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LE DITTATURE DI IERI E DI OGGI Lorenzo Camarda 3C

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Le dittature di ieri e di oggi

CAMARDA LORENZO FRANCESCO III C ANNO SCOLASTICO 2020/2021 ISTITUTO COMPRENSIVO VILLAFRANCA TIRRENA

EDUCAZIONE CIVICALa crisi pandemica che stiamo vivendo ha senz’altro messo in risalto le debolezze di ogni paese. Ciò è stato inevitabilmente più evidente nei paesi guidati da regimi autoritari in cui, già da prima della diffusione del Covid-19, era in atto una repressione dei diritti umani, che si è ulteriormente aggravata con le misure d’emergenza adottate. Sicuramente, l’aspetto più preoccupante che riguarda molte di queste nazioni è quello della censura. Un metodo di repressione già noto, ma di cui spesso si sottovalutano le conseguenze globali in termini di vite umane. La completa mancanza di trasparenza, l’insabbiamento di dati reali e gli arresti arbitrari di chi ha per primo dato l’allarme sulla pericolosità del virus, hanno impedito che ci fosse una risposta rapida ed efficace all’insorgenza del Covid-19 e di questo stiamo tutti pagando le conseguenze.Uno Stato totalitario è caratterizzato soprattutto dal tentativo di controllare capillarmente la società in tutti gli ambiti di vita, imponendo l'assimilazione di un'ideologia: il partito unico che controlla lo Stato non si limita cioè a imporre delle direttive, ma vuole mutare radicalmente il modo di pensare, In Cina, per esempio, si contano almeno 5.000 persone arrestate ingiustamente, tra blogger, medici, professori e giornalisti, tre dei quali scomparsi. In Russia il governo, oltre ad aver nascosto il pericolo del virus alla popolazione, ha arrestato un medico perché distribuiva mascherine alle persone più povere e mentre crescono i numeri dei decessi, si registrano strani incidenti come quelli dei tre medici caduti dalla finestra per motivi non ancora chiariti. In Iran, invece, il governo ha silenziato i cittadini che coraggiosamente informavano sul virus via social o blog ricorrendo ad atti intimidatori e alle false confessioni sulle tv di stato. L’articolo 13 della costituzione italiana dice che La Libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

Tra i regimi totalitari più potenti mai esistiti ci furono quelli del Fascismo e Nazismo e dello Stalinismo.

STORIA FASCISMO,NAZISMO E STALINISMO la prima metà del Novecento è caratterizzata da due Guerre Mondiali diverse da vent’anni di grandi tensioni e di problemi irrisolti creati da ingiusti trattati di pace. questi anni sono caratterizzati anche da opposte ideologie:quella comunista e quella nazista-fascista.il comunismo predica un mondo senza classi di persone uguali,mentre il nazi-fascismo teorizza l’inarrivabile superiorità di alcuni eletti su tutti gli altri. da entrambe nascono i regimi totalitari. LO STALINISMO. dopo la rivoluzione comunista,guidata da Lenin,la russia diventa Unione Sovietica e cade nelle mani di Stalin.sotto di lui l’URSS diventa un paese industrializzato,ma con grandi squilibri e apprezzo per la politica nel terrore finalizzata all’annientamento della personalità e alla fondazione del totalitarismo:totale asservimento al capo. IL FASCISMO. alla delusione per il Trattato di pace(“vittoria mutilata”)e alla minaccia di una rivoluzione proletaria,risponde Mussolini fondando il fascismo,appoggiandosi al ceto medio e riducendo ai lavoratori al silenzio con la violenza. il regime di Mussolini fa scelte economiche errate,conquista colonie prive di reali vantaggi e porta alla rovina l’Italia. IL NAZISMO. in Germania ideologia fascista si trasferisce nel nazismo di Hitler,che approfitta del disastro economiche della nazione e della rabbia popolare contro il Trattato di pace per impadronirsi del potere con slogan terrificanti:Superiorità della “Razza”tedesca,eliminazione degli Ebrei,asservimento degli Slavi,una nuova guerra per conquistare l’Europa.

ITALIANO Il regime di Mussolini influenzò la Letteratura con Luigi Pirandello.Pirandello Nasce a Girgenti nel 1867 da una famiglia agiata, suo padre amministrava dirigeva una miniera di zolfo . Nel 1894 si sposò con la figlia di uno dei soci di suo padre. Nel 1903 una sciagura mineraria riduce la famiglia in povertà e, in seguito al dissesto economico, la moglie manifesta una grave malattia mentale , che costituirà per lo scrittore una vera e propria tragedia familiare, in grado di influenzare la sua vita e le sue opere. Mentre prosegue la sua vita da narratore svilupperà interesse per il teatro. Continuerà a scrivere anche negli anni della Grande Guerra, vissuti drammaticamente per la perdita della madre e per la partenza dei figli al fronte. Subito dopo il delitto di Giacomo Matteotti, aderisce al partito fascista, da dove se ne allontana , rendendosi conto del carattere di vuota esteriorità del regime.Il gesto nasce, in Pirandello come in altri intellettuali, da quelle diffuse “illusioni che consentirono un’apertura di credito nei confronti di Mussolini sancita dalla presenza liberale in seno al Governo fin oltre il delitto Matteotti” (Elio Providenti). L’adesione al Fascismo, che Pirandello volle pubblica e solenne (la dette alla stampa pochi giorni dopo l’uccisione di un deputato fascista, Armando Casalini) fu certo per sostenere, con il proprio prestigio, un Mussolini in difficoltà, che aveva avuto l’astuzia di gratificare lo scrittore “convocandolo” più volte nel suo studio e sfruttarne la fama mondiale lusingandone le speranze di aiuto per i suoi progetti d’Arte. Il clamore che ne nacque non derivò tanto dall’iscrizione di Pirandello, quanto per aver definito l’opposizione una inutile comparsa: anzi un fantasma, creato da Mussolini. I giornali umoristici non persero l’occasione di sfoderare colpi bassi (e non tutti azzeccati). “Il becco giallo” decise di chiamarlo sempre P. Randello; e in un disegno del 21 settembre 1924 presenta Pirandello in un corteo di questuanti che sfila sotto le finestre del Senato a cui si affaccia Mussolini assieme a vari personaggi dell’epoca; All’ingresso spettacolare di Pirandello nel Fascismo seguì una scarsa partecipazione effettiva alle vicende del partito: il rapporto con il regime e i suoi uomini si guastò assai presto. Continuerà tuttavia a lungo nell’illusione che Mussolini avrebbe realizzato il suo progetto di Teatro di Stato. Nel 1934, a coronamento di una grande carriera letteraria ricca di successi, gli viene conferito il Premio Nobel per la Letteratura. Nel 1936 muore a Roma mentre lavorava per il romanzo "I giganti della montagna", nel testamento esprime il suo ultimo desiderio: "Che le sue ceneri, dopo una cerimonia semplice, vengano disperse nelle campagne di Agrigento".

Per Luigi Pirandello le maschere rappresentano la frantumazione dell’io in identità molteplici ed un adattamento dell’individuo sulla base del contesto e della situazione sociale in cui si trova. Pirandello faceva la distinzione tra l’essere e l’apparire di ciascun uomo. L’autore parlava di “recita del mondo”: l’umanità viveva in un perenne palcoscenico, costretta a comportarsi in un certo modo. Ciò comportava secondo Pirandello una schizofrenia tra l’essere e l’apparire.

GEOGRAFIA il fascismo fin dalla sua nascita aveva l'obiettivo di creare un impero coloniale costituito dall’Etiopia, dalla Libia, dall’Eritrea e dalla Somalia. Vittorio Emanuele III fu insignito del titolo di imperatore. In quel periodo Mussolini toccò l’apice della sua popolarità. In quegli stessi anni il duce stava cominciando ad allearsi con la Germania, dove si era stabilito un altro regime di ispirazione fascista. La Libia ha la forma di un trapezio irregolare ed è grande oltre cinque volte l'italia.È formata da due grandi regioni storico-geografiche quasi speculari:a ovest la Tripolitania,a est la Cirenaica.Il 98% del suolo libico è desertico e aridissimo.Il deserto Libico,parte centro-orientale del Shara o in gran parte formato da dune di sabbia.Nella Libia occidentale e meridionale prevalgono invece vaste distese di rilievi rocciosi.In Libia il deserto dista dalla costa mediterranea meno di venti chilometri:una strettissima fascia di terra sulla quale la poca pioggia può sostenere palme e orti.Le oasi.C'è solo un altro luogo,oltre alla fascia costiera,nel quale gli essere umani possono insediarsi e sopravvivere cioè le oasi.Con 6,2 milioni di abitanti,la Libia è uno dei paesi meno densamente popolati dell'Africa e del mondo.l'Islam è la religione nazionale e l'arabo la lingua ufficiale.Dal 2011 il Paese è in preda a una crisi politica in seguito alla caduta del regime pluridecenniale di Muhammad Gheddafi.Il parlamento e il governo eletti nel 2012 controllano a stento il territorio ;diverse tribù e gruppi estremisti islamici chiedono autonomia e controllano di atto alcune regioni.

Mussolini nel periodo del fascismo ha reso obbligatorio lo sport nella scuola. Lo sport e l'educazione fisica furono elementi fondamentali nella concezione politica fascista. Anche Mussolini amava lo sport, infatti egli praticava il volo, la scherma e l'equitazione. Egli voleva educare i giovani a pensare come lui e ad allenare il fisico come lui. Perciò Mussolini ordinò che in tutte le scuole si praticasse lo sport. Nacque anche l'Opera Nazionale Balilla, che aveva come obiettivo quello di formare i giovani anche fisicamente. Mussolini istituì anche il sabato fascista, che consisteva nel dedicare il sabato all'attività motoria e sportiva. Nelle scuole, poi, si organizzavano tornei e competizioni. Tuttavia Benito Mussolini viene ricordato non solo per aver reso obbligatorio lo sport ma per essersi alleato con Hitler, conducendo l'Italia alla seconda guerra mondiale. Durante la sua dittatura egli governò con il pugno di ferro, usando la violenza contro chi non era d'accordo con la sua politica, istituendo i fasci di combattimento, abolendo il diritto allo sciopero, bloccando la libertà di stampa e usando la propaganda fascista per filtrare tutte le notizie che dovevano arrivare al popolo. La politica estera del fascismo era essenzialmente di tipo “espansionistico” e veniva condotta per motivi di grandezza e di prestigio. Quello italiano era, però, un imperialismo politico, non economico. (dal momento che i territori conquistati avevano pochissime risorse, intrapreso più che altro per raggiungere il livello territoriale delle grandi potenze. Questo fu il motivo principale che spinse l’Italia ad occupare l’Etiopia nel 1936.

SCIENZE Si può notare come l’ideologia su cui si fondano i regimi totalitari, nazismo e stalinismo allo stesso modo, abbia condotto e diretto le vicende scientifiche in diversi campi nel tentativo di attuare i princìpi fondamentali e rifondare la società su nuove basi. Nel caso del nazismo, l’ideale della superiorità genetica e intellettuale della razza ariana che doveva rimanere “pura” da contaminazioni rappresentate da ebrei, razze inferiori o individui affetti da malformazioni di vario genere, portò ad un sistematico controllo demografico e a numerosi interventi atti a realizzare i princìpi dell’eugenetica e ad estirpare la materia biologicamente inferiore. Allo stesso modo, lo stalinismo intendeva dimostrare la fondatezza e la validità delle dottrine marxiste attuandone i princìpi e fornendo una base scientifica alla convinzione che l’ambiente potesse incidere sulle caratteristiche genetiche di una specie o di un individuo.

La genetica è la scienza che studia come vengono trasmessi i caratteri ereditari da una generazione all’altra. Il suo fondatore fu Gregor Mendel.Gregor Johann Mendel nacque a Heinzendorf il 22 giugno 1822 come figlio di una famiglia di contadini. Fin da piccolo Mendel sognò di uscire dall'ambiente rurale e i suoi risultati eccellenti a scuola gli permisero di frequentare prima il ginnasio e poi, a partire dal 1840, l'università. Le sue passioni furono la matematica, la botanica e la meteorologia. Ma la sua famiglia non aveva i mezzi economici per aiutarlo negli studi e nonostante gli ottimi voti ottenuti nei primi due anni dell'università e nonostante tutti i suoi tentativi di autofinanziare i suoi studi fu costretto ad abbandonare l'università nel 1843. Nella sua autobiografia Mendel scrisse che è stata proprio la fame a spingerlo a seguire il consiglio del suo professore di fisica a chiedere di poter entrare nel monastero San Tommaso dei frati agostiniani a Brno (che all'epoca si chiamava Brünn). La vita nel monastero rappresentò per Mendel una vera svolta: i monaci agostiniani di Brno consideravano lo studio la più alta forma di preghiera e privilegiarono così l’impegno accademico di Mendel che, dal 1845 al 1848, studiò teologia, matematica e biologia all'università teologica di Brno. Era convinzione di Mendel che "le forze della natura agiscono secondo una segreta armonia che è compito dell'uomo scoprire". Nel 1847 venne ordinato sacerdote, ma i suoi superiori avevano capito che i suoi interessi andavano più verso la scienza che al sacerdozio e gli procurarono un posto come insegnante ausiliario al ginnasio di Brno. Tra il 1851 e il 1853 il suo abate gli dette l'occasione di studiare all’Università imperiale di Vienna dove Mendel divenne assistente all’istituto di fisica, un ruolo riservato agli studenti migliori. Ritornato a Brno Mendel ricominciò a lavorare come insegnante del ginnasio e cominciò, a partire dal 1856, a coltivare e analizzare in sette anni di esperimenti le piante di piselli cercando di capire come si trasmettono certe caratteristiche delle piante da una generazione a quelle successive. L'elaborazione dei suoi dati lo portò infine a formulare le famose "Leggi dell'Ereditarietà di Mendel". Nel 1868 divenne abate del suo monastero e fu coinvolto, negli ultimi anni della sua vita, in una aspra polemica con il governo di Vienna su delle nuove tasse sui monasteri che Mendel si rifiutò di pagare. All'inizio del 1883 si ammalò gravemente di idropisia. Morì il 6 gennaio del 1884 a Brno.- La prima legge di Mendel o della dominanza dei caratteri afferma che: Incrociando fra loro individui omozigoti per un carattere ma con alleli diversi (dominante uno e recessivo l’altro) si ottiene una prima generazione di individui tutti eterozigoti che presentano il carattere dominante.- La seconda legge detta della separazione dei caratteri afferma che: Dall’incrocio di due individui eterozigoti si ottiene una generazione nella quale i caratteri si separano secondo percentuali ben precise: il 50% degli individui sarà eterozigote e manifesterà il carattere dominante, il 25% sarà omozigote dominante e il 25% è omozigote recessivo.La terza legge, dell’indipendenza dei caratteri afferma che: Incrociando individui con più caratteri distinti si ottiene una generazione di individui nei quali i caratteri si trasmettono in modo indipendente l’uno dall’altro. Questi caratteri si trasmettono separatamente e, in base alla loro combinazione, si potranno avere: Individui omozigoti per entrambi i caratteri. Individui eterozigoti per entrambi i caratteri. Individui eterozigoti per un carattere e omozigote per l’altro.

Durante la guerra civile spagnola Pablo vive con forte impegno il dramma del suo paese; per un breve periodo è direttore del Prado. La spietata denuncia degli orrori del fascismo e della guerra che impronta le violente acqueforti che illustrano il poemetto Sueño y mentira de Franco, raggiunge i toni più alti del dramma in Guernica (ora nel Museo Reína Sofia), espressione dello sdegno più intenso dopo il bombardamento tedesco della cittadina, risolta in una ridotta gamma cromatica di bianchi e di neri: costretta l’azione nello spazio di una stanza, dalle macerie, lacerati brandelli della coscienza, affiora il toro, simbolo della violenza e della brutalità. L’opera, la cui denuncia va oltre l’episodio contingente che l’ha originata, esposta nel padiglione spagnolo dell’Esposizione Universale di Parigi del 1937, suscitò profonda commozione e consensi. Simboli d’orrore sono anche i Minotauri e le Tauromachie, come poi, durante la seconda guerra mondiale, le donne mostruosamente deformi e le nature morte. DOPO LA GUERRA – Dopo la guerra, è un nuovo periodo di distensione; iscritto al Partito comunista francese dal 1944, Picasso partecipa a varî congressi della pace ed esegue l’affiche con la colomba per quello di Parigi del 1949. Dal 1947 soggiorna a Vallauris, dove si dedica prevalentemente alla ceramica, poi a Cannes e dal 1961 si stabilisce a Mougins. Pur senza abbandonare la scomposizione violenta della forma, Pablo sa piegarla a esprimere affetti familiari, limpidi sentimenti umani; con maggiore serenità ricerca nei miti classici e nell’antichissima tecnica della ceramica il senso profondo dell’anima mediterranea. La sua tecnica prodigiosa, la sua dirompente forza creativa, il suo pathos ardente giungono a espressioni quasi idilliche come nel grande pannello La Pace, o di alto senso morale come in quello La Guerra (entrambi del 1952-54, Vallauris, Musée national Pablo Picasso). Tra le sue ultime opere si ricordano una serie di variazioni su Las Meninas di Velázquez (1957, Barcellona, Museo Picasso) e su Le déjeuner sur l’herbe di Manet (1961) e un grande murale per la sede dell’UNESCO Parigi (1958).infine morì a Cannes il 1973

Pablo Picasso. Pittore e scultore, nato a Malaga nel 1881, è da considerarsi tra i protagonisti assoluti dell’arte del Novecento, rappresentando uno snodo cruciale tra la tradizione ottocentesca e l’arte contemporanea. Lui stesso sosteneva:“La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico”.

La Pologne a été conquise en seulement quatre semaines. La rapidité de cette opération était due à la conquête initiale des points focaux et à l'utilisation intensive de la Luftwaffe, l'armée de l'air allemande, qui a largué des centaines de bombes sur les villes. Avant l'invasion, Hitler a obtenu la non-intervention soviétique (23 août 1939) par le biais du pacte Molotov-Ribbentrop, les deux ministres des Affaires étrangères russe et allemand. Par ce pacte, la Russie a garanti de ne pas attaquer l'Allemagne en échange de la future partition de la Pologne. Bien qu'il y ait eu des désaccords entre les deux puissances (Russie communiste et Allemagne nazie), Staline a décidé de signer le traité car il voulait regagner une partie des territoires perdus lors de la guerre précédente et par peur d'affronter l'Allemagne immédiatement, ne pouvant France et Grande-Bretagne à cause de relations difficiles. Après la partition de la Pologne, l'Allemagne a temporairement mis fin à ses actions offensives. L'hiver n'a été caractérisé que par les conquêtes en territoire finlandais et baltique par les Russes qui ont profité de la neutralité allemande. En 1940, l'offensive allemande recommence et les troupes nazies débarquent en Norvège et au Danemark. Ici, la résistance a été plus durable mais en tout cas Hitler a réussi à conquérir des territoires importants. En mai de la même année, les opérations contre la France ont également commencé à la suite de la violation de la Belgique, des Pays-Bas et du Luxembourg. Les Allemands ont par la suite réussi à rompre la ligne Sedan et Namur jusqu'à ce qu'ils atteignent Paris le 14 juin. Les troupes françaises se replient de plus en plus vers Dunkerque, où elles s'embarquent et s'enfuient. Le maréchal Pétain est ainsi contraint de signer l'armistice, épargnant aux soldats restants une résistance inutile. Une grande partie de la France passa sous la domination allemande tandis que le sud du pays formait un gouvernement d'extrême droite autoritaire basé à Vichy. L'un des rares à avoir tenté d'inciter la France à se rebeller en s'opposant au modèle de Vichy était le colonel français De Gaulle.

George Orwell was an English novelist, essayist and journalist whose novels Animal Farm and 1984 entered the annals of literature. His work, based on personal experiences, is divided into three parts: the struggle against British imperialism, support for democratic socialism and the final struggle against Nazi and Stalinist totalitarianisms. His most important texts focus mainly on the dangers of totalitarianism. Deeply affected by the Spanish Civil War, in which he participated to fight fascism, and by his experience during World War II, George Orwell wrote against totalitarian systems and the dangers of war. The 1984 novel contains all of George Orwell's conclusions on totalitarian societies. The world he recreates in this novel inspired the Orwellian term used to refer to these societies. In it he addresses concepts such as language manipulation, mind control and the abuse of power. Through the dystopia, the writer has managed to map out a terrifying future that we would never want to get to.Big Brother, fictional character, the dictator of the totalitarian empire of Oceania in the novel Nineteen Eighty-four (1949) by George Orwell. Though Big Brother does not appear directly in the story, his presence permeates Oceania’s bleak society. Ubiquitous posters displaying his photograph feature the slogan “Big Brother is watching you”; hidden devices in every room enable his Thought Police to monitor the activities of all citizens. Oceania’s constant, vicious wars, its propagandistic language (Newspeak), and its Anti-Sex League are the most blatant manifestations of his control. His public personality is a mixture of benevolence, charisma, brutal militarism, and insinuation. Orwell’s satiric portrait of Big Brother anticipated with alarming accuracy the characteristics of a number of real-life 20th-century despots. The term Big Brother has come to signify government control of and intrusion into individual lives.

Animals get tired of being under the control of humans, so when the Old Major (an elderly pig that everyone listens to) tells the dream of freedom, the animals rebel under the guidance of pigs. The two main characters are Snowball and Napoleon. They try to take all the power into their own hands. They learn to read and write and then teach the alphabet to the other members of the farm as well. Napoleon chases Snowball away and becomes the owner of the Animal Farm. He surrounds himself with bodyguards (dogs) and changes the seven commandments written on the wall to his liking. Finally, he changes the farm's motto to "all animals are equal, but some are more equal than others". Finally, the story ends with the negotiations between the pigs who now behaved like men and the owners of nearby farms.

Il tema principale della canzone La guerra di Piero, come lo stesso De André ha dichiarato, è quello della guerra: è una sorta di denuncia contro le atrocità della guerra stessa. L’ispirazione per questa canzone fu lo zio del cantautore, sopravvissuto del campo di concentramento durante la Seconda guerra mondiale. I racconti, il suo ricordo e il resto della vita trascorso alla deriva segnarono nel profondo il cantautore e la sua sensibilità. Il testo della canzone La guerra di Piero inizia con la narrazione di un soldato che cammina, da solo, durante l’inverno. Piero sta combattendo una guerra che non vuole combattere, poiché è stanco di vedere solo morte e distruzione. Tra i passaggi più famosi della canzone vi è l’incontro di Piero con un soldato nemico che si trova si nello schieramento avversario, ma che versa nella stessa tragica condizione di Piero, indossando però una divisa diversa. Piero non riesce a ucciderlo come dovrebbe fare, poiché ha un momento di umanità in cui non riesce a sparargli. Questa pietà non è però corrisposta, poiché l’altro soldato, impaurito, lo uccide per sopravvivere.

tecnologiaNel corso degli anni trenta del secolo passato l’eventualità di una seconda guerra europea, si affacciò gradualmente nei dibattiti di parlamenti, governi, cancellerie, nuovi mezzi di comunicazione di massa e fu infine ritenuta incombente e ineluttabile anche dalle opinioni pubbliche. Il generale Ferdinand Foch aveva guidato le armate francesi nell’ultima fase della Grande Guerra durante il 1918. Dopo l’armistizio di novembre i soldati tedeschi si erano ritirati in perfetto ordine sulle posizioni di partenza del 1914. Un anno più tardi Foch così commentò i trattati di Versailles: “Non è la pace, è una tregua di vent’anni”. Fu profetico. Tuttavia il nuovo conflitto mise l’umanità per la prima volta di fronte alla scelta definitiva tra il bene e il male. L’avvento del caporale Adolf Hitler, dei suoi metodi, e del suo progetto per sottomettere il mondo al dominio degli ariani trasformò le regole e gli obiettivi della guerra.

L’eliminazione del popolo ebraico fu considerata premessa necessaria e indispensabile per la vittoria della Germania nazionalsocialista.. Benito Mussolini avviò con l’invasione dell’Etiopia nell’ottobre del 1935 la serie nefasta di eventi che avrebbero persuaso Hitler. Si potevano aggredire i deboli senza pagare alcun prezzo. L’esercito italiano fece largo uso di gas tossici. Poi fu il turno della Spagna. Dal 1936 al 1939: le vittime toccarono il numero di due milioni. I gas restarono nei depositi. Però a partire dal luglio 1939 l’esercito imperiale nipponico cominciò a farne largo uso nelle proprie operazioni militari in Cina. L’Europa si convinse rapidamente che la guerra imminente sarebbe stata la guerra dei gas. Ancora oggi gli storici si pongono delle domande sulla questione. Nelle scuole vennero distribuiti manuali per l’emergenza, le maschere antigas comparvero in molte abitazioni private. Politici e militari compresero immediatamente che si trattava di un’arma totale. Tutte le potenze europee disponevano di scorte praticamente inesauribili. Le moderne armi atomiche richiedono tecnologie complesse. Il gas era alla portata di tutti. Ed è per questo che non furono mai usati dalle potenze che si confrontarono in Europa e nel Pacifico. Con l’eccezione dei fronti in Cina, in quanto i cinesi non avevano la capacità tecnica per restituire i colpi, come si vide. Nel settembre del 1940, quando gli inglesi aspettavano Seelowe Nord/Leone Marino, l’invasione che non ci fu, Winston Churchill aveva impartito l’ordine di colpire con i gas le spiagge di sbarco della Wehrmacht. Non fu necessario. Nessuno può immaginare cosa sarebbe accaduto in seguito. Però tutto il mondo sapeva, compresi i tre grandi dell’alleanza antinazista, che esisteva nell’Europa occupata una situazione particolare. Si chiamava Soluzione finale della questione ebraica. Era infatti in corso la più massiccia operazione di sterminio condotta con il gas Zyklon B contro una popolazione civile inerme, indifesa, spesso ignara fino all’ultimo istante di vita. La guerra del gas, spietata e scientificamente organizzata, fu lo strumento definitivo utilizzato per ottenere una Europa judenreincioè priva di ebrei. Poi anche senza i rom. Shoah e Porrajmos. La generazione di tedeschi che ancora dicevano, mezzo secolo fa, “noi abbiamo soltanto una colpa, abbiamo perduto la guerra” fu ricompensata con il Piano Marshall e il miracolo economico. Nessuno ha dimenticato le eccezioni.

L’Impero russo entrò nel XX secolo come il più grande Stato ortodosso del mondo. Circa 90 milioni di persone su una popolazione totale di 125 milioni si identificavano come ortodossi nel censimento del 1897 e c’erano circa 50 mila chiese in giro per la Russia. Museo Statale degli Urali. Allo stesso tempo, la Chiesa russa aveva avuto problemi persistenti. Dal 1721, non aveva avuto alcun Patriarca . Il Consiglio locale della Chiesa ortodossa nel 1917 restaurò il patriarcato come istituzione e elesse il primo patriarca di Mosca e di tutta la Russia dopo quasi 200 anni. Tikhon avrebbe dovuto guidare tutti i russi ortodossi. Dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 i bolscevichi, atei marxisti radicali, avevano preso il potere e schiacciare la religione in generale, e l’Ortodossia in particolare, era parte centrale del loro programma. I bolscevichi non vietarono mai la Chiesa del tutto, ma la oppressero continuamente. Per cominciare, privarono i preti del diritto di voto e chiusero diversi monasteri e cattedrali. Nel 1922, Lenin ordinò la confisca degli oggetti di valore ecclesiastici in tutta la Russia con il pretesto di aiutare gli affamati. Circa duemila sacerdoti e altri religiosi che cercarono di proteggere le chiese vennero uccisi, osserva lo storico Aleksej Beglov. I bolscevichi arrestarono Tikhon. E fino alla sua morte, il Patriarca continuò ad avere rapporti difficili con i comunisti. Nel 1943, il governo permise loro di scegliere un nuovo Patriarca, , e permise ai credenti di celebrare la Pasqua, il Natale e altre feste. Stalin legalizzò di fatto la pratica ortodossa.Ma questa era solo una scelta di comodo. Nel 1941-1942 il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt chiese a Stalin di concedere ai cittadini sovietici maggiori libertà religiose, minacciando di ritirare il sostegno economico e militare di guerra degli Stati Uniti se il leader sovietico non avesse accettato. Nel frattempo, i tedeschi stavano aprendo chiese nei territori occupati per conquistare i cuori e le menti dei fedeli ortodossi. Stalin decise che sarebbe stato sconsiderato minare l’autorità sovietica distruggendo nuovamente le chiese: sacrificare l’ateismo di Stato per amore della vittoria sembrava un buon affare. Inoltre, il nuovo Patriarca Sergio era completamente fedele alle autorità. Per i successivi 20 anni, la Chiesa visse nell’ombra, I credenti sovietici potevano andare in chiesa, anche se la cosa era disapprovata. Nel 1991, il governo adottò una nuova legge sulla libertà religiosa che abolì tutte le vecchie restrizioni sovietiche. Si stava avvicinando un nuovo secolo e con esso anche una nuova era per l’Ortodossia russa.

FINE!