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Dialogo di Tristano e di un amico
Francesca Passerotti
Created on October 6, 2021
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Transcript
Giacomo Leopardi
Dialogo di Tristano e di un amico
L'operetta di Giacomo Leopardi è stata composta nel 1832, nell'ultima fase del pensiero di leopardi, ovvero il pessimismo eroico. Il dialogo è una lettera di protesta a Luigi de sinner, ha una forza polemica e un'ironia tipica del pessimismo eroico, è anche l'ultima delle sue operette, in cui vi è l'esplicita incarnazione del punto di vista di Leopardi
Periodo e pessimismo
Citazioni
Struttura del testo
Stile e lessico
Il poeta nell'ultima operetta morale ci espone esplicitamente il suo pensiero, facente parte del pessimismo eroico: Leopardi critica la modernità e la sua epoca e afferma in modo ironico che l'uomo è in continuo miglioramento, infatti critica anche il progresso. Egli sostiene che tutti gli uomini siano infelici e la natura viene vista in modo negativa, da lui chiamata infatti matrigna. L'infelicità è una condizione evidente e innegabile dell'uomo e solo con la solidarietà la sofferenza può alleviarsi. L'unico modo, secondo Leopardi, di uscire da questa sofferenza, liberarsi da ogni male, è la morte, che egli desidera più di ogni altra cosa, infatti preferisce vivere in una posizione isolata ma eroica piuttosto di vivere come gli uomini, che credono di essere felici, ma è solo una realtà apparente e illusoria.
Leopardi vuole mandarci un messaggio
Leopardi nell'ultima operetta si oppone alla fiducia nel progresso, che è solo frutto di un moto apparente e illusorio, tipica dell'800' , individuando nel progresso dell'uomo un motivo di decadenza. Leopardi quindi considera il progresso, e quindi la ragione, causa dell'infelicità dell'uomo. Il poeta perciò rivendica la sua posizione isolata ma eroica, attendendo la sua morte senza alcuna paura