RAZZISMO E MICROAGGRESSIONI
Francesco Scagliarini
Created on September 17, 2021
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Transcript
RAZZISMO E MICROAGGRESSIONI
“Possiamo essere tutto”, Tunuè edizioni, 2020.
seconde generazioni
Per Amnesty International Italia, ha scritto la postfazione del graphic novel
Fatima Bouthouch
Fatima Bouthouch, scrittrice, poetessa, blogger, nasce nel 1994 a Mirandola, in provincia di Modena, da genitori marocchini. Fin da bambina le è sempre piaciuto leggere e inventare storie. Ha studiato “Mediazione linguistica e culturale” all’Università Statale di Milano e attualmente vive in Inghilterra, senza però rinunciare alla passione per la scrittura. Ha pubblicato diversi libri sul ruolo della donna nella società e sulla crisi di identità delle seconde generazioni
Microaggressioni: cosa sono?
Le microaggressioni sono atti o commenti sprezzanti, generalmente accettati dalla società, che promuovono stereotipi o discriminano alcuni gruppi di persone. I commenti razzisti, sessisti e classisti sono un esempio di microaggressioni nella vita di tutti i giorni, ma ce ne sono molti altri. Come ci ricorda Fatima, le microaggressioni possono ferire profondamente le persone che le subiscono.
Scopri il progetto
Kiyun Kim, uno studente della Fordham University di New York, ha raccolto le osservazioni a sfondo razziale che lei e i suoi compagni sono costretti a subire quotidianamente.
i pregiudizi
gli stereotipi
Alla base delle microaggressioni ci sono gli stereotipi e i pregiudizi che èdifficile riconoscere o ammettere.
Ascolta la poesia di Fatimasu cosa si prova a sentirsi stranieri nel proprio Paese.
Molte ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori di altri Paesi spesso si sentono chiedere “Da dove vieni”? Anche se sembra una domanda in apparenza innocente, può essere considerata da chi la riceve una forma di microaggressione. Dare per scontato che una persona “non bianca” non sia italiana, significa far sentire quella persona straniera nel proprio Paese.
Ius solis o Ius sanguinis?
In Italia la legge prevede lo ius sanguinis (dal latino: diritto del sangue), questo significa che viene considerato cittadino italiano chiunque sia nato da un genitore italiano o abbia un parente in possesso della cittadinanza.
In altri Paesi la legge prevede che basta essere nati in quel determinato Paese per essere considerati cittadine e cittadini, non importa da dove vengono o chi sono i tuoi genitori.Questo principio si chiama ius soli (dal latino: diritto della terra).
Mentre una ragazza nata in Italia da genitori stranieri, che parla italiano e ha frequentato tutte le scuole in Italia, deve aspettare di compiere 18 anni per poter chiedere di essere considerata cittadina italiana.
Per esempio, una ragazza nata in Svezia, che non è mai vissuta in Italia ma che ha un bisnonno italiano, può richiedere la cittadinanza italiana.
Scopri dove viene applicato il principio dello ius sanguinis e dove invece èpresente quello dello ius solis.
In alcuni Paesi, ci sono delle leggi che accolgono, con piccole differenze, entrambi i principi. Negli Stati Uniti, per esempio, vieneapplicato lo ius solis, ma è possibile diventare cittadine e cittadini statunitensi anche se si è nati in un altro Paese, ma si hanno genitori o parenti che sono natinegli Stati Uniti.
IUS SOLI + IUS SANGUINIS
IUS SANGUINIS
IUS SOLI
1.316.000
In Italia ci sono 1.316.000 mila minori nati da genitori stranieri e molti di loro, come Fatima, sono stati o sono ancora vittime di microaggressioni.
Leggili con la tua classe e commentateli insieme
ISTAT
29,2
33,0
37,8
Come si sentono
I dati raccolti dall’ISTAT nel 2015 ci aiutano a capire cosa provano questi bambini e questi ragazzi.
ISTAT
Leggili con la tua classe e commentateli insieme
I dati raccolti dall’ISTAT nel 2015 ci aiutano a capire cosa provano questi bambini e questi ragazzi.
35,0
62,0
73,5
74,7
Pensano in italiano
Leggili con la tua classe e commentateli insieme
42,4%
Fra i coetanei italiani
Ragazzi di seconda generazione che hanno subito almeno un episodio offensivo, non ripsettoso e/o violento da parte di altri ragazzi nell'ultimo mese
49,5%
ISTAT
I dati raccolti dall’ISTAT nel 2015 ci aiutano a capire cosa provano questi bambini e questi ragazzi.
Bullismo
Hannah Arendt
Così scriveva Hannah Arendt dopo aver ricevuto la cittadinanza statunitense.
«Ho il passaporto: il libro più bello del mondo».
Cosa possiamo fare noi?
Prima di tutto possiamo chiedere al governo italiano di intervenire per dare a tutti quelli che nascono nel nostro Paese gli stessi diritti.
Guarda il video
E poi?
Impegniamoci ogni giorno a rispettare gli altri, senza chiederci da dove vengono o guardare ilcolore della pelle… o come sono i loro capelli.