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Michelangelo

EMANUELA ESPOSITO

Created on May 20, 2021

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Transcript

MICHELANGELO

LA VITA

Michelangelo nasce il 6 marzo 1475 a Caprese, vicino ad Arezzo. Suo padre era Lodovico di Lionardo Buonarroti Simoni, podestà della cittadina, mentre sua madre si chiamava Francesca di Neri di Miniato del Sera, e morirà sei anni dopo la nascita del piccolo. Attratto dal disegno, a 13 anni Michelangelo divenne apprendista da Domenico Ghirlandaio, allora l’artista più popolare di Firenze. Da lì si dedicò alla scultura, vivendo a palazzo Medici alla Corte di Lorenzo il Magnifico. Fu l’artista più cupo e triste della storia, una sensibilità da neurotico gli cagionò quotidiana infelicità: a volte l’angoscia lo portava sull’orlo della follia, e quando fu vecchio il terrore dell’Inferno lo ossessionava talmente da pensare che la sua arte fosse per lui peccato, e faceva la dote alle fanciulle povere per propiziarsi l’Onnipotente irato. Aveva periodi di inattività apparente, e poi subito lo riprendeva la febbre della creazione e ignorava qualsiasi altra cosa. «Se Dio mi assiste» diceva «produrrò le cose più belle che l’Italia abbia mai visto». E mantenne la promessa! .

LA MADONNA DELLA SCALA

La Madonna della Scala di Michelangelo realizzata nel 1491 è un bassorilievo che riprende alcune caratteristiche delle opere di Donatello come lo stiacciato. La protagonista è Maria seduta su un supporto quadrato, rappresentata di profilo, con lo sguardo rivolto in lontananza. La Vergine sta alzando la propria veste per proteggere o per allattare Gesù Bambino. La mano destra del piccolo Gesù Bambino è rappresentata girata verso lo spettatore, simboleggiando l’abbandono del fisico durante il sonno (o in questo caso potrebbe profetizzare la futura morte di Gesù). Merita attenzione anche il panneggio della veste della Vergine, che cade dolcemente sul supporto dove è seduta, in modo molto realistico. Spostando lo sguardo a sinistra, è possibile notare due piccoli bambini che stanno danzando o lottando presso un corrimano, e dove uno dei due regge un drappo; il significato del gesto dei putti non è ben chiaro, e potrebbe trattarsi infatti di un semplice omaggio ai putti di Donatello.

L'INGANNO DEL CUPIDO

L’opera fu realizzata da Michelangelo probabilmente intorno al 1495-1496. La statua rappresentava un Amorino dormiente di circa 6 anni , a grandezza naturale. Su richiesta di Pierfrancesco de'Maedici, Michelangelo prese parte ad una vera e propria truffa: scolpì una statua di Cuipido, che venne poi spacciata per un antico reperto romano. Fu acquistata dal cardinale Raffaele Riario, che lo pagò caro credendolo autentico. Quando la truffa venne scoperta il cardinale si arrabbiò, ma volle anche conoscere l'abile scultore che aveva imitato così bene l'antichità: Michelangelo venne quindi invitato a Roma alla Corte papale.

IL BACCO

Realizzata nel periodo 1496-1497, è una scultura in marmo, alta 1,84 metri. Il giovane dio, è rappresentato appoggiato sulla gamba sinistra, mentre solleva con il braccio destro la tazza, lasciando cadere sul fianco l’altro braccio e l’altra gamba è appoggiata. Ai piedi di Bacco è scolpito un giovane rappresentato mentre degusta degli acini d’uva, offerti a lui dalla mano del dio del vino: tale gesto, raffigurato con maestria, suscitò molta ammirazione nei confronti di Michelangelo da parte degli scultori del tempo, proprio per il realismo.

LA PIETA'

Michelangelo realizza l’opera fra il 1498 e il 1499 . La figura rappresenta la Madonna che tiene sulle ginocchia il figlio appena deposto dalla croce. La Vergine ha il capo abbassato e non volge gli occhi al pubblico;essa sorregge il figlio con la mano destra sotto il braccio di lui lasciato andare; nelle mani di Gesù sono perfettamente visibili i buchi della croce. La pietà non narra il dolore della madre, non mostra lo strazio del corpo martoriato di Cristo: l’una e l’altro, la vita e la morte, riuniti insieme, raggiungendo la “perfezione” divina. Le pieghe sovrabbondanti della veste, hanno lo scopo ovvero quello di dare un senso avvolgente a tutta la composizione. Questo ampio panneggio della Madonna è in contrasto con il corpo levigato di Gesù. La perfezione di questo e del volto rassegnato della Vergine esprime il superamento delle fattezze terrene e il raggiungimento della bellezza ideale. Michelangelo non voleva che la sua Pietà rappresentasse la morte, bensì una visione religiosa di abbandono.

IL DAVID

David è in piedi e somiglia a un dio Greco, eroico e fiero. Il momento raffigurato nel marmo è quello che precede il lancio della pietra che ucciderà Golia. Si tratta quindi della piena osservanza dei precetti della tragedia classica. Il David di Michelangelo è un ragazzo forte, imponente e fiero. La testa si volge a sinistra di scatto e lo sguardo si ferma verso il nemico: egli è colto nel momento in cui fissa l’avversario e si prepara a sferrare il colpo mortale. David è nudo. Il suo corpo è bello come quello di una statua antica ed esprime la sua forza fisica e morale. Tutto il peso del corpo è sulla gamba destra nella quale si contraggono al massimo i muscoli evidenziandone lo sforzo, mentre la gamba sinistra si flette in avanti. Il braccio sinistro si piega a reggere la fionda sulla spalla e quello destro è disteso sul fianco, ma pronto allo scatto.

MOSE'

Venne realizzata da Michelangelo tra il 1533 ed il 1545. La statua, nella sua composizione, esprime la solennità e la maestosità del personaggio biblico. Celebre lo sguardo del Mosè definito come “terribile”: esso è stato interpretato come espressione del carattere di Michelangelo, irascibile, orgoglioso e severo, per il quale è stato coniato il termine "terribilità". La novità più importante e sorprendente venuta fuori durante il restauro è che Michelangelo è stato in grado di applicare una diversa lavorazione del marmo all'interno della stessa scultura. Il geniale artista è insomma riuscito a controllare la rifrazione della luce sulla scultura trattando in maniera diversa le superfici del marmo. Lustrando con il piombo alcune di esse, Michealngelo le ha rese più brillanti e visibili, lasciandone in ombra altre, dimostrando così di essere un grande scultore della luce oltreché del marmo.

LA SAGRESTIA NUOVA E LE TOMBEE MEDICIEE

La Sagrestia Nuova rispecchia, nell’interno, alcune caratteristiche brunelleschiane: strutture architettoniche in pietra contro il fondo chiaro. Michelangelo esprime il dolore universale. Non c’è esasperazione drammatica, ma cognizione dell’ineluttabile condanna dell’uomo. I sepolcri, infatti, sono costituiti da sarcofagi, sui cui coperchi arcuati in curva “catenaria” giacciono figure nude semisdraiate, mentre le statue dei defunti seduti sono parzialmente contenute entro nicchie sovrastanti. Voluta da papa Leone X, per accogliere le spoglie del padre, Lorenzo il Magnifico e dello zio, Giuliano de Medici, assieme al fratello Giuliano duca di Nemours e al nipote Lorenzo duca di Urbino.

LA VOLTA DELLA CAPPELLA SISTINA

La Volta della cappella Sistina (1508-12) fu decorata da Michelangelo con le storie della Genesi e altri soggetti dell’Antico Testamento. La grande opera fu commissionata da Papa Giulio II e realizzata in quattro anni dal maestro con un minimo aiuto da parte di altri artisti. Il concetto principale dell’opera è la centralità dell’uomo nell’universo creato da Dio. Le scene raccontano la creazione e in particolare la vicenda umana. Michelangelo iniziò illustrando l’ebbrezza di Noè e terminò con la creazione di Adamo. Questa sequenza fu elaborata per attenersi alle teorie della filosofia Neoplatonica. Secondo questa interpretazione l’anima ascende al divino partendo dalla Bibbia.

IL GIUDIZIO UNIVERSALE

Michelangelo li ha distribuiti nel seguente modo: i personaggi del mondo celeste occupano la metà superiore della composizione, con il “Cristo Giudice” al centro di questa metà, con alla sua destra la Madonna, ed ai lati i santi, gli apostoli, i patriarchi. Sopra al Cristo, nelle due lunette, sono collocati gruppi di angeli con i simboli della Passione. Nella parte alta della metà inferiore del dipinto sono collocate numerose figure: al centro stanno gli angeli tubicini con il compito di svegliare i defunti, ai lati stanno le persone ormai giudicate. Nel centro, è raffigurata la caverna, riconosciuta quasi all’unanimità come la bocca dell’Inferno o per alcuni come l’entrata nel Limbo. Sulla destra viene descritto il trasporto dei dannati nella barca di Caronte, destinati ad essere giudicati da Minosse, il giudice infernale.

“Non-Finito” potremmo definirlo come la condizione interiore, la presa di coscienza destinata a svilupparsi nella mente dell’artista man mano che il suo pensiero matura in consapevolezza su quanto l’esperienza umana sia frammentaria, abbia un termine. Dentro ai blocchi di marmo Michelangelo sente la vita e quindi la morte. È nel “Non-Finito” che Michelangelo stabilisce il suo punto di contatto con l’assoluto. Il suo percorso stilistico raggiunge e supera tanti artisti del Novecento che pensavano di aver segnato un’avanguardia spostando lo sguardo dal reale e dal modello tipicamente classico alla più personale e articolata ricerca psicologica. Il Non-Finito è la profonda suggestione tra forma, soggetto e proiezione psicologica dell’artista.Michelangelo cominciò a togliere materia ai grezzi blocchi di pietra senza riuscire però in alcuni casi a concludere le forme come era solito fare ovvero levigando le superfici in modo comprensibile e dettagliato. l’opera incompiuta, è comunque preziosa e densa di significati ed inoltre, ci consente di vedere il metodo di lavorazione dell’artista, il suo operare attraverso il levare, il sottrarre svuotando la materia permettendo alle forme di emergere.

IL NON-FINITO

“Il suicidio è l'estremo tentativo di migliorare la propria vita.”