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Giancarlo Siani
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Transcript
19 Settembre,1959
23 Settembre,1985
Giancarlo Siani
"Potrai cadere anche infinite volte nel percorso della tua vita,ma se sei realmente libero nei pensieri , nel cuore e se possiedi l'animo del saggio,non cadrai in ginocchio, ma sempre in piedi"
Lavoro di: Delle Cave Stefano, Di Lucca Alessandro, Farina Andrea, Giuseppe Iadevaia e Michele Ianniello
La prima pagina del mattino il 24 Settembre 1985 che annuncia al popolo italiano la morte di Giancarlo Siani
Murales che raffigura: Giancarlo Siani e la sua Mehari verde
Indice
02
01
03
La vita e carriera di Giancarlo Siani
In memoria di Siani
Il suo assassinio
Le sue gesta e la lotta contro la camorra
Biografia
Giancarlo Siani è nato a Napoli il 19 settembre 1959 ed è stato un giornalista italiano, assassinato dalla camorra.Egli trascorse la sua infanzia in un quartiere del Vomero, e dopo aver compiuto lì i suoi studi, si iscrisse alla facoltà di sociologia, all’Università degli Studi di Napoli Federico II e mostrò da subito interesse, per la problematica dell'emarginazione delle fasce sociali più disagiate, a causa della criminalità organizzata. Poi iniziò la sua collaborazione presso la redazione di Castellammare di Stabia come corrispondente da Torre Annunziata per il quotidiano Il mattino di Napoli.
Lavorando per Il Mattino, Siani riuscì ad approfondire la conoscenza del mondo della camorra, dei boss locali e degli intrecci tra politica e criminalità organizzata, scoprendo una serie di connivenze che si erano stabilmente create, all'indomani del terremoto in Irpinia, tra esponenti politici oplontini e il boss locale, Valentino Gionta, che, da pescivendolo ambulante, aveva costruito un business illegale. Gionta era partito dal contrabbando di sigarette, per poi spostarsi al traffico di stupefacenti, e infine controllando l'intero mercato di droga nell'area torrese-stabiese.
Da Torre Annunziata si occupò principalmente di cronaca nera, studiando e analizzando i rapporti e le gerarchie delle famiglie camorristiche che controllavano il comune e i suoi dintorni. Al quotidiano Il Mattino faceva riferimento alla redazione distaccata di Castellammare di Stabia
Le molteplici denunce lo condussero ad essere regolarizzato nella posizione di corrispondente dal quotidiano nell'arco di un anno. Le sue inchieste scavavano sempre più in profondità, tanto da arrivare a scoprire la moneta con cui i boss mafiosi facevano affari. Siani con un suo articolo accusò il clan Nuvoletta , alleato Corleonesi di Totò Riina, e il clan Bardellino, esponenti della ”Nuova famiglia”, di voler spodestare e vendere alla polizia il boss Valentino Gionta, divenuto pericoloso, scomodo e prepotente, per porre fine alla guerra tra famiglie.
L'assassinio di Giancarlo Siani da parte del Clan Nuvoletta
Le rivelazioni, ottenute da Giancarlo grazie ad un suo amico carabiniere e pubblicate il 10 giugno 1985, indussero la camorra ad ucciderlo. In quell'articolo Siani ebbe modo di scrivere che l'arresto del boss Valentino Gionta fu reso possibile da una "soffiata" che esponenti del clan Nuvoletta fecero ai carabinieri.
La pubblicazione dell'articolo suscitò le ire dei fratelli Nuvoletta che, agli occhi degli altri boss partenopei e di Cosa Nostra apparivano come traditore. A ferragosto del 1985 i Nuvoletta decisero di uccidere Siani, che doveva essere assassinato lontano da Torre Annunziata per depistare le indagini.
L'arresto di Lorenzo Nuvoletta
Lorenzo Nuvoletta: il padrino di Marano figlioccio del boss corleonese Luciano Leggio meglio conosciuto come Liggio. Cellula attiva di Cosa Nostra in Campania, Lorenzo Nuvoletta fu indicato dai pentiti Gasparre Mutolo e Tommaso Buscetta come l’occhio e le orecchie dei corleonesi sul territorio campano, con particolare riferimento a Salvatore Riina e Luciano Liggio.
In memoria di Giancarlo Siani
Un uomo coraggioso ed audace
Giancarlo Siani, è stato anche egli un eroe come: Paolo Borsellino, Giovanni Falcone. Franco Imposimato e Don Peppe Diana, i quali senza timore si sono esposti nei confronti di un grande nemico, per il bene del popolo, consapevoli che avrebbero messo a repentaglio la propria vita. Sono stati insieme ad altre vittime, intenzionati a voler sradicare questo profondo male che caratterizza l’Italia da anni. Costoro non sapevano cosa fosse l’omertà e non hanno avuto paura di denunciare, dimostrando che qualcosa può cambiare, soprattutto se ognuno di noi si mette in gioco.
"Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti e allora quello che un giornalista dovrebbe fare è questo : informare"
Noi cittadini italiani abbiamo il dovere di ricordare per sempre questi eroi esemplari e il miglior gesto che possiamo fare per onorarli è denunciare qualsiasi atto di violenza, senza avere timore e sconfiggere l’omertà, un nemico che molto più grande e che uccide più della mafia.
Molte sono le opere a lui dedicate, come: Il murale in via Vincenzo Romaniello, l’aula magna del liceo dove aveva compiuto i suoi studi e numerose vie in tutta Italia, sono intitolate in suo nome.
Ed Civica: Giancarlo Siani
Lavoro svolto da: Delle Cave Stefano, Di Lucca Alessandro, Farina Andrea, Giuseppe Iadevaia, Michele Ianniello
Classe 2B