qual piccola città, presso del fiume o in riva al mare costruita, o sopra il monte, fra le sue placide mura, si è vuotata di questa folla festante, in questo pio mattino? Tu, piccola città, quelle tue strade sempre saranno silenziose e mai non un'anima tornerà che dica perchè sei desolata.
Temi
-scena del sacrificio: una giovenca inghirlandata di fiori viene sacrificata agli dei -negative capability
5^strofa
O pura attica forma! Leggiadro atteggiamento, cui d'uomini e fanciulle e rami ed erbe calpestate intorno fregio di marmo chiude, invano il pensier nostro ardendo fino a te si consuma, pari all'eternità, fredda, silente, imperturbata effige. Quando, dal tempo devastata e vinta, questa or viva progenie anche cadrà, fra diverso dolore, amica all'uomo, rimarrai tu sola, "Bellezza è Verità" dicendo ancora: "Verità è Bellezza". Questo a voi, sopra la terra, di sapere è dato: questo, non altro, a voi, sopra la terra, è bastante sapere.
Temi
-raccolta di tutte le riflessioni disseminate nel componimento -Beauty is truth, truth is beauty:la ricerca della bellezza va a coincidere con la scoperta della verità -rieccheggio del καλὸς καὶ ἀγαθός.
Dove se ne vanno le ricciute donzelle
EUGENIO MONTALE
Testi a confronto
-entrambi i testi traggono ispirazione dalle figure effigiate su un bassorielivo antico -la scultura è fissa in un momento di serenità, immobilizzata nel tempo DIFFERENZA: -Keats termina la poesia con un'immagine positiva mentre Montale chiude con l'esclusione dell'uomo dalla perfezione del mondo raffigurato nell'arte.
Bibliografia e sitografia
"I classici nostri contemporanei 4"