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CARME 101 CATULLO

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Created on May 30, 2021

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Transcript

Carme 101

COMPIANTO PER IL FRATELLO

[CATULLO]

INDICE

Carme 101

In morte del fratello Giovanni

Confronto con Foscolo

CARME 101

Multas per gentes et multa per aequora vectus advenio has miseras, frater, ad inferias, ut te postremo donarem munere mortis et mutam nequiquam alloquerer cinerem, quandoquidem fortuna mihi tete abstulit ipsum, heu miser indigne frater adempte mihi. Nunc tamen interea haec prisco quae more parentum tradita sunt tristi munere ad inferias, accipe fraterno multum manantia fletu, atque in perpetuum, frate, ave atque vale.

TRADUZIONE

Dopo aver viaggiato per molti paesi e per molti mari sono giunto, o fratello, a questi tristi riti funebri, per darti l'ultima offerta di morte e parlare invano alla muta cenere, dal momento che la sorte proprio te mi ha strappato, ahimè, povero fratello, ingiustamente toltomi! Ora tuttavia almeno questi doni che dall'antico uso degli antenati sono stati tramandati con triste offerta per i riti funebri accetta molto grondanti per il pianto fraterno, e per sempre, fratello, addio e ancora addio.

COMMENTO

Il poeta, ritornando da un viaggio in Bitinia nella primavera del 56 a.C., coglie l’occasione per visitare la tomba del fratello, morto qualche anno prima. Dal confronto con gli altri carmi ispirati allo stesso avvenimento luttuoso, i carmi 65 e 68, nei quali il poeta si esprimeva con toni disperati pieni di sofferenza e di dolore, in questo carme il tono pare improntato a rassegnazione e stanchezza, e testimonia uno stato d’animo che trascende il motivo specifico della morte del fratello per farsi espressione di una crisi ben più profonda, che investe il poeta nella sua totalità. Catullo infatti afferma che ogni rito è inutile di fronte alla morte: le «ceneri mute» (mutam cinerem) del fratello non possono rispondere alle parole commosse del poeta, per questo la lirica si chiude con un doloroso addio.

IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI

Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, mi vedrai seduto du la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de' tuoi gentili anni caduto: la madre or sol, suo dì tardo traendo, parla di me col tuo cenere muto: ma io deluse a voi le palme tendo; e se da lunge i miei tetti saluto, sento gli avversi Numi, e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta; e prego anch'io nel tuo porto quiete: questo di tanta speme oggi mi resta! straniere genti, l'ossa mie rendete allora al petto della madre mesta.

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PARAFRASI

Un giorno, se io non andrò sempre vagando di nazione in nazione, mi vedrai stare sulla tua tomba, fratello mio, piangendo per la tua morte prematura

Solo nostra madre, che si trascina dietro il peso dei suoi anni, ora parla di me alle tue spoglie mute. Intanto io tendo le mani verso di voi senza speranza e saluto soltanto da lontano i tetti della mia patria

Seconda quartina

Prima quartina

Di tante speranze oggi mi resta solo questo! Popoli stranieri, quando morirò, restituite le mie spoglie alle braccia della madre inconsolabile.

Sento l’ostilità del destino e i reconditi tormenti interiori che rovinarono la tua esistenza, e anche io invoco la pace nella morte insieme a te

Prima terzina

Seconda terzina

CONFRONTO CON FOSCOLO

Nel sonetto "In morte del fratello Giovanni", Foscolo si è ispirato al carme 101 dello scrittore latino Catullo. Il punto di partenza è lo stesso, ma lo sviluppo prende direzioni diverse, legate all’esperienza personale dei due poeti.

STRUTTURA

Innanzitutto bisogna dire che la struttura non è la stessa: Foscolo scrive un sonetto, composto quindi da due quartine e due terzine per un totale di 14 versi endecasillabi, mentre il testo di Catullo è composto da 10 versi senza distinzione di strofe.

I DUE VIAGGI

Foscolo è in esilio e se un giorno la sua situazione finirà, allora potrà esaudire il suo desiderio di recarsi sulla tomba del fratello. Invece Catullo, ha fatto un lungo viaggio ed è già arrivato sulla tomba del fratello per portargli delle offerte, secondo le usanze romane. Foscolo vorrebbe arrivare sulla tomba del fratello soltanto per piangere la sua morte prematura. In entrambi i testi troviamo un colloquio con le ceneri del defunto e l’idea della morte come fine di tutto perché dopo la morte c’è solo il nulla eterno.

ULTIME CONSIDERAZIONI

Catullo invece, anche se soffre per l’ingiusta perdita, ha almeno la consolazione di poter essere sulla tomba e nei versi finali dà un ultimo saluto molto affettuoso al suo caro.

Foscolo sposta il dolore per il fratello verso la sua situazione personale ancora più tragica: ha perso la patria, ha perso i suoi cari, ha dovuto abbandonare la madre per cui l’unica speranza è che, dopo morto, il suo corpo possa restituito alla madre. A proposito della donna si può aggiungere che essa innalza al di sopra di tutte le altre immagini: è anziana, inconsolabile, ma pronta a ricevere le spoglie di Ugo.