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L'ARCHITETTURA ROMANA
sarydale
Created on May 28, 2021
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Sara D'Alessio;1A LSA
L'ARCHITETTURA ROMANA
I CARATTERI DELL'ARCHITETTUTRA ROMANA
L'architettura romana ebbe principalmente una funzione pratica, ne sono una dimostrazione la costruzione di strade e ponti, acquedotti, e la creazione dei centri urbani nelle diverse colonie. Nonostante si ispirò all'architettura etrusca ed ellenica, a partire dal II secolo a.C. si determinò un linguaggio autonomo dell'architettura romana, destinato alla diffusione di materiali e tecniche costruttive, tra cui: -il calcestruzzo e il mattone cotto in fornaci, che permisero di ottenere delle superfici murarie resistenti e allo stesso tempo leggere; -volte a cupole, che garantivano superfici ampie e leggere, anche grazie all'uso dell'arco.
L'architettura romane codificò precise regole formali. Dalla tarda Età repubbicana si utilizzarono ordini con semicolonne, che fungevano da contrafforti(ovvero da elementi che bilanciano la spinta verso l'esterno e le trabeazioni addossate a pilastri. Tuttavia, l'architettura romana non abbandonò gli ordini architettoni classici.
TEMPIO DI ERCOLE
Il Tempio di Ercole, eretto al tempo di Silla, aveva un profondo pronao di oridne dorico, di cui si sno conservate le colonne, il frontone e la trabeazione. In questo caso, però, mutano le proporzioni tra le parli dell'ordine.
VITRUVIO E LO STUDIO DELL'ARCHITETTURA GRECA
Tra il 27 e il 23 a.C., l'architetto Vitruvio Pollion studiò l'architettura dei popoli italici più prossimi a Roma. Egli ne codificò le caratteristiche stilistiche nel De architectura, un trattato di dieci volumi dedicato ad Augusto, che venne studiato nel periodo Rinascimentale, quando venne tradotto in volgare e stampato.
Vitruvio fu il primo a considerare l'architettura una scienza e a proporre il corpo umano come riferimento di misura dello spazio.Inoltre egli definì i concetti di: -firmitas(struttura); -utilitas(funzione); -venustas(bellezza); -ordinatio (ogni parte doveva essere paragonata all'insieme; -dispositio(corretta disposizione di ogni elemento decorativo; -decor(armonizzazione del tutto secondo gusto e sapienza).
Il "De architectura" consente di conoscere le modalità di progettazione degli architetti romani, era costituito da un apparato di illustrazioni, che, però, sono andate perdute. Anche solo dai titoli, si intuisce l'aspettpo pratico e divulgativo dell'opera di Vitruvio e il suo carattere di completezza e accessibilità.
L'ARCO, LA VOLTA E LA CUPOLA
La volta deriva dalla traslazione o dalla rotazione dell'arco, la cui struttura curva la rende strutturalmente resistente. Esistono diversi tipi di volta:-La volta a botte, ottenuta dall'estensione longitudinale ell'arco, a cui appartiene anche il tipo di volta anulare, applicata su dei muri ricurvi;-la volta a crociera, data dall'intersezione di due volte a botte perpendicolari tra loro; -la volta a padiglione, è ottenuta come la volta a crociera, ma non presenta archi perimetrali; -la cupola, deriva dallo sviluppo dell'arco in rotazione attorno al prorpio asse. L'invenzione di questa ha favorito anche la diffusione del calcestruzzo.
L'arco fu utilizzato in Età Arcaica, nella variante della falsa volta e della falsa cupola, ma anche in forme che si basavano sull'uso dell'architrave, come la Porta Rosa o le porte di Cosa. I Romani furono i primi ad avvalersi di questo sistema, utilizzato a tutto tondo, cioè a forma di semicerchio, soprattutto negli edifici pubblici. L'arco si realizza ponendo su un muro i conci, messi uno sull'altro, di cui, quello superiore (chiave), ne assicura la stabilità.
LA NOMENCLATURA DELL'ARCO
-L'arco si compone in conci, che possono esser mattoni o pietre; -La superficie interna è detta intradosso, quella esterna estradosso; -Il concio superiore è detto chiave; -I sostegni su cui poggiano le estremità inferiori sono detti spalle, le superficie di appoggio su ciascuno di essi è detta imposta; - i conci sotto l'imposta sono i peducci; -le parti dell'arco vicine all'imposta si dicono reni; -la distanza tra intradosso e piano d'imposta è detta freccia o monta; -la distanza tra le spalle all'altezza dell'imposta è detta luce o portata; -ognuna delle due facce esterne dell'arco è detta archivolto.
LE MALTE E I PARAMETRI MURARI
L'utilizzo diffuso della muratura in mattoni e del calcetruzzo rese fondamentale l'impiego della calce e sabbia mescolati in acqua. Il calcestruzzo era ottenuto dall'unione di malta e ghiaia. I resti archeologici testimoniano diversi tipi di tecniche di assemblaggio: -grosse pietre venivano tagliate e disposte in file di uguale altezza (opus quadratum); - Colando il calcestruzzo entro pareti di legno, di mattoni o di pietre, si realizza l'opus caementicium; -Nell'opus reticulatum il calcestruzzo viene versato tra muri formati da conci piramidali di pietra le cui basi formano un reticolo regolare;
- Il mattone cotto in fornaci divenne il tratto distintivo dell'opus latericium generalmente impiegato in corsi regolari; -Lopus vittatum è caratterizzato da corsi alternati di conci in laterizio e in pietra tagliata in piccoli blocchi; -Nell'opus incertum le pietre hanno forma irregolare; - Nell'opus spicatum i conci di pietra o di mattoni, posti 'di taglio', vengono disposti inclinati di 45 gradi, in modo da formare filari a zig-zag.
opus caementicium
opus quadratum
opus incertum
opus lateritium
opus vittatum
opus spicatum
opus reticulatum
opus mixtum
LE STRADE
Il mondo romano affidò alla rete viaria un compito essenziale nell'organizzazione dei territori conquistati, le strade che partivano da Roma venivano chiamate vie (alcuni erano dette vie consolari poichè la loro costruzione era stata guidata da un console, come la Via Appa, Via Flaminia...) A partire dal III secolo a.C. le strade furono lastricate e il loro percorso fu organizzato con ponti, gallerie, strazioni di posta e pietre miliari. Quandso la sezione delle strade superava i 4,5 metri, venivano munite di merciapiedi.
Venivano costruite in tre diversi starti sovrapposti: -lo strato superiore, convesso e aveva il compito di far defluire le acqua piovane ai margini; -le pietre del primo strato venivano posate sul rudus, un letto di sabbia e ghiaia; -sul fondo vi era un compatto basamento di pietre o ciottoli.
I PONTI
I Romani costruirono circa 2000 ponti, i quali sfruttavano il sistema costruttivo dell'arco. Essi presentavano delle forme semplici, anche se molto solidi. I progettisti romani possedevano approfondite conoscenze romane in campo idraulico. Ai lati il peso si scarica su possenti pilastri di sostegno.
A Roma furono costruiti ben nove ponti sul Tevere, il primo di questi fu realizzato nel 62 a.C. dal magistrato Lucio Fabricio, da ui prende il nome (Pons Fabricius), che presentava due arcate con finestre di scarico; il secondo(Pons Cestius), aveva in origine solo un'arcata. Il ponte subì numerose restaurazioni, che hanno alterato la sua struttura in modo considerevole.
GLI ACQUEDOTTI
Per approvvigionare l'acqua i Romani realizzarono un'ampia rete di acquedotti, la pendenza dello stesso doveva esse costante dall sorgenti fino alle città. La loro struttura era formata dalla sovrapposizione di più oridini di arcate. Il più antico, a Roma, è l'Acquedotto Appio, il cui percorso emergeva su strutture esterne tra i colli Celio e Aventino.
PONT DU GARD
Il ponte sul fiume Gradon, detto Pont du gard, risale alla metà del I secolo a.C., esso era parte integrante di un imponente acquedotto che alimentò per cinque secoli la città di Nimes. Lungo 50 km e con una pendenza di 25 cm, il ponte si estendeva per 275 metri e si elevava fino a 49 km, grazie a tre arcate sovrapposte, di cui la superiore conteneva il condotto d'acqua.
IL FORO
FORO DI POMPEI
Il foro di Pompei ebbe una prima sistemazione nel IV secolo a.C., a partire dal II secolo a.C, la sua area venne regolarizzata con la costruzione della piazza vera e propria e una serie di strutture pubbliche: aveva uno sviluppo rettangolare di forma allungata, con Il Tempio Di Giove posto a fondale.
Il Foro, dal latino forum, era il centro civile delle città romane. In origine era destinato ai mercati e sorgeva lungo le principali vie di comunicazione. In Età imperiale si distinsero, all'interno del Foro, i luoghi destinati alle diverse funzioni, con prevalenza di quelle amministrativa, giudiziaria e religiosa. Nelle nuove città il foro si disponeva spesso all'incrocio tra il cardo maximus e il decumanus maximus, o nelle vicinanze. Nell'organizzazione più semplice, il nucleo era formato da Capitolium-piazza-basilica e presentava lunghi portici colonnati. Si accedeva al Foro attraverso delle porte monumentali.
LA BASILICA
La basilica fu usata a partire dalla prima Età imperiale come aula di giustizia. La tipologia più monumentale consisteva in una sala rettangolare, con colonne interne, le quali identificavano le navate, corridoi longitudinali. Talvolta la basilica era posta sul lato corto del foro, come nella Basilica di Pompei. Quest'idea di integrazione tra foro e basilica fu utilizzata, con un po' di ritardo, dai Romani, nella costruzione, per esempio, del Foro di Traiano, acquisendo una dimensione monumentale e un carattere scenografico.
LE PORTE URBANE
In Età repubblicana invase l'uso di erigere archi di trionfo in onore dei generali. Le stesse porte urbane potevano rivestire lo stesso ruolo, se decorate. Tra i numerosi esempi, spicca quello della Porta dei Leoni e quella Borsari, o le Mura Aureliane a Roma.
PORTA NIGRA A TREVIRI
La Porta Nigra a Treviri, realizzata tra il 180 e il 200 d.C., venne costruita partendo da una cinta muraria intorno alla città di Treverorum. Questo sistema di fortificazione prevedeva una struttura rettangolare a castrum, con una porta su ognuno dei quattro lati (porta nigra sul lato settentrionale, porta alba sl lato orientale, porta media sul lato meridionale e porta inclyta su quello occidentale)
LA CELEBRAZIONE DEI TRIONFI
GLI ARCHI DI TRIONFO
Gli archi di trionfo venivano eretti nelle città per onorare l'ingresso del vincitore(arco trionfale) o per celebrare nuove opere pubbliche (arco onorario). Originariamente semplici e a una sola apertura, nell'Età terdoimperiale gli archi si arricchirono di elementi decorativi. A volte, l'arco veniva eretto per celebrare la memoria di un imperatore, come l'Arco di Tito.
La cerimonia del Trionfo, cerimonia di origine mitica(derivata da Romolo) era la massima onoreficienza concessa a un generale vittorioso. Il trionfatore arrivava a Roma, deponendo le armi; il rituale iniziav con la prima sfilata dei fercula e delle coronae triumphales, seguivano i vinti e poi la quadriga su cui era trasportato il trionfatore, vestito con una tunica dipinta di porpora.
L'ANFITEATRO
Gli anfiteatri furono realizzati per ospitare spettacoli, come le lotte tra gladiatori o battaglie navali. In origine erano in legno, poi furono perfezionati e divennero strutture stabili in Campania. I primi esemplari di anfiteatro furono quello a Capua e quello di Pompei. In Italia fu importante la ostruzione dell'anfiteatro Flavio, detto Colosseo.
L'ANFITEATRO DI POMPEI
L'Anfiteatro di Pompei, definito spectacula, è tra quelli rimasti, il più antico (89 d.C.), era utilizzato per gare e spettacoli, ma anche per gare e fiere, infatti poteva ospitare fino a 20 000 persone. L'arena era incassata e all'esterno l'edificio appariva piuttosto basso, la càvea era in tufo ed era divisa in tre parti, mentre un enorme telo ricopriva le gradinate.
IL CIRCO
Il circo era destinato a gare ippiche per professionisti, qiesta funzione e il legame diretto con il potere imperiale ne limitarono la costruzione solo a Roma. Ha una forma allungata, con gradinate su un lato, e sull'altro ospitava le gabbie di partenza. Al centro è diviso longitudinalmente da una spina, un asse con statue, e alle estremità di questo, delle metae, strutture che segnalavano il percorso di gara.Il circo Massimo,costruito nel 329 a.C., si estendeva a Roma per 580 metri, e fu utilizzato fino al IV secolo a.C.
IL TEATRO
I TEATRI MONUMENTALI
Il teatro romano nasce come edificio a destinazione urbana. Si erige su imponenti strutture, nonostante però, derivi da un modello greco, non segue dei precisi rapporti con l'ambiente naturale, infatti è un edificio chiuso, indiferente al contesto nel quale si colloca.
Nei territori orientali e in Africa si ammirano resti di teatri monumentali, come quello di Leptis Magna, in Libia (inizio del I secolo d.C.),che conserva la monumentale frons scaenae di Età antoniniana, con triplice ordine di colonne organizzate attorno a tre grandi nicchie semicircolari.
I TEATRI IN ITALIA
I primi esempi di edifici teatrali in Italia furono il Teatro di Pompeo e quello di Marcello. In particolare, quello di Marcello(13a.C.), era dedicato a Marco Claudio Marcello, nipote e genero di Augusto. L'esterno presenta la sovrapposizione dell'ordine dorico al primo livello e ionico al secondo, anche se probabilmente, in origine, vi era anche un terzo livello.
LE STRUTTURE DEL TEATRO ROMANO
La càvea, sostenuta da gallerie sovrapposte, è composta da gradinate digrandanti divise in settori orizzontali e verticali, e scale. L'orchestra perde importanza e si riduce a uno spazio semcircolare. Grande rilievo assume la scena, la quale comprende il proscenio con il pulpito, in cui trovavano posto gli attori, coro e danzatori, e la fronte scenica. Dietro alla fronte scenica si sviluppa il retroscena, con ambienti di servizio ad uso degli attori o dei macchinisti.
LE ABITAZIONI
La casa a graticcio a Ercolano fu sepolta nell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e presentava delle stanze che raggiungevano i 2,9 metri di altezza.
La casa popolare urbana si inseriva nell'insula e consisteva in uno dei tanti appartementi a più piani. I piani bassi erano dedicati a botteghe e laboratori artigianali. Le residenze erano realizzate per lo più in mattoni, ma c'erano delle alternative nelle quale si utilizzava la tecnica "a graticcio". Le case "a graticcio" sfruttavano un telaio in legno, sia all'esterno che all'interno. Le travi componevano un telaio che veniva poi completato con composti di malta e mattoni crudi.
LE VILLE
Le ville (villae) erano ricche residenze suburbane o di campagna, che potevano comprendere palestre, edifici termali , teatri... Erano divise in due parti; una parte padronale(pars urbana), dove risiedeva il padrone, e un'altra specificatamente riferita alla produzione(pars rustica), con la residenza dei lavoratori e schiavi. La ricchezza dei proprietari era manifestata da preziose decorazioni parietali o mosaici.
La villa di Tiberio a Superlonga è un insieme monumentale di grande complessità, all'inizio del I secolo d.C. venne aggiunto un portico a due navate e una grotta naturale era stata trasformata attraverso interventi architettonici, dotata di un vero e proprio prospetto.
LA DOMUS E LA SUA ORGANIZZAZIONE
Il termine domus indica un'abitazione monofamiliare urbana. Dalla metà del VIII secolo a.C. inizia ad assumere una divisione in più ambienti; verso la metà del VI secolo a.C, iniziano a essere stabiliti i muri con zoccolatura in tufo. La domus si organizza intorno all'atrio, ne fanno da dimostrazione i modelli più antichi di Pompei, ma anche di Ercolano e Napoli, dove ne si possono studiare le evoluzioni.
L'ABITAZIONE DEI GRECI
In Grecia la pianta delle abitazioni si razionalizza in uno schema rettangolare e ortogonale. Gli ambienti privati si organizzavano attrono a un'area centrale, generalmente un cortile allungato. Le stanze erano suddivise in ambienti riservati alle donne (ginecèo) e quelli riservati agli uomini (andronìtis).
LA CASA DEL FAUNO
L'ABITAZIONE ETRUSCA
La casa del Fauno, a Pompei è una domus ad atrio, con chiari riferimenti alla casa ellenistica. Essa prende forma da un nucleo a cui si aggiungono altre stanze. All'ingresso si colloca un primo tetrastilio(4 colonne), monumentale è, invece, il secondo peristilium, circondato da 44 colonne doriche.
La casa degli Etruschi derivava dall'evoluzione della capanna, lo mostrano anche alcune urne in terracotta, riproducenti modelli di capanne. Dalla metà del VI secolo a.C. gli ambienti abitativi si sviluppavano attorno a un atrio, che poteva essere centrale o laterale.
LA DOMUS ROMANA
La domus romana era organizzata intorno a uno spazio centrale aperto, vi si accedeva dalla strada o mediante una sala, seguita da un corridoio. Le camere e le alae(spazi aperti di disimpegno) si affacciavano sull'atrium. Dal II secolo a.C. la casa assunse uno sviluppo assiale, ampliandosi e nel tardo impero furono arricchite da elementi tratti da architetture pubbliche.
CASA DEI VETTII A POMPEI
La Casa dei Vettii, uno degli esempi più significativi di domus pomepiana, fu sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e riemerse nel 1894. La ricchezza di cui godeva è testimoniata dai numerosi dipinti murali, che riproducono in gran parte scene mitologiche
LA PIANTA
L'abitazione è organizzata attorno a due atri: l'atrio tuscanico, di rappresentanza e l'atrio minore, di servizio. Il peristilium era circondato da 18 colonne e attorno ad esso si aprivano i locali di rappresentanza come la pinacoteca(dove si conservavano i dipinti) e il triclinium(dove si mangiava) , mentre le stanze erano distribuite in modo omogeneo.
L'ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI APERTI
La Casa dei Vettii mostra come l'organizzazione delle domus si basasse sull'integrazione tra spazio internio ed esterno. Il peristilio aveva una funzione di razionalizzazione dell'impanto della domus e le 18 colonne si disponevano con regolarità attorno al giardino.
GLI AFFRESCHI DEL TRICLINIO
L'abitazione è straordinariamente ricca di affreschi, che giungono a ricoprire interamente le pareti. Particolarmente interessanti sono quelle del triclinio, appartenenti al cosiddetto IV stile, nel quale vari elementi decorativi si affastellano senza lasciare spazi vuoti.
L'ETA REPUBBLICANA
La città di Roma incrementò la propria importaza e influenza territoriale, tappa importante fu il passaggio politico da uaìna forma di governo monarchico a una gestione oligarchica di tipo repubblicano;questa fase iniziò nel 509 a.C. e si concluse nel 27 a.C.
Sul piano culturale e artistico si avviò un lento sviluppo di forme autonome, infatti quest'afflusso di opere orientò i Romani verso l'eclettismo stilistico, cioè l'utilizzo di stili ed elementi di derivazione dispartita. Nel corso di 5 secoli il linguaggio dell'arte mutò tante volte. All'inizio si operò nel segno dell'Arcaismo, poi, la graduale conquista di territori greci promosse una riflessione sul linguaggio classico elloenico. Infatti si diffuse il gusto neoattico, che era improntato sul recupero della scultura di Età Classica. Infine, nel 82 a.C., con la dittatura di Silla, si può parlare di arte più specificatamente romana.
NUOVE TIPOLOGIE RELIGIOSE E CIVILI
Nei cinque secoli della Repubblica, a Roma i lavori pubblici vissero fasi alternate di intensa attività con periodi di stasi, sorsero nuovi edifici sacri. Nonostante questo, furono le grandi opere civili ad affermare per prime un linguaggio originale(ponte Emilio e Milvio, le basiliche..). Dal II secolo a..C. furono eretti continui portici intorno ai templi, in modo da definire il luogo pubblico per eccellenza, il Foro.
AREA SACRA DI LARGO ARGENTINA
L'Area Sacra di Largo Argentina offre un completo inventario della tipologia del tempio dal IV al II secolo a..C., i quattro templi conservavano due aspetti del modello etrusco-italico:lo sviluppo longitudinale e una facciata principale. Presentano anche degli elementi ellenizzati, infatti il Tempio B ha una forma circolare.
I TEMPLI DEL FORO BOARIO
Il Foro Boario era un'area di Roma esterna alle mua della città che fu bonificata in occasione dell'ampliamento della città alla fine del VI secolo a.C. Dopo il bonifico, l'area divenne prevalentemente abitativa e residenziale.
Il Tempio della Fortuna Virile risale al IV o al III secolo a.C., ma ci è giunto nella forma attuale dopo i restauri del II e I secolo a.C., in cui le colonne acquisiscono un valore del tutto decorativo. Oggi ci appare più isolato di quanto già lo era nel II secolo a.C., quando era posto in un recinto sacro.
Il Tempio di Ercole Vincitore (noto anche come Tempio di Vesta),risale alla fine del II secolo a.C. ed è periptero con venti colonne scalanate corinzie. La costruzione è vagamente attribuita alle maestranze del greco Ermodoro di Salamina e inizialmente era stato edificato interamente in marmo pentelico.
LA COSTRUZIONE DEL FORO ROMANO
Il Foro Romano era il cuore della vita civile e religiose della città. Il suo sviluppoi fu eterogeneo e consisteva di un insieme di piazze porticate, templi, istituzione politiche e uffici pubblici. L'area del foro era attraversata della Via Sacra dove si eregeva l'etrusco Tempio di Giove Capitolino. Al centro del Foro Romanosi svoglevano funzioni amministrative, finanziaria e commerciale. Entrata in crisi la Repubblica, il Foro andò incontro a un cambiamento soprattutto nelle funzioni.
BASILICA EMILIA
TABULARIUM
La Basilica Emilia, venne costruita nel 179 a.C. ed è l'unica basilica repubblicana di cui sono rimaste tracce e prende il nome dai censori Marco Fulvio e Marco Emilio che la fecero ereggere. Aveva tre navate e all'esterno si presentava con due ordini sovrapposti di sedici arcate con sequenza di semicolonne addosate a pilastri e, ancora oggi, è affiancata dall'edificio della Curia, nel quale si riuniva il Senato.
Fu edificato nel 78 a.C. e nel suo interno vi si conservavano le leggi e l'archivio generale. All'interno si trova una via porticata coperta da un padiglione in calcestruzzo. Della struttura originale è rimasto solo un piano, oggi utilizzato come una galleria.
I GRANDI SANTUARI LAZIALI
I grandi santuari del Lazio offrono un repertorio completo di nuove tecniche costruttive e nuovi modelli architettonici usati in Italia tra il II e il I secolo a.C.
SANTUARIO DELLA FORTUNA PRIMIGENIA
Per le dimensioni monumentali e la complessa articolazione degli spazi il Santuario della Fortuna Primigenia, nell'attuale Palestina è considerato il più importante complesso architettonico della Roma repubblicana. Esso è diviso in due parti: la parte sacra ai piedi della collina e la parte superiore, composta da sette terrazze sovrapposte.
SANTUARIO DI GIOVE ANXUR
Il Santuario di Giove Anxur occupa l'ampia terrazza di un colle presso Terracina. Sulla terrazza si ergeva il tempio, la cui posizione inclinata mostra un'attenzione verso le esigenze scenografiche che pone in secondo piano l'applicazione di norme compositive canoniche.
IL SANTUARIO DI ERCOLE VINCITORE
Il Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli fu eretto dalla metà del II secolo a.C. Presenta tre strutture: il teatro, il sacrario e il tempio, il cui schema è impostato su un semplice rettangolo. La collocazione centrale e frontaledel tempio, con i portici che lo circondano, deriva da una tradizione ellenistica.
LE ARTI FIGURATIVE
A partire dal II secolo a.C. la scultura fu chiamata ad assolvere un compito prevalentemente encomiastico. In tale contesto trovò particolare diffusione il rilievo storico e le opere assumono una connotazione descrittiva, in cui anche il dettaglio acquista il valore di documento storico. I caratteri espressivi del rilievo storico si insieriscono nel contesto dellì'eclettismo che si confronta con la tradizione etrusca, greca o con quella dei regni ellenistici.
PUNIZIONE DI TRAPEA
Particolare rilievo desta un fregio scolpito a rilievo che descrive la Punizione di Trapea(la donna che aveva tradito Roma aprendo ai Sabini le porte del Campidoglio), lungo 90 metri e realizzato, probabilmente, tra l'87e l'88 a..C. La donna è collocata verso sinistra nell'immagine e la varietà espressiva dei volti testimoniamìno l'adesione al linguaggio ellenistico.
FREGIO DELL'ARA DI DOMIZIO ENOBARDO
Alla fine del II secolo a.C. l'arte romana passò una fase chiamata eclettismo, la quale è molto evidente nel Fregio dell'Area di Domizio Enobardo, il più antico esempio di rilievo storico romano giunto fino a noi. Le grandi dimensioni della base lasciano ipotizzare che si trattasse di un grande basamento per gruppi di statue.
IL LUSTRUM CENSORIO
IL THIASOS
Su un lato lungo si stendeva il fregio con la cerimonia del lustrum censorio, che si divide in due parti: Scene di censimento e di sacrificio. L'opera manifesta la concezione narrativa e didascalica della tradizione romano-italica.
Su tre lati dell'ara correva un fregio con il Corteo naziale di Poseidone e della ninfa Anfitrite. Il soggetto e lo stile fanno pensare anche all'opera di artisti greci di tendenza ellenistica stabilitisi a Roma.
LA RITRATTISTICA
Il ritratto romano si definì dalla fine del II secolo a.C., in quegli anni l'aristocrazia senatoriaintendeva legittimare il proprio ruolo affermando i valori di autorità e fermezza. Il ritratto si propone come la riproduzione fedele dei tratti fisionomici allo scopo di mettere in luce la personalità dell'individuo. Esso giunge a piena maturazione grazie alla sintesi tra il realismo descrittivo dell'arte etrusca e quella naturalista ellenistica.Per molto tempo si sono distinti due tipi: il ritratto privato, più vicino al gusto ellenistico, e quello ufficiale.
POMPEO MAGNO
Il ritratto di Pompeo Magno è uno dei tanti che raffigurano Gneo Pompeo, si tratta di una copia di un busto. Lo sguardo è sereno ed assorto ed è accentuato dai tagli d'ombra irregolari dovuti alle ciocche scomposte dei capelli
PATRIZIO TORLONIA
STATUA BARBERINI
La testa detta Patrizio Torlonio ritrae un personaggio maschile sconosciuto. L'opera mostra la fierezza dell'aristocrazia e, contemporaneamente, testimonia le origini contadine.
Il culto domestico e l'esaltazione della propria gens sono due temi raffigurati nella Statua Barberini, risalente all'ultimo decennio del I secolo a.C.: un patrizio che regge i busti di due avi.