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Samia Yusuf Omar
kumar.jasmeen
Created on May 9, 2021
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Transcript
Samia Yusuf Omar
Nasce il 25 marzo 1991 in una famiglia povera di Mongadiscio, ha il talento e la passione per la corsa fin da piccolina.
La sua specialità è la corsa dei 200 metri perché,come dice lei: "I primi secondi dopo lo sparo di partenza sento solo l'adrenalina, poi mi vengono in mente le promesse fatte al mio papà, solo a quel punto volo e taglio il tragardo".
Samia con il suo migliore amico Alì si divertivano a correre insieme fin da bambini. Fin a quando Samia vince la sua prima gara a dieci anni, una piccola gara che li dà la forza di andare avanti con la sua passione, Alì diventò il suo allenatore ufficiale. Il suo idolo era Mo farah,un atleta somalo che era immigrato in Inghilterra.
Samia dopo quella gara ne vinse moltissime altre fino ad arrivare a quella di Hargeysa. Una gara al nord dove la guerra non c'era, lei vinse e non solo: il Comitato Olimpico la notò e dopo poco tempo Samia ricevettè l'invito di fare parte della loro squadra.
La sua vita si fà sempre piu difficile: - Alì fu costretto ad andare via a causa della presa al "potere" degli integralisti di Al-Shabaab. - dopo pochi mesi sempre a causa di Al-Shabaab Il padre a cui era tanto legata morì in un attentato da parte degli integralisti. E la sorella non riuscendo più a vivere in quella città ingabbiata andò in Europa, aveva percorso il Viaggio.
Samia, nonostante la sofferenza, si allenò per le olimpiadi del 2008 a Pechino. Lo fece di notte, di nascosto perché di giorno era cotretta a portare il Burca e a seguire le regole di Al-Shabaab.
Bandiera di Stato di al-Shabaab.
Finalmente arrivò il giorno più atteso, Samia assieme al suo nuovo migliore amico Abdi Beli (il cnadidato maschile) arrivò in Cina e il giorno dopo, l' 8 giunio ci fu la cerimonia di inaugurazione dell'inizio dei Giochi olimpici.
Il giorno dopo corse ma non era abbastanza allenata,nonostante ciò il pubblico si alzò in piedi e la incitò a non mollare.
«Noi sappiamo che siamo diverse dalle altre atlete. Ma non vogliamo dimostrarlo. Facciamo del nostro meglio per sembrare come loro. Sappiamo di essere ben lontane da quelle che gareggiano qui, lo capiamo benissimo. Ma più di ogni altra cosa vorremmo dimostrare la nostra dignità e quella del nostro paese.» (Samia Yusuf Omar, 2008)
Un paio di mesi dopo Alì venne a trovarla e le rivelò che faceva parte della milizia di Al-Shabaab e che era stato lui ad uccidere il suo amato padre.
Samia diede la colpa alla Somalia, era stato il suo Paese a fare di suo fratello l'assassino di suo papà, decise così di andrsene: andò in Addis Abeba. Non aveva però con sè i documenti per participare alle gare e chiedere asilo in una altro Paese
Samia era stanca di correre sempre come una clandestina, prese quindi una decisione : AVREBBE FATTO IL VIAGGIO.
Saamiya avrebbe viaggiato attraverso Etiopia, Sudan e Libia con l'intento di giungere in Europa per trovare un allenatore che la mettesse in grado di partecipare ai Giochi olimpici di Londra 2012.Ma non ce la fece: il 2 aprile del 2012 è annegata nel mar Mediteranneo cercando di raggiungere le funi lanciate da un'imbarcazione italiana.
GRAZIE MILLE PER L'ATTENZIONE!