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Noemi Govoni
Created on May 16, 2021
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Transcript
Cento, Italia
Il giornale
01/05/2021
Creato da: Noemi Govoni
Gli stereotipi sociali
- la madre, lui lotta per realizzare il proprio sogno ovvero ballare. Questo Film ha colpito sopratutto per la determinazione con cui Billy fa di tutto per avverare il suo sogno andando perfino contro la volontà del padre. Questo film, anche se girato in tempi e in situazioni un po’ lontane da noi, dà un messaggio ancora molto utile nei giorni nostri: tutto è possibile e che bisogna credere con tutti noi stessi nei sogni per realizzarli veramente.
Oggi quando si parla di stereotipi s'intendono dei concetti generalmente collegati ad altri, con cui si caratterizzano tutti i membri di un gruppo.
Il divieto di discriminazione
Billy Elliot il film contro i pregiudizi
Il divieto di discriminazione consiste nel impedire che si possano subire atti di discriminazione verso una persona.
Il film Billy Elliot parla di un ragazzino,che viene da una famiglia molto povera e ha perso-
ARGOMENTI TRATTATI
01
stereotipi sociali
02
Billy Elliot
03
discriminazione sociale
04
principio di eguaglianza
05
diritti donne nella costituzione italiana
06
le donne nella storia
STEREOTIPI SOCIALE
Oggi quando si parla di stereotipi s'intendono dei concetti generalmente collegati ad altri, con cui si caratterizzano tutti i membri di un gruppo. Gli stereotipi,creano pregiudizi, ma, sicuramente influenzano parte delle nostre azioni quotidiane, come l'esser categorizzati in base all'abbigliamento e, quindi, la scelta del vestito da indossare..
DOVE NASCONO I DIVERSI STEREOTIPI
1-la differenziazione e la polarizzazione, secondo cui si formano stereotipi sia sul proprio gruppo che su gruppi estranei, ove i primi sono però più raffinati rispetto ai secondi e questi ultimi sono generalizzazioni semplicistiche.
2- La memoria negativa, ossia, si ricordano più facilmente gli stereotipi negativi riguardanti i gruppi estranei, che si mantengono nel tempo e rinforzano la valutazione negativa.
Lo stereotipo più banale è quello riferito alle donne bionde, le quali verrebro ritenute meno intelligenti.
un'altro stereotipo è quello secondo il quale le donne parlerebbero di determinati argomenti, e di conseguenza anche gli uomini
uno dei pregiudizi più frequenti è che se un ragazzo pratica danza classica viene considerato gay
BILLY ELLIOT
Il film contro i pregiudizi
Billy è ridicolizzato da suo fratello e da suo padre, i quali lo accusano di essere omosessuale. Il padre di Billy gli ricorda di continuo che la boxe rappresenta una tradizione nella loro famiglia, da generazioni. Eppure, Billy, la rifiuta a favore di una nuova concezione della mascolinità, che si evince dalla sua espressione spesso seria e dalla sua fisicità aggraziata.
Billy non è gay, vuole solo ballare! Nel 1984, e purtroppo ancor oggi, questo è un messaggio importante da sottolineare. . Il presupposto di base qui è, ovviamente, che essere gay è un male. Il padre di Billy si preoccupa che le altre persone pensino che lui sia gay e che lo trattino male per questo. Spinge il ragazzo a dimostrare la sua eterosessualità, invece di combattere contro le persone che gli renderebbero la vita più difficile.
BILLY ELLIOT
Il film contro i pregiudizi
Esaminatore: Billy, potresti dirci come mai hai deciso di accostarti alla danza? Billy: Non lo so. È successo. Esaminatore: Beh, ci sarà stato un particolare aspetto della danza che ha colpito la tua immaginazione. Billy: Che si danza.
"Esaminatrice: Posso chiederti, Billy, che genere di sensazioni hai quando danzi? Billy: Non lo so... una bella sensazione... Sto lì, tutto rigido, ma dopo che ho iniziato, allora, dimentico qualunque cosa. E... è come se sparissi. Come se sparissi. Cioè, sento che tutto il corpo cambia, ed è come se dentro avessi un fuoco, come se... volassi. Sono un uccello. Sono elettricità. Sì, sono elettricità.
DISCRIMINAZIONE SOCIALE
La discriminazione si verifica quando una persona viene ingiustificatamente trattata in modo diverso o esclusa da un servizio o da un'opportunità sulla base di una delle seguenti condizioni: nazionalità, sesso, colore della pelle, ascendenza od origine nazionale, etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza ad una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, età, orientamento sessuale o identità di genere, e ogni altra condizione personale e sociale Non tutte le forme di distinzione o di esclusione sono casi di discriminazione: affinché si possa parlare di discriminazione è necessario che il trattamento differente o l'esclusione non siano motivati da altri fattori, ma esclusivamente da una delle condizioni sopra citate.
DDL ZAN
L'idea nata per combattere la discriminazione
La legge proposta da Alessandro Zan ha l'obiettivo di combattere ogni tipo di discriminazione. Omotransfobia, dunque, ma non solo. "Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità". Non si parla solo di omosessualità e omofobia, quindi, come certa propaganda contraria al ddl vorrebbe far credere. Si affrontano anche temi come la violenza di genere, la discriminazione nei confronti dei disabili. Si quantificano le condanne, pesanti peraltro, per chi commette violenza o discriminazione e si propone l'istituzione di iniziative di sensibilizzazione reale.
PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
Articolo 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Che cosa significa? L’articolo assume il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini come un diritto fondamentale.
PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
L’art. 3 indica quali sono le differenze che non incidono sull’uguaglianza perché ciascuna di esse è stata in passato una ragione di discriminazione: basti pensare al fatto che le donne per secoli non hanno avuto gli stessi diritti degli uomini. La seconda parte dell’articolo, però, assegna alla Repubblica il compito di favorire l’uguaglianza sostanziale, ossia l’uguaglianza effettiva: la povertà, la provenienza da un ambiente degradato, la scarsa istruzione ecc. sono fattori che possono determinare importanti differenze tra i cittadini, ma non tali da rendere alcuni superiori e altri inferiori dal punto di vista dei diritti.
DIRITTI DELLE DONNE NELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Ovviamente tutti i diritti riconosciuti dalla Costituzione sono sono riferiti sia agli uomini sia alle donne senza alcun tipo di distinzione. Per ragioni storiche e per sottolineare meglio l’eguaglianza uomo – donna, la Costituzione ha però voluto sottolineare in modo particolare alcuni diritti evidenziando che essi vanno in concreto riconosciuti alle donne.
Questi estratti di articoli definiscono i diritti delle donne nei diversi campi: -La protezione della maternità, cioè la predisposizione da parte delle strutture pubbliche di tutto quello che occorre per agevolare la donna nel delicato compito dell’essere madre; -del diritto della donna lavoratrice, a parità di lavoro, di conseguire le stesse retribuzioni del lavoratore e di avere condizioni di lavoro che le consentano di adempiere la sua funzione all'interno della famiglia; -del diritto della donna all’elettorato attivo una volta conseguita la maggiore età (del diritto cioè a votare i propri rappresentanti); -del diritto alle pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso agli uffici pubblici ed alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza .
LE DONNE NELLA STORIA
Nell’età moderna il ruolo della donna è sempre rimasto uguale, madre, figlia moglie; neanche la rivoluzione francese aveva cambiato il ruolo.solo con l'inizio del '900 i ruoli iniziano a cambiare, per via degli effetti della seconda rivoluzione industriale, creando così nuove opportunità e forme di lavoro. Uno dei cambiamenti più importanti avvenne alla donna piccolo-borghese, tramite il suo ingresso nel mondo del lavoro. Nei primi del '900 si stava diffondendo la democrazia, ma non era egualitaria per via della difficoltà dell'affermazione del suffraggio universale. Le donne capirono che l'isegnamento come lavoro poteva essere un mezzo di autonomia e libertà
NEGLI STATI UNITI
NEL REGNO UNITO
solo nel 1869 nel Wyoming e in altri stati(degli Stati Uniti), in seguito alla fondazione dell'associazione femminista di donne bianche,e poi anche con donne nere,si riuscì ad ottenere il voto. Poi successivamente nel 1920 il suffragio universale femminile si estese in tutti gli Stati Uniti.
le donne Inglesi invece, venivano derise con il nome di suffragette, in quanto chiedevano il voto o il suffragio, nel 1869 riuscirono a votare ma solo alle elezioni locali amministrative. Nel 1911 le suffragette passarono alle lotte violente per esempio spaccarono i vetri dei negozi. In seguito al suicidio di una suffragetta, nel 1918 anche le donne Inglesi riuscirono ad ottenere il diritto di voto.
LE DONNE IN ITALIA
All’inizio del novecento, in Italia, le prime battaglie del movimento femministe riguardavano il diritto di voto ed al mantenimento del posto di lavoro. Già nel 1906 Anna Maria Mozzoni e Maria Montessori presentarono una petizione al Parlamento per il voto femminile. Anche Anna Kuliscioff si era impegnata a favore del voto alle donne con la rivista “Critica sociale”. La presenza della donna all’interno della società italiana era più arretrata rispetto alla maggior parte dell’Europa. Il 30 gennaio del 1945 le donne italiane ottenero il voto, ma votarono soltanto, e per la prima volta, il 2 giugno del 1946.
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