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Famiglia multiproblematica
asiapapagni13
Created on May 25, 2021
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Transcript
la famiglia multiproblematica
Papagni Asia - Carà Giorgia4BPS
· Definizione famiglia multiproblematica
· La famiglia multiproblematica nella società
· Quote
·L'inclusione dei soggetti fragili con la società e famiglia durante la pandemia
Indice
·Le tipologie della famiglia
· La gestione dei tossicodipendenti
·La violenza sulle donne
· Gestione delle famiglie separate durante la pandemia
Definizione di famiglia multiproblematica
La famiglia multiproblematica è un nucleo famigliare all'interno del quale più componenti hanno difficoltà in ambito sociale, sanitario o legale da cui possono derivare condizioni di marginalità e isolamento di cui può essere necessario l'intervento di servizi e figure professionali. Si possono verificare difficoltà legate al lavoro, all'abitazione o all'isolamento.
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L'inclusione dei soggetti fragili con la società durante la pandemia
Durante il lockdown il disagio delle persone fragili si è amplificato per la mancanza di comunicazione di persona e quindi l'alternativa è stata effettuare dei collegamenti online tramite dispositivi elettronici (computer, tablet ecc.) per non interrompere le terapie, i percorsi le abitudini che questi soggetti erano coinvolti. Le attività però non sono state interrotte ma bensi' adattate alla nuova situazione. In questo periodo, date le restrizioni allentate, questi soggetti hanno potuto riprendere i propri percorsi essendo state anche una delle prime categorie ad essere vaccinate.
Famiglie con soggetti fragili
- Diversamente abili
- Malati di demenza
- Malati di Alzhaimer
- Soggetti con patologie psichiatriche
- Anziani
- Immunodepressi
- Malati terminali
Famiglia con figli diversamente abili
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Prima della pandemia la famiglia aveva una routine impostata per le abitudini quotidiane del soggetto diversamente abile, ad esempio accompagnarlo a scuola, in cui era presente l'interazione con i coetanei, con la società, oppure portarlo in cooperative o centri diurni per svolgere attività ricreative, non esistevano restrizioni del tipo distanziamento, il non toccarsi, l'uso della mascherina, disinfettarsi le mani mentre adesso è diventato più conpilcato per questi soggetti. Durante il lockdown le famiglie hanno dovuto gestire il soggetto diversamente abile 24 ore su 24 ad esempio con lo smartworking o la cassa integrazione per seguire il figlio durante le attività online, mentre adesso con il rallentamento delle restrizioni il soggetto può andare a scuola tutti i giorni, eseguire le attività che faceva abitualmente
La pandemia ha avuto ripercussioni enormi e gravissime sulle fasce più fragili della popolazione. Gli anziani sono stati colpiti da una campagna mediatica che li vedeva al centro di una discussione sempre accesa, in cui veniva costantemente ribadito quanto fossero le vittime designate di questo terribile Covid-19. Non è stato più possibile frequentare i centri di aggregazione sociale, è stato richiesto di diminuire le interazioni sociali a persone che traggono enormi benefici emotivi e cognitivi dallo stare in compagnia. Molti gli studi hanno rivolto l’attenzione ai potenziali effetti della pandemia di COVID-19 nella popolazione. Un recente rivista ha indagato l’impatto della stessa negli anziani con disturbo cognitivo lieve o demenza e nei loro caregiver. A tal fine nel periodo di pandemia tra febbraio e giugno 2020 con lockdown tra marzo e maggio è stato chiesto a 204 caregiver di compilare, sia per sé che per i propri cari malati, alcuni questionari in cui riportare ogni cambiamento intervenuto in merito ad aspetti fisici, psicologici e nelle attività di routine (es. movimento, umore, appetito, comunicazione). Le aree in cui i caregiver hanno osservato nei propri cari un maggiore declino, rispetto al periodo precedente il lockdown, sono state quelle legate al movimento, alla comunicazione, all’umore e alla compliance rispetto alle nuove misure di igiene e di protezione. Nei caregiver è emerso un incremento del carico fisico e psicologico soprattutto per coloro che si prendevano cura di persone con demenza e laddove le fonti di supporto erano limitate a causa, per esempio, della chiusura dei servizi loro dedicati.
Malati di demenza e Alzheimer
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Durante la pandemia le patologie psichiatriche sono peggiorate, si sono intensificate per la mancanza di sostegno da parte di professionisti. Si è verificato un aumento tra gli adolescenti soprattutto a chi manifestava gia un proprio disagio per esempio a chi soffriva di depressione o di disturbi del comportamento alimentare. Per fortuna non sono state interrotte del tutto le terapie di questi soggetti grazie alle visite online tramite computer o tablet.Chi invece può aver contratto il Covid-19 si è trovato in molta difficoltà. Le terapie anti coronavirus possono a loro volta porre dei problemi. Gli psicofarmaci possono interferire con lo stato infettivo da Covid-19. Ad esempio le benzodiazepine, diciamo i tranquillanti, hanno effetti negativi sul Covid sia per difficoltà respiratorie sia per l’infiammazione. Sull’altro fronte, invece, i farmaci antipsicotici e serotoninergici hanno un effetto protettivo nei confronti della malattia da coronavirus.
Soggetti con patologie psichiatriche
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Anziani durante la pandemia
Le persone anziane sono maggiormente a rischio di ammalarsi e morire a causa del COVID-19. Le persone anziane sono anche più vulnerabili rispetto alle conseguenze della solitudine e dell’esclusione sociale che la pandemia ha comportato. Secondo l' Organizzazione Mondiale della Sanità, il problema dell’impatto della pandemia sulle persone over 60 non è stato ancora adeguatamente preso in considerazione. Delle riviste scentifiche hanno segnalato i rischi dell’isolamento e della “trascuratezza” che può configurarsi in certi casi come “maltrattamento” o “abbandono” nei confronti delle persone anziane senza però elaborare un quadro unitario e comprensivo della situazione. Una recente revisione di letteratura ha indagato la vulnerabilità psicosociale delle persone più anziane durante la pandemia, individuando vari fattori di rischio indiretti, che si aggiungono ai rischi diretti, biologici e fisiologici (la co-morbidità di malattie croniche, l’assunzione poli-farmacologica, ecc.): mancanza di sicurezza, solitudine, discriminazione a causa dell’età, discriminazione sessuale, trascuratezza/maltrattamento e difficoltà nell’accesso ai servizi sanitari diventano cruciali durante la pandemia e rendendo ancora più “pesanti” le conseguenze a livello fisico e psicologico per le persone anziane.
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Le evidenze scientifiche indicano che i pazienti immunodepressi, come ad esempio le persone con immunodeficienze congenite o secondarie, le persone affette da malattie autoimmuni in trattamento con farmaci ad azione immuno-soppressiva, così come le persone con malattie oncologiche o oncoematologiche, sono particolarmente a rischio, sia per quanto riguarda la morbilità che la mortalità in caso d'infezione da virus respiratori, tra cui il coronavirus.evitare la presenza-frequenza in luoghi affollati; indossare la mascherina (di comune uso, quali quelle chirurgiche) fuori dal domicilio, in particolare quando si rendano necessarie visite in ospedale per visite, esami e/o trattamenti; eseguire un'accurata e frequente igiene delle mani; evitare di toccarsi con le mani il viso, gli occhi, il naso e la bocca; evitare le visite al proprio domicilio da parte di familiari o amici con sintomi respiratori e/o provenienti da aree a rischio; contattare il medico curante non appena compaiono sintomi riconducibili a infezioni delle vie respiratorie (febbre, tosse, rinite); attivare, ogni qualvolta possibile, visite in telemedicina per evitare il più possibile, salvo necessità cliniche e/o terapeutiche, gli accessi ai pronto soccorso degli ospedali; non sospendere la terapia immunosoppressiva in atto, salvo diversa indicazione formulata da parte del medico curante; monitorare i livelli sierici d'immunoglobuline e praticare terapia sostitutiva in caso di valori anomali; attivare quanto più possibile procedure di smart working e di evitare assolutamente attività lavorative in ambienti affollati; in caso di situazioni per le quali è, imprescindibilmente, necessario partecipare di persona a incontri di lavoro mantenere una distanza di almeno un metro dai colleghi, invitandoli a indossare una mascherina e a eseguire le corrette norme igieniche prima del contatto, compresa la sanificazione degli ambienti.
Pazienti terminali e immunodepressi
I tossicodipendenti
Nella grave emergenza sanitaria le regole sul “rimanere in casa” impostate dalle autorità hanno determinato un sensibile calo dello spaccio degli stupefacenti su strada. Uno scenario che apre all'ipotesi che i consumatori di sostanze d’abuso si stiano rivolgendo al mercato illecito presente nel “dark web” per procurarsi droghe come la cocaina o l’eroina. I consumatori abituali di sostanze d'abuso, non vanno più alla ricerca di sostanze psicoattive per favorire la socializzazione in ambienti ricreazionali (discoteche, pub, bar, locali di divertimento, ecc), ma di prodotti da consumare in solitudine. La malattia polmonare cronica aumenta il rischio di mortalità per overdose per chi assume oppioidi, motivo per cui la ridotta capacità polmonare causata da COVID-19 può mettere in grave pericolo questo gruppo di persone. I medici devono essere preparati a monitorare i possibili effetti avversi del consumo di droghe nel trattamento di pazienti con COVID-19.
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La violenza sulle donne
Durante la pandemia è aumentato l'escalation della violenza sulle donne . Le restrizioni hanno reso più difficile anche la semplice richiesta d'aiuto. Con lo scoppio della pandemia la violenza contro donne e ragazze, specialmente la violenza domestica, si sia intensificata in diversi paesi. Ci è stata una diminuzione delle richieste d'aiuto come è accaduto in Italia, dove la linea di assistenza telefonica contro la violenza domestica ha riferito di aver ricevuto il 55% di chiamate in meno nelle prime due settimane di marzo perchè molte donne hanno avuto difficoltà a chiedere aiuto durante il blocco.
https://youtu.be/ePZxOcCAdhA
Gestione di famiglie separate durante la pandemia
Questo periodo di quarantena causato dal covid 19, oltre alle problematiche sociali ed economiche ben evidenti e l’accentuarsi di quelle problematiche che in modo meno influente erano già presenti, ci sta ponendo di fronte ad una generazione di figli di genitori separati che, non solo portano la ferita del nucleo famigliare diviso, ma anche un vissuto di abbandono, causato dalla distanza e a volte dall’impossibilità da parte di uno dei genitori di poter intervenire in loro favore.
FINE