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Pindaro
susanna.maffucci
Created on July 26, 2021
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Transcript
Maffucci susannaIII e
pindaro
518 - 438 a.C.
"[…] i bellissimi canti: quelli solo raggiungono un onore senza morte; l'opera grande, nel silenzio, muore."
- Frammenti, traduzione di Enzo Mandruzzato
alcune notizie
- Cinoscefale, Tebe, 522/518 a.C- studiò ad Atene- fu legato a Tebe, ad Egina e al ricco occidente- 486 a.C., Argo, fra le braccia dell'amato Teosseno
490 a.C.
Pitica III - 486 a.C.
480 a.C.
produzioneletteraria
epinici
frammenti
"Olimpiche e Nemee"
"Pitiche"
"Istmiche"
Canti religiosi,θρῆνοι, carmi simposiali (noti per papiri e tradizione indiretta)
dall'edizione alessandrina -17 libri-
uso assiduo della metafora
ΤΟΠΟΙstilistici
formalizzato, schematico
originalità
presunti "voli"
“Chi dunque la nuova corona ottenne per mani e piedi e col carro, fissando la mente al vanto trionfale e col proprio valore acquistandolo?” (Pindaro, Olimpiche, X. – 476 a.c. )
"storytelling" Sportivo
"Pindaro ci vuol lasciare in eredità una lezione importante: chi racconta lo sport deve essere consapevole che ha a disposizione soltanto poche vere occasioni, attimi, e durante quel momento bisognerà trovare il corrispettivo, appropriato e congruo, per insignire di permanenza un trionfo effimero."
Il primo "cronista sportivo"della storia?forse, ma ....
https://volipindarici.wordpress.com/2016/02/17/pindaro-larte-di-raccontare-le-olimpiadi/
- occasioni -
non cantata, l'azione più nobile morira' pindaro
“Lo scrittore deve cogliere il "καιρός" (trad. “che di ogni cosa tiene la cima”) e ricamare su questo incontro un arazzo variopinto e denso: distillarne un liquido puro e primigenio come l’acqua: forgiare una cetra lucente e preziosa come l’oro, accendere un fuoco che rifulge nella notte, cercare nel giorno l’astro del sole, ardente nell’etere deserto: comporre, insomma, le Olimpiche”.
l'unico giudice della verita' e' il tempo pindaro
- Pietro Boitani
- permanenza -
la poesia come eternatrice ...
... o "dispensatrice diimmortalitÀ" ...
φάρμακονper il "nulla eterno"
... non solo in Grecia
Ode all'amica risanata 1802-03
I Sepolcri 1806-07
Ugo Foscolo, 1778 - 1827
Sepolcri
Non vive ei forse anche sotterra, quando Gli sarà muta l’armonia del giorno, Se può destarla con soavi cure Nella mente de’ suoi? (vv. 26-29)
dive, Dea, ambrosia...
1. mortale guidatrice2. invitta amazzone3. regina
Siedon custodi de’ sepolcri, e quando Il tempo con sue fredde ale vi spazza Fin le rovine, le Pimplèe fan lieti Di lor canto i deserti, e l’armonia Vince di mille secoli il silenzio.(vv. 230-234)
Qual dagli antri marini L’astro più caro a Venere(vv. 1-2)
E in te beltà rivive, L’aurea beltate ond’ebbero Ristoro unico a’ mali Le nate a vaneggiar menti mortali.(vv. 9-12)
Il sacro vate, Placando quelle afflitte alme col canto, I prenci argivi eternerà per quante Abbraccia terre il gran padre Oceàno. E tu, onore di pianti, Ettore, avrai, Ove fia santo e lagrimato il sangue Per la patria versato, e finchè il Sole Risplenderà su le sciagure umane.(vv. 288-295)
E avrai, divina, i voti Fra gl’inni miei delle insubri nipoti.(vv. 95-96)
Ode all'amica risanata
E’ un po’ difficile da spiegare, ma se ne può avere un’idea (la poesia moderna può far comprendere meglio) rileggendo i Sepolcri di Foscolo: là dove il poeta celebra le tombe dei grandi in Santa Croce a Firenze, e subito dopo, da un verso all’altro, “vola” altrove evocando la battaglia fra Greci e Persiani a Maratona.
Questo è, appunto, un “volo pindarico”, il passaggio originale e ardito da un argomento all’altro, pur nel contesto di una struttura unitaria.
Gli arditi passaggi, le svolte improvvise e inattese che imprimeva ai suoi versi: con il “volo”, appunto, da un’idea che andava sviluppando ad un’altra completamente estranea al filo logico fino allora seguito.
Con questi grandi abita eterno: e l’ossa Fremono amor di patria. Ah sì! da quella Religïosa pace un Nume parla: E nutrìa contro a’ Persi in Maratona Ove Atene sacrò tombe a’ suoi prodi,. La virtù greca e l'ira.(Sepolcri, vv. 196-201)
https://tamablogger.wordpress.com/2006/05/24/pindaro/
καιρός
STRUTTURAEPINICIO
MITO
γνώμη
Il divino:
Str. I - Ep. I - Ant. II - Ep. II innumerevoli riferimenti per alludere e richiamare l'immortalità del cantoe del suo contenuto
olimpica I
pag. 440
καιρός:Ant. I - Ep. Ivittoria del destriero Ferenico nella corsa dei cavalli alle Olimpiadi
"A me la Musa serba un potentissimo dardo"
Il mortale:
Ep. I - Str. IIutilizzo della mortalità per accentuarneil distacco con il canto e il suo contenuto
καιρός:precedenti vittorie di Telesicrate
pitica ix 76-125
Il mito:
pag. 443
episodio del mito centrale di Iolao(decapitazione di Euristeo) ele nozze tra la figlia di Anteo e Alessidamo,antenato del vincitore
olimpica vii
καιρός:vittoria nel pugilato alle Olimpiadi del 464 a.C. di Diagora di Rodi figlio di Damageto degli Eratidai (stirpe regale)
pag. 446
Il mito:
La tendenza al mito è innata nella razza umana. È la protesta romantica contro la banalità della vita quotidiana. (William Somerset Maugham)
valore eziologico del mito: origine delle tre città rodie, del culto di Atena a Lindo e del culto eroico di Tlepolemo
vv. 9-18, Properzio I, 1
il mito:la penultima veritÀ
Milanion nullos fugiendo, Tulle, labores saevitiam durae contudit Iasidos. nam modo Partheniis amens errabat in antris, rursus in hirsutas ibat et ille feras; ille etiam Hylaei percussus vulnere rami saucius Arcadiis rupibus ingemuit. ergo velocem potuit domuisse puellam: tantum in amore fides et benefacta valent. in me tardus Amor non ullas cogitat artes, nec meminit notas, ut prius, ire vias.
Un mito è la metafora di un mistero che va oltre la comprensione umana. Si tratta di una storia che ci aiuta a capire, per analogia, alcuni aspetti misteriosi di noi stessi. Secondo questa concezione, un mito non è una falsità, ma un modo di raggiungere una profonda verità. (Christopher Vogler)
La mitologia non è una bugia, la mitologia è poesia, è metafora. E’ stato giustamente detto che la mitologia è la penultima verità, penultima perché l’ultima non può essere espressa con delle parole. E’ oltre le parole. (Joseph Campbell)
μὺθους ποιεῖν
poetare/filosofare
“Anima mia, non ti affannare per una vita immortale; godi i frutti che hai alla tua portata.”