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Leopardi

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Created on May 28, 2021

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Transcript

LUCIA BACCHINI, MARGHERITA BOGGI

LA VITA DI GIACOMO LEOPARDI

1826-1830

1836

Le "Operette morali" vengono sequestrate

Lavora alle "Operette morali" e vaga per l'Italia

1822

1817

Viaggio a Roma

Stringe una forte amicizia con Pietro Giordani

1798

Nasce a Recanati

1837

1825

1819

1830

1810

Muore a Napoli

Soggiorno a Firenze, Roma e Napoli

Inizia la formazione di Leopardi

Tentativo di fuga da Recanati

Soggiorno a Milano

Operette morali raccolta di 24 testi, composti per la maggior parte nel 1824 e modificato fino al 1832. sono una sorta di messa in scena delle idee che Leopardi elabora attraverso dialoghi parabole brevi racconti mitologici o storici o fantastici tema dominante: polemica contro le concezioni ottimistiche e antropocentriche, a cui Leopardi contrappone la piccolezza dell’uomo di fronte all’intero universo, la brevità della vita dell’individuo con l’eternità della natura. Le operette morali accompagnano il suo pensiero anche il suo cambiamento che non procede in maniera lineare infatti inizio: pessimismo storico causato da natura benevola e ragione distruggitrice natura nemica dell’uomo al concetto di natura subentra quello più oggettivo di materia (questo non è molto importante) stilisticamen

Le "Operette Morali" sono in prosa, formate da 24 testi, composti per la maggior parte nel 1824 e modificati fino al 1832.Sono delle “messe in scena” delle idee e teorie che Leopardi ha elaborato fino a quel tempo.Il tema dominante è la polemica contro le concezioni ottimistiche e antropocentriche, a cui Leopardi contrappone la piccolezza dell’uomo di fronte all’intero universo, la brevità della vita dell’individuo con l’eternità della natura. Le operette morali accompagnano il suo pensiero, soprattutto la sua evoluzione. Durante la stesura, Leopardi sfocia dal pessimismo storico al pessimismo cosmico e questo cambiamento, che non procede in linea generale, si può osservare per esempio nell’affondo sulla natura: 1. La natura è benevola e si scontra con la ragione, la cui funzione è distruttiva (pessimismo storico) 2. La natura è nemica dell’uomo però non ha ancora elaborato una teoria definita che ne spieghi il motivo3. La natura ha una doppia funzione: è sia benevola sia distruttiva, mentre la ragione è l’unico strumento rasserenante (pessimismo cosmico, dove al concetto di natura subentra quello più oggettivo di materia)

I 24 testi hanno diversi formati: possono essere sotto forma di dialogo, di parabole, di brevi racconti mitologici, storici o fantastici.Lo stile varia, Leopardi prende spunto da tutti i suoi studi, dal mito, alla quotidianità alla fantascienza.

Il tono ironico è dominante, a significare un atteggiamento di spassionato distacco, non manca umorismo, amaro o polemico e vi sono momenti lirici. La sua prosa non è romantica, il linguaggio delle Operette non si modella sul parlato, e non segue un tono medio-colloquiale, è piuttosto artificiosa, letteraria, e ritmata. Inoltre sono ardue le scelte lessicali. Leopardi si conferma essere un intellettuale solitario, che sperimenta soluzioni distanti dalle riforme e dalle influenze del tempo.

Le riflessioni poetiche di Leopardi, nonché filosofiche, devono molto agli studi che ha eseguito nella gioventù come anche alla corrispondenza e amicizia con Pietro Giordani. Partendo dalle ispirazioni dei grandi filosofi e letterati, le teorie di Leopardi subiscono un’evoluzione continua lungo tutte le sue composizioni. La sua conclusione filosofica verrà riassunta nella sua ultima composizione: “La ginestra”. Il primo pensiero più completo, elaborato dal 1819 viene definito dalla manualistica pessimismo storico. Leopardi sostiene che l’infelicità umana derivi dall’ insuperabile distanza tra infinità del desiderio e finitezza della realtà. La natura di ogni uomo è ricercare il piacere, ma è talmente grande che i piaceri che offre la realtà, essendo questa limitata, sono insufficienti a soddisfare il desiderio. Tutto ciò porta a una sconsolazione irrimediabile che tende alla malinconia costante. Non rimane all’uomo niente se non dolci illusioni che però sono effimeri e che sono anche negati dalla ragione che riporta l’uomo alla dura realtà.

Dal 1822, avvenimenti spiacevoli come la delusione del viaggio a Roma, conducono Leopardi a un graduale cambiamento di valori verso una condizione che è stata definita pessimismo cosmico. La dolcezza delle illusioni, che era concepita come unico possibile barlume di felicità, ora è ripudiata con fastidio e sostituita dalla nuda verità che diventa oggetto di studio. Ciò che cambia nel suo pensiero è la teoria del piacere che muta in funzione materialistica. La natura diventa uno dei concetti base del suo pensiero in quanto essa è sia la forza che spinge l’uomo a cercare la felicità, sia la legge che regola il divenire delle cose. Per cui prima li invita alla ricerca del piacere poi, una una volta creati, li elimina per consentire la continua trasformazione della materia. È quindi creatrice e distruttrice, benevola e malvagia. L’infelicità dell’uomo deriva da questa contraddizione spaventevole tra il fine, ovvero il piacere e il suo deperimento. In tutto ciò la ragione assume un ruolo privilegiato perché è lo strumento che salvaguarda l’unico valore che resta all’uomo: guardare in faccia la realtà senza illusioni e mistificazioni, che sono gli inganni della natura matrigna. A sottolineare il cambiamento che avviene c’è la considerazione precedente della ragione: colei che riporta l’uomo alla realtà, principio dell’infelicità perché distoglie l’uomo dall’unica occasione di serenità e felicità.