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Lingua e Carducci

Sara Aschelter

Created on September 25, 2021

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Transcript

Prof.ssa Sara Aschelter

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Il contesto

o o o o o o o o o o o o o o o o u u u u u u u u u u u u u u u

Storia della Lingua

i fenomeni letterari

m m m m m m m m m m m m b b b b b b b b b b b b b b

START

&

Prof.ssa Sara Aschelter

Lingua

Preludio

Emilio praga

analfabetismo

Carducci

Italiano

postunitario

vita

Video

Poetica

pasolini

anni giovanili

Index

Prosa

Poetica

e poesia

età adulta

Tendenze

Le opere

poetiche

di carducci

Novella

Pianto antico

e romanzo

giosuè carducci

contatti

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Una lingua di uso comune

La nascita dell'italiano nazionale

Nel 1861 l'analfabetismo raggiungeva il 78% a livello nazionale, con picchi del 90% nel Sud e nelle isole e punte minime del 50% in Piemonte e Lombardia. Solamente lo 0.8% della popolazione parlava e scriveva con sicurezza in italiano. Il problema dell'unificazione linguistica, già individuato dagli intellettuali dell'Ottocento e soprattutto da Manzoni, diviene sempre più un'esigenza imprescindibile. Ma quale modello di lingua sarebbe stato opportuno diffondere? Secondo Manzoni, Presidente della commissione sulla lingua, si sarebbe dovuta insegnare la lingua parlata dai fiorentini colti, diffusa dai maestri e dai vocabolari. Si combattè duramente l'uso dei dialetti, ma questa soluzione si dimostrò impraticabile: una lingua davvero viva non si può imporre dall'alto.

78% = analfabeti 22% = alfabetizzati

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La diffusione

dell'Italiano

Servizio militare

Burocrazia

Mass Media

Migrazioni interne

In seguito all'avvio dell'industrializzazionele migrazioni interne mescolavano persone di diverse provenienze

Il servizio militare obbligatorio metteva i giovani a contatto con realtà regionali diverse.

L'estendersi della burocrazia, con cui prima o poi tutti avevano a che fare.

Radio, cinema e a metà del Novecento anche la televisione.

Mercato nazionale

Emigrazione

Giornali e stampa

L'ampliarsi degli scambi commerciali obbligava persone di varie regioni a comunicare fra loro.

L'emigrazione all'estero metteva gli analfabeti in contatto con società più evolute.

Almeno per gli strati alfabetizzati, giornali e stampa periodica fecero da acceleratore.

&

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Pasolini racconta

la nascita dell'Italiano

Intervistato il 22 febbraio del 1968 per la rubrica Rai "Sapere. L'uomo e la società", Pasolini ricostruisce così la nascita dell'italiano nazionale.

01

02

Poesia

Prosa

VS

Discorso diverso per la poesia: sebbene vi sia una tendenza a un linaguaggio più prosastico, che non rifiuta termini umili e quotidiani, le esperienze poetiche più significative di quest'epoca (Carducci e D'annunzio, per esempio) puntano al recupero di un'antichità classica. Una soluzione originale sarà presentata da Pascoli: una lingua apparentemente semplice ma, se si guarda bene, estremamente preziosa, poiché mescola vocaboli di uso comune e dialettali, con termini aulici o specialistici.

La diffusione dell'uso dell'italiano porta a delle modificazioni anche in seno alla lingua letteraria, che ora si avvicina di più al parlato. Scompare la sintassi ampia e solenne, al suo posto si afferma un modello di prosa più agile, influenzata dal linguaggio giornalistico. Anche il lessico abbandona i termini arcaici e preziosi e si arricchisce di neologismi.

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Nuove tendenze poetiche

BIGnomi

Scapigliati & carducci

A partire dal 1861 si possono individuare due diverse correnti che si oppongono al Romanticismo appena concluso.Gli Scapigliati sono un gruppo di scrittori (Emilio Praga, Arrigo Boito, Igino Ugo Tarchetti) che operano a Milano e sfoggiano atteggiamenti di rottura nella vita come nelle scelte letterarie. Essi rifiutano l'impegno civile, politico e patriottico, la visione cristiana del manzonismo, il sentimentalismo sdolcinato deg

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degli ultimi poeti. Chiusi nella sfera soggettiva, gli Scapigliati rappresentano gli aspetti più crudi e materiali dell'esistenza. Il loro modello letterario di riferimento è "I fiori del male" di Baudelaire (1857).La seconda tendenza è quella di Carducci, volta al recupero del classico.

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02

01

Romanzo

Novella

VS

Genere letterario solitamente piuttosto breve, si adatta anche alla pubblicazione su giornali e riviste. Molto in voga nella seconda metà dell'Ottocento.

Il romanzo si afferma anche in Italia come il genere più diffuso e amato dai lettori. Questo è il periodo del trionfo del romanzo.

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Preludio

Padri ammalati = generazione romanticaaquile...piume = combattute tra desiderio di volare e paurasvolazziam = movimento privo di meta precisa nume = per alcuni, Manzoni; per altri, Dio. Smarrimento. nebbia...invano = metafora ricavata dalla storia ebraica: la condizione del poeta è paragonabile a quella degli Ebrei nel deserto, per i quali l'Arca santa e le Tavole della Legge sono lontane del tempo, offuscate. Gli uomini adorano ora il vitello d'oro e invano si attende il ritorno del profeta Mosè. musa...Sudario = la poesia religiosa per venti secoli ispirata ai valori cristiani del sacrificio di Cristo. Inutilmente la Musa, esausta, si aggrappa al Sudario, il panno in cui fu avvolto il corpo di Cristo. Degli antecristi è l'ora! Cristo è rimorto! = la società contemporanea è dominata da uno spirito antireligioso: per questo, Cristo è morto una seconda volta, condannato dalla religione delle macchine e del profitto. L'Anticristo, nell'Apocalisse, è la personificazione diabolica che combatterà contro Cristo e la Chiesa alla fine dei secoli.

E. Praga

Noi siamo i figli dei padri ammalati;aquile al tempo di mutar le piume, svolazziam muti, attoniti, affamati sull'agonia di un nume. Nebbia remota è lo splendor dell'arca, e già all'idolo d'or torna l'umano, e dal vertice sacro il patriarca s'attende invano; s'attende invano dalla musa bianca che abitò venti secoli il Calvario, e invan l'esausta vergine s'abbranca ai lembi del Sudario... Casto poeta che l'Italia adora, vegliardo in sante visioni assorto, tu puoi morir!... Degli antecristi è l'ora! Cristo è rimorto!

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Giosuè Carducci

1835-1907

Giosuè Carducci nasce a Valdicastello, provincia di Lucca, nel 1835 da una famiglia medio-borghese. Durante l'infanzia, vive in Maremma, a contatto con la natura aspra e selvaggia, che sente simile alla propria sensibilità. Questi luoghi e questa atmosfera saranno ricordati in molti componimenti. Studia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, laureandosi in Lettere nel 1856 e inizia la carriera di insegnante nelle scuole

secondarie. Nel 1860 vince la cattedra di Letteratura Italiana all'Università di Bologna, dove insegna fino al 1904.Partecipa intensamente alla vita culturale del tempo, collaborando con i periodici più prestigiosi. Ottiene il premio Nobel per la Letteratura nel 1906. Muore l'anno successivo.

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La poetica e la visione del mondo

1) PATRIOTTISMO GIOVANILE: In giovinezza, Carducci ha idee democratiche e repubblicane. Segue con entusiasmo le vicende risorgimentali, soprattutto l'esperienza garibaldina. Tuttavia, alla conclusione del processo di unificazione, Carducci si sente tradito dal compromesso monarchico e dalla presa di potere della Destra storica. Il poeta assume in questo periodo atteggiamenti di violenta opposizione, che gli costano anche la sospensione dell'insegnamento. La sua attività intellettuale e poetica si indirizza dunque alla polemica contro l'Italia "vile" del suo tempo. 2) OPPOSIZIONE ALLA CHIESA: Spesso il poeta è in contrasto con la Chiesa, col papa e con la religione cristiana. Egli è infatti favorevole a una concezione "pagana" della vita legata alla natura ma basata sui moderni valori della ragione, della scienza e del progresso: la sua ideologia coincide con il Positivismo. Negli anni della maturità, però, quando la situazione politica italiana diventa più stabile, lentamente inizia ad avvicinarsi alla monarchia: nel 1890 è nominato senatore del Regno.

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La poetica e la visione del mondo

3) EVOLUZIONE LETTERARIA E POLEMICA CONTRO IL ROMANTICISMO: Negli anni giovanili Carducci mostra un atteggiamento antiromantico al punto da formare con altri letterati un gruppo che ha lo scopo di opporsi al Romanticismo e di promuovere lo studio e l'imitazione della tradizione classica. Carducci è in polemica soprattutto con il Romanticismo sentimentale, ma anche con quello cristiano di Manzoni e della sua scuola, ritenuto troppo fragile e rassegnato, per nulla combattivo come voleva invece la tradizione classica che intendeva collegare l'Italia moderna ai valori dell'antica Roma. Inoltre, il poeta non apprezza del Romanticismo l'ammirazione nei confronti dei generi "popolari", prima fra tutti il romanzo. Egli cerca infatti uno stile adatto a elevare la sua poesia civile e battagliera su un piano alto che le dia dignità ed eleganza: per questo si ispira alla forma dei poeti classici.

BIGnomi

4) NOSTALGIA DELLA GIOVINEZZA E DI UN PASSATO IDEALIZZATO: A un certo punto della sua vita, Carducci intraprende anche un percorso di analisi interiore, angosciato dal pensiero della morte e preso dalla memoria struggente degli anni dell'infanzia e della giovinezza. In alcuni suoi componimenti è anche presente il desiderio di fuggire dallo squallore del presente per rifugiarsi in una Grecia idealizzata, ricca di vita, di bellezza e di armonia.

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Giosuè Carducci

Le opere

Rime nuove

Rime e ritmi

Rime nuove (1887)

Rime e ritmi (1899)

Critico e prosatore

Odi barbare

Opere giovanili

Prima: 1877 Seconda: 1882 Terza: 1889

Juvenilia (1850-1860) Levia gravia (1861-1871) Giambi ed epodi (1867-1879)

Pianto antico

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da "rime nuove" G. carducci

pargoletta = nella prima stesura "piccoletta".verde melograno = l'albero di melograno è un ricordo d'infanzia, vicino all'abitazione bolognese di C. c'era un melograno.vermigli = dall'intenso colore rosso.. muto = perché non vi risuona più la voce del bambino. solingo = solitario lo ristora...calor = gli ridona vita con la luce e il calore. Tu fior de la mia pianta = metafora: il figlioletto rappresenta il fiore della pianta, che è invece il padre. Tu = anafora (come sei/sei ai vv.13-14 e né/né ai vv.15-16).

L'albero a cui tendevila pargoletta mano, il verde melograno da' bei vermigli fior, nel muto orto solingo rinverdì tutto or ora e giugno lo ristora di luce e di calor. Tu fior de la mia pianta percossa e inaridita, tu de l'inutil vita estremo unico fior, sei ne la terra fredda, sei ne la terra negra; né il sol più ti rallegra né ti risveglia amor.

&

Prof.ssa Sara Aschelter

Buono Studio

contatti